BPM, SOS INTEGRATIVO
La FABI chiede ai vertici la riapertura del confronto sulla Contrattazione Integrativa, sospesa dal 2012. Scarin: “I lavoratori hanno diritto ad avere un proprio contratto di secondo livello, dopo tutti i sacrifici sostenuti negli ultimi anni per rilanciare la banca”. Leggi il servizio del Sole 24 Ore
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Il Coordinamento FABI del Gruppo BPM lancia un appello al Consigliere Delegato Giuseppe Castagna, chiedendo il ripristino della contrattazione integrativa, sospesa dal 2012.
BPM è, infatti, uno dei pochi grandi gruppi bancari a non avere un contratto aziendale. La disdetta unilaterale del secondo livello era stata data disposta tre anni fa dalla vecchia gestione, targata Andrea Bonomi, quando i conti erano in rosso e i bilanci della banca erano stati posti sotto la lente di Bankitalia, a seguito dello scandalo Ponzellini.
Adesso che per ò la situazione finanziaria si è riassestata e il Gruppo è tornato a fare utili, la FABI, principale sigla sindacale in azienda, chiede ai vertici la riapertura del confronto.
“I lavoratori hanno diritto a riavere un proprio Contratto Integrativo Aziendale, dopo aver sostenuto pesanti sacrifici negli anni passati e aver contribuito in maniera decisiva al rilancio della banca, come dimostra la recente trimestrale”, dichiara Mauro Scarin, Segretario Nazionale e Coordinatore FABI BPM, “Per questo invitiamo i vertici a fissare quanto prima un incontro con le Organizzazioni Sindacali affinché sia avviata una trattativa su tutte le voci del contratto. è necessario ripristinare il secondo livello di contrattazione anche in vista delle imminenti fusioni, per offrire nuove e più stringenti garanzie a tutti i lavoratori del gruppo”.
Il contratto di secondo livello regola, infatti, importanti materie quali, ad esempio: gli inquadramenti, le provvidenze, le trasferte, i rimborsi chilometrici, i permessi, la cassa sanitaria e la remunerazione della produttività.
Milano 14/05/2015
IL SOLE 24 ORE venerdì 15 maggio 2015
INTEGRATIVO BPM – Fabi: riavviare il confronto
La Fabi chiede al consigliere delegato della Bpm, Giuseppe Castagna, il ripristino della contrattazione integrativa, sospesa dal 2012. «Bpm è uno dei pochi grandi gruppi bancari a non avere un contratto aziendale – spiega una nota sindacale -. La disdetta unilaterale del secondo livello era stata data disposta tre anni fa dalla vecchia gestione, targata Andrea Bonomi, quando i conti erano in rosso e i bilanci della banca erano stati posti sotto la lente di Bankitalia, a seguito dello scandalo Ponzellini». Adesso, per ò, fa notare il sindacato, la situazione finanziaria si è riassestata e il gruppo è tornato a fare utili. «I lavoratori hanno diritto a riavere un proprio contratto integrativo aziendale, dopo aver sostenuto pesanti sacrifici negli anni passati e aver contribuito in maniera decisiva al rilancio della banca, come dimostra la recente trimestrale», dice Mauro Scarin, segretario nazionale e coordinatore Fabi Bpm. Di qui la richiesta di un incontro con le organizzazioni sindacali al più presto.
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