IL SOLE 24 ORE domenica 27 dicembre 2015
DOPO L’INCHIESTA DELLA BCE DI ABBATTERE LE SPESE – Mps, accordo sui costi ai manager 2,5% in meno
SIENA. Torna dopo tre anni (era sospesa dal 2012) la contrattazione aziendale a Banca Mps. L’accordo fra azienda e sindacati è stato raggiunto alla vigilia di Natale, dopo una trattativa non stop di tre giorni, nell’ambito della razionalizzazione dei costi imposta dalla Banca centrale europea, che chiedeva un abbattimento delle spese sul personale di circa 200 milioni di euro. Grazie all’intesa – comunica la Fabi – i sindacati sono riusciti a ottenere il ripristino della contrattazione aziendale, sospesa dal 2012, e a ridurre notevolmente l’impatto economico del piano sui lavoratori, chiamando a contribuire al taglio dei costi i top manager e le alte figure professionali, per i quali è prevista una diminuzione dello stipendio del 2,5 annuo. «è un accordo nel segno dell’equità sociale: tutela i dipendenti anche in vista di future ristrutturazioni e respinge l’impostazione iniziale dell’azienda che voleva far pagare solo ai lavoratori l’ulteriore taglio dei costi di circa 200 milioni voluto dalla Bce», commenta il Coordinamento Fabi del Gruppo Mps. «Con questo accordo – sottolinea la Fabi – abbiamo stabilito che le prossime eventuali future tensioni occupazionali nel gruppo potranno essere gestite solamente con gli ammortizzatori sociali di categoria, escludendo la possibilità per l’azienda di ricorrere ai licenziamenti collettivi o per giustificato motivo economico». Secondo i sindacati, è stato contenuto l’impatto economico delle giornate di solidarietà per dipendenti. Dalle attuali sei si riducono a cinque per chi ha un reddito fino a 35.000 euro lordi. Inoltre sarà possibile utilizzare anche integralmente le ferie arretrate, la banca delle ore arretrate e il controvalore del ticket pasto fino a totale concorrenza dei sei/ giorni in sostituzione delle stesse giornate di solidarietà. L’accordo reintroduce dopo quattro anni il premio aziendale. [R. c BY]
CORRIERE DELLA SERA ED. NAZIONALE domenica 27 dicembre 2015
Mps, tagli in busta per 180 manager – L’accordo per ridurre i costi – L’intesa – Sindacati e azienda hanno firmato l’accordo per il ripristino del contratto integrativo in Monte Paschi di Siena – L’amministratore delegato Fabrizio Viola che, come altri 180 top manager e alti dirigenti dell’istituto ha accettato una decurtazione dello stipendio del 2,5
Un taglio del 2,5 agli stipendi di top manager e alti dirigenti (circa 180 nell’organigramma della banca). Per compensare la riduzione delle giornate di solidarietà previste ogni mese (che passano da sei a cinque) per chi ha un reddito fino a 35 mila euro lordi, che quindi ne gioverà in termini retributivi. Soprattutto il ripristino della contrattazione integrativa aziendale, congelata da tre anni, che da ieri per Mps è di nuovo realtà. Vuol dire 300 euro di premio aziendale e la conferma della struttura complessiva di assistenza e previdenza interno. Per Lando Sileoni, segretario generale Fabi, quello firmato ieri a Siena è un buon accordo. Il leader della Fabi plaude alla raggiunta unità sindacale (ha firmato l’intesa anche Fisac Cgil, per la prima volta) auspicando che il governo Renzi continui a supportare l’istituto più antico del Paese anche a Bruxelles «tutelandone l’italianità ed evitando scalate estere ostili». La sensazione è che sia stata trovata una difficilissima «quadra» — per dirla in sindacalese — soprattutto perché la Bce chiedeva un abbattimento delle spese sul personale di circa 200 milioni per riequilibrare la struttura patrimoniale della banca. A conti fatti i sacrifici vengono in gran parte sostenuti dai vertici di Mps ispirandosi ad un criterio di maggiore equità. Fabio Savelli @fabiosavelli © RIPRODUZIONE RISERVATA
LA REPUBBLICA EDIZIONE NAZIONALE domenica 27 dicembre 2015
L’INTESA – LA RAZIONALIZZAZIONE DEI COSTI IMPOSTA DALLA BANCA CENTRALE EUROPEA –
