I SINDACATI PRESENTANO IL DOCUMENTO SUL NUOVO MODELLO DI BANCA
Le dichiarazioni del Segretario Generale Aggiunto Mauro Bossola, intervenuto alla conferenza stampa, su quotidiani nazionali e agenzie. Leggi i servizi
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Le dichiarazioni del Segretario Generale Aggiunto Mauro Bossola, intervenuto alla conferenza stampa, su quotidiani nazionali e agenzie. Leggi i servizi
IL SOLE 24 ORE mercoledì 9 luglio 2014
Road show per la banca del futuro
è partita ieri da Roma la presentazione del nuovo modello di banca proposto dai sindacati che toccherà diverse città italiane, con l’obiettivo di coinvolgere l’opinione pubblica. In modi diversi le sigle del credito hanno manifestato la necessità di creare una banca che possa contribuire al rilancio del paese e arginare l’emorragia dei dipendenti del settore: le loro stime prevedono che tra qualche anno i bancari scendano sotto i 300mila. Numero che è il frutto della logica dei tagli orizzontali di personale e filiali. Il sindacato indica una rotta nuova e lo fa alla vigilia dell’assemblea di Abi, fissata per domani a Roma. Se i banchieri non intendono cambiare direzione si passerà dalle parole «alla mobilitazione. – dice il segretario generale aggiunto della Fabi, Mauro Bossola -. Il prossimo incontro previsto alla fine di luglio sarà determinante per sapere se Abi vorrà agire responsabilmente oppure accollarsi la colpa di nuove giornate di sciopero a partire dal prossimo autunno».
Il primo passo delle riforma proposto dai sindacati deve essere un ritorno alla specializzazione: abbandonare il modello di banca universale e scorporare banca commerciale e banca d’investimento. Poi creare consorzi per la realizzazione di grandi infrastrutture per il Paese. Con il piano che propongono, i sindacati ritengono non solo che ci possa essere un utilizzo più efficiente del capitale umano, ma che si possa uscire dalla logica dei tagli, concentrati soprattutto sulle risorse umane. Logica a cui si oppongono con forza perché «si tratta di visione miope, figlia di ragionamenti di breve momento, utili solo a difendere rendite di posizione, gli stessi che hanno portato alla disastrosa situazione attuale, in cui le banche sono precipitate ai minimi storici della fiducia di cittadini e clienti», afferma Bossola.
Il nuovo modello, dice il segretario generale della Fisac Agostino Megale, è quello che «mette al centro la crescita industriale del Paese». Per quanto riguarda le prospettive occupazionali del settore «il rapporto tra innovazione digitale e come questa si riflette sugli esuberi, e la capacità di riqualificazione e formazione verso l’attività di consulenza, pu ò produrre un risultato: l’occupazione smette di ridursi per cominciare a riqualificare il personale e a riprendere le assunzioni di giovani, come dimostra l’ultimo accordo in Unicredit», aggiunge Megale. «La novità – spiega il segretario generale della Fiba Giulio Romani – è che il sindacato si fa parte attiva di un modello che possa generare occupazione uscendo dalla mera tutela di quella esistente. Siamo consci che questo possa avere ricadute ma dobbiamo farlo per dare un futuro al paese». Il sindacato è pronto a mettersi in gioco. Massimo Masi, segretario generale della Uilca, riassume la trasformazione del lavoro in questi anni come una metamorfosi: «Dieci anni fa la filiale era diversa, ora i cassieri sono protetti dal Wwf. Noi del sindacato la nostra parte l’abbiamo fatta, ora bisogna uscire dalla logica dei tagli orizzontali e l’Abi deve scegliere al suo interno quale modello vuole, ma attualmente è divisa». C.Cas.
