26 lavoratori della SE.BA. in attesa di sapere quale sarà il loro futuro. La società di servizi bancari marchigiana, con sede a Jesi, non naviga in buone acque da anni, da quando l'ex proprietà, costituita da Banca Marche, CARILO, CARIFAC (oggi Veneto Banca) e CARIFERMO, ha deciso di svenderla al gruppo pesarese K.G.S.. Poi il colpo di grazia con il recesso da tutti i contratti di servizio, motivato con l'inadempimento della società ai propri obblighi. Ma i problemi per i lavoratori, che sono stati anche pagati con mesi di ritardo, non finiscono qui. Per la società, infatti, è arrivata anche la disdetta del Contratto del credito e la richiesta volontaria di liquidazione da parte del socio unico, Stefano Tempesta, Amministratore di K.G.S..
v>”La svalutazione dei contratti di appalto in essere con Banca Marche avvenuta negli anni – ha detto Massimo Buonanno, Coordinatore FABI Ancona – e la politica di contenimento dei costi attuata in maniera unilaterale da Banca Marche hanno portato ad una situazione economicamente insostenibile. Ora si scarica tutto sui lavoratori e si vuol rescindere il Contratto del credito a una società che ha fornito per anni servizi bancari a molti istituti del territorio. Basti pensare, a dimostrazione che SE.BA. non è da considerarsi un’entità scollegata dalle Banche e in primis da Banca Marche, che 9 dei 35 dipendenti sono stati già assorbiti dagli ex soci bancari”.
Per discutere delle prospettive, i sindacati sono stati convocati oggi dall’Assessore Regionale al Lavoro, Marco Luchetti. Un incontro al quale ha partecipato anche Tempesta. “Secondo la società – ha detto Roberto Bachiocco, RSA FABI in Se. Ba. – non ci sono i soldi per attivare il Fondo emergenziale, né esiste la possibilità di ricollocare in altre aziende del Gruppo i lavoratori. Per noi è inaccettabile e per questo, a fine mese, avremo un incontro con le nostre Segreterie Nazionali. Come FABI – ha continuato Bachiocco – ci batteremo per fare in modo che queste famiglie possano avere certezze sul loro futuro. Si tratta di dipendenti che da oltre 25 anni prestano un servizio serio e professionale e che ora pagano per scelte sbagliate dell’amministrazione. Si è parlato di abbattimento dei costi, ma esiste uno studio che prevede, reimportando le lavorazioni all’interno della Banca e assumendo i 26 dipendenti della SE.BA., un risparmio per la Banca stessa stimato in almeno mezzo milione di euro. Ora chiediamo – ha concluso Bachiocco – che rimanga in piedi il Contratto bancario, utile ai lavoratori anche per un ricollocamento futuro, e che sia attivato il Fondo emergenziale”.
Ancona 17/07/2014