Leggi la risposta del Segretario Generale Sileoni al Presidente dell'ABI Patuelli su Milano Finanza, Libero e Affariitaliani.it
MF-MILANO FINANZA venerdì 28 marzo 2014
Patuelli: bene Bazoli sui fondi - L'apertura del numero uno di Intesa al ruolo degli investitori istituzionali nel capitale delle banche è positiva, ma vanno riconosciuti i meriti degli enti. Botta e risposta con la Fabi sui motivi degli esuberi
di Andrea Di Biase
«La presa di posizione del presidente Bazoli serve ad aprire una riflessione innovativa su questa tematica». Il presidente dell’Abi Antonio Patuelli concorda sulla recente presa di posizione del numero uno di Intesa Sanpaolo, che mercoledì ha aperto, seppur con qualche distinguo e con un orizzonte di medio termine, a una possibile discesa delle Fondazioni nel capitale delle banche italiane per fare spazio ai grandi investitori istituzionali esteri. Secondo Patuelli, tuttavia sarebbe sbagliato gettare il bambino con l’acqua sporca. «Credo», ha affermato Patuelli, «che debba essere cambiata la vulgata esterna secondo cui è necessario che le Fondazioni escano o scendano nei capitali delle banche. Questa vulgata», ha spiegato, «era già miope in partenza e oggi è sostanzialmente ribaltata». Secondo il numero uno dell’Abi, «chi ha un investitore istituzionale stabile, non speculativo e di lunga prospettiva italiano nel capitale d’ora in poi avrà un elemento invidiabile di indiscussa positività». La riflessione che sarà possibile aprire sulla base delle dichiarazioni di Bazoli dovrà servire, secondo Patuelli, «a superare delle rituali giaculatorie che oggettivamente in questa fase sono assolutamente superate dai fatti». Il fatto per ò che alcuni grandi investitori internazionali come BlackRock stiano guardando con interesse alle banche italiane rappresenta un elemento positivo alla vigilia della tornata di aumenti di capitale delle banche italiane. «Credo che questo sia un momento assolutamente buono per chi ha deciso un aumento di capitale», ha affermato Patuelli. «Ci sono nuovi flussi dall’estero ed è bene avere una percezione più serena al riguardo anche in Italia». Riguardo invece alle prospettive occupazionali del settore bancario, il presidente dell’Abi ha sottolineato che «la stagione degli esuberi» nel settore bancario è legata alla recessione. «Se l’economia si riprende se c’è espansione dell’attività ci sono nuovi sbocchi», ha affermato Patuelli, sottolineando per ò la necessità che le banche continuino ad investire in tecnologia per non perdere il passo degli istituti esteri. Di opinione opposta a Patuelli sul tema degli esuberi il segretario generale della Fabi, Lando Sileoni. «La recessione c’entra poco o niente con il discorso degli esuberi», ha dichiarato Sileoni, «dal 2000 al 2013 il settore bancario ha perso 48 mila posti di lavoro. Quindi ha espulso lavoratori ben prima che la recessione si manifestasse. Dal 2014 al 2020 usciranno altre 20 mila persone. Gli esuberi rappresentano il risultato di un modello di banca vecchio e obsoleto, sono figli di una cattiva gestione del credito, di sponsorizzazioni buttate al vento, degli alti stipendi dei manager e soprattutto di una mentalità superata dai tempi, che le banche non vogliono cambiare. Gli esuberi sono il risultato di liquidazioni milionarie, di direzioni generali costosissime, di consulenze a sei zeri affidate agli amici degli amici, soprattutto nel settore informatico e legale, del tutto evitabili se si utilizzasse personale interno». (riproduzione riservata)
LIBERO venerdì 28 marzo 2014
Esuberi in banca, scontro tra Fabi e Abi
E’ scontro tra la Fabi e l’ Abi sugli esuberi. «Contrariamente a quanto detto dal presidente Abi, Antonio Patuelli, la recessione c’ entra poco o niente col discorso degli esuberi. Dal 2000 al 2013 il settore bancario ha perso 48 mila posti di lavoro: ha espulso lavoratori ben prima che la recessione si manifestasse». Lo ha dichiarato ieri Lando Sileoni, Segretario generale Fabi (sindacato di maggioranza dei lavoratori bancari), in risposta alle affermazioni del presidente dell’ Abi. Secondo Sileoni «continuando con queste esternazioni, il rinnovo del contratto di lavoro si complicherà pesantemente».