MF-MILANO FINANZA mercoledì 9 luglio 2014
Banche, i sindacati alzano il velo sul nuovo piano industriale del credito
di Claudia Cervini
In attesa dell’incontro di fine luglio tra l’Abi e i sindacati per il rinnovo della piattaforma contrattuale dei bancari le organizzazioni alzano il velo sul nuovo piano industriale del credito. Un modello di business che, secondo le organizzazioni, gli istituti dovrebbero adottare in questo delicato momento di mercato. Questa sorta di roadmap del settore è riassunta nel documento unitario Per un nuovo modello di banca al servizio dell’occupazione e del Paese, presentato dalle sigle il 18 giugno a Roma nella sede dell’Abi e illustrato ieri a Roma anche all’opinione pubblica. I tre punti cardine si possono riassumere in una maggiore consulenza alle piccole e medie imprese per guidarne lo sviluppo, in un più deciso sostegno alle famiglie che passa dall’offerta di nuovi servizi fiscali, amministrativi, immobiliari e previdenziali e in un’attenzione più profonda verso la multicanalità. Altro diktat delle sigle: cambiare il modello di banca universale e tornare alla specializzazione con lo scorporo tra banca commerciale e banca d’investimento e la creazione di consorzi per la realizzazione di grandi infrastrutture per il Paese. Più nel dettaglio il documento auspica «un intervento di sistema che coinvolga il settore del credito per favorire la crescita dimensionale delle micro e piccole aziende che altrimenti sono destinate al fallimento dopo avere generato crediti in sofferenza per il settore del credito; al tempo stesso è necessario ricostruire il rapporto tra istituzioni creditizie e imprese». La ricetta prevede interventi che vanno dai processi di concentrazione alle operazioni di ricapitalizzazione, dai processi di innovazione all’assistenza alle quotazioni in borsa, senza dimenticare l’assistenza all’export, fiscale e normativa alle piccole imprese. Come detto, altro elemento fondamentale è la multicanalità. «La banca del futuro», spiega il testo, «sarà certamente multicanale, ma dovrà agire in base al target della sua clientela, mixando filiali, internet banking, call center, phone banking o altro, secondo le esigenze. Si rende necessario un recupero delle competenze e professionalità che, affiancato a una riorganizzazione degli sportelli, permetta di realizzare prodotti e pacchetti bancari più evoluti. Alla riduzione del numero di sportelli deve essere affiancata la diffusione di sportelli specializzati comprendendo i servizi indicati». Sul fronte dell’occupazione il documento sottolinea che la riduzione del numero di dipendenti, com’è avvenuto negli ultimi anni, determina una minore capacità di erogare servizi da parte delle banche. In alternativa, «proponiamo un piano formativo straordinario che determini l’acquisizione, da parte dei lavoratori, di competenze specifiche. Ci aspettiamo risposte concrete prima sulla piattaforma e poi sul modello di banca», aveva puntualizzato Lando Sileoni, segretario generale della Fabi. «Serve un deciso cambio di rotta nella trattativa per il rinnovo del contratto o altrimenti sarà conflitto», ha avvertito ieri il segretario generale della Fisac-Cgil, Agostino Megale, in occasione della presentazione del documento programmatico. (riproduzione riservata)
MF-MILANO FINANZA mercoledì 9 luglio 2014
Abi, nodo Micheli sul contratto – Alla guida delle relazioni sindacali potrebbe andare l’attuale vicepresidente Venesio con un mandato ad interim. Intanto il sindacato Fabi attacca: gli istituti devono cambiare rotta, altrimenti sarà sciopero
di Luca Gualtieri
Mentre si alzano i toni sul rinnovo del contratto bancario, spunta l’ipotesi di un passaggio di testimone per l’attuale capo delegazione dell’Abi, Francesco Micheli. Per la conferma di Micheli in questa casella decisiva c’è infatti bisogno di una sua nuova designazione nel Comitato esecutivo di Palazzo Altieri. Il banchiere attualmente siede nell’organismo in qualità di chief operating officer di Intesa Sanpaolo e amministratore delegato della controllata Intesa Sanpaolo Group Service. Ora per ò Micheli ha lasciato la Ca’ de Sass e una sua conferma in Comitato esecutivo appare poco probabile, salvo modifiche dello statuto. Chi potrebbe sostituirlo come nuovo responsabile delle relazioni sindacali? Nei corridoi di Palazzo Altieri si fa il nome di Camillo Venesio, attuale vicepresidente dell’associazione (carica che non potrebbe comunque mantenere nel prossimo mandato). Venesio, che è anche amministratore delegato e direttore generale della Banca del Piemonte, potrebbe assumere l’incarico