Inizia il confronto in ABI sulla nuova piattaforma contrattuale dei lavoratori bancari. Sileoni: "no a diktat. Bisogna esplorare tutti gli argomenti, compresa parte economica". Leggi i servizi del Corriere della Sera, Il Messaggero, MF e Il Sole 24 Ore ">

CONTRATTO, FACCIA A FACCIA SILEONI MICHELI SULLA STAMPA

Inizia il confronto in ABI sulla nuova piattaforma contrattuale dei lavoratori bancari. Sileoni: “no a diktat. Bisogna esplorare tutti gli argomenti, compresa parte economica”. Leggi i servizi del Corriere della Sera, Il Messaggero, MF e Il Sole 24 Ore
CONTRATTO, FACCIA A FACCIA SILEONI MICHELI SULLA STAMPA

le=”text-align: justify”>Inizia il confronto in ABI sulla nuova piattaforma contrattuale dei lavoratori bancari. Sileoni: “no a diktat. Bisogna esplorare tutti gli argomenti, compresa parte economica”. Leggi i servizi del Corriere della Sera, Il Messaggero, MF e Il Sole 24 Ore

IL SOLE 24 ORE giovedì 29 maggio 2014
Trattative senza pregiudiziali – Il documento che prevede 175 euro di aumento approvato dal 95% dei bancari IL CALENDARIO Fissati già 3 incontri entro fine giugno, quando scadranno le cariche in Abi, compresa quella del capodelegazione Micheli
Cristina Casadei
Un anemometro, ieri, ha sdrammatizzato la chiusura del tavolo negoziale che ha riaperto le trattative per il rinnovo del contratto dei bancari a palazzo Altieri. A consegnarlo il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, alla delegazione di Abi per misurare il vento che tira fuori «dove, tralasciando le inchieste giudiziarie che hanno interessato negli ultimi giorni alcuni banchieri, è bene misurare la forza e la direzione del vento intorno alle banche. Non c’è una gran aria», spiega il sindacalista. La delegazione di Abi, guidata dal vicepresidente vicario e presidente del Casl, Francesco Micheli, ha apprezzato l’intento di svelenire il clima attuale e sembra che abbia in mente di ricambiare con un termometro e un barometro.
I sindacati nella presentazione della piattaforma (anticipata dal Sole 24 Ore il 25 marzo), approvata dal 95% dei bancari consultati nelle assemblee e che rivendica un aumento di 175 euro, hanno toccato tutti i capitoli, senza entrare nelle parti tecniche, ma rimanendo più sul piano politico: dalla difesa dell’occupazione al rafforzamento dell’area contrattuale alla difesa del potere di acquisto dei salari, compreso il rafforzamento del secondo livello contrattuale. Evidente l’intento di evitare qualsiasi contrapposizione. Abi dal canto suo ha consegnato un documento di scenario per aggiornare il quadro che è stato condiviso e che mette in luce la redditività in calo, i ricavi che latitano e il costo del lavoro che pesa troppo. C’è la condivisione del fatto che è venuta meno la tenuta del vecchio contratto, che scadrà il 30 giugno; Abi potrà comunque dare la disdetta in qualsiasi momento entro il 30 settembre. I banchieri, dopo aver ascoltato la piattaforma, hanno ribadito che il settore non produce ricchezza adeguata per sostenere aumenti economici dal nuovo contratto per almeno due anni. In altre parole niente aumenti per il 2014 e il 2015.
I sindacati hanno preso atto della posizione delle banche sulla parte economica e hanno detto di non condividerla. Si sono per ò resi disponibili a calendarizzare 3 incontri, il 18, 23 e 30 giugno per misurare tutte le distanze, istituto per istituto. Il 30 giugno, tra l’altro, è anche l’ultima data utile per incontrarsi prima dell’assemblea di Abi che dovrà rinnovare le cariche. Compresa quella di Francesco Micheli che si è dimesso da tutti gli incarichi in Intesa Sanpaolo e che, a meno di una modifica dello statuto di Abi non potrebbe rimanere con le cariche che ha attualmente. Ieri i sindacati hanno ribadito la necessità di confrontarsi con una controparte legittimata e autorevole. Certo, in questo momento, il confronto appare possibile più sul piano tecnico che non su quello politico.
