INTESA, L’ACCORDO ANTI DISCRIMINAZIONE SULLA STAMPA
Azienda e sindacati firmano il Protocollo sulle Pari Opportunità, che riconosce il congedo matrimonaile anche alle coppie gay. Leggi le dichiarazioni di Giuseppe Milazzo, Segretario Nazionale FABI su Il Sole 24 Ore e La Stampa
Azienda e sindacati firmano il Protocollo sulle Pari Opportunità, che riconosce il congedo matrimonaile anche alle coppie gay. Leggi le dichiarazioni di Giuseppe Milazzo, Segretario Nazionale FABI, e Susanna Ponti, del Coordinamento FABI Intesa Sanpaolo, su Il Sole 24 Ore e La Stampa
IL SOLE 24 ORE venerdì 25 luglio 2014
In Intesa congedo per i matrimoni gay
Cristina Casadei
Il matrimonio sarà matrimonio per tutti. Eterosessuali e omosessuali. Con rito celebrato in Italia o all’estero, civile o religioso. Non importa se cattolico o acattolico, purché si tratti di confessioni che abbiano stipulato un’intesa con lo stato italiano e purché i coniugi dopo il matrimonio risultino conviventi. Anche se non c’è trascrizione nei registri dello stato civile. A rompere gli schemi, superando la legislazione italiana, è una grande multinazionale del credito dalle salde origini italiane, Intesa Sanpaolo che con il protocollo sull’inclusione e le pari opportunità e il relativo accordo siglato ieri con i sindacati (Dircredito, Fabi, Fiba, Fisac, Sinfub, Ugl e Uilca) estende a tutti il congedo matrimoniale retribuito di 15 giorni.
Con il protocollo il gruppo rafforza l’attenzione alle persone che ha già portato a concreti interventi nei campi dell’assistenza sanitaria, della previdenza complementare, dell’attività ricreativa e dei servizi alla persona, nonché del sostegno per i dipendenti in difficoltà. Non solo. «Supera la normativa presente in Italia», sottolinea Susanna Ponti del coordinamento Fabi Intesa Sanpaolo che nell’accordo vede «un primo passo verso la ricerca di posizioni condivise sul welfare a sostegno delle famiglie dove è stato tolto qualsiasi tipo di discriminazione».
Il piano industriale ha individuato nel welfare un tassello fondamentale nel rapporto con i dipendenti. E il protocollo sull’inclusione e le pari opportunità dà una declinazione del welfare che va oltre la politica nazionale proprio in una multinazionale che ha salde origini italiane. Con il protocollo innanzitutto le parti hanno condiviso di prevenire i favoritismi, gli abusi e le discriminazioni di genere, età, etnia, religione, appartenenza politica e sindacale, orientamento sessuale, lingua e diversa abilità. Il diversity a 360°, insomma. Azienda e sindacati hanno voluto dare concretezza al rispetto delle diversità, eliminando le discriminazioni e garantendo pari opportunità sul lavoro e nei rapporti tra tutte le persone presenti in azienda. A cui tra l’altro seguirà anche lo sviluppo di strumenti di condivisione delle informazioni, di scambio di esperienza e di confronto e integrazione fra il personale. è «un grande passo avanti in direzione dell’uguaglianza, delle pari opportunità e del valore delle differenze», hanno scritto i sindacati nel loro volantino. «La condivisione di questa previsione normativa – sottolinea Giuseppe Bilanzuoli, segretario responsabile Uilca per il gruppo Intesa Sanpaolo – rappresenta un segno di modernità e civiltà, che si inserisce in maniera concreta e fattiva nel percorso necessario per contrastare ed eliminare le diseguaglianze e tradurre in accordi le esigenze di welfare delle lavoratrici e dei lavoratori». © RIPRODUZIONE RISERVATA
Il matrimonio sarà matrimonio per tutti. Eterosessuali e omosessuali. Con rito celebrato in Italia o all’estero, civile o religioso. Non importa se cattolico o acattolico, purché si tratti di confessioni che abbiano stipulato un’intesa con lo stato italiano e purché i coniugi dopo il matrimonio risultino conviventi. Anche se non c’è trascrizione nei registri dello stato civile. A rompere gli schemi, superando la legislazione italiana, è una grande multinazionale del credito dalle salde origini italiane, Intesa Sanpaolo che con il protocollo sull’inclusione e le pari opportunità e il relativo accordo siglato ieri con i sindacati (Dircredito, Fabi, Fiba, Fisac, Sinfub, Ugl e Uilca) estende a tutti il congedo matrimoniale retribuito di 15 giorni.
