LIBERTA’ sabato 31 ottobre 2015
Unicredit, piano da 12mila esuberi
MILANO – Nell’aggiornamento del piano industriale al 2018 Unicredit potrebbe presentare 12mila esuberi con ricadute in particolare per Austria e Germania. Ad una decina di giorni dalla diffusione della trimestrale (con il consensus che fissa l’utile a 458 milioni) e, soprattutto, delle linee strategiche, arrivano voci di un incremento dei tagli dopo le ipotesi di 10mila uscite emerse non meno di due mesi fa. Numeri che sono ancora sotto revisione e che il gruppo di piazza Gae Aulenti non commenta. Lo fanno per ò i sindacati che incontreranno l’azienda il 10 novembre, alla vigilia della presentazione del piano. «In questo momento si vuole spostare l’attenzione mediatica sul nuovo piano industriale e distoglierla dai problemi legati alla governance del gruppo», denuncia il segretario della Fabi, Lando Sileoni. Nel piano, che non prevede un aumento di capitale, sarebbe indicata la chiusura di filiali e il miglioramento dell’efficienza dei centri corporate. Mentre la riduzione di personale includerebbe fino a tremila posizioni in Germania e un altro alleggerimento, non quantificato, deriverebbe dalla cessione del retail in Austria. Voci diffuse la scorsa settimana hanno infatti indicato una vendita delle attività retail della controllata, Bank Austria, Bawag Psk Bank, istituto viennese che fa capo al colosso del private equity Usa Cerberus. Unicredit potrebbe ricavarne 800 milioni di euro. Una mossa che gli analisti promuovono perché migliorerebbe i capital ratios e, allo stesso tempo, consentirebbe di recuperare redditività. L’Italia dove sarebbe allo studio la vendita della divisione leasing, dovrebbe essere coinvolta con 2700 uscite già previste dal precedente piano e con prepensionamenti volontari, anche se non sono da escludere ritocchi. Nei tagli sono incluse anche seimila posizioni che derivano dalla cessione di Ukrosotsbank, controllata in Ucraina, e dal deconsolidamento di Pioneer. Per quest’ultima entro il 2015 dovrebbe essere portato a termine un altro step per l’asset management con Santander. Intanto è stata perfezionata la cessione di UniCredit Management Bank (Uccmb) alla cordata Fortress- Fabio Perego
IL RESTO DEL CARLINO (TUTTE LE 14 EDIZIONI) – LA NAZIONE (TUTTE LE 14 EDIZIONI) – IL GIORNO (TUTTE LE 10 EDIZIONI) – LA CITTA’ Teramo
sabato 31 ottobre 2015
Voci di maxi esuberi Potrebbero uscire 12mila dipendenti
Nell’aggiornamento del piano industriale al 2018 Unicredit potrebbe presentare 12mila esuberi, secondo ‘Bloomberg’. Numeri ancora sotto revisione e che il gruppo di Piazza Gae Aulenti non commenta. Lo fanno per ò i sindacati che incontreranno l’azienda il 10 novembre: «Si vuole distogliere l’attenzione mediatica dai problemi legati alla governance», denuncia Lando Sileoni (Fabi)
IL MATTINO (SU TUTTE LE 8 EDIZIONI) sabato 31 ottobre 2015
Svolta Unicredit 12 esuberi: in Italia voci di 3500 uscite
Nell’aggiornamento al 2018 Unicredit potrebbe presentare 12 mila esuberi con ricadute e Germania. Ad una decina di giorni dalla diffusione della trimestrale (il consensus degli analisti fissa l’utile a 458 milioni) e delle linee strategiche, arrivano i rumor di un incremento dei tagli dopo le ipotesi di 1 mila uscite. Numeri che il gruppo di Piazza Gae Aulenti non commenta. Lo fanno per ò i sindacati che incontreranno l’azienda il 10 novembre, alla vigilia della presentazione del piano. «In questo momento si vuole spostare l’attenzione mediatica sul nuovo piano industriale e distoglierla del gruppo», denuncia il segretario della Fabi, Lando Sileoni. Indiscrezioni parlano di chiusura di filiali e di miglioramento dell’efficienza dei centri corporate. In Italia dovrebbero esserci 270 uscite già previste dal precedente piano prepensionamenti volontari (3.500 in totale circa le uscite), anche se non sono da escludere ritocchi.
GAZZETTA DEL SUD (TUTTE LE EDIZIONI) – GAZZETTA DI PARMA – IL PICCOLO
sabato 31 ottobre 2015
Nel piano Unicredit 12mila esuberi? – Previste ricadute in particolare per Austria e Germania
Fabio Perego
MILANO. Nell’aggiornamento del piano industriale al 2018 Unicredit potrebbe presentare 12 mila esuberi con ricadute in particolare per Austria e Germania. Ad una decina di giorni dalla diffusione della trimestrale (con il consensus che fissa l’utile a 458 milioni) e, soprattutto, delle linee strategiche, arrivano da Bloomberg i rumor di un incremento dei tagli dopo le ipotesi di 10 mila uscite emerse non meno di due mesi fa. Numeri che sono ancora sotto revisione e che il gruppo di Piazza Gae Aulenti non commenta. Lo fanno per ò i sindacati che incontreranno l’azienda il 10 novembre, alla vigilia della presentazione del piano. «In questo momento si vuole spostare l’attenzione mediatica sul nuovo piano industriale e distoglierla dai problemi legati alla governance del gruppo», denuncia il segretario della Fabi, Lando Sileoni. gravi colpe della governance, del management e le scelte sbagliate della loro politica industriale, non possono ricadere sulle lavoratrici e sui lavoratori», aggiunge il segretario della Uilca, Massimo Masi. Nelle ultime settimane Unicredit ha dovuto gestire i contraccolpi d’immagine per l’inchiesta della Dda di Firenze sugli affidamenti al gruppo Bulgarella. vicenda vede coinvolti, come indagati (con l’aggravante del favoreggiamento alla mafia), il vice presidente Fabrizio Palenzona, il suo braccio destro Roberto Mercuri e i manager Massimiliano Fossati (nominato da poco chief risk officer in sostituzione Alessandro Decio) Alessandro Cataldo (a capo del corporate Italia). L’ad Federico Ghizzoni sta gestendo con i comitati interni la situazione. Nel comitato Governance del 5 novembre arriverà la stretta con la valutazione sui manager coinvolti nella vicenda, anche alle luce di ulteriori audit che sono state effettuati in queste settimane. Tornando alle indiscrezioni sulle strategie, nel piano che non prevede un aumento di capitale, sarebbe indicata la chiusura di filiali e il miglioramento dell’efficienza dei centri corporate. Mentre la riduzione di personale includerebbe fino a tremila posizioni in Germania e un altro alleggerimento, non quantificato, deriverebbe dalla cessione del retail in Austria. Voci diffuse la scorsa settimana hanno infatti indicato una vendita delle attività retail della controllata, Bank Austria, Bawag Psk Bank, istituto viennese che fa capo al colosso del private equity Usa Cerberus. Unicredit potrebbe ricavarne 800 milioni di euro. Una mossa che gli analisti promuovono perché migliorerebbe i capital ratios e, allo stesso tempo, consentirebbe di recuperare redditività.
L’ARENA – IL GIORNALE DI VICENZA – BRESCIA OGGI sabato 31 ottobre 2015
Più tagli in Unicredit Da 10 a 12mila esuberi – Sindacati in allerta per le voci che circolano sull’aggiornamento del piano industriale: prevista un’ulteriore riduzione di personale
MILANO. Nell’aggiornamento del piano industriale al 2018 Unicredit potrebbe presentare 12mila esuberi con ricadute in particolare per Austria e Germania. Ad una decina di giorni dalla diffusione della trimestrale (con il consensus che fissa l’utile a 458 milioni) e, soprattutto, delle linee strategiche, arrivano da Bloomberg i rumors di un incremento dei tagli dopo le ipotesi di 10mila uscite emerse non meno di due mesi fa. Numeri che sono ancora sotto revisione e che il gruppo di Piazza Gae Aulenti non commenta. Lo fanno per ò i sindacati che incontreranno l’azienda il 10 novembre, alla vigilia della presentazione del piano. «In questo momento si vuole spostare l’attenzione mediatica sul nuovo piano industriale e distoglierla dai problemi legati alla governance del gruppo», denuncia il segretario della Fabi Lando Sileoni, gravi colpe della governance, del management e le scelte sbagliate della loro politica industriale, non possono ricadere sui lavoratori», aggiunge il segretario della Uilca Massimo Masi. Nelle ultime settimane Unicredit ha dovuto gestire i contraccolpi d’immagine per l’inchiesta della Dda di Firenze sugli affidamenti al gruppo Bulgarella. vicenda vede coinvolti, come indagati (con l’aggravante del favoreggiamento alla mafia) il vice presidente Fabrizio Palenzona, il suo braccio destro Roberto Mercuri e i manager Massimiliano Fossati e Alessandro Cataldo. L’ad Federico Ghizzoni sta gestendo con i comitati interni la situazione. Nel comitato Governance del 5 novembre arriverà la stretta con la valutazione sui manager coinvolti nella vicenda. Tornando alle indiscrezioni sulle strategie, nel piano che non prevede un aumento di capitale, sarebbe indicata la chiusura di filiali e il miglioramento dell’efficienza dei centri corporate. Mentre la riduzione di personale includerebbe fino a 3mila posizioni in Germania e un altro alleggerimento, non quantificato, deriverebbe dalla cessione del retail in Austria. Voci diffuse la scorsa settimana hanno infatti indicato una vendita delle attività retail della controllata, Bank Austria, Bawag Psk Bank. Unicredit potrebbe ricavarne 800 milioni di euro.