Mps, ridotti del 2,5 gli stipendi dei manager
VALENTINA CONTE
ROMA. Stipendi limati a top manager e alti dirigenti. Contratto integrativo ripristinato, dopo tre anni. L’accordo di Natale del Monte dei Paschi di Siena, chiuso alla vigilia dopo tre giorni di trattative non stop, è «nel segno dell’equità sociale», esulta il sindacato Fabi. Soprattutto perché, almeno stavolta, pagare per l’ulteriore pacchetto di tagli sulla spesa per il personale da 200 milioni preteso dalla Bce non saranno i dipendenti. Nessuno perderà il posto, dopo i sacrifici degli anni passati. Ma i vertici dell’istituto senese, disastrato dopo lo scandalo derivati e con 26,3 miliardi di sofferenze lorde registrate nei primi nove mesi di quest’anno rinunceranno al 2,5 della loro busta paga. Mentre gli altri lavoratori torneranno, dopo quattro anni di astinenza, beneficiare di 300 euro di premio aziendale – maggiorato in caso di prestazioni di welfare faranno meno solidarietà (cinque giorni anziché sei per i redditi fino a 35 mila euro lordi). «L’accordo tutela i dipendenti e respinge l’impostazione iniziale dell’azienda che voleva far pagare solo ai lavoratori l’ulteriore taglio dei costi», commenta il coordinamento Fabi del gruppo Mps. «Abbiamo ricostruito il contratto aziendale, per tre anni disapplicato, e abbiamo preteso che i sacrifici fossero sostenuti soprattutto dai vertici. abbiamo inoltre stabilito che le prossime eventuali tensioni occupazionali potranno essere gestite solamente con gli ammortizzatori sociali di categoria, escludendo licenziamenti collettivi o per giustificato motivo economico». L’accordo salva in extremis anche il sistema di welfare interno che rischiava di saltare: polizza sanitaria, buoni pasto, contributo dell’azienda alla previdenza integrativa. Viene anche ampliata la base di calcolo del Tfr, con accantonamenti aumentati del 17%, e contributi aziendali per i neoassunti su dell’ 1,5%. Una buona notizia, dunque. Di certo non scontata, vista la cura da cavallo dell’ultimo triennio, post gestione Mussari. Da quando cioè Mps, sull’orlo del crac, si è risvegliata in rosso per 3,17 miliardi. A seguire, piani di risanamento, maxi ricapitalizzazioni, emissioni di Monti bond. E interventi micidiali di riduzione dei costi: 4.600 uscite entro il 2015 imposte dal piano industriale del 2012, più altre 3.440 chieste dall’Europa nel 2013. E poi giornate di solidarietà e sospensione della contrattazione integrativa. Ora ripristinata.
IL GIORNALE domenica 27 dicembre 2015
MONTE PASCHI Accordo con i sindacati per ridurre di 200 milioni le spese del personale – Mps si «ripulisce» taglia i costi – Attesa domani la vendita di un miliardo di crediti deteriorati. Anche i vertici si riducono lo stipendio del 2,5
Massimo Restelli
Negli uffici di Rocca Salimbeni è (quasi) tutto pronto: a meno di imprevisti, domani o al massimo martedì Monte Paschi scaricherà all’esterno un altro miliardo di crediti deteriorati, dopo quello ceduto a giugno. Gli occhi sono puntati su Fortress. L’operazione attesa in Piazza Affari, parte degli impegni chiesti dalla Banca centrale europea al Monte, il cui piano industriale prevede di raggiungere cessioni per 5,5 miliardi entro il 2018. Monte Paschi ha poi firmato un accordo con i sindacati per assestare una sforbiciata al costo del personale. La spending review (la Bce aveva chiesto un abbattimento delle spese di 200 milioni) coinvolge anche il top management, partire dal capo azienda Fabrizio Viola e dal presidente Massimo Tononi, cui si aggiungono altre 170 figure apicali (350 le posizioni dirigenziali). Per tutti il sacrificio è pari al 2,5 della retribuzione, che si somma al contributo del 4% che, come prevede il contratto di categoria, il management versa al fondo per l’occupazione giovanile. dipendenti riottengono poi, dopo uno stop che durava dal 2012, il contratto integrativo, che prevede un premio aziendale di 300 euro, uno sconto (da 6 a 5) sulle giornate di solidarietà. Rifatti i conti del derivato