NUOVO MODELLO DI BANCA, LE PROPOSTE DEI SINDACATI
Questa mattina conferenza stampa unitaria. Bossola: “L’ABI si apra al confronto con le parti sociali e non si trinceri dietro al mero taglio dei costi del personale, alla chiusura delle filiali e alla riduzione dei servizi per famiglie e imprese”
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“Ci opponiamo ad una gestione delle banche che punta solo sul taglio dei costi del personale, sulla chiusura delle filiali e sulla riduzione dei servizi per le famiglie e le piccole imprese”. Ad affermarlo, è stato il Segretario Generale Aggiunto della FABI, Mauro Bossola, nel corso della conferenza stampa unitaria che si è tenuta stamani e che ha visto la partecipazione, oltre che dei Segretari Generali delle sigle sindacali del credito, anche dei docenti universitari Silvano Andriani (Presidente Cespi) e Giuseppe Lusignani (Università di Bologna).
Un incontro con la stampa fortemente voluto dai sindacati della categoria per spiegare le proposte contenute nel documento “Per un modello di banca al servizio dell’occupazione e del Paese”. Proposte già presentate e discusse negli ultimi incontri con ABI per il rinnovo del Contratto Nazionale della categoria.
La FABI, insieme con le altre sigle sindacali, si sta battendo affinché la politica delle banche non si chiuda nel mero taglio dei costi, ma si apra, con innovazione, verso un modello che faccia tornare il settore protagonista nel sostegno ai territori. Questo per il bene degli istituti stessi, dei lavoratori e delle loro famiglie, ma soprattutto per il rilancio dell’intero Paese.
“Quella attuale – ha sottolineato Bossola – è una visione miope, figlia di ragionamenti di breve momento, utili solo a difendere rendite di posizione, che sono gli stessi che hanno portato alla disastrosa situazione attuale, in cui le banche sono precipitate ai minimi storici della fiducia di cittadini e clienti”.
“Ora per difendere l’asfittica redditività del settore, figlia di scelte manageriali sbagliate, dovrebbero farne le spese dipendenti e clienti meno abbienti. Il Sindacato propone, invece, alle banche di uscire da una posizione puramente difensiva e di retroguardia per mettersi in gioco, assieme ai propri dipendenti, nell’interesse di tutto il Paese.
ABI non vuole condividere un nuovo modo di fare banca, perché è divisa al suo interno e non è in grado di aprirsi al confronto con le parti sociali. Per questo punta a demolire professionalmente la categoria e a dividerla. Il prossimo incontro, previsto alla fine di luglio, sarà determinante per sapere se ABI vorrà agire responsabilmente oppure – ha concluso Mauro Bossola – accollarsi la colpa di nuove e pesanti giornate di sciopero a partire dal prossimo autunno”.
Roma, 08/07/2014
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