CREDITO SALERNITANO, VITTORIA DELLA FABI ANCHE IN APPELLO
L’istituto di credito condannato a reintegrare la sindacalista FABI, ingiustamente licenziata e fatta pedinare da un investigatore privato. Si tratta della terza sentenza che dà ragione al sindacato.Berti:”Disposta reintegra nonostante Legge Fornero”
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Ennesima batosta legale per il Credito Salernitano. La Corte d’Appello di Salerno ha confermato la reintegra della sindacalista FABI, ingiustamente licenziata dall’istituto.
Il licenziamento della dirigente era avvenuto un anno fa, quando l’azienda le aveva contestato di avere utilizzato in maniera impropria le ore di permesso sindacale, dopo averla fatta pedinare da un investigatore privato.
Immediata la reazione della Segreteria Nazionale della FABI, che subito aveva impugnato il provvedimento davanti al giudice, definendolo “illegittimo e pretestuoso”.
Pochi mesi dopo, a conferma della tesi del sindacato, erano arrivate anche ben due sentenze del Tribunale di Salerno. E adesso a dare ragione alla FABI è anche la Corte d’Appello, che ha riconosciuto l’insussistenza del licenziamento, disponendo la reintegra della dirigente.
I giudici hanno, infatti, dichiarato che da parte della sindacalista non c’è stato alcun utilizzo improprio delle ore di permesso sindacale e che, inoltre, non vi è stata alcuna lesione del vincolo fiduciario nei confronti dell’azienda tale da giustificare un licenziamento.
Insomma: la sindacalista aveva agito correttamente, svolgendo il proprio ruolo a tutela dei lavoratori.
“Siamo molto soddisfatti di questo pronunciamento che conferma la bontà dell’operato della nostra sindacalista”, ha commentato la Segreteria Nazionale della FABI, “Chiediamo adesso al Credito Salernitano di rispettare la sentenza e di mettere da parte questo inutile, immotivato e improduttivo accanimento nei confronti della nostra dirigente sindacale”.
“Anche dal punto di vista giuridico questa sentenza ha grande rilievo”, ha sottolineato Paolo Berti, legale della FABI e difensore della sindacalista in tutti e tre i gradi di giudizio.
“Siamo riusciti a dimostrare che la condotta della dirigente è stata ineccepibile e abbiamo ottenuto la sua riammissione sul posto di lavoro, nonostante la vigente Legge Fornero sul licenziamento per giusta causa abbia introdotto dei criteri di reintegra molto più restrittivi. In ambito bancario, si tratta della prima sentenza in tal senso”.
Salerno 04/06/2014
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