Il nuovo piano industriale del Gruppo parla di 8mila eccedenze di personale, di cui 5700 in Italia. "Diciamo no in modo categorico alla riproposizione della solita ricetta dei tagli occupazionali: Così non ci sono margini di trattativa"
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UNICREDIT, NUOVA ONDATA DI ESUBERI

Il nuovo piano industriale del Gruppo parla di 8mila eccedenze di personale, di cui 5700 in Italia. “Diciamo no in modo categorico alla riproposizione della solita ricetta dei tagli occupazionali: Così non ci sono margini di trattativa”
UNICREDIT, NUOVA ONDATA DI ESUBERI

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“Riteniamo assurdo e inaccettabile quanto prospettato dal Gruppo Unicredit, che oggi ha dichiarato 8500 esuberi in Europa di cui 5700 in Italia”.
Così Mauro Morelli, Segretario Nazionale della FABI, e Angelo Di Cristo, Coordinatore Nazionale FABI di Unicredit, hanno commentato il nuovo piano industriale del Gruppo guidato da Federico Ghizzoni.
“Diciamo no in modo categorico alla riproposizione della solita ricetta dei tagli occupazionali come mezzo di risanamento del Gruppo.
I numeri dichiarati non rappresentano il presupposto per una trattativa seria, improntata a un dialogo costruttivo tra le parti, né fanno pensare a un rilancio dell’azienda.
è assurda l’idea di far pagare due volte ai lavoratori le difficoltà dei singoli istituti, attraverso piani industriali come questi, e la crisi del settore, attraverso i tagli alle garanzie sul Contratto Nazionale.
La banca virtuale e lontana dal territorio, inoltre, che Unicredit vorrebbe realizzare con questo nuovo piano, non risponde minimamente alle esigenze del Paese ed è assolutamente in controtendenza rispetto a quel modello di banca sociale, più volte invocato nel nostro settore, che dovrebbe vedere l’uomo, il lavoro e l’occupazione al centro degli interessi aziendali.
Siamo, infine, contrari ora e sempre a qualsiasi progetto che non sia fondato sullo sviluppo e sull’utilizzo delle tante professionalità esistenti nel Gruppo”.
Roma 11/03/2014
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