DEUTSCHE BANK GUARDA ALLA POLONIA
Presentato il nuovo piano Opex: previste la delocalizzazione a Varsavia di alcune attività, l’istallazione di ATM intelligenti, insieme ad altre operazioni di razionalizzazione. Totale: 217 esuberi. FABI: “Avvieremo confronto solo in presenza di un piano industriale”
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Delocalizzazione in Polonia di alcuni rami d’attività e lancio di un progetto pilota che consiste nell’istallazione di ATM intelligenti in alcune filiali.
Questi i punti principali del nuovo piano di riorganizzazione di Deutsche Bank, denominato Opex. Un’operazione da realizzare entro il 2015, che nel complesso causerà 217 esuberi.
Proprio oggi si è, infatti, svolto il primo incontro tra delegazioni sindacali e aziendali presso la Direzione Generale di Milano, a seguito della convocazione per l’avvio della procedura ai sensi degli artt. 19, 20 e 21 del Contratto Collettivo Nazionale, relativa al così detto piano Opex e alle conseguenti tensioni occupazionali.
L’azienda ha annunciato ai sindacati di essere disponibile a gestire le eccedenze attraverso diversi strumenti: esodi incentivati o pensionamenti, da luglio 2014 a giugno 2015, nella capogruppo, nel Consorzio e in F&F Banca; riqualificazioni professionali; mobilità interna e infragruppo tramite cessione individuale dei rapporti di lavoro.
Il piano Opex. Tra i principali progetti previsti dal piano c’è quello di delocalizzare in Polonia una serie di attività attualmente svolte dai centri PBC Services. Si tratta delle lavorazioni amministrative, di back office, di gestione dati, di riconciliazione pagamenti, di apertura e gestione dei conti della clientela di banca Finanza & Futuro. Le attività saranno conferite a una società della Deutsche Bank con sede legale a Varsavia e ci ò comporterà oltre 30 esuberi, concentrati nelle piazze di Prato e Milano.
Attraverso il progetto “Bank to be” si prevedono, inoltre, l’introduzione di ATM “evoluti” in alcune filiali, che consentiranno ai clienti di svolgere autonomamente transazioni, e l’attivazione di strumenti informatici innovativi, che comporteranno una riduzione dell’attività di front office a favore di quella di consulenza, per un totale di oltre 100 esuberi stimati.
Prevista, infine, la razionalizzazione della struttura di direzione di Finanza & Futuro Banca, delle attività di governance e amministrazione della divisione Wealth Management, la chiusura dell’ufficio Trade Services di Roma e la cessione in appalto di alcune attività alla società indiana DBOI.
La reazione dei sindacati: avvieremo confronto solo in presenza di un piano industriale.
“Come Organizzazioni Sindacali abbiamo immediatamente sollevato motivate obiezioni circa le modalità con cui DB intende affrontare un’operazione con ricadute così importanti sia sotto il profilo operativo che sulle prospettive future delle aziende del Gruppo”, hanno scritto la FABI e le altre Organizzazioni Sindacali in una nota unitaria.
“In particolare, abbiamo richiesto un confronto puntuale ed articolato sul Piano Industriale del Gruppo Deutsche Bank Italia nel medio periodo. Tale richiesta nasce dalla necessità di conoscere quali strategie il Gruppo intenda attuare nei prossimi anni.
Quel che è certo è che non possiamo accettare la logica della mera riduzione del personale e dello svuotamento di attività nel nostro Paese a favore di società del Gruppo dislocate all’estero.
Vista la delicatezza della situazione, abbiamo unitariamente deciso che, per tutta la durata della procedura, intendiamo avvalerci della presenza delle nostre Segreterie Nazionali”.
Milano 12/02/2014
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