IL MESSAGGERO (TUTTE LE EDIZIONI) sabato 28 novembre 2015
Sileoni: ecco perché serve il sindacato unitario bancari
L’INTERVISTA
MILANO. «Unico e unitario non hanno lo stesso valore politico. Ho proposto un sindacato unitario, mantenendo l’autonomia politica e finanziaria dei sindacati territoriali e dei coordinamenti di gruppo». Lando Sileoni, da cinque anni leader Fabi, la più rappresentativa e potente sigla sindacale dei bancari (102 mila iscritti), lancia il sasso nello stagno. Al Messaggero spiega il suo piano che nasce da un’idea di Matteo Renzi.
Proposta provocatoria?
«Il sindacato unitario dovrebbe essere eletto dai lavoratori e gli accordi sui piani industriali sottoposti a referendum. L’unica segreteria nazionale di 13 membri, il segretario generale e il direttivo nazionale di 51 componenti, dovrebbero essere eletti da tutti i bancari. Il contributo annuo degli iscritti andrebbe ripartito per il 75% alle strutture provinciali, 15% ai coordinamenti aziendali e di gruppo, il 10% all’unica segreteria nazionale. un modello che pu ò rappresentare al meglio sensibilità e diversità presenti nel settore. Con Renzi concordo sul fatto che ci vogliono strutture sindacali più snelle, veloci e rappresentative».
Nelle relazioni con Abi volete essere precursori?
«Siamo stati innovativi. Abbiamo istituito il Fondo esuberi finanziato dalle banche che ha permesso di prepensionare volontariamente, in 10 anni, 60 mila lavoratori, evitando licenziamenti. Sugli esuberi voglio essere chiaro: il tema non si porrà a livello di settore finché saranno conseguiti accordi con il sindacato nelle singole aziende e nei gruppi bancari».
Sul sindacato unitario, che hanno detto le altre sigle?
«La Fisac di Agostino Megale ha una lunga e prestigiosa tradizione. Giuseppe Gallo (Fiba) è stato il segretario generale più lungimirante degli ultimi anni per aver creato il Fondo esuberi, Massimo Masi (Uilca) ha portato l’organizzazione ai massimi storici. La mia non è un’opa ostile verso le altre organizzazioni, ma serve a rafforzare il legame tra lavoratori».
Cosa pensa del decreto salva banche?
«Positivo l’intervento del Governo, auspico correttivi a tutela dei piccoli risparmiatori che hanno investito in azioni e bond subordinati. Ricordo a Roberto Nicastro e a Bankitalia che i dipendenti dei quattro istituti stanno già pagando in termini di sacrifici professionali e personali». dim. © RIPRODUZIONE RISERVATA