Con il protocollo il gruppo rafforza l’attenzione alle persone che ha già portato a concreti interventi nei campi dell’assistenza sanitaria, della previdenza complementare, dell’attività ricreativa e dei servizi alla persona, nonché del sostegno per i dipendenti in difficoltà. Non solo. «Supera la normativa presente in Italia», sottolinea Susanna Ponti del coordinamento Fabi Intesa Sanpaolo che nell’accordo vede «un primo passo verso la ricerca di posizioni condivise sul welfare a sostegno delle famiglie dove è stato tolto qualsiasi tipo di discriminazione».
Il piano industriale ha individuato nel welfare un tassello fondamentale nel rapporto con i dipendenti. E il protocollo sull’inclusione e le pari opportunità dà una declinazione del welfare che va oltre la politica nazionale proprio in una multinazionale che ha salde origini italiane. Con il protocollo innanzitutto le parti hanno condiviso di prevenire i favoritismi, gli abusi e le discriminazioni di genere, età, etnia, religione, appartenenza politica e sindacale, orientamento sessuale, lingua e diversa abilità. Il diversity a 360°, insomma. Azienda e sindacati hanno voluto dare concretezza al rispetto delle diversità, eliminando le discriminazioni e garantendo pari opportunità sul lavoro e nei rapporti tra tutte le persone presenti in azienda. A cui tra l’altro seguirà anche lo sviluppo di strumenti di condivisione delle informazioni, di scambio di esperienza e di confronto e integrazione fra il personale. è «un grande passo avanti in direzione dell’uguaglianza, delle pari opportunità e del valore delle differenze», hanno scritto i sindacati nel loro volantino. «La condivisione di questa previsione normativa – sottolinea Giuseppe Bilanzuoli, segretario responsabile Uilca per il gruppo Intesa Sanpaolo – rappresenta un segno di modernità e civiltà, che si inserisce in maniera concreta e fattiva nel percorso necessario per contrastare ed eliminare le diseguaglianze e tradurre in accordi le esigenze di welfare delle lavoratrici e dei lavoratori». © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA STAMPA/Tutte le edizioni venerdì 25 luglio 2014
La banca riconosce le coppie gay “La legge in ritardo sulla società” Il gruppo Intesa Sanpaolo: sì ai congedi matrimoniali per i nostri dipendenti
FRANCO GIUBILEI
TORINO – l congedo matrimoniale alle coppie sposate omosessuali conquista anche uno dei più importanti gruppi bancari italiani, Intesa Sanpaolo, dopo l’ accordo di ieri fra l’ istituto e i sindacati. La formulazione riflette il tono burocratico delle contrattazioni di questo genere, ma il significato è inequivocabile dato che, come sottolinea la banca, la firma del protocollo quadro su inclusione e pari opportunità «riconosce un concedo straordinario retribuito in occasione del matrimonio sia civile che religioso, celebrato in Italia o all’ estero, ancorché non riconosciuto dall’ ordinamento italiano». Ed ecco che ancora una volta, dopo che accordi simili sono stati siglati non solo da multinazionali straniere come Ikea, Citybank e Dhl, ma anche da aziende di casa nostra come Telecom e Coop Adriatica, per non parlare dell’ Università di Bologna, che ha concesso un permesso analogo a un suo ricercatore, un’ altra azienda privata importante dimostra di adeguarsi alla realtà dei tempi più velocemente di quanto riesca a fare il nostro ordinamento in tema di diritti delle coppie gay. La notizia dell’ accordo è stata accolta con soddisfazione dal presidente nazionale di Arcigay, Flavio Romano. Il patto fra Intesa Sanpaolo e i sindacati di categoria, nel dettaglio, riguarda il «congedo straordinario retribuito di 15 giorni consecutivi di calendario», che verrà applicato al «dipendente che contrarrà matrimonio riconosciuto in Italia o all’ estero, con rito civile, cattolico o acattolico, senza trascrizione nei registri dello stato civile italiano», a condizione che i coniugi dopo il matrimonio «risultino conviventi» oltre che posseggano i requisiti richiesti dallo Stato per potersi sposare. Per la banca, «l’ importanza dell’ accordo consiste nel rafforzare l’ impegno del gruppo a favore delle politiche di non discriminazione e pari opportunità», al fine di «rispettare le diversità» e di «prevenire favoritismi e abusi in materia di genere, età, etnia, orientamento sessuale (…)». Il patto è stato firmato dai sindacati di categoria di Cgil, Cisl, Uil, da Fabi, Ugl Credito, Sinfub e Dircredito. «E’ un accordo innovativo e moderno – dice Giuseppe Milazzo, segretario nazionale della Fabi – che dimostra come la contrattazione fra sindacati e azienda possa venire incontro alle esigenze della società, colmando spesso anche delle lacune legislative». Già, perché è proprio questo il punto, evidenziato dal sindacato: «Potranno fare richiesta di congedo anche le coppie gay che si sono sposate all’ estero, dato che in Italia il matrimonio omosessuale non è previsto dalla legge, e coloro che si sono uniti in matrimonio secondo i riti religiosi riconosciuti dallo Stato». Da quello valdese all’ avventista, dalla fede ebraica alla luterana, fino a buddisti e induisti. «E’ un segno di modernità e di civiltà, che si inserisce in maniera concreta e fattiva nel percorso necessario per contrastare ed eliminare le disuguaglianze – aggiunge Giuseppe Bilanzuoli, del sindacato Uilca – è una grande soddisfazione avere raggiunto un importante risultato in tema di diversity e di pari opportunità, con la definizione in un accordo unitario di un permesso alle coppie di diverso orientamento sessuale». Tutto questo, ricorda il gruppo bancario, «per contribuire al miglioramento del clima aziendale e per aumentare la qualità della vita dei dipendenti e delle loro famiglie».
