Avviata la trattativa con i sindacati per gestire 1200 esuberi, di cui 500 attraverso il Fondo di Solidarietà. Prevista la chiusura di 114 filiali. Citterio: "Tutelare i lavoratori in uscita e, contestualmente, creare nuova occupazione"
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UBI, SCATTA LA NUOVA RIORGANIZZAZIONE

Avviata la trattativa con i sindacati per gestire 1200 esuberi, di cui 500 attraverso il Fondo di Solidarietà. Prevista la chiusura di 114 filiali. Citterio: “Tutelare i lavoratori in uscita e, contestualmente, creare nuova occupazione”
UBI, SCATTA LA NUOVA RIORGANIZZAZIONE

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Nuova riorganizzazione all’orizzonte in UBI. La notizia è stata data ieri ai mercati e ai sindacati, con l’apposita informativa che fa scattare le procedure per gestire le ricadute occupazionali del piano.
Da adesso i rappresentanti dei lavoratori hanno 50 giorni di tempo per trovare un accordo con l’azienda.
Entro il primo semestre del 2015 il Gruppo chiuderà 114 filiali e provvederà a una revisione del modello organizzativo, soprattutto a causa del calo delle operazioni allo sportello dovuto allo sviluppo dei canali online.
La riorganizzazione comporterà circa 1200 esuberi, di cui 500 da gestire entro l’anno attraverso il Fondo di solidarietà, l’ammortizzatore sociale di categoria.
I restanti 700 lavoratori, invece, saranno complessivamente oggetto di riqualificazioni professionali, con possibilità di spostamento territoriale, e in alcuni casi saranno riassorbiti all’interno del Gruppo, anche attraverso la creazione di nuovi poli e al rafforzamento di quelli già esistenti.
In particolare, sarà costituto un polo di UBI sistemi e servizi a Genova, dedicato all’attività di assistenza clienti, e verrà potenziato quello di Cuneo, a cui sarà assegnata un’ulteriore attività di lavorazione degli assegni, mentre sarà creato un nucleo, all’interno di UBI banca, che si occuperà di gestire i mutui attraverso i canali online.
“In trattativa”, commenta Paolo Citterio, Coordinatore FABI del Gruppo UBI, “ci impegneremo per tutelare i lavoratori in esubero, puntando contestualmente a creare nuova occupazione, come già fatto nei precedenti accordi”.
Bergamo 15/10/2014
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