di responsabile delle relazioni sindacali ad interim, anche grazie all’asse con il presidente di Banca Monte dei Paschi, Alessandro Profumo. Per verificare la consistenza di queste indiscrezioni bisognerà comunque attendere ancora un paio di settimane, visto che il nuovo Comitato esecutivo dovrebbe riunirsi soltanto mercoledì 23 luglio. Di certo il nuovo capo delegazione svolgerà un ruolo chiave nella delicata partita sul rinnovo del contratto bancario. Specie alla luce del fatto che le posizioni di Abi e sindacati appaiono ancora molto distanti. Mesi di trattative informali e quattro riunioni operative non sono infatti bastate per superare il muro contro muro su quasi ogni singolo punto. L’Abi punta al mantenimento dei livelli occupazionali, ma senza gli aumenti salariali richiesti dai sindacati. L’associazione bancaria ritiene inoltre che le richieste dei sindacati possano essere in linea con uno scenario normale, ma non con quello attuale, ancora segnato dalla crisi. Un nuovo incontro è atteso entro la fine del mese, ma ieri i sindacati hanno di nuovo fatto sentire la propria voce. «Ci opponiamo a una gestione delle banche che punta solo sul taglio dei costi del personale, sulla chiusura delle filiali e sulla riduzione dei servizi per le famiglie e le piccole imprese», ha il incalzato ieri il segretario generale aggiunto della Fabi Mauro Bossola nel corso di una conferenza stampa unitaria a Roma con le sigle sindacali del credito (vedi altro articolo in pagina). «Il prossimo incontro», ha proseguito Bossola, «previsto alla fine di luglio sarà determinante per sapere se Abi vorrà agire responsabilmente oppure accollarsi la colpa di nuove e pesanti giornate di sciopero a partire dal prossimo autunno». (riproduzione riservata)
RADIOCOR 08-07-14 15:08:54
Banche: sindacati, cambiare modello e tornare alla specializzazione
Il Sole 24 Ore Radiocor – Roma, 08 lug – L’iniziativa dei sindacati, secondo il segretario generale aggiunto della Fabi Mauro Bossola, vuole essere un suggerimento alle banche ad essere "parte di un progetto piu’ ampio; finora hanno ragionato con logica di breve periodo, in modo autoreferenziale". Per Bossola serve invece una banca "piu’ vicina alle esigenze delle famiglie e delle imprese e meno finanziarizzata". La proposta di un nuovo modello per il settore favorira’ anche l’occupazione: "Il settore cambiera’, e’ normale" aggiunge Bossola. Con questa proposta individuiamo nuove professioni e una buona professionalizzazione della categoria. La riconversione del personale sta gia’ funzionando". Nel documento, firmato anche da Dircredito, Ugl e Sinfub, si stima che in dieci anni, entro la fine del 2015, avranno lasciato il comparto circa 40mila lavoratori con una discesa sotto i 300mila addetti complessivi. Nei cinque anni di crisi le uscite hanno riguardato 28mila dipendenti. Ggz – (RADIOCOR) 08-07-14 15:08:54
da ASCA via Wall Street Italia 08 luglio 2014| Ora 14:27
Banche: Fabi, Sciopero Se Abi Non Cambia Rotta
(ASCA) – Roma, 8 lug 2014 – ”Ci opponiamo ad una gestione delle banche che punta solo sul taglio dei costi del personale, sulla chiusura delle filiali e sulla riduzione dei servizi per le famiglie e le piccole imprese”. Ad affermarlo, il Segretario Generale Aggiunto della FABI Mauro Bossola nel corso della conferenza stampa unitaria che si e’ tenuta stamani all’NH Hotel di Roma e che ha visto la partecipazione, oltre dei Segretari Generali delle sigle sindacali del credito, anche dei docenti universitari Silvano Andriani (Presidente Cespi) e Giuseppe Lusignani (Universita’ di Bologna). ”Si tratta – ha sottolineato Bossola – di una visione miope, figlia di ragionamenti di breve momento, utili solo a difendere rendite di posizione. Ora per difendere l’asfittica redditivita’ del settore, figlia di scelte manageriali sbagliate, dovrebbero farne le spese dipendenti e clienti meno abbienti. Il Sindacato propone invece alle banche di uscire da una posizione puramente difensiva e di retroguardia per mettersi in gioco, insieme ai propri dipendenti, nell’interesse di tutto il Paese”. ”Abi non vuole condividere un nuovo modo di fare banca perche’ e’ divisa al suo interno e non e’ in grado di aprirsi al confronto con le parti sociali. Per questo punta a demolire professionalmente la categoria ed a dividerla. Il prossimo incontro previsto alla fine di luglio sara’ determinante per sapere se Abi vorra’ agire responsabilmente oppure accollarsi la colpa di nuove e pesanti giornate di sciopero a partire dal prossimo autunno”, ha concluso Bossola.
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