Il leader della FABI ospite del Congresso Nazionale UNISIN. "Avere un Contratto significa dare garanzie alla categoria. Chi vota no alle assemblee voterà per la sua disapplicazione, con rischi enormi per il settore"
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CONGRESSO UNISIN, SILEONI APPLAUDITISSIMO

Il leader della FABI ospite del Congresso Nazionale UNISIN. “Avere un Contratto significa dare garanzie alla categoria. Chi vota no alle assemblee voterà per la sua disapplicazione, con rischi enormi per il settore”
CONGRESSO UNISIN, SILEONI APPLAUDITISSIMO

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“Questo Contratto va difeso sul campo”. Dal palco del 2° Congresso di UNISIN, il leader della FABI Lando Maria Sileoni lancia un appello all’unità sindacale per continuare a sostenere l’ipotesi d’accordo sul Contratto Nazionale, in vista delle assemblee dei lavoratori che si svolgeranno sul territorio e che dovranno convalidare l’accordo stesso.
Questo il messaggio lanciato dal leader della FABI, Lando Maria Sileoni, ospite applauditissimo al 2° Congresso Nazionale di UNISIN, che oggi ha aperto la sua prima giornata di lavori a Riccione.
“Avere un Contratto significa dare garanzie alla categoria. Chi vota no alle assemblee voterà per la disapplicazione del Contratto, con rischi enormi per i lavoratori”, ha avvertito Sileoni dal palco del Palazzo dei Congressi. “Per questo faremo di tutto affinché le assemblee si svolgano nella massima tranquillità. Serve un atteggiamento responsabile”, ha affermato il leader della FABI, rivolgendosi alla platea di sindacalisti di UNISIN.
Insomma, il sindacato dice chiaramente che non accetterà operazioni strumentali e demagogiche di boicottaggio di un contratto che è stato condiviso da tutti.
Sileoni ha poi speso parole di elogio per il padrone di casa, Emilio Contrasto, Segretario Generale di UNISIN, “che ha lavorato in maniera esemplare” e ha ricordato il duro lavoro negoziale in cui sono state impegnate per mesi le Organizzazioni Sindacali.
“Questa trattativa non è stata una passeggiata”, ha sottolineato Sileoni, rimarcando come l’ABI sia uscita perdente dal confronto su tutta la linea.
“Volevano una riforma di scatti e TFR, l’interruzione della crescita automatica costo del lavoro e non hanno ottenuto nulla. Se non fossimo riusciti a sottoscrivere l’intesa, avremmo subito la disapplicazione del Contratto che avrebbe portato anarchia nella categoria. Avremmo perso premi e Contratti Integrativi Aziendali, indennità di cassa e avremmo rischiato di vedere cambiati gli orari di lavoro.
Nelle banche era già partita la campagna elettorale per la successione a Patuelli e l’obiettivo era quello di disapplicare il Contratto Nazionale e sostituirlo con contratti aziendali. Questo Contratto invece”, ha concluso Sileoni, “consente di tenere insieme la categoria, di salvaguardare i prepensionamenti volontari, anche in vista delle nuove fusioni che rivoluzioneranno il settore”.
Riccione 15/04/2015