POPOLARE VICENZA, AL VIA TRATTATIVA SUL PIANO INDUSTRIALE
Primo incontro tra azienda e sindacati per discutere le ricadute del piano industriale 2015-20. Xausa: “300 esuberi inaccettabili. Le eventuali uscite dei lavoratori negoziabili solo su base volontaria e incentivata”. Leggi sul Sole 24 Ore le dichiarazioni di Sileoni
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“I 300 esuberi dichiarati dall’azienda entro il 2016 sono inaccettabili e si tradurrebbero soltanto in un impoverimento dei servizi della banca sul territorio. Per questo vanno ridimensionati.
Le eventuali uscite dei lavoratori dovranno essere negoziate solo su base volontaria e incentivata e la mobilità territoriale contenuta il più possibile”.
Questo quanto dichiarato da Giuliano Xausa, Segretario Nazionale della FABI, durante il primo incontro che si è svolto oggi tra i vertici della banca Popolare di Vicenza e i sindacati per cominciare a discutere le ricadute del nuovo piano industriale 2015-20, che prevede quasi 600 esuberi, di cui 300 da smaltire entro il primo gennaio 2016 e i restanti entro il 2020, oltre alla chiusura di 150 sportelli.
“Chiediamo, infine”, ha detto Xausa, “una riduzione delle collaborazioni esterne e delle consulenze e che le nuove assunzioni proposte dall’azienda servano realmente a dare un’occupazione stabile ai giovani.
Quanto alle recenti indiscrezioni di stampa che vedono un imminente cambio al vertice della Popolare, siamo favorevoli a un avvicendamento perché pensiamo che sia quanto mai necessario un segnale di discontinuità rispetto al passato”.
Vicenza 28/10/2015
IL SOLE 24 ORE giovedì 29 ottobre 2015
Alla Vicenza due mesi per trovare l’accordo
Alla Banca popolare di Vicenza le trattative sul nuovo piano industriale 2015-2020 (si veda il Sole 24 Ore di ieri) sono entrate subito nel merito degli obiettivi da raggiungere. Il tempo previsto dalla procedura è 50 giorni e praticamente coincide con l’obiettivo della banca di realizzare la prima tranche di uscite, 300, entro la fine dell’anno. Il piano prevede complessivamente circa 600 esuberi e la chiusura di 150 sportelli: i restanti saranno oggetto di una nuova procedura che prevede che le uscite avvengano entro il 2020.
Nel loro intervento le sigle sindacali hanno chiesto un forte ridimensionamento degli esuberi, uscite negoziate solo su base volontaria e incentivata, il contenimento della mobilità territoriale, una riduzione delle collaborazioni esterne e delle consulenze, nuove assunzioni stabili di giovani, interventi di riqualificazione professionale per mantenere i posti di lavoro. Come spiega il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, «puntimao sulla valorizzazione del personale interno, sui prepensionamenti volontari, sul taglio delle consulenze esterne e sul rilancio complessivo della banca che ci auguriamo resti autonoma. Iorio sta facendo un ottimo lavoro ma è il primo a sapere che senza il contributo del personale la banca non andrà da nessuna parte». © RIPRODUZIONE RISERVATA C.Cas.
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