GRUPPO MPS, RIPRISTINATO CONTRATTO INTEGRATIVO
Grazie all’accordo raggiunto con i sindacati, al piano di riduzione dei costi imposto dalla BCE parteciperanno anche i top manager con un taglio delle loro retribuzioni del 2,5%. I lavoratori riconquistano il CIA sospeso dal 2012
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è stato raggiunto alle prime luci dell’alba di oggi l’accordo tra Gruppo MPS e sindacati sulla razionalizzazione dei costi, imposta dalla Banca Centrale Europea, che chiedeva un abbattimento delle spese sul personale di circa 200 milioni di euro.
L’intesa ripristina la contrattazione aziendale per i lavoratori, sospesa dal 2012, e prevede che i top manager e le figure professionali strategiche del Gruppo siano coinvolte nel piano di contenimento costi con un taglio del 2,5% annuo delle retribuzioni.
“è un accordo nel segno dell’equità sociale: tutela i dipendenti anche in vista di future ristrutturazioni e respinge l’impostazione iniziale dell’azienda che voleva far pagare l’ulteriore taglio dei costi di 200 milioni solo ai lavoratori”, commenta il Coordinamento FABI del Gruppo MPS, “Grazie a un duro e delicato lavoro di negoziazione, abbiamo ricostruito il Contratto Aziendale, da 3 anni disapplicato, e abbiamo preteso che i sacrifici fossero sostenuti soprattutto dai vertici, contenendo notevolmente gli impatti del piano sui lavoratori. Inoltre, con questo accordo abbiamo stabilito che le prossime eventuali future tensioni occupazionali nel Gruppo potranno essere gestite solamente con gli ammortizzatori sociali di categoria, escludendo la possibilità per l’azienda di ricorrere ai licenziamenti collettivi o per giustificato motivo economico”, commenta il Coordinamento FABI del Gruppo MPS.
“Infine, nell’ambito dell’intesa, è stata costituita una commissione paritetica sull’organizzazione del lavoro per studiare un nuovo modello di banca a sostegno del territorio, che veda i lavoratori protagonisti del rilancio”, conclude la FABI.
RIPRISTINO DEL CONTRATTO AZIENDALE. L’accordo reintroduce dopo quattro anni il premio aziendale, che è pari a 300 euro e maggiorato in caso di prestazioni welfare, e regolamenta per la prima volta il Premio Variabile di Risultato.
Per quanto riguarda il welfare aziendale, è stata confermata la struttura complessiva del sistema di assistenza e previdenza interno, dalla polizza sanitaria, alla contribuzione del datore di lavoro al Fondo di previdenza integrativo, al valore del ticket pasto. Istituti, questi ultimi, che l’azienda avrebbe disapplicato in caso di mancato accordo. è stata poi ampliata la base di calcolo del TFR, con accantonamenti aumentati del 17%, e incrementati i contributi aziendali per i neo assunti dell’1,5%.
Sono state, infine, migliorate le previsioni normative sulla sicurezza, ed è stato istituito un Organismo Paritetico sull’organizzazione del lavoro, il nuovo modello di banca e le nuove professionalità.
CONTENIMENTO DEI COSTI. Anche sul versante del contenimento dei costi, sono stati raggiunti obiettivi importanti. è stato stabilito, infatti, in un’ottica di riequilibrio distributivo, che al piano di spending review partecipino anche i top manager e le figure professionali strategiche, con un taglio del 2,5% della loro retribuzione.
è stato inoltre contenuto l’impatto economico delle giornate di solidarietà per dipendenti. Dalle attuali 6 si riducono a 5 per chi ha un reddito fino a 35.000,00 € lordi. Infine sarà possibile utilizzare anche integralmente le ferie arretrate, la banca delle ore arretrata ed il controvalore del ticket pasto fino a totale concorrenza dei sei/cinque giorni in sostituzione delle giornate di solidarietà.
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