iv style=”text-align: justify”>I lavoratori approvano il Contratto con oltre il 96% dei voti favorevoli. Leggi il commento del Segretario Generale della FABI Lando Maria Sileoni sul Sole 24 Ore
IL SOLE 24 ORE giovedì 18 giugno 2015
Bancari, il contratto fa il pieno di sì: 96,1%
Il consenso dei bancari oltre il 96% all’ipotesi di accordo per il rinnovo del loro contratto nazionale è stato il più alto di tutti i tempi e si deve senz’altro alla sintesi equilibrata che le parti hanno unitariamente raggiunto, ma anche alla consapevolezza che di questo contratto è stata creata passo dopo passo. Con assemblee e consultazioni continue: mai, in banca e nei media, si è parlato così tanto di un negoziato come di questo. La partecipazione dei lavoratori del resto si è vista anche nei due scioperi che hanno accompagnato questo negoziato a cui c’è stata un’adesione pressoché totale della categoria. Nelle oltre 700 assemblee che hanno coinvolto 67.176 lavoratori, 64.554 hanno votato a favore (96,1%), 1.664 si sono detti contrari (2,48%) e 958 si sono astenuti (1,43%). Numeri molto lontani da quelli dell’ultimo contratto, quello del 2012, quando i sì si fermarono al 59%.
«Il risultato del contratto è ormai alle spalle e siamo soddisfatti del positivo parere espresso dai lavoratori nelle assemblee – dichiara Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi -. Ora la partita si gioca nelle prossime fusioni, quando a settembre inizierà una vera e propria rivoluzione nel settore. Non accetteremo piagnistei o politiche aggressive rispetto a eventuali tagli di personale». Il mondo bancario, per Sileoni, «ha urgente necessità di una politica condivisa tra le parti sociali rispetto alle nuove tecnologie e all’online, oltre che di un nuovo modello di banca, da realizzare azienda per azienda, con la condivisione dei sindacati. Se qualche banchiere pensa di poter fare affari e di dare così valore alle fusioni scaricandone i costi sul personale, è fuori strada. Nella trattativa per il contratto di lavoro, il sindacato unitariamente ha dato dimostrazione di poter risolvere con determinazione ogni problema». Il segretario generale della Fisac Cgil, Agostino Megale parla di «un successo straordinario dovuto alla capacità di mobilitazione della categoria, alla forte tenuta unitaria di tutto il sindacato che consegna a tutti noi un patrimonio di consensi alla categoria che dobbiamo valorizzare guardando la contrattazione futura e non disperdere».
Il segretario generale di First (Fiba e Dircredito), Giulio Romani, osserva che «è stato un contratto in cui le assemblee sono state più consapevoli. Anche per come abbiamo gestito il percorso: c’è stata la chiarezza tra i lavoratori che le alternative non sarebbero state in nessun modo migliori». E poi, aggiunge Romani, «abbiamo responsabilizzato i lavoratori. Il primo aprile abbiamo messo sull’ipotesi di accordo solo le sigle per presa visione. La firma la apporremo in Abi l’8 luglio perché abbiamo convenuto al tavolo con Abi che quella era un’ipotesi possibile ma doveva essere vista per la firma dai lavoratori e quindi il contratto non sarebbe stato operativo finché i lavoratori non lo avessero approvato». Per Massimo Masi, segretario generale della Uilca, è stata «la trasparenza del rapporto con i lavoratori in tutte le fasi, dalla presentazione della piattaforma agli scioperi alle trattative svolte in diretta ad aver pagato. I lavoratori hanno capito la difficoltà del momento e quindi hanno riconosciuto che il risultato va oltre ogni aspettativa». E questo per Emilio Contrasto, segretario generale di Unisin, è «la conferma dell’importanza dell’unione del fronte sindacale nella difesa dei lavoratori». © RIPRODUZIONE RISERVATA Cristina Casadei