Presentato a Milano il nuovo piano strategico 2013-18. Confermati i 5700 esuberi in Italia e congelamento di integrativo e dei contratti di secondo livello. FABI: "Inaccettabile che si continuino a chiedere sacrifici solo ai lavoratori"
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UNICREDIT, NEL MIRINO 5700 LAVORATORI E CONTRATTO INTEGRATIVO

Presentato a Milano il nuovo piano strategico 2013-18. Confermati i 5700 esuberi in Italia e congelamento di integrativo e dei contratti di secondo livello. FABI: “Inaccettabile che si continuino a chiedere sacrifici solo ai lavoratori”
UNICREDIT, NEL MIRINO 5700 LAVORATORI E CONTRATTO INTEGRATIVO

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Congelamento del Contratto Integrativo e degli accordi di secondo livello e conferma dei 5700 esuberi in Italia.
Questi i contenuti del nuovo piano strategico 2013-18 di Unicredit, illustrato oggi a Milano ai sindacati dal Responsabile delle Risorse umane, Paolo Cornetta, e da quello delle Relazioni sindacali, Angelo Carletta.
L’azienda punta a realizzare nei prossimi quattro anni ulteriori risparmi sui costi pari a 1,3 miliardi di euro, per raggiungere nel 2018 un utile netto di 6,6 miliardi.
In particolare, il management intende sviluppare una nuova piattaforma digitale e potenziare i servi alle imprese in Europa.
“Questo piano industriale rappresenta l’ennesima occasione mancata”; hanno dichiarato a caldo Mauro Morelli, Segretario Nazionale FABI, e Angelo Di Cristo, Coordinatore FABI Unicredit, “è privo di reali obiettivi di rilancio dell’azienda a medio lungo termine e dimostra, ancora una volta, una visione industriale di corto respiro. è, insomma, un progetto che non mette al centro dei propri interessi l’uomo, il lavoro e le esigenze del Paese. I vertici vogliono fare pagare ai dipendenti, con tagli ai posti di lavoro e ai diritti ,le ingenti perdite causate da una pessima gestione del credito.
“Ricordiamo che dal 2010 al 2015 sono stati espulsi dall’azienda circa 5500 lavoratori. è inaccettabile che si continuino a chiedere sacrifici solo a loro”.
“Come sindacato siamo disponibili a creare nuove professionalità, purché si salvaguardi l’occupazione. Non si possono accettare ipotesi di prepensionamenti obbligatori”.
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