UNICREDIT, PROGETTO ?OPEN?. FABI: ?PROBLEMA SONO BANCHIERI NON CASSIERI?
Partirà da novembre il riassetto della rete commerciale di Unicredit. La FABI: “la banca del futuro di cui parla Ghizzoni si concentri sui problemi causati dai manager, non sui dipendenti allo sportello”
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Niente cassieri, orari flessibili e possibilità di acquistare anche prodotti diversi da quelli bancari: Unicredit vara l’operazione “Open” per i suoi 10 milioni di clienti. Il progetto presentato ufficialmente dall’amministratore delegato Federico Ghizzoni prende finalmente piede e fa subito notizia la “scomparsa” dello sportellista.
Il riassetto della rete commerciale sarà operativo dal 3 novembre e vedrà un investimento di 350 milioni in due anni solo nel riallestimento delle filiali: chiusura di 400 sportelli e riorganizzazione dei 3.100 rimanenti secondo il modello “hub & spoke”: creazione di agenzie full service a cui faranno riferimento altri sportelli del territorio più flessibili (alcuni potranno essere aperti soltanto 2 o 3 giorni, altri anche il sabato) in modo da garantire un maggiore presidio del territorio. Per questo, Unicredit realizzerà 1.200 agenzie ad hoc (il 40% del totale), con oltre 2.200 interventi sui punti vendita entro il 2016. Sono inoltre previste 1.500 assunzioni e investimenti anche sul rilancio dei business tradizionali, come mutui e conti correnti.
A questa ristrutturazione si accompagnerà la flessibilizzazione delle figure professionali e l’allargamento dell’offerta commerciale a segmenti sempre più lontani dalle attività bancarie. Proprio in quest’ottica si inseriscono le 800 assunzioni e le 670 stabilizzazioni in due anni previste dall’accordo sindacale firmato dieci giorni fa e la riorganizzazione delle figure nelle filiali, dove, ad esempio, sparirà il cassiere e gran parte dell’attività amministrativa verrà assegnata al “Rod”, il responsabile operativo di distretto.
“L’abolizione di figure professionali fondamentali in banca – ha detto Mauro Morelli, Segretario Nazionale FABI – non è stata certo argomento di trattativa nel recente piano industriale di Unicredit. Sono anni ormai che la figura del cassiere, così come dipinto nell’immaginario collettivo, non esiste più. Quello che oggi è “l’operatore unico di sportello” abbraccia dal punto di vista professionale, operativo, di responsabilità e di consulenza alla clientela, le attività bancarie quasi a 360 gradi. Ci sembra strano – ha continuato Morelli – che qualcuno non se ne sia ancora accorto. Crediamo che il settore prima di aprire un’inutile discussione su una figura giù superata nei fatti, debba riflettere profondamente sui manager, gli unici, nell'”isola felice”, a non volersi render conto che è in atto non solo una grave crisi economica, ma soprattutto una gravissima crisi sociale che potrebbe avere effetti devastanti per l’intero Paese. Costoro, infatti – ha concluso il Segretario Nazionale FABI – continuano con scelte che si rivelano troppo spesso inadeguate, affrettate e in controtendenza con le necessità delle famiglie, delle imprese e delle logiche di mercato: dalla segmentazione della clientela, ieri, all’automatizzazione totale del rapporto, sempre più in voga, oggi. Le banche hanno una responsabilità sociale di fronte al Paese dalla quale non possono fuggire”.
Roma 10/07/2014
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