Il Coordinamento FABI Banca Marche scrive ai Parlamentari e ai Consiglieri Regionali delle Marche per proporre correttivi a difesa dei risparmiatori da integrare nel Decreto Legge che ha salvato quattro istituti bancari
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BANCA MARCHE, LA FABI PRESENTA 2 EMENDAMENTI AL DECRETO “SALVA BANCHE”

Il Coordinamento FABI Banca Marche scrive ai Parlamentari e ai Consiglieri Regionali delle Marche per proporre correttivi a difesa dei risparmiatori da integrare nel Decreto Legge che ha salvato quattro istituti bancari
BANCA MARCHE, LA FABI PRESENTA 2 EMENDAMENTI AL DECRETO

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Non si spengono i riflettori sulla crisi di Banca Marche, Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, Cassa di Risparmio di Chieti e Cassa di Risparmio di Ferrara. I quattro istituti sono stati salvati da un Decreto Legge di pochi giorni fa, che prevede che a pagare siano, oltre il sistema bancario nazionale, anche gli azionisti e i possessori di obbligazioni subordinate delle stesse banche. La FABI, fin da subito, si è spesa in prima linea per un salvataggio che mettese in sicurezza i posti di lavoro. Ora, tuttavia, prosegue la sua azione perché a rimetterci non siano i clienti.
Proprio per questo, il Coordinamento FABI Banca Marche ha presentato, a Parlamentari e Consiglieri Regionali delle Marche, una proposta di emendamento integrativo, da valutare in sede di conversione in Legge del Decreto n. 183 del 22/11/2015, recante disposizioni urgenti per il settore creditizio.
“Le azioni e obbligazioni subordinate, azzerate in sede di ricorso alla procedura di risoluzione – spiegano dal Coordinamento FABI Banca Marche – erano state sottoscritte da piccoli risparmiatori e, più in generale, dalle comunità locali, in virtù di del senso di appartenenza e identificazione tra questi ultimi e le banche del territorio. Quindi, non certo secondo logiche finanziarie o speculative. Quello che proponiamo è che, in sede di costituzione della bad bank, la partecipazione azionaria nelle banca in risoluzione (residual bank), per la componente ridotta o azzerata, confluisca pro-quota quale partecipazione nella costituenda bad bank. In questo modo – proseguono – il risparmiatore potrà, nel tempo, beneficiare delle eventuali plusvalenze che si dovessero avere al termine delle procedure di risoluzione dei crediti a questa ceduti”.
E non è tutto. L’altro aspetto da non sottovalutare è quello della disciplina fiscale delle perdite subìte dai risparmiatori.
“In questo caso, abbiamo proposto – continua il Coordinamento FABI Banca Marche – che in riferimento ai titoli il cui valore è ridotto o azzerato si stabilisca che la differenza tra il prezzo di acquisto o collocamento ed il valore decurtato o azzerato costituisca minusvalenza ai fini del calcolo del’capital gain’ di ciascun risparmiatore. Inoltre, che i risparmiatori abbiano facoltà di utilizzare la stessa minusvalenza direttamente attraverso la deduzione del reddito imponibile in sede di dichiarazione annuale”.
In questo modo, risulterebbe quantomeno mitigato il danno ai risparmiatori.
Per quanto più specificatamente riguarda il territorio, il Coordinamento FABI ha chiesto ai Consiglieri Regionali che, qualora in sede nazionale le proposte venissero rigettate, in sede di Assemblea Legislativa Regionale sia, invece, inserita nella Legge di bilancio regionale, una norma che introduca sgravi fiscali. In particolare, che nei riguardi dei piccoli investitori, si azzeri o riduca quanto da questi dovuto come addizionale IRPEF, per almeno cinque anni.
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