L'editorialista di MF Angelo De Mattia commenta la nomina di Lodesani alla Presidenza del CASL di ABI e la riconferma di Patuelli: "Come giustamente evidenziato da Sileoni, è importante che si rafforzi il sistema di relazioni industriali non perdendo di vista la centralità del lavoro"">

ABI, MOLTE LE SFIDE PER PATUELLI E LODESANI

L’editorialista di MF Angelo De Mattia commenta la nomina di Lodesani alla Presidenza del CASL di ABI e la riconferma di Patuelli: “Come giustamente evidenziato da Sileoni, è importante che si rafforzi il sistema di relazioni industriali non perdendo di vista la centralità del lavoro”
ABI, MOLTE LE SFIDE PER PATUELLI E LODESANI
L'editorialista di MF Angelo De Mattia commenta la nomina di Lodesani alla Presidenza del CASL di ABI e la riconferma di Patuelli: "Come giustamente evidenziato da Sileoni, è importante che si rafforzi il sistema di relazioni industriali non perdendo di vista la centralità del lavoro"

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MF-MILANO FINANZA venerdì 23 ottobre 2015
Abi, molte le sfide per Patuelli e Lodesani. A partire dalla difesa del nuovo contratto
di Angelo De Mattia
Su queste colonne abbiamo per tempo espresso le ragioni che militano a favore della conferma (poi avvenuta) di Antonio Patuelli alla carica di presidente dell’Abi per il 2016-18. Si tratta di una scelta che premia il lavoro svolto e lo stile di conduzione introdotto al vertice dell’Associazione Bancaria Italiana.
Ora è lecito attendersi un organico programma strategico per il prossimo biennio, nel quale Patuelli, oltre alla sua competenza e cultura, metta a frutto anche l’esperienza che ha potuto compiere in un momento assai difficile per la vita dell’Abi, a cominciare dal contesto che lo ha portato al primo insediamento, e, se si vuole, in una fase anche di incipiente crisi di identità dell’Abi. Il declino è stato tamponato adeguatamente. Con Patuelli sono stati abbandonati protagonismi di facciata, strampalate subalternità politico-ministeriali, proclami bellicosi seguiti da veloci ripiegamenti e burocratici appiattimenti. Si è iniziato a rimediare alle carenze di strategia. Il compito per il presidente resta non facile, ma le prove fornite non depongono male. Si è anche provveduto a nominare Eliano Lodesani, chief operating officer di Intesa Sanpaolo , a capo del Casl, l’organismo dell’Abi preposto tra l’altro alle relazioni con i sindacati. Subito dopo la nomina Lodesani ha dichiarato di proporsi di svolgere la propria funzione in continuità con la presidenza di Alessandro Profumo – che l’ha esercitata, aggiungiamo, con competenza e prestigio – e con l’impronta del suo stile di negoziazione.
Poi il neo-presidente ha rivolto un appello ai sindacati con l’invito a incontrarsi per definire l’impostazione dei reciproci rapporti in chiave collaborativa. L’alto dirigente di Intesa non è un personaggio molto conosciuto, ma la pur laconica dichiarazione iniziale denota senso della misura che generalmente è proprio di persone concrete e affidabili; carattere, quest’ultimo, fondamentale per i banchieri e cruciale per chi è preposto alle trattative con i sindacati. Con la funzione egli crescerà ulteriormente, almeno così si spera. Non sappiamo se la scelta sia frutto di bilanciamenti tra banche e tra le diverse tendenze presenti, come in ogni associazione, anche nell’Abi. In una fase delicatissima per il sistema, ma anche di trasformazioni che possono creare nuove opportunità, occorre lungimiranza da parte di tutti i soggetti sociali, da quello datoriale a quelli sindacali. è importante che non rivivano mai, sia pure sotto mentite spoglie, linee revansciste – giustamente paventate da Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi – e che si rafforzi un assetto di relazioni industriali all’altezza dei cambiamenti in atto, non perdendo di vista la centralità del lavoro, soprattutto in una banca, in un settore cioè nel quale, parafrasando un’opera fondamentale per l’umanità, l’opera dell’uomo è «una ricchezza insostituibile» per gli istituti e per il Paese. I temi da affrontare sono molteplici. Potrebbe essere utile una cornice che agevoli anche l’attuazione del contratto nazionale definito di recente. Non si inseguano per ò, dalla parte datoriale, superamenti della negoziazione nazionale né altri modelli non innovatori ma alla fin fine regressivi per tutti. Si riconosca la necessità di coesione, collaborazione e compartecipazione. La nomina in questione ovviamente non fa venir meno le altre attribuzioni, a cominciare da quelle di Patuelli, che dovrà esercitare una funzione d’impulso nelle questioni di maggiore peso. (riproduzione riservata)
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