TORINO – l congedo matrimoniale alle coppie sposate omosessuali conquista anche uno dei più importanti gruppi bancari italiani, Intesa Sanpaolo, dopo l’ accordo di ieri fra l’ istituto e i sindacati. La formulazione riflette il tono burocratico delle contrattazioni di questo genere, ma il significato è inequivocabile dato che, come sottolinea la banca, la firma del protocollo quadro su inclusione e pari opportunità «riconosce un concedo straordinario retribuito in occasione del matrimonio sia civile che religioso, celebrato in Italia o all’ estero, ancorché non riconosciuto dall’ ordinamento italiano». Ed ecco che ancora una volta, dopo che accordi simili sono stati siglati non solo da multinazionali straniere come Ikea, Citybank e Dhl, ma anche da aziende di casa nostra come Telecom e Coop Adriatica, per non parlare dell’ Università di Bologna, che ha concesso un permesso analogo a un suo ricercatore, un’ altra azienda privata importante dimostra di adeguarsi alla realtà dei tempi più velocemente di quanto riesca a fare il nostro ordinamento in tema di diritti delle coppie gay. La notizia dell’ accordo è stata accolta con soddisfazione dal presidente nazionale di Arcigay, Flavio Romano. Il patto fra Intesa Sanpaolo e i sindacati di categoria, nel dettaglio, riguarda il «congedo straordinario retribuito di 15 giorni consecutivi di calendario», che verrà applicato al «dipendente che contrarrà matrimonio riconosciuto in Italia o all’ estero, con rito civile, cattolico o acattolico, senza trascrizione nei registri dello stato civile italiano», a condizione che i coniugi dopo il matrimonio «risultino conviventi» oltre che posseggano i requisiti richiesti dallo Stato per potersi sposare. Per la banca, «l’ importanza dell’ accordo consiste nel rafforzare l’ impegno del gruppo a favore delle politiche di non discriminazione e pari opportunità», al fine di «rispettare le diversità» e di «prevenire favoritismi e abusi in materia di genere, età, etnia, orientamento sessuale (…)». Il patto è stato firmato dai sindacati di categoria di Cgil, Cisl, Uil, da Fabi, Ugl Credito, Sinfub e Dircredito. «E’ un accordo innovativo e moderno – dice Giuseppe Milazzo, segretario nazionale della Fabi – che dimostra come la contrattazione fra sindacati e azienda possa venire incontro alle esigenze della società, colmando spesso anche delle lacune legislative». Già, perché è proprio questo il punto, evidenziato dal sindacato: «Potranno fare richiesta di congedo anche le coppie gay che si sono sposate all’ estero, dato che in Italia il matrimonio omosessuale non è previsto dalla legge, e coloro che si sono uniti in matrimonio secondo i riti religiosi riconosciuti dallo Stato». Da quello valdese all’ avventista, dalla fede ebraica alla luterana, fino a buddisti e induisti. «E’ un segno di modernità e di civiltà, che si inserisce in maniera concreta e fattiva nel percorso necessario per contrastare ed eliminare le disuguaglianze – aggiunge Giuseppe Bilanzuoli, del sindacato Uilca – è una grande soddisfazione avere raggiunto un importante risultato in tema di diversity e di pari opportunità, con la definizione in un accordo unitario di un permesso alle coppie di diverso orientamento sessuale». Tutto questo, ricorda il gruppo bancario, «per contribuire al miglioramento del clima aziendale e per aumentare la qualità della vita dei dipendenti e delle loro famiglie».