Alexandria, come preteso dalla Consob, Siena deve comunque ancora risolvere il problema principale: trovare il suo nuovo padrone di casa, dopo il sostanziale sfaldamento del nocciolo duro costruito dalla Fondazione Mps con i sudamericani di Fintech e Btg. Grande socio della Rocca, davanti alla Banca popolare cinese e ai francesi di Axa, è lo Stato Italiano con il 4,02 ricevuto a pagamento dei Monti Bond: il lock up scade giovedì 31 dicembre ma è molto probabile che il Tesoro resterà immobile sia per capire il destino di Mps sia per evitare una minusvalenza potenziale oggi stimabile in 100 milioni. In sei mesi il titolo in Borsa ha perso il 33%. «Mi auguro che il governo Renzi continui a combattere con l’Europa affinché Mps rimanga autonoma; non è in gioco solo il destino della più antica banca del Paese ma la stabilità dell’intera industria del credito», attacca il leader della Fabi, Lando Maria Sileoni. Molto dipenderà se l’Italia riuscirà a far digerire a Bruxelles la costituzione di una bad bank di sistema. Un veicolo utilissimo anche per finire di «ripulire» il Monte dalle sue sofferenze. L’intera industria del credito era persuasa di aver già ottenuto dall’Europa il via libera politico a procedere in cambio dei 3,6 miliardi spesi per salvare Banca Etruria, Banca Marche CariFe e CariChieti Ma finora non è stato così.
LA REPUBBLICA (ED. FIRENZE) domenica 27 dicembre 2015
L’ACCORDO – Contratto Mps taglio del 2,5 per i manager
TORNA dopo tre anni – era sospesa dal 2012 – la contrattazione aziendale a Banca Mps, con un accordo tra azienda e sindacati che rispetta il diktat Bce di ridurre le spese del personale di circa 200 milioni di euro. Al taglio dei costi contribuiscono i top manager e le alte figure professionali, con riduzione del 2,5 annuo sullo stipendio. Nell’accordo secondo quanto spiega il sindacato Fabi, «sono stati raggiunti obiettivi importanti» nella distribuzione dei sacrifici. è più contenuto l’impatto economico delle giornate di solidarietà per dipendenti: dalle attuali sei si riducono a cinque per chi ha un reddito fino a 35.000 euro lordi. Infine sarà possibile utilizzare integralmente le ferie arretrate, anche il controvalore del ticket pasto fino a totale concorrenza dei sei/ giorni in sostituzione delle stesse giornate di solidarietà. L’accordo reintroduce dopo quattro anni il premio aziendale, pari a 300 euro e maggiorato in caso di prestazioni welfare, regolamenta per la prima volta il premio variabile di risultato. Per quanto riguarda il welfare aziendale, è stata confermata la struttura complessiva del sistema di assistenza e previdenza interno. Ampliata la base di calcolo del Tfr, con accantonamenti aumentati del 17%.
IL MESSAGGERO NAZIONALE (+ SU 16 EDIZIONI LOCALI) domenica 27 dicembre 2015
Ok al contratto aziendale Mps tagli anche ai top manager
L’ACCORDO
SIENA Torna dopo tre anni, era sospesa dal 2012, la contrattazione aziendale per il Mps. L’accordo tra azienda e sindacati va nella direzione della razionalizzazione dei costi imposta dalla Bce che chiedeva un abbattimento delle spese sul personale di circa 200 milioni di euro. Per il coordinamento Fabi del gruppo Mps si riducono «notevolmente gli impatti economici del piano sui lavoratori»: al taglio dei costi contribuiscono i top manager e le alte figure professionali, con un taglio del 2,5 annuo sullo stipendio. Oltre al contributo dei top manager è più contenuto l’impatto economico delle giornate di solidarietà per dipendenti. Dalle attuali sei si riducono a cinque per chi ha un reddito fino a 35.000 euro lordi. Infine sarà possibile utilizzare integralmente le ferie arretrate, anche il controvalore del ticket pasto fino a totale concorrenza dei sei/ giorni in sostituzione delle stesse giornate di solidarietà. «è un accordo nel segno dell’equità sociale: tutela i dipendenti anche in vista di future ristrutturazioni e respinge l’impostazione iniziale dell’azienda» – commenta il Coordinamento della Fabi.