Agostino Megale, segretario generale della Fisac Cgil, spiega che «gli incontri serviranno effettivamente a esplorare dove si possano realizzare convergenze e dove si mantengono divergenze. Alla fine di questa eplorazione tireremo le nostre valutazioni. La nostra piattaforma rappresenta il punto di riferimento per l’evoluzione del negoziato. Contemporaneamente metteremo in campo iniziative pubbliche nelle diverse città per presentare le nostre proposte sul modello di banca». Giulio Romani, segretario generale della Fiba Cisl, aggiunge: «Non siamo disponibili a rinunciare alla trattativa ma non siamo disposti a svolgerla su tutto meno che sulla parte economica. Occorre grande senso di responsabilità e che tutte le parti siano disposte a confrontarsi anche su questioni che le vedono distanti fino al punto da rendere difficile la conclusione del confronto». Il segretario generale della Uilca, Massimo Masi, ribadisce l’indisponibilità della Uilca ad accettare pregiudiziali da parte di Abi. Non si pu ò accettare lo scambio occupazione e salario come propongono le parti datoriali. Per noi la piattaforma è una sola, e su questa vogliamo trattare su tutti i capitoli, parte economica compresa». Lo stesso Sileoni sottolinea la necessità di esplorare tutti gli argomenti: «Siamo disponibili al confronto con l’Abi ma non accettiamo alcun diktat. Per noi rimane valida la piattaforma contrattuale, comprensiva della parte economica, approvata a larghissima maggioranza dai lavoratori. Chiediamo, pertanto, un confronto per esplorare tutti gli argomenti». Dopo questa richiesta e la manifestazione di massima apertura per Sileoni «un’eventuale rottura delle trattative sarebbe da attribuirsi unicamente all’Abi». © RIPRODUZIONE RISERVATA
MF-MILANO FINANZA giovedì 29 maggio 2014
I bancari chiedono 175 in più – L’Abi per ò non ci sente e replica che per due anni non saranno possibili adeguamenti salariali E le poche risorse non basteranno per entrambi i livelli di contrattazione (nazionale e aziendale)
di Antonio Satta
Si sono incontrati e non per dirsi subito addio. Anzi, hanno già fissato tre appuntamenti per il prossimo mese di giugno, eppure il lavoro che attende le delegazioni dell’Abi e dei sindacati dei bancari, per rinnovare il contratto nazionale di categoria, non è per niente semplice.
Le posizioni, a quanto si capisce, restano distanti sia sulla parte normativa che su quella economica. Se i sindacati infatti hanno chiesto un aumento di 175 euro medi a regime (6,05%), cifra che, sostengono, garantirebbe il recupero dell’inflazione per gli anni passati e per il prossimo triennio, la delegazione delle banche, guidata dal vicepresidente vicario dell’Abi Francesco Micheli, ha risposto che almeno per i prossimi due anni non sarà proprio possibile prendere in esame alcun aumento contrattuale.
Per l’Abi i margini di guadagno degli istituti sono ormai ridotti all’osso e peraltro, come già anticipato durante il forum «HR 2014 – Banche e Risorse Umane» (si veda MF-Milano Finanza del 21 maggio), Micheli ha ribadito che non ci sono nemmeno le risorse per sostenere entrambe le contrattazioni, quella nazionale e quella aziendale.
Anche sul modello di contratto le distanze restano notevoli, con i sindacati, almeno in questa fase, decisi a sbarrare la strada a un meccanismo di retribuzione simile al settore assicurativo, cioè con una parte fissa e l’altra variabile, legata al raggiungimento degli obiettivi individuali ed ai risultati aziendali. L’accusa che a questo proposito i sindacati fanno alla controparte è di voler destrutturare il contratto stesso aprendo la via anche a massicce esternalizzazioni, fino a copiare il settore assicurativo anche nella rete di vendita, affidandola almeno in parte ad agenti, subagenti e mediatori.
La replica delle banche è che la svolta digitale e la multimedialità richiedono nuove figure professionali e un grande lavoro di riadattamento del personale, che non potrà comunque mantenere gli attuali inquadramenti che sbilanciano gli organici verso l’alto (tra i dipendenti i quadri sono il 40%).
