BCC, SINDACATI AL LAVORO SULLA NUOVA BOZZA DI ACCORDO
Il 28 ottobre i sindacati presenteranno le controdeduzioni alla bozza di accordo preliminare stilata da Federcasse sul rinnovo dei CCNL del Credito Cooperativo. Bertinotti: “Serve approccio partecipativo. No a diktat”. Leggi l’articolo de Il Sole 24 Ore
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Continua ad oltranza la trattativa Federcasse sindacati per trovare la quadra sull’intesa preliminare sul rinnovo dei Contratti Collettivi del Credito Cooperativo.
La bozza di accordo presentata oggi da Federcasse andrebbe, infatti, profondamente rimodulata, secondo i sindacati.
“C’è bisogno di un approccio realmente partecipativo e costruttivo. Serve una riflessione complessiva su tutti costi del sistema, a cominciare da quelli del management e dei consigli d’amministrazione, numerosi e pletorici anche in rapporto al numero medio dei dipendenti delle singole BCC. Non si pu ò impostare la trattativa con l’unico obiettivo di tagliare il costo del lavoro”, ha detto Luca Bertinotti, Segretario Nazionale della FABI.
I sindacati sono così al lavoro per presentare il prossimo 28 ottobre le loro controdeduzioni.
Nel suo documento, Federcasse enuncia una serie di disposizioni che mirano ad alleggerire i contenuti della contrattazione di primo livello.
La revisione dei contenuti del Contratto Nazionale sarebbe infatti, secondo Federcasse, l’unica soluzione per mantenere gli attuali livelli occupazionali, alla luce della recente crisi attraversata dal comparto e all’entrata in vigore dei nuovi regolamenti dell’unione bancaria europea. Una posizione non condivisa dai sindacati, che vogliono invece un confronto allargato anche sui costi di sistema.
In particolare, l’associazione datoriale del Credito Cooperativo mette in agenda alcune priorità: la revisione del rapporto tra il primo e il secondo livello di contrattazione, la destrutturazione degli attuali inquadramenti, modiche agli orari di lavoro, la revisione di alcuni istituti contrattuali per assicurare le più ampie “flessibilità normative, la fungibilità dei ruoli e delle posizioni di lavoro”.
Federcasse ha, infine, indicato una deadline per la firma del nuovo Contratto BCC, superata la quale, nelle sue intenzioni, potrà disdettare gli accordi contrattuali in vigore.
“La negoziazione per i nuovi Contratti Collettivi Nazionali dovrà concludersi entro il 31.12.2014 e da detta data ciascuna delle parti firmatarie potrà comunicare disdetta, con efficacia dal mese successivo”, scrive l’associazione datoriale.
Un ultimatum che non piace ai sindacati. “Nostra priorità è arrivare al rinnovo del Contratto di categoria in tempi rapidi e certi, ma senza diktat di sorta che penalizzino il confronto e di riflesso i lavoratori”, ha sottolineato Bertinotti.
Roma 22/10/2014
IL SOLE 24 ORE giovedì 23 ottobre 2014
Bcc: rafforzare il livello nazionale
Cristina Casadei
Al giro di boa dei quattro incontri programmati da Federcasse e sindacati (15, 22,
28 e 30 ottobre) per il rinnovo del contratto dei 37mila bancari delle Bcc non arriva l’accelerazione auspicata dai banchieri che hanno già più volte manifestato alla controparte sindacale la volontà di chiudere in tempi molto rapidi, verosimilmente prima di Abi, il negoziato. Una pressione che il sindacato vive con molta insofferenza. Ieri le Bcc hanno per ò messo nero su bianco il 31 dicembre –
la stessa di Abi -come termine ultimo per il rinnovo.
Entro questa data dovrà concludersi la negoziazione e da questa data ciascuna delle parti firmatarie potrà comunicare disdetta, con efficacia dal mese successivo.
Le parti sono in una delicata, secondo la definizione di fonti datoriali, fase di stallo. Basterebbe poco per sbloccare il negoziato e forse, altrettanto poco, per farlo saltare. I sindacati hanno ricevuto un documento per arrivare a un’Intesa preliminare per il rinnovo dei contratti di lavoro. Una bozza che per ò per i sindacati va ripensata. «C’è bisogno di un approccio realmente partecipativo e costruttivo. Serve una riflessione
complessiva su tutti i costi del sistema, a cominciare da quelli del management e dei consigli d’amministrazione, numerosi e pletorici anche in rapporto al numero medio dei dipendenti delle singole Bcc. Non si pu ò impostare la trattativa con l’unico obiettivo di tagliare il costo del lavoro», sostiene il segretario nazionale della Fabi, il sindacato di maggioranza che rappresenta il 55% degli iscritti delle Bcc.
In Federcasse le imprese vorrebbero sfoltire i contratti territoriali e andare verso una visione più centralizzata che demandi al contratto nazionale alcune materie oggi disciplinate in periferia. Una visione che non incontra il consenso dei lavoratori. Nel documento, secondo quanto riferiscono fonti sindacali, Federcasse indica una serie di interventi che mirano ad alleggerire i contenuti della contrattazione di primo livello. La revisione dei contenuti del contratto nazionale sarebbe infatti, secondo Federcasse,l’unica soluzione per mantenere gli attuali livelli occupazionali, alla luce della recente crisi attraversata dal comparto e all’entrata in vigore dei nuovi regolamenti dell’unione bancaria europea. Tra le altre priorità c’è poi la revisione degli attuali inquadramenti, modifiche agli orari di lavoro, la revisione di alcuni istituti contrattuali per assicurare le più ampie flessibilità normative, la fungibilità dei ruoli e delle posizioni di lavoro.
Data la distanza tra le rispettive posizioni, le parti hanno deciso di fermarsi, riflettere al proprio interno sulle modifiche da apportare al documento e aggiornarsi il 28 ottobre. Entro quella data dovrebbe essere discusso un documento preliminare più integrato che definisca la cornice del contratto e che sia frutto di un equilibrio tra le esigenze delle parti. Solo a quel punto, spiega Bertinotti, «sarebbe possibile iniziare il confronto su tutti gli argomenti della nostra piattaforma illustrata l’8 di ottobre». © RIPRODUZIONE RISERVATA
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