MPS, PARTE LA TRATTATIVA E LA FABI PUNTA SUBITO I PALETTI
Primo incontro sindacati-azienda per gestire la trattativa sul Piano Industriale. La FABI: “Disponibili al confronto, ma su alcuni punti non siamo disponibili a cedere”. I servizi su quotidiani nazionali e agenzie.
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Primo incontro sindacati-azienda per gestire la trattativa sul Piano Industriale. La FABI: “Disponibili al confronto, ma su alcuni punti non siamo disponibili a cedere”. I servizi su quotidiani nazionali e agenzie.
IL SOLE 24 ORE mercoledì 9 luglio 2014
Mps ai sindacati: piano non negoziabile LE RICHIESTE Fabi: «Uscite volontarie e assegno dell’85% del salario». Fisac: «Taglio costo del lavoro inaccettabile, si taglino stipendi ai manager»
Cristina Casadei
Quanto il Monte dei Paschi di Siena dice ai sindacati che il piano industriale 2013/2017 non è negoziabile e quindi va rispettato alla lettera, tanto i sindacati rispondono che la loro posizione non è ugualmente negoziabile. Ieri si è aperta la trattativa per la gestione dei 1.334 esuberi della banca che ha già dichiarato in passato e ribadito nella lettera di avvio procedura, prevista dal ccnl di categoria, di voler fare ricorso al fondo di solidarietà. La trattativa, avviata formalmente la scorsa settimana con l’invio della lettera ai sindacati, dovrà concludersi entro il 18 agosto.
Il coordinamento nazionale Fabi Mps in una nota dice ai lavoratori e quindi ribadisce con forza al management: «Riteniamo che l’utilizzo del fondo di solidarietà non possa prescindere dall’essere volontario». Una richiesta che per la banca suscita perplessità, secondo quanto riferiscono fonti sindacali presenti al tavolo negoziale.
Per rispettare il piano, Mps, entro fine anno, ha l’esigenza di ridurre gli organici di 1.334 unità: circa 1.300 lavoratori potrebbero uscire anticipatamente. Sono infatti tanti coloro che maturano il diritto a pensione entro novembre del 2019 e sono nella stragrande maggioranza (1.288) dipendenti della banca. La proposta aziendale è quella di favorirne l’uscita accedendo al Fondo esuberi della categoria.
Se la Fabi chiede la volontarietà nell’accesso all’ammortizzatore, la Fisac, che ha una forte rappresentanza in Mps, è molto più dura e dice: «è inaccettabile la riproposizione di manovre esclusivamente basate sul taglio indiscriminato del costo del lavoro».
Il calcio d’inizio per i bancari della Cgil deve avere un’altra mira. La banca proceda «preliminarmente a un drastico ridimensionamento delle retribuzioni del top management e alla riduzione delle consulenze esterne di alto livello, molto incrementate negli ultimi mesi», chiedono in una nota.
La Fabi si dice disponibile «a ragionare con l’azienda in termini propositivi per una pianificazione organizzativa della banca qualora necessaria», ma ci sono dei punti sui quali non pu ò cedere. Come già detto uno di questi è «la volontarietà di accesso al Fondo». Inoltre la Fabi dice «no ad eventuali e ulteriori costi per i lavoratori». Questo significa che «la percentuale dell’importo dell’assegno erogato dal Fondo non dovrà essere inferiore a quello erogato nel corso dell’ultimo accordo del dicembre 2012», quando si era raggiunta un’intesa che prevedeva l’85% della retribuzione, con un’integrazione da parte della banca perché l’assegno del fondo è inferiore di circa un terzo rispetto alla retribuzione. Considerando la platea di chi potenzialmente potrebbe uscire accedendo al fondo di solidarietà, i sindacati hanno verificato che la permanenza media dei lavoratori Mps nel Fondo esuberi potrebbe superare i quattro anni.
Infine, se la vertenza si legge con gli occhi del sindacato, non di soli tagli e ridimensionamenti si dovrà discutere, ma anche di giovani, nuova occupazione e rilancio: «Siamo convinti – dice la Fabi – che sia necessario iniziare a riflettere sulle nuove assunzioni, indispensabili ad un ricambio generazionale e in vista di quel rilancio dell’azienda che tanto auspichiamo».
IL NEGOZIATO
Secondo quanto indicato nella lettera di avvio procedura ai sindacati, Mps ha individuato 1.334 eccedenze
Permanenza sul fondo: Da un calcolo del sindacato la permanenza sul fondo per la maggioranza dei lavoratori dovrà essere 4 anni e questo potrebbe penalizzarli perché l’assegno del fondo è di un terzo inferiore alla busta paga: i sindacati chiedono un’integrazione; Nell’accordo del 2012 era stata prevista un’integrazione della banca per arrivare a un assegno pari all’85% della busta paga
L’UNITA’ mercoledì 9 luglio 2014
Banca Mps vuol tagliare 1. 300 dipendenti – Sindacati in rivolta: « Inaccettabili manovre basate solo sulla riduzione del costo del lavoro”
LA. MA.