I sindacati a loro volta dicono di voler accettare la sfida del cambiamento e presenteranno nella prossima riunione un loro progetto di nuovo modello per le banche. Intanto Lando Maria Sileoni, segretario della Fabi, il principale sindacato bancario, ieri oltre alla piattaforma contrattuale votata dalle assemblee ha consegnato alla delegazione Abi anche un anemometro, lo strumento per misurare il vento, in modo che le banche capiscano «l’aria che tira nel Paese e tra i lavoratori bancari». Non servono per ò strumenti particolari per capire che senza la mediazione del governo sarà quasi impossibile arrivare alla firma del contratto. (riproduzione riservata)
CORRIERE DELLA SERA giovedì 29 maggio 2014
Il contratto dei bancari attende il negoziatore Abi
(ri.que.) Primo incontro interlocutorio ieri sul contratto dei bancari. Tre round sono stati fissati per il 18, 23 e 30 giugno, ma difficilmente si arriverà al dunque prima dell’assemblea di luglio dell’Abi. Da vedere, infatti, se Francesco Micheli, in uscita da Intesa Sanpaolo, resterà alla guida del comitato per gli affari sindacali e il lavoro. La strada di un contratto di consulenza ieri pareva in salita. Sarebbe quindi necessario un cambio dello statuto Abi (che oggi coopterà Cesare Castelbarco in sostituzione di Giovanni Berneschi). In alternativa per il negoziato si fa il nome del vicepresidente Camillo Venesio. «Porteremo un anemometro, per misurare se davvero nel settore tira un vento di trasparenza e pulizia in grado di spazzare via gli scandali delle ultime settimane», ha detto ieri al tavolo Lando Sileoni della Fabi. Giulio Romani, di Fiba Cisl, ha rivendicato di voler discutere di aumenti, ma sul punto al momento la chiusura delle banche è totale .
IL MESSAGGERO 28 Mag 2014 18:03
Abi-sindacati, scontro sull’aumento di stipendio
di Rosario Dimito
Muro contro muro tra Abi e sindacati sul rinnovo del contratto di lavoro, disdettato dall’associazione qualche mese fa ma in vigore fino a settembre prossimo.
Ieri si è riunita la delegazione della Casl, Commissione sindacale lavoro Abi, presieduta da Francesco Micheli con i leader delle sigle sindacali: Lando Sileoni (Fabi), Agostino Megale (Fisac), Giulio Romani (Fiba), Massimo Masi (Uilca). I banchieri hanno escluso la possibilità di aumenti salariali almeno nel biennio 2014-2015, i sindacati hanno rilanciato con la richiesta di un aumento di 175 euro in tre anni.
Nel corso del confronto, Micheli ha presentato un documento sulla situazione e prospettive della redditività delle banche italiane di cui Il Messaggero.it ne pubblica il contenuto.
LEGGI IL DOCUMENTO
Dal documento risulta, tra l’altro “che Il settore bancario italiano soffre di una scarsa redditività non solo in assoluto ma anche nel confronto internazionale con i mercati bancari europei (oltre 3 pp di ROE in media nell’ultimo triennio, circa 6 punti nel 2013)”. Ma comunque “segnali di ripresa si rilevano nell’utile di esercizio (+34,8%) rispetto al primo trimestre del 2013 attestandosi per i primi 13 gruppi a 1,3 miliardi di euro (1 mld lo scorso anno). E che il margine di interesse aumenta dello 0,4% mentre il margine di intermediazione si riduce”.
Durante il faccia a faccia si è registrato un momento di ilarità quando Sileoni, a proposito della congiuntura negativa dell’economia che investe il sistema bancario, ha donato ai rappresentanti dell’Abi un anemometro, lo strumento per misurare la velocità e la direzione del vento. Un gesto simbolico per invitare gli istituti ad avere il senso della realtà delle cose. Le parti hanno concordato un calendario di incontri: 18, 23, 30 giugno. ADVERTISEMENT 28 Mag 2014 18:03 Ultimo aggiornamento: 18:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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