GRUPPO BPER, AL VIA TRATTATIVA SUL PIANO INDUSTRIALE
Il Gruppo avvia la procedura: 581 uscite entro il 2017, percorsi di riqualificazione che conterranno parte degli esuberi, 200 nuove assunzioni e taglio di 130 sportelli. Soggiu: “Con Contratto Nazionale gestiremo riorganizzazione”. Leggi il servizio del Sole 24 Ore
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Il Gruppo BPER ha consegnato ieri sera la lettera di avvio procedura del Piano industriale 2015-17 alle Organizzazioni Sindacali.
Parte così ufficialmente la trattativa per gestire le ricadute della riorganizzazione, che prevede la chiusura di 130 filiali e circa 581 nuove uscite. Oltre a ci ò l’azienda avvierà anche percorsi di riqualificazione professionale per formare oltre 800 gestori specializzati, nell’ottica di incentivare le attività di consulenza finanziaria. Forti, infine, gli investimenti sul digitale e sull’omnichannel, area che vedrà un incremento delle assunzioni.
Obiettivo del piano è arrivare a un utile di 400 milioni e un cost-income pari al 54% entro il2017.
“Con il nuovo Contratto Nazionale abbiamo tutti gli strumenti per gestire al meglio gli impatti della riorganizzazione sui lavoratori. Riteniamo alcuni obiettivi del piano sfidanti, soprattutto per quanto riguarda le assunzioni e lo sviluppo interno di nuove professionalità, che dimostrano l’intenzione dell’azienda, poi tutta da verificare, di investire sui lavoratori. Auspichiamo, infine, che il ridimensionamento del numero delle filiali non incida negativamente sui servizi alla clientela”, ha commentato a caldo Maria Antonietta Soggiu, Coordinatrice FABI BPER.
Interventi sul personale. Il piano prevede dal 2015 al 2017 un totale di 1.088 eccedenze di personale, di cui circa 500 saranno gestite attraverso riqualificazioni e creazione di nuove professionalità, le restanti 581 attraverso pensionamenti e prepensionamenti. Infine, sono previste 200 nuove assunzioni di profili specializzati. Il piano stima di ridurre i costi del personale di circa 56 milioni. Qualora non dovesse arrivare a questi obiettivi soltanto attraverso le uscite, saranno valutati ulteriori interventi di azzeramento delle ferie arretrate e fruizione obbligatoria di quelle correnti fino al ricorso alle giornate di solidarietà.
Riorganizzazione delle filiali. Il Gruppo si prefigge di realizzare una vera e propria rivoluzione del modello distributivo, chiudendo il 10% delle sue agenzie sul territorio, introducendo il modello hub and spoke sul 40% della rete, e portando, entro il 2016, al 15% la presenza di ATM evoluti senza cassiere.
Consulenza specializzata e sviluppo dell’attività di Consumer finance. Durante l’arco di vigenza del piano, saranno formati 825 nuovi gestori specializzati e saranno rafforzati i servizi di consulenza alla clientela. La banca di Sassari sarà adibita a polo di Consumer finance a servizio dell’intero Gruppo per lo sviluppo del credito al consumo, cessione del quinto e carte di credito.
Digitale leva di sviluppo. Ci sarà una valorizzazione del canale online per la vendita dei prodotti e un potenziamento del call center per aumentare il cross selling, ossia la vendita di più prodotti a clienti già fidelizzati. Questo segmento dovrebbe attrarre 100 nuovi operatori.
Credito deteriorato. Tra i punti principali del piano, anche la revisione del modello di gestione del credito deteriorato per stabilizzare o ridurre gli incagli e le sofferenze e giungere a una riduzione delle rettifiche pari a 460 milioni.
Modena 19/05/2015
IL SOLE 24 ORE mercoledì 20 maggio 2015
Piano Bper, avviata la procedura per le 581 uscite
Di qui al 2017 ci saranno 130 filiali in meno e usciranno 581 persone. Il Gruppo Bper avvia la procedura per perseguire gli obiettivi del piano industriale 2015-17. Nella lettera inviata a Dircredito, Fabi, Fiba, Fisac, Sinfub, Uilca, Unisin, il gruppo spiega che i pilastri del piano industriale sono il rafforzamento dei ricavi, l’efficienza del modello operativo e l’ottimizzazione del profilo di rischio. I risultati economici si possono condensare in due numeri in particolare e cioè l’utile di 400 milioni e il cost-income pari al 54% entro il 2017. Il gruppo si prefigge di realizzare una vera e propria rivoluzione del modello distributivo, chiudendo il 10% delle sue agenzie sul territorio, introducendo il modello hub and spoke sul 40% della rete, e portando, entro il 2016, al 15% la presenza di Atm evoluti senza cassiere. Il gruppo punterà anche al rafforzamento del canale digitale e alla consulenza specializzata. Ci dovrà per ò essere una riduzione strutturale dei costi a regime e tra questi ci sono anche quelli del personale, viene spiegato nella lettera inviata ai sindacati.
Le principali iniziative volte all’ottimizzazione della forza lavoro sono incentrate sull’utilizzo di piani di pensionamento e pre-pensionamento, l’ottimizzazione del turn over del personale attraverso la sostituzione del 50-60% dei dipendenti in uscita con risorse interne, oltre all’assunzione di circa 200 profili specializzati, in particolare per le nuove aree di business come il digitale e omnichannel. Le parti valuteranno anche l’uso di strumenti condivisi in sede nazionale come per esempio il Fondo nazionale per il sostegno dell’occupazione nel settore del credito.
Complessivamente sono previste eccedenze di personale di 1.088 unità (comprese le eccedenze delle fusioni del 2014, già previste dall’accordo sindacale dello scorso dicembre) a fronte di impieghi di risorse per le esigenze di piano di 507 unità. La riduzione di organico complessiva si fermerà a 581 unità e sarà affiancata a una forte attività di riqualificazione delle risorse, improntata anche sul concetto di fungibilità professionale. Per la riduzione strutturale dei costi l’obiettivo è di tagliare quelli del personale di 56 milioni di euro entro il 2017. Tre le vie: l’azzeramento progressivo dei residui del monte ferie-banca delle ore, la fruizione completa dei permessi ex festività nell’anno di riferimento, l’eventuale ricorso alla solidarietà.
«Con il nuovo contratto nazionale abbiamo tutti gli strumenti per gestire al meglio gli impatti della riorganizzazione sui lavoratori – dice Maria Antonietta Soggiu, coordinatrice Fabi Bper -. Riteniamo alcuni obiettivi del piano sfidanti, soprattutto per quanto riguarda le assunzioni e lo sviluppo interno di nuove professionalità, che dimostrano l’intenzione dell’azienda, poi tutta da verificare, di investire sui lavoratori. Auspichiamo, infine, che il ridimensionamento del numero delle filiali non incida negativamente sui servizi alla clientela». © RIPRODUZIONE RISERVATA Cristina Casadei
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