MILANO – Il Monte dei Paschi punta a ridurre gli organici della banca di 1. 334 unità entro la fine dell’ anno, 1. 300 delle quali attraverso l’ uscita anticipata. Questi i numeri formalizzati ieri nel primo incontro con i sindacati secondo quanto riporta un comunicato sindacale della Fisac Cgil aziendale. I 1. 300 dipendenti maturano il diritto a pensione entro il novembre del 2019 e sono nella stragrande maggioranza (1. 288) dipendenti della banca. Per questi è previsto l’ accesso al Fondo esuberi della categoria. Secondo la segreteria Fisac di Banca Mps è « inaccettabile la riproposizione di manovre esclusivamente basate sul taglio indiscriminato del costo del lavoro e dei livelli occupazionali ». Il sindacato con maggiore rappresentanza a Siena chiede che la banca proceda « preliminarmente a un drastico ridimensionamento delle retribuzioni del top management ed alla riduzione delle consulenze esterne di alto livello, molto incrementate negli ultimi mesi ». La Fisac ha anche « espresso la volontà di entrare nel merito dell’ intero piano industriale per poter meglio valutare l’ impatto complessivo dei progetti presentati e l’ effettiva validità dei processi di risanamento e di rilancio commerciale. Proprio per questo, anche in merito agli accessi al fondo, sarà necessario individuare soluzioni adeguate e graduali atte a mantenere idonei livelli di servizio e carichi di lavoro sostenibili nelle unità produttive interessate ». L’ incontro di ieri ha riguardato il progetto di adeguamento nell’ anno 2014 degli organici di gruppo, previsto dal piano di ristrutturazione 2013- 2017. Delle 1. 334 uscite previste, 30 sono gi à in possesso dei requisiti pensionistici; 1304 in maturazione entro il 30 novembre 2019 di cui 1288 dipendenti Mps e 16 di altre società del gruppo. In sostanza la banca ha indicato come esuberi tutta la platea di potenziali uscite per il 2014 (quelli che maturano il diritto a pensione entro il 2019, appunto) sollevando molti dubbi tra i rappresentanti sindacali al tavolo sull’ effettiva volontarietà del piano di uscite. Secondo calcoli dei sindacati, con il nuovo piano la permanenza media dei lavoratori Mps nel Fondo esuberi potrebbe superare i quattro anni con forte disagio per coloro che dovessero essere costretti a uscire. L’ assegno da parte del Fondo è infatti inferiore di circa un terzo rispetto alla retribuzione. In una nota il coordinamento Fabi del Monte dei Paschi fissa alcuni paletti per la trattativa: « volontarietà di accesso, no ad eventuali ed ulteriori costi per i lavoratori, percentuale dell’ importo dell’ assegno erogato dal Fondo non inferiore a quello erogato nel corso dell’ ultimo accordo del dicembre 2012 » (circa l’ 85% della retribuzione con un’ integrazione da parte della banca). Il calendario di incontri prevede altre quattro date a luglio, il 15- 16 e 23- 24. La trattativa sindacale sul nuovo piano di esuberi si dovrà concludere entro il 18 agosto. Nel frattempo, ha fatto il tutto esaurito il collocamento dei tre prestiti obbligazionari territoriali che Mps ha riservato alle Aree territoriali Antonveneta, Toscana Sud Marche e Umbria e Centro e Sardegna. « Un successo – fa sapere la banca – che ha reso disponibile la somma di 150 milioni per finanziare lo sviluppo delle economie locali”.
CORRIERE DI SIENA mercoledì 9 luglio 2014
Coordinamento Fabi Mps “Non negoziabile la volontarietà al fondo esuberi”
A SIENA “La nostra posizione riguardo la gestione degli esuberi non è negoziabile e lo abbiamo ribadito con forza nell’ incontro con l’ azienda. Riteniamo, infatti, che l’ utilizzo del fondo di solidarietà non possa prescindere dall’ essere volontario”. è quanto dichiara il coordinamento nazionale Fabi Mps, a margine del primo incontro di avvio per la procedura prevista dal Ccnl di categoria e relativo al piano industriale 2013- 2017 del gruppo Monte dei Paschi di Siena. “Siamo disponibili a ragionare con l’ azienda in termini propositivi per una pianificazione organizzativa della banca qualora necessaria, ma ci sono dei punti sui quali non possiamo cedere”. In particolare, “volontarietà di accesso al Fondo, no ad eventuali ed ulteriori costi per i lavoratori, percentuale dell’ importo dell’ assegno erogato dal Fondo non inferiore a quello erogato nel corso dell’ ultimo accordo del dicembre 2012”. Infine, conclude la Fabi: “Siamo convinti che sia necessario iniziare a riflettere sulle nuove assunzioni, indispensabili ad un ricambio generazionale e in vista del rilancio.
