BANCA, UTILE A CHI?
A Udine si è parlato di banca socialmente utile, il modello proposto dalla FABI nell’attuale vertenza del rinnovo del Contratto Nazionale. In Friuli in tre anni persi 700 posti di lavoro e raddoppiate sofferenze. Sileoni: “cambiare rotta”
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Emorragia di posti di lavoro nelle banche del Friuli Venezia Giulia: in tre anni, dal 2010 al 2013, ne sono stati persi oltre 700, di cui quasi 200 a Udine e provincia.
I dipendenti bancari della regione sono scesi a quota 6700, mentre nel 2010 erano quasi mille in più, circa 7500.
Il taglio ha interessato anche gli sportelli bancari, diventati 50 in meno dal 2010 al 2013, fermandosi a quota 908, dagli iniziali 955 del 2010.
L’unico valore in crescita è quello relativo ai prestiti non restituiti, quasi raddoppiati nel giro di 3 anni: le banche del Friuli Venezia Giulia al 30 dicembre 2013 avevano in pancia circa 411 milioni di sofferenze, 163 milioni in più rispetto ai 248 del 2010. Stesso trend seguito dagli istituti di Udine e provincia, dove le sofferenze pesano per circa 164 milioni di euro a confronto dei 90 milioni del 2010.
Dati che dimostrano come la crisi delle piccole medie imprese e delle grandi industrie del territorio, da Electrolux a Ideal Standard, abbia pesantemente inciso sul settore del credito.
L’allarme è stato lanciato dalla FABI, il principale sindacato dei bancari, durante la tavola rotonda “Banca, utile a chi?”, che si è svolta oggi pomeriggio a Udine e alla quale hanno partecipato rappresentanti delle istituzioni, del sindacato e degli istituti di credito del territorio.
Al centro del dibattito: la crisi del settore bancario nel Friuli e le possibili soluzioni per creare un nuovo modello di banca più vicina ai lavoratori, alle famiglie e alle imprese e per uscire dall’attuale impasse.
Ricco il parterre dei relatori: dai padroni di casa Lando Maria Sileoni, Segretario Generale della FABI, e Guido Fasano, Coordinatore FABI Udine, a Furio Honsell, Sindaco di Udine, Francesco Peroni, Assessore regionale alle Finanze, passando per i numeri uno delle maggiori banche del territorio, Cristiana Compagno, Presidente Banca Mediocredito del FVG, Anna Fasano, Vicepresidente Banca Etica, Giuseppe Graffi Brunoro, Presidente Federazione regionale BCC e Graziano Tilatti, Presidente Banca Popolare Cividale.
Durante la tavola rotonda, Guido Fasano, Coordinatore di FABI Udine, ha sottolineato come la crisi dell’economia e delle banche abbia portato negli ultimi anni a una notevole contrazione dei posti di lavoro in Friuli Venezia Giulia anche in un settore tradizionalmente forte come quello del credito.
A determinare i tagli soprattutto i piani industriali dei maggiori gruppi bancari: Intesa Sanpaolo, che sul territorio ha il suo presidio nella Cassa di risparmio del Friuli, Unicredit e Banca Montepaschi, soprattutto a seguito della scomparsa del marchio Antonveneta, radicato anche in Friuli.
Infine un cenno alla vertenza di Hypo Alpe Adria Bank, da tempo in vendita, che ha mandato a casa oltre un centinaio di lavoratori nell’ultimo triennio, di cui la metà occupati nella provincia di Udine.
“In questi anni le banche hanno basato le loro strategie industriali solo ed esclusivamente sul taglio del costo del lavoro”, ha dichiarato Guido Fasano, Coordinatore FABI Udine, “ma ci ò non ha assolutamente portato a un rilancio del settore, come dimostra l’aumento esponenziale delle sofferenze e la diminuzione degli sportelli presenti in regione”.
“Emerge con forza la necessità di cambiare modello di banca”, ha aggiunto, “una battaglia in cui il sindacato è impegnato in prima linea. Nella vertenza per il rinnovo del Contratto Nazionale degli oltre 300mila lavoratori di categoria, stiamo proponendo ai banchieri un modello di banca alternativo che possa tornare a fare profitti ampliando l’offerta a favore di famiglie e imprese, creando occupazione e mantenendo gli attuali posti di lavoro. Crediamo che le banche debbano puntare sempre più sui servizi di consulenza fiscale, legale, previdenziale e industriale, per venire incontro alle reali esigenze del territorio e pensiamo che questo processo di rinnovamento debba necessariamente passare attraverso la valorizzazione dei lavoratori”.
Nel dibattito è intervenuto anche il Segretario Generale, Lando Maria Sileoni, il quale si è soffermato sulle sfide che attendono il sistema bancario, spendendo poi parole di elogio per le Banche di Credito Cooperativo locali, le uniche ad aver saputo gestire bene la crisi degli ultimi anni non chiudendo i rubinetti del credito alle piccole medie imprese del territorio.
“Le banche devono contribuire a far crescere il Paese e mantenere gli attuali livelli occupazionali”, ha puntualizzato Sileoni, entrando poi nel merito del nuovo modello di banca proposto dal sindacato.
“Devono recuperare il rapporto con i giovani e con il territorio, aprirsi alle esigenze della società, ampliando l’offerta di servizi alla clientela, puntando sulla consulenza”, ha spiegato.
Una visione condivisa anche dal sindaco di Udine Furio Honsell, secondo cui la riposta delle banche all’innovazione non pu ò essere soltanto l’home banking, che taglia fuori un’ampissima fascia di popolazione anziana (“Ad Udine”, ha ricordato, “il 25% dei cittadini è rappresentato da over 65). “è bene che le banche recuperino il rapporto con il territorio, potenziando la consulenza”.
Udine 06/06/2014
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