La FABI si unisce all'appello che sta facendo il giro del mondo: riconsegnateci le nostre ragazze. Lo scorso 14 aprile in Nigeria l'organizzazione fondamentalista ha rapito 300 studentesse. Un atto vile che è, prima di tutto, un attacco ai diritti umani e alla libertà religiosa
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BRING BACK OUR GIRLS

La FABI si unisce all’appello che sta facendo il giro del mondo: riconsegnateci le nostre ragazze. Lo scorso 14 aprile in Nigeria l’organizzazione fondamentalista ha rapito 300 studentesse. Un atto vile che è, prima di tutto, un attacco ai diritti umani e alla libertà religiosa
BRING BACK OUR GIRLS

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Bring back our girls. Il grido si sta diffondendo in ogni angolo del mondo, attraversa i social network e ci unisce in una grande preghiera collettiva. Un appello senza confini, che vogliamo fare nostro, in quanto sindacato che a cuore i diritti umani, la dignità e la libertà delle persone.
Boko Haram ci riconsegni illese le nostre ragazze, quelle 300 studentesse rapite in Nigeria nella notte tra il 14 e il 15 aprile.
Quest’organizzazione fondamentalista islamica da anni infesta l’Africa e, in nome di un’interpretazione distorta e profondamente errata della religione, calpesta la dignità delle persone e tenta di bloccare qualsiasi forma di modernizzazione e democratizzazione della società.
Altamente simbolica la scelta del luogo dove è avvenuto il rapimento: il collegio di Chibok, la scuola in cui le ragazze, attraverso l’istruzione, imparavano ad essere libere.
Ieri il video choc: le giovani sono state riprese mentre pregavano, lo sguardo spento, la jihab, la grande tunica islamica, che le copriva quasi integralmente, umiliate, schiave, spogliate della loro identità, della loro possibilità di scegliere, che è il bene più prezioso.
“Ecco le ragazze a cui tenete tanto. Si sono convertite all’Islam”, diceva fiero, con lo sguardo in camera, uno dei rapitori.
Già, perché per i miliziani la religione – o sarebbe meglio dire, la loro visione folle del credo religioso- è una clava per imporre il potere, per conculcare i diritti umani e tenere in scacco un Paese, la Nigeria, che negli ultimi anni ha mostrato una forte crescita economica.
è una guerra strisciante alla libertà, alle leggi fondamentali, alla civiltà.
Ma non riguarda solo la Nigeria. La comunità internazionale si è già mobilitata contro un atto, che è prima di tutto un affronto ai diritti umani, alla capacità di autodeterminazione delle donne, alle libertà religiose.
Un affronto che non pu ò e non deve lasciare nessuno indifferente.
è per questo che anche noi della FABI urliamo con forza e con tutta la nostra voce: Bring back our girls.
Roma 13/05/2014
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