LA REPUBBLICA.it 08/07/2014 17.18.02
Il Monte dei Paschi chiede 1.300 esuberi, i sindacati non ci stanno
MILANO – Il Monte dei Paschi punta a ridurre gli organici della banca di 1.334 persone entro la fine dell’anno, di cui circa 1.300 attraverso l’uscita anticipata. Questi i numeri formalizzati oggi nel primo incontro tra la banca e i sindacati, secondo quanto riporta un comunicato sindacale della Fisac Cgil aziendale. I 1.300 dipendenti maturano il diritto a pensione entro il novembre del 2019 e sono nella stragrande maggioranza (1.288) dipendenti della banca. Per questi è previsto l’accesso al fondo esuberi della categoria.
Secondo la segreteria Fisac del Monte, è “inaccettabile la riproposizione di manovre esclusivamente basate sul taglio indiscriminato del costo del lavoro”. Il sindacato con maggiore rappresentanza a Siena chiede che la banca proceda “preliminarmente a un drastico ridimensionamento delle retribuzioni del top management ed alla riduzione delle consulenze esterne di alto livello, molto incrementate negli ultimi mesi”. Il calendario di incontri prevede altre quattro date a luglio.
La trattativa sindacale sul nuovo piano di esuberi si dovrà concludere entro il prossimo 18 agosto. La banca, spiegano fonti sindacali, ha indicato come esuberi tutta la platea di potenziali uscite per il 2014 (quelli che maturano il diritto a pensione entro il 2019 appunto) sollevando molti dubbi tra i rappresentanti sindacali al tavolo sull’effettiva volontarietà del piano di uscite. Secondo calcoli dei sindacati, con il nuovo piano la permanenza media dei lavoratori Mps nel fondo esuberi potrebbe superare i quattro anni con forte disagio per coloro che dovessero essere costretti a uscire. L’assegno da parte del fondo è infatti inferiore di circa un terzo rispetto alla retribuzione.
In una nota, anche il coordinamento Fabi del Monte fissa alcuni paletti per la trattativa: “Volontarietà di accesso, no ad eventuali ed ulteriori costi per i lavoratori, percentuale dell’importo dell’assegno erogato dal fondo non inferiore a quello erogato nel corso dell’ultimo accordo del dicembre 2012 (Circa l’85% della retribuzione con un’integrazione da parte della banca)”. Per la Fiba Cisl, i dipendenti del Monte dei Paschi “hanno già contribuito molto al risanamento di un’azienda che purtroppo è stata devastata da pochi”. Per il sindacato “anche la recente restituzione dei Monti Bond con oltre 400 milioni di interessi restituiti allo Stato dimostra che solo il lavoro di chi è rimasto li e si è sacrificato in questo periodo ha tenuto in piedi la banca”.
ASCA 08 luglio 2014| Ora 16:06
Mps: Fabi, Gestione Esuberi Non Negoziabile. Esodi Solo Volontari
(ASCA) – Roma, 8 lug 2014 – ”La nostra posizione riguardo la gestione degli esuberi non e’ negoziabile e lo abbiamo ribadito con forza nell’incontro odierno con l’azienda. Riteniamo, infatti, che l’utilizzo del fondo di solidarieta’ non possa prescindere dall’essere volontario”, e’ quanto dichiara, in una nota, il coordinamento nazionale Fabi Mps, a margine del primo incontro di avvio per la procedura prevista dal Ccnl di categoria e relativo al Piano Industriale 2013/2017 del gruppo Monte dei Paschi di Siena. ”Siamo disponibili a ragionare con l’azienda in termini propositivi per una pianificazione organizzativa della banca qualora necessaria, ma ci sono dei punti sui quali non possiamo cedere. In particolare, volontarieta’ di accesso al Fondo, no ad eventuali ed ulteriori costi per i lavoratori, percentuale dell’importo dell’assegno erogato dal Fondo non inferiore a quello erogato nel corso dell’ultimo accordo del dicembre 2012. Siamo convinti che sia necessario iniziare a riflettere sulle nuove assunzioni, indispensabili ad un ricambio generazionale e in vista di quel rilancio dell’azienda che tanto auspichiamo”, conclude la nota.
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