Il 18 settembre fissato l'incontro tra le parti per discutere della piattaforma contrattuale. Intanto i banchieri temono una nuova stretta fiscale sulle banche. Sileoni a MF: "Rinnovo in tempi rapidi. No a penalizzazioni per i lavoratori". Leggi l'articolo">

ABI, SI RIPARTE CON IL CONTRATTO

Il 18 settembre fissato l’incontro tra le parti per discutere della piattaforma contrattuale. Intanto i banchieri temono una nuova stretta fiscale sulle banche. Sileoni a MF: “Rinnovo in tempi rapidi. No a penalizzazioni per i lavoratori”. Leggi l’articolo
ABI, SI RIPARTE CON IL CONTRATTO

le=”text-align: justify”>Il 18 settembre fissato l’incontro tra le parti per discutere della piattaforma contrattuale. Intanto i banchieri temono una nuova stretta fiscale sulle banche. Sileoni a MF: “Rinnovo in tempi rapidi. No a penalizzazioni per i lavoratori”. Leggi l’articolo

Da Milano Finanza di martedì 26 agosto 2014
Abi, si riparte con il contratto – Il banchiere farà il punto sullo stato di salute del sistema. Timore per nuove strette fiscali. Esecutivo il 16. Il tavolo inizia il 18. Le sigle temono il muro contro muro. Sileoni (Fabi): pronti a mobilitarci
di Luca Gualtieri
La partita sul rinnovo del contratto nazionale dei bancari sarà uno dei temi più caldi per l’Abi nei prossimi mesi. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, conclusa la pausa estiva, i vertici di Palazzo Altieri non intendono perdere tempo e il Comitato per gli affari sindacali e del lavoro (Casl) dovrebbe riunirsi già mercoledì prossimo 3 settembre. Il neopresidente dell’organo Alessandro Profumo (che a luglio ha sostituito Francesco Micheli) dovrebbe fare il punto sullo stato di salute del sistema con i rappresentanti delle grandi banche. La situazione, infatti, appare molto delicata. Se da un lato i segnali di ripresa sono ancora molto fragili, dall’altro c’è trepidante attesa per l’esito di asset quality review e stress test. Sul fronte politico, poi, qualcuno paventa una nuova stretta fiscale sugli istituti di credito analoga a quella varata nella primavera scorsa per finanziare il bonus da 80 euro e altre iniziative dell’esecutivo Renzi. Per adesso si tratta soltanto di timori generici, ma è chiaro che il clima non è dei più favorevoli a una trattativa di rinnovo contrattuale. Dopo l’incontro del Casl, il prossimo appuntamento decisivo di Palazzo Altieri sarà la riunione del comitato esecutivo che dovrebbe tenersi martedì 16 (in anticipo rispetto alla data del 17, precedentemente fissata), due giorni prima dunque della riapertura del tavolo con i sindacati. L’incontro del 18 dovrebbe essere invece articolato in due sessioni: una più generica sull’andamento generale del settore e un’altra sui singoli punti della vertenza. Già a luglio Profumo aveva mostrato un atteggiamento dialogante ai sindacati, manifestando la volontà di condividere le problematiche generali del sistema. Alla luce di quelle premesse, le parti sociali potrebbero sottoporre al capo delegazione il proprio progetto di nuova banca elaborato nei mesi scorsi. Proprio quel documento potrebbe essere presto presentato in diverse città italiane attraverso un roadshow al quale in questi giorni starebbero lavorando le diverse sigle.
Dopo l’incontro del 18, il tavolo tornerà a riunirsi la settimana successiva, presumibilmente mercoledì 24. Anche se per il momento è difficile fare previsioni, le aspettative dei sindacati appaiono molto caute. «Settembre e ottobre saranno mesi determinanti per capire che piega prenderanno gli eventi. Considerando i rumor in circolazione per ò, ci aspettiamo ancora un atteggiamento chiuso e rigido», spiega a MF-Milano Finanza Lando Sileoni, segretario generale della Fabi. «Se così fosse, saremo costretti a mobilitare la categoria perché vogliamo che il contratto di lavoro venga rinnovato in tempi rapidi. Sarebbe grottesco riprendere la trattativa dovendo fronteggiare chiusure intellettuali e politiche proprio da parte di quei gruppi che si dichiarano aperti al dialogo con i lavoratori», continua Sileoni che conclude: «Auspico che la preoccupazione delle banche per nuove possibili strette fiscali non penalizzi ingiustamente i dipendenti».
La trattativa, insomma, rischia di ripartire in salita, specie sui principali punti del confronto in atto. Mesi di trattative informali e quattro riunioni operative non sono peraltro bastate per superare il muro contro muro su quasi ogni singolo punto.
L’aspetto più delicato è senza dubbio quello economico. I sindacati hanno chiesto un aumento di 175 euro medi a regime, cifra che, sostengono, garantirebbe il recupero dell’inflazione per gli anni scorsi e per il prossimo triennio. Tecnicamente, quindi, precisano i sindacati, non si tratterebbe di un aumento, ma del mantenimento dell’attuale potere d’acquisto dei lavoratori. L’Abi ha risposto che, almeno per i prossimi due anni, non sarà possibile prendere in esame alcun aumento contrattuale. Per Palazzo Altieri, infatti, i margini di guadagno degli istituti sono ridotti all’osso e dunque una moratoria è inevitabile. (riproduzione riservata)
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