LIBERO MERCATO domenica 27 dicembre 2015
ACCORDO FABI – Manager Mps si tagliano gli stipendi
Torna dopo tre anni la contrattazione aziendale a Banca Mps. L’accordo tra azienda e sindacati va nella direzione della razionalizzazione dei costi imposta dalla Bce che chiedeva un abbattimento delle spese sul personale di circa 20 milioni di euro. Per il coordinamento Fabi del Gruppo Mps si riducono «notevolmente gli impatti economici del piano sui lavoratori»: al taglio dei costi contribuiscono i top manager e le alte figure professionali, con un taglio del 2,5 % annuo sullo stipendio. Nell’accordo secondo quanto spiega la Fabi, per quanto riguarda il contenimento dei costi, «sono stati raggiunti obiettivi importanti». Oltre al contributo dei top manager è più contenuto l’impatto economico delle giornate di solidarietà per dipendenti. Dalle attuali sei si riducono a cinque per chi ha un reddito fino a 35.000 euro lordi. Infine sarà possibile utilizzare integralmente le ferie arretrate, anche il controvalore del ticket pasto fino a totale concorrenza dei sei giorni in sostituzione delle stesse giornate di solidarietà.
LA SICILIA (TUTTE LE EDIZIONI LOCALI) domenica 27 dicembre 2015
INTESA CON I SINDACATI: RIDOTTO L’IMPATTO SUI DIPENDENTI DELLE GIORNATE DI SOLIDARIETà –
Mps, torna la contrattazione aziendale. Giù del 2,5 gli stipendi dei top manager
SIENA. Dopo tre anni i dirigenti di Banca Monte dei Paschi e i sindacati tornano a parlarsi. L’annuncio del ripristino della contrattazione aziendale è arrivato da uno dei sindacati, la Fabi: l’accordo è arrivato alla vigilia di Natale e va nella direzione della razionalizzazione dei costi imposta dalla Bce che chiedeva un ulteriore abbattimento delle spese sul personale di circa 200 mln di euro. Un risultato raggiunto, spiega la Fabi, anche grazie al contributo che arriverà dal taglio del 2,5 degli stipendi annui di top manager ed alte figure professionali. La contrattazione aziendale si era interrotta nel 2012, poco dopo che il gruppo aveva presentato un Piano di ristrutturazione alla Bce e a Bankitalia con una riduzione di 8.000 dipendenti entro il 2017. Da allora, i rapporti tra i sindacati e l’ad Viola erano cessati. Inutili si erano rivelate fino ad oggi le reiterate richieste dei sindacati perché anche il top manager contribuisse alla riduzione dei costi. Con l’accordo secondo quanto spiega il coordinamento Fabi di Mps, qualcosa di nuovo è successo e si ridurranno «notevolmente gli impatti economici del piano sui lavoratori». Oltre al contributo dei manager, infatti, l’intesa riduce l’impatto economico delle giornate di solidarietà per dipendenti. Dalle attuali sei si riducono a 5 per chi ha un reddito fino a 35.000 euro lordi. E sarà possibile utilizzare integralmente le ferie arretrate, come anche il controvalore del ticket pasto fino a totale concorrenza dei sei/ giorni in sostituzione delle stesse giornate di solidarietà. «è un accordo nel segno dell’equità sociale: tutela i dipendenti anche in vista di future ristrutturazioni, e respinge l’impostazione iniziale dell’azienda che voleva far pagare solo ai lavoratori l’ulteriore taglio dei costi di circa 200 milioni voluto dalla Bce», commenta la Fabi. E in vista di sempre possibili nuove richieste della Bce, secondo la Fabi, l’intesa stabilisce che «le prossime eventuali future tensioni occupazionali nel Gruppo potranno essere gestite solamente con gli ammortizzatori sociali di categoria, escludendo la possibilità per l’a di ricorrere ai licenziamenti collettivi o per giustificato motivo economico».
L’ARENA – BRESCIA OGGI domenica 27 dicembre 2015
BANCHE. Intesa con la Fabi alla vigilia di Natale dopo che la Bce aveva chiesto un ulteriore abbattimento per 200 milioni Mps, accordo sul taglio ai costi Meno soldi anche ai manager – A tre anni dallo stop alle relazioni torna la contrattazione aziendale che era stata interrotta nel 2012 con il Piano da 8.000 esuberi – La Fabi «Saranno ridotti notevolmente gli impatti economici sui lavoratori
SIENA. Dopo tre anni i dirigenti di Banca Monte dei Paschi e i sindacati tornano a parlarsi. L’annuncio del ripristino della contrattazione è arrivato da uno dei sindacati, la Fabi, che spiega come l’accordo sia arrivato dopo tre giorni di trattative, alla vigilia di Natale, vada nella direzione della razionalizzazione dei costi imposta dalla Bce che chiedeva un ulteriore abbattimento delle spese sul personale di circa 200 milioni di euro. Un risultato raggiunto, afferma il sindacato, anche grazie al contributo che arriverà dal taglio del 2,5 degli stipendi annui dei top manager e delle alte figure professionali. La contrattazione aziendale si era interrotta nel 2012, poco dopo che il gruppo aveva presentato un Piano di ristrutturazione alla Bce e alla Banca d’Italia con una riduzione di 8.000 dipendenti entro il 2017. Da allora, i rapporti tra sindacati e l’ad Fabrizio Viola erano cessati. Inutili si erano rivelate le reiterate richieste sindacali perché anche il top management contribuisse a ridurre i costi. Con l’accordo secondo quanto spiega il coordinamento Fabi di Mps, qualcosa di nuovo è successo e così si ridurranno «notevolmente gli impatti economici del piano sui lavoratori». Oltre al contributo dei manager, infatti, l’intesa riduce l’impatto economico delle giornate di solidarietà per dipendenti. Dalle attuali sei si riducono a cinque per chi ha un reddito fino a 35mila euro lordi. E sarà possibile usare integralmente le ferie arretrate, come anche il controvalore del ticket pasto fino a totale concorrenza dei sei/ giorni in sostituzione delle stesse giornate di solidarietà. «è un accordo nel segno dell’equità sociale: tutela i dipendenti anche in vista di future ristrutturazioni, e respinge l’impostazione iniziale dell’azienda che voleva far pagare solo ai lavoratori l’ulteriore taglio dei costi di circa 200 milioni voluto dalla Bce», commenta la Fabi. E in vista di possibili nuove richieste della Bce, secondo l’organizzazione sindacale, l’intesa stabilisce che «le prossime eventuali future tensioni occupazionali nel Gruppo potranno essere gestite solamente con gli ammortizzatori sociali di categoria, escludendo la possibilità per l’azienda di ricorrere ai licenziamenti collettivi o per giustificato motivo economico». Inoltre, reintrodotto dopo quattro anni, il premio aziendale, pari a 300 euro, maggiorato in caso di prestazioni welfare, regolamentato per la prima volta il premio variabile di risultato e ampliata la base di calcolo del Tfr, con accantonamenti aumentati del 17%, e incrementati i contributi aziendali per i neo assunti dell’ Costituita, infine, una commissione paritetica sull’organizzazione del lavoro per studiare un nuovo modello di banca a sostegno del territorio, che vedrà «i la- protagonisti del rilancio del Gruppo».
IL QUOTIDIANO DEL SUD (+ SU 3 EDIZIONI LOCALI) domenica 27 dicembre 2015
SIENA. Sindacati- Montepaschi – Prove di dialogo – I top manager si tagliano del 2,5 gli stipendi
SIENA – Dopo tre anni i dirigenti di Banca Monte dei Paschi e i sindacati tornano a parlarsi. L’annuncio del ripristino della contrattazione aziendale è arrivato da uno dei sindacati, la Fabi, che spiega come l’accordo sia arrivato dopo tre giorni di serrate trattative, alla vigilia di Natale, vada nella direzione della razionalizzazione dei costi imposta dalla Bce che chiedeva un ulteriore abbattimento delle spese sul personale di circa 200 milioni di euro. Un risultato raggiunto, spiega il sindacato, anche grazie al contributo che arriverà dal taglio del 2,5 degli stipendi annui dei top manager e delle alte figure professionali. La contrattazione aziendale si era interrotta nel 2012.
LA GAZZETTA DEL SUD (+ ALTRE TRE EDIZIONI) domenica 27 dicembre 2015
Torna la contrattazione aziendale Mps, via libera all’abbattimento dei costi per il personale
Taglio del 2,5 annuo sullo stipendio dei “top manager”
SIENA. Torna dopo tre anni, era sospesa dal 2012, la contrattazione aziendale a Banca Mps. L’accordo tra azienda e sindacati va nella direzione della razionalizzazione dei costi imposta dalla Bce che chiedeva un abbattimento delle spese sul personale di circa 200 milioni di euro. Per il coordinamento Fabi del Gruppo Mps si riducono «notevolmente gli impatti economici del piano sui lavoratori»: al taglio dei costi contribuiscono i top manager e le alte figure professionali, con un taglio del 2,5 annuo sullo stipendio. Nell’accordo secondo quanto spiega la Fabi, per quanto riguarda il contenimento dei costi, «sono stati raggiunti obiettivi importanti». Oltre al contributo dei top manager è più contenuto l’importo economico delle giornate di solidarietà per dipendenti. Dalle attuali sei si riducono a cinque per chi ha un reddito fino a 35.000 euro lordi. Infine sarà possibile utilizzare integralmente le ferie arretrate, anche il controvalore del ticket pasto fino a totale concorrenza dei sei/ giorni in sostituzione delle stesse giornate di solidarietà. «è un accordo nel segno dell’equità sociale: tutela i dipendenti anche in vista di future ristrutturazioni e respinge l’impostazione iniziale dell’azienda che voleva far pagare solo ai lavoratori l’ulteriore taglio dei costi di circa 200 milioni voluto dalla Bce», commenta il Coordinamento Fabi del Gruppo Mps. «Grazie a un duro e delicato lavoro di negoziazione, abbiamo ricostruito il contratto aziendale, 3 anni disapplicato, e abbiamo preteso che i sacrifici fossero sostenuti soprattutto dai vertici. Inoltre, con questo accordo abbiamo stabilito che le prossime eventuali future tensioni occupazionali nel Gruppo potranno essere gestite solamente con gli ammortizzatori sociali di categoria, escludendo la possibilità per l’azienda di ricorrere ai licenziamenti collettivi o per giustificato motivo economico», prosegue il sindacato. L’accordo reintroduce dopo quattro anni il premio aziendale, pari a 300 euro e maggiorato in caso di prestazioni welfare, regolamenta per la prima volta il premio variabile di risultato. Per quanto riguarda il welfare aziendale, è stata confermata la struttura complessiva del sistema di assistenza e previdenza interno. Ampliata, si legge nella lunga nota, la base di calcolo del TFR, con accantonamenti aumentati del 17%, e incrementati i contributi aziendali per i neo assunti dell’ Migliorate le previsioni normative sulla sicurezza, ed è stato istituito un organismo Paritetico sull’organizzazione del lavoro, il nuovo modello di banca e le nuove professionalità. «Infine è stata costituita una commissione paritetica sull’organizzazione del lavoro per studiare un nuovo modello di banca a sostegno del territorio, che veda i lavoratori protagonisti del rilancio del Gruppo», conclude la Fabi. v.u.
IL SECOLO XIX (+ SU 4 EDIZIONI) domenica 27 dicembre 2015
LA TRATTATIVA – Monte dei Paschi, dopo tre anni riaperto il tavolo con i sindacati
SIENA. Dopo tre anni i dirigenti di Banca Monte dei Paschi e i sindacati tornano a parlarsi. L’annuncio del ripristino della contrattazione aziendale è arrivato da uno dei sindacati, la Fabi, che spiega come l’accordo sia arrivato dopo tre giorni di serrate trattative, alla vigilia di Natale, vada nella direzione della razionalizzazione dei costi imposta dalla Bce che chiedeva un ulteriore abbattimento delle spese sul personale di circa 200 milioni di euro. Un risultato raggiunto, spiega il sindacato, anche grazie al contributo che arriverà dal taglio del 2,5 degli stipendi annui dei top manager e delle alte figure professionali. La contrattazione aziendale si era interrotta nel 2012, poco dopo che il gruppo aveva presentato un Piano di ristrutturazione alla Banca centrale europea e a Bankitalia con una riduzione di 8.000 dipendenti entro il 2017. Da allora, di fatto, i rapporti tra sindacati e l’ad Fabrizio Viola erano cessati. Inutili si erano rivelate fino ad oggi le reiterate richieste delle organizzazioni sindacali