iv style=”text-align: justify”>Dal 25 novembre riprendono le trattative ABI Sindacati. Sul tavolo: i nodi della rappresentanza e degli inquadramenti. Sileoni: “Serve confronto su nuovo modello di banca per prevenire esuberi”. Leggi il servizio del Sole 24 Ore
IL SOLE 24 ORE mercoledì 18 novembre 2015
In salita il tavolo Abi sulla rappresentanza
Il 25 novembre segnerà in un modo o nell’altro la nuova stagione delle relazioni tra Abi e i sindacati. è la data del primo incontro ufficiale tra le parti, dopo che alla presidenza del Casl è arrivato Eliano Omar Lodesani (coo del gruppo Intesa Sanpaolo). Sul tavolo ci sono l’accordo sul Foc – praticamente raggiunto -, la riforma della rappresentanza – con il tetto del 5% -, la revisione degli inquadramenti con maggiore flessibilità, la scrittura del contratto.
La partenza è in salita. Nella Fabi, guidata da Lando Maria Sileoni c’è «grande delusione per l’atteggiamento del presidente del Casl Eliano Omar Lodesani che sulla stampa ha affrontato in maniera superficiale, con poca conoscenza del settore e con poca voglia e tempo di imparare le varie problematiche». Quello di Sileoni non è un verdetto definitivo ma è evidentemente una presa di distanza forte dal candidato che ha fortemente sostenuto. Comunque adesso sul tappeto ci sono diverse prove. La prima «è la condivisione del progetto di dove portare il settore, il secondo è stabilire relazioni sindacali corrette e quindi premiare la rappresentatività sulla base dei numeri», dice Sileoni. Poi nella stesura del contratto «sul jobs act non accetteremo cose diverse da quelle concordate», mentre «per la riforma degli inquadramenti non c’è nessun impegno politico ma solo un impegno tecnico». Il presidente del Casl poi, secondo Sileoni, «deve dire con la massima chiarezza se da oggi fino al prossimo rinnovo aziende e gruppi sono disponibili a verificare un modello di banca che rispecchi la diversità di organizzazione,in modo da prevenire eventuali esuberi attraverso l’individuazione e il riconoscimento di nuove attività e nuove professioni». Giulio Romani (First Cisl), osserva che «nel nostro paese c’è un eccesso di frazionamento nei contratti e nella rappresentanza e questo fa sì che vi sia una continua tensione e una continua vertenzialità». Romani non ne fa una questione di numero di sigle, ma «di efficienza del tavolo, tant’è che come First Cisl abbiamo proposto una federazione unitaria». Agostino Megale (Fisac Cgil), auspica che «il primo incontro possa rafforzare le relazioni industriali nel settore. Serve il rispetto del nuovo contratto e della sua piena e completa applicazione, ma serve anche attenzione ad un rapporto con l’insieme delle organizzazioni sindacali la cui unità è stato il fattore vincente per il contratto e per i negoziati nei gruppi». Massimo Masi (Uilca), chiede «di aprire il confronto su tutti i temi, rilanciando quello dell’occupazione in tutto il sistema e del modello di fare banca. Per questo serve il confronto con il sindacato». © RIPRODUZIONE RISERVATA Cristina Casadei