Il leader della FABI Sileoni sostiene la richiesta dell'ABI di utilizzare il Fondo Interbancario per salvare le quattro banche commissariate: Banca Marche, CARIFerrara, Banca Etruria e CARIChieti. Leggi i servizi su Sole 24 Ore, Messaggero, MF, Italia Oggi e La Stampa
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SALVATAGGI BANCARI, L?APPELLO DELLA FABI SULLA STAMPA

Il leader della FABI Sileoni sostiene la richiesta dell’ABI di utilizzare il Fondo Interbancario per salvare le quattro banche commissariate: Banca Marche, CARIFerrara, Banca Etruria e CARIChieti. Leggi i servizi su Sole 24 Ore, Messaggero, MF, Italia Oggi e La Stampa
SALVATAGGI BANCARI, L?APPELLO DELLA FABI SULLA STAMPA

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Il leader della FABI Sileoni sostiene la richiesta dell’ABI di utilizzare il Fondo Interbancario per salvare le quattro banche commissariate: Banca Marche, CARIFerrara, Banca Etruria e CARIChieti. “No a ostruzionismo politico Europeo”.
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IL SOLE 24 ORE venerdì 20 novembre 2015
Crisi bancarie, il piano accelera Sul tavolo l’ipotesi della risoluzione
Avanza l’ipotesi di imboccare la via della risoluzione per Banca Marche, Carife, Popolare Etruria e CariChieti, le quattro banche al centro del piano di salvataggio in cantiere da mesi. Confermato l’obiettivo di evitare il bail-in , constatata la ritrosia dell’Ue ad autorizzare l’intervento mediante il Fondo interbancario e valutata l’impossibilità di studiare una soluzione volontaristica a carico delle banche sane (oltre 200 cda dovrebbero assumere entro 40 giorni una delibera particolarmente “delicata”), non resterebbe che l’ipotesi della risoluzione.
D’altronde da martedì scorso, cioè da quando è entrato in vigore il decreto legislativo che recepisce la direttiva sui salvataggi bancari, è formalmente stata costituita presso Bankitalia l’Autorità di risoluzione delle crisi:secondo quanto si apprende, è ad essa che potrebbe toccare l’attuazione del piano di salvataggio delle quattro banche. Facendo ricorso agli strumenti previsti dal decreto:oltre al bail-in, congelato fino al 2016, c’è la possibilità di costituire un ente ponte cui conferire gli asset buoni, e una bad bank in cui “scaricare” i crediti deteriorati.
Secondo quanto si apprende, dai colloqui tra Bankitalia, Mef e Abi emergerebbe l’ipotesi di costruire otto newco: quattro good bank e altrettante bad bank, due per ognuna delle banche in crisi. Con quali soldi?La normativa parla anzitutto di risorse di mercato, e qui le banche, come ha confermato l’altroieri il presidente Abi Antonio Patuelli sono pronte a fare la loro parte; poi ci potrebbe essere la conversione di una parte delle obbligazioni subordinate. Da ultimo, la direttiva Brrd prevede l’intervento dello Stato:la normativa italiana di recepimento non ha inserito questa parte, ma basterebbe un decreto legge ad hoc per farlo (non a caso, ieri l’ Adn Kronos parlava di un possibile consiglio dei ministri entro il week end).
Intanto, ieri da parte dei sindacati dei bancari e di Assopopolari è arrivato l’appoggio alla posizione dell’Abi, che nelle ultime ore ha invitato a fare presto e a non assumere un atteggiamento troppo remissivo rispetto alle perplessità espresse (o fatte trapelare) da Bruxelles. .@marcoferrando77 © RIPRODUZIONE RISERVATA Marco Ferrando
MF-MILANO FINANZA venerdì 20 novembre 2015
Assopopolari: subito i salvataggi – Il presidente Sforza Fogliani: la politica deve dare un segnale, è un paradosso inaccettabile che siano considerati aiuti di Stato gli interventi a sostegno di Banca Marche, Banca Etruria, Carife e CariChieti
di Ugo Brizzo
Il consiglio di amministrazione di Assopopolari ha espresso ieri «pieno e incondizionato appoggio all’impegno del presidente dell’Abi Antonio Patuelli, confermato ieri in sede di comitato esecutivo, riguardo all’atteggiamento dell’Ue a proposito del programmato intervento del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi a favore di alcune banche».
Secondo il presidente di Assopopolari Corrado Sforza Fogliani, «in sostanza, quando fuori dell’Italia gli Stati sono intervenuti con proprie risorse a favore di banche, questo non è stato considerato aiuto di Stato, mentre si vuole invece considerare tale l’intervento a mezzo di risorse private, con un paradosso inaccettabile». L’auspicio del consiglio di Assopopolari è stato che «la politica assuma le responsabilità e dia una risposta e un appoggio convinto e deciso».
Anche Lando Maria Sileoni, segretario generale del sindacato Fabi, ha sostenuto «apertamente l’iniziativa del presidente dell’Abi Antonio Patuelli, che rivendica a gran voce la possibilità di un intervento del Fondo Interbancario rispetto al salvataggio di CariChieti, Banca Marche, Banca Etruria e CariFerrara, con un’iniezione di 2,1 miliardi». La Fabi ha anche ricordato che le quattro banche «hanno un totale di 595mila correntisti e 900 mila titolari di altri tipi di rapporti bancari». Di conseguenza «l’ostruzionismo politico» delle autorità europee «viene fatto pagare alle famiglie e imprese italiane e soprattutto ai lavoratori bancari in termini di tagli occupazionali e di chiusura degli sportelli. Ben venga quindi, in caso di ulteriore ostruzionismo, il ricorso alla Corte di Giustizia Ue, poiché l’intervento del Fondo Interbancario italiano non pu ò essere equiparato a un aiuto di Stato, ma a un intervento privato». Per Sileoni «i lavoratori delle quattro banche interessate stanno già pagando il prezzo delle ristrutturazioni aziendali in corso, sia in termini di sacrifici economici sia in termini di tagli di posti di lavoro». La Fabi sta studiando eventuali ricorsi e iniziative pubbliche a sostegno del salvataggio delle quattro banche.
Mercoledì Patuelli aveva ribadito che «le banche italiane sono talmente determinate a realizzare i salvataggi dei quattro istituti in crisi, che hanno deciso unanimemente di destinarvi 2 miliardi di euro di risorse private. Lo vogliamo fare subito, entro l’anno. Se non ci fosse questa determinazione», aveva aggiunto, «il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi non avrebbe già fatto da otto mesi tutte le delibere del caso». Lo stesso Patuelli aveva avvertito di essere pronto a un ricorso qualora l’Unione Europea decidesse di vietare il salvataggio di questi istituti di credito: se da Bruxelles arrivasse uno stop, aveva affermato, «leggeremmo le carte con grande attenzione» perché «siamo fortemente europeisti ma non siamo europeisti acritici. (riproduzione riservata)
ITALIA OGGI venerdì 20 novembre 2015
Assopopolari e Fabi difendono Fondo interbancario – Banche da salvare – La Ue contesta l’aiuto di stato
Il mondo delle banche si schiera compatto a fianco del riconfermato presidente dell’Abi, Antonio Patuelli in merito alla posizione da assumere nei confronti dell’atteggiamento dell’Ue a proposito del programmato intervento del Fondo interbancario a favore di alcune banche.
«Il consiglio di Assopopolari ha espresso pieno e incondizionato appoggio all’impegno del presidente Patuelli», ha detto ieri il presidente Corrado Sforza Fogliani, secondo cui «quando, fuori dell’Italia, gli stati sono intervenuti con proprie risorse a favore di banche, questo non è stato considerato «aiuto di stato», mentre si vuole invece considerare tale l’intervento a mezzo di risorse private, con un paradosso inaccettabile. L’auspicio del consiglio di Assopopolari è stato che la politica assuma le responsabilità e dia una risposta e un appoggio, convinto e deciso», ha concluso.
Sulla stessa linea la Fabi, il maggiore dei sindacati dei lavoratori del comparto.
«Sosteniamo apertamente l’iniziativa del presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, che rivendica a gran voce la possibilità di un intervento del Fondo interbancario italiano rispetto al salvataggio di Carichieti, Banca Marche, Banca Etruria e Cariferrara, con un’iniezione di 2,1 miliardi di euro». «Siamo stufi della disparità di trattamento che la Bce riserva alle banche italiane rispetto a quelle europee. Va ricordato che gli istituti di credito del nostro paese non hanno beneficiato di nessun intervento pubblico, diversamente dagli altri competitor dell’Unione europea. L’ostruzionismo politico della Bce verso l’industria bancaria italiana, ma anche nei confronti del sistema Italia, viene fatto pagare alle famiglie e imprese italiane e soprattutto ai lavoratori bancari in termini di tagli occupazionali e di chiusura degli sportelli. Ben venga quindi, in caso di ulteriore ostruzionismo, il ricorso alla Corte di giustizia europea, poiché l’intervento del Fondo interbancario italiano non pu ò essere equiparato a un aiuto di stato, ma a un intervento privato». © Riproduzione riservata
IL MESSAGGERO (ed. nazionale e su altre 13 edizioni locali) venerdì 20 novembre 2015
SALVATAGGI Fisac e Fabi: sostegno all’iniziativa di Patuelli
«Superare ogni incertezza e dare una garanzia di intervento del Fondo di salvataggio per le 4 banche commissariate b òpccato dalla Bce»: Ferrara, Marche, Etruria, Chieti. Lo chiede il leader di Fisac Cgil, Agostino Megale. «Condivido la presa di posizione del presidente dell’Abi Antonio Patuelli». «Sosteniamo l’iniziativa di Antonio Patuelli, per un intervento del Fondo interbancario» incalza il leader Fabi Lando Sileoni.
LA NUOVA FERRARA venerdì 20 novembre 2015
Carife, sindacati all’attacco «Pronti ai ricorsi anti Ue» – Il Fondo accelera il salvataggio convocando a fine novembre l’assemblea Negli atti camerali non ancora registrato l’abbattimento di capitale della Cassa
L’amministrazione straordinaria di Carife è diventata la più lunga, in Italia, dopo quella un po’ anomala dell’Istituto di credito sportivo: quasi due anni e mezzo, dal 27 maggio 2013. Ne dà conto il sito di Bankitalia proprio nei giorni che dovrebbero precedere l’intervento risolutivo del Fondo interbancario, che il presidente dell’Associazione banche italiane, Antonio Patuelli, ha preannunciato indipendentemente dall’autorizzazione della Commissione Ue. Ieri sono arrivate le dichiarazioni di sostegno alla "ribellione" di Patuelli da parte dei sindacati nazionali, che hanno chiesto un incontro con il ministro Padoan. «Condivido la presa di posizione di Patuelli e oggi chiedo che il governo, con forza e determinazione, rimuova l’ostruzionismo della Bce e dell’Europa a trazione tedesca – ha detto Agostino Megale (Fisac Cgil) – Si sappia che sul destino delle banche commissariate non calerà nè il silenzio nè tanto meno un’imponenza rassegnata». «Siamo stufi della disparità di trattamento che la Bce riserva alle banche italiane rispetto a quelle europee – rincara la dose Lando Maria Sileoni (Fabi ) – Avvisiamo la Bce che la nostra organizzazione sindacale sta studiando eventuali ricorsi e iniziative pubbliche a sostegno del salvataggio delle quattro banche». Il Fitd sembra aver recepito il messaggio e ha convocato per il 26 novembre l’assemblea per prevedere, tra l’altro la possibilità «d’intervento volontario con contributo aggiuntivo» da parte delle banche aderenti: un modo di aggirare i dubbi Ue su presunti aiuti di Stato. Resta il dubbio su chi pu ò convocare l’assemblea di nomina dei nuovi vertici Carife, con quali scadenze: nell’atto più recente depositato in Camera di commercio, il 18 settembre, risulta ancora il capitale sociale a quota 217 milioni, prima quindi dell’abbattimento con "miniaturizzazione" della Fondazione. (s.c.)
LA STAMPA.it novembre 2015 15:29
Fabi contro "l’ostruzionismo politico della Bce" sul dossier Cariferrara, Banca Marche, Banca Etruria e CariChieti
"Sosteniamo apertamente l’iniziativa del Presidente dell’Abi Antonio Patuelli, che rivendica a gran voce la possibilità di un intervento del Fondo Interbancario italiano rispetto al salvataggio di Carichieti, Banca Marche, Banca Etruria e Cariferrara, con un’iniezione di 2,1 miliardi di euro". Lo dichiara Lando Maria Sileoni, Segretario generale della FABI, sindacato di maggioranza dei lavoratori bancari.
"Siamo stufi della disparità di trattamento che la Bce riserva alle banche italiane rispetto a quelle europee. Va ricordato che gli istituti di credito del nostro Paese non hanno beneficiato di nessun intervento pubblico, diversamente dagli altri competitor dell’Unione europea. L’ostruzionismo politico della Bce verso l’industria bancaria italiana, ma anche nei confronti del sistema Italia, viene fatto pagare alle famiglie e imprese italiane e soprattutto ai lavoratori bancari in termini di tagli occupazionali e di chiusura degli sportelli. Ben venga quindi, in caso di ulteriore ostruzionismo, il ricorso alla Corte di Giustizia europea, poichè l’intervento del Fondo Interbancario italiano non pu ò essere equiparato a un aiuto di stato, ma a un intervento privato. I lavoratori delle quattro banche interessate stanno già pagando il prezzo delle ristrutturazioni aziendali in corso, sia in termini di sacrifici economici sia in termini di tagli di posti di lavoro. Avvisiamo la Bce che la nostra organizzazione sindacale sta studiando eventuali ricorsi e iniziative pubbliche a sostegno del salvataggio delle quattro banche. Rammentiamo, infine, che Cariferrara, Banca Marche, Banca Etruria e Carichieti hanno un totale di 595mila correntisti e 900mila titolari di altri tipi di rapporti bancari".
Attualmente, calcola la Fabi, sono 6069 i dipendenti dei quattro gruppi interessati dall’operazione e ammonta a 677 il numero di sportelli interessati. (GD)
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