A tre mesi dalla disdetta unilaterale del Contratto Nazionale, Federcasse ha accolto la richiesta dei sindacati di un confronto a tutto campo: fissato a Roma il prossimo 6 marzo un incontro. Bertinotti: "Sì a dialogo, ma su taglio delle tutele non cediamo"
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FEDERCASSE FA UN PASSO INDIETRO E CONVOCA I SINDACATI

A tre mesi dalla disdetta unilaterale del Contratto Nazionale, Federcasse ha accolto la richiesta dei sindacati di un confronto a tutto campo: fissato a Roma il prossimo 6 marzo un incontro. Bertinotti: “Sì a dialogo, ma su taglio delle tutele non cediamo”
FEDERCASSE FA UN PASSO INDIETRO E CONVOCA I SINDACATI

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Federcasse fa un passo indietro e convoca i sindacati a Roma il prossimo 6 marzo per riaprire il confronto sul Contratto Collettivo Nazionale, disdettato unilateralmente la scorso novembre.
Si tratta della prima riunione ufficiale, dopo che le Organizzazioni Sindacali avevano chiesto un incontro per avere un quadro dettagliato sulla situazione del settore e sul modello di banca che il Credito Cooperativo intende adottare per superare la crisi. Argomenti che, secondo i sindacati, dovranno essere preliminari alla trattativa sul rinnovo del Contratto Nazionale, formalmente disdettato ma valido fino al 30 giugno 2014.
Una richiesta accolta da Federcasse, che, infatti nella lettera di risposta ai sindacati ha dichiarato di esser pronta “a iniziare un percorso nel corso del quale, oltre all’attuale contesto, verranno illustrate le linee strategiche e le prospettive evolutive del Sistema del Credito Cooperativo”.
“Siamo disposti a sederci attorno a un tavolo e a discutere”, ha commentato Luca Bertinotti, Segretario Nazionale della FABI, “ma deve esser chiaro fin da adesso non accetteremo mai lo smantellamento del welfare e di tutti quelli istituti di garanzia tipici del sistema cooperativo, in primis quelli relativi alla salvaguardia dei livelli occupazionali.
Prima di sentir parlare di aumento delle flessibilità e di tagli al costo del lavoro, vogliamo aprire un confronto serio, dati alla mano, sul contesto economico del settore per fare un ragionamento a tutto campo sulle inefficienze del sistema. Ci auguriamo che il confronto sia costruttivo e collaborativo nell’interesse dei lavoratori e delle stesse aziende. Pensiamo, infatti, che gli istituti di credito cooperativo non abbiano bisogno di snaturare le loro specificità e di omologarsi alle banche ABI e che possano, quindi, superare la crisi con le proprie gambe, a patto di rinnovare il proprio sistema di governance”.
Roma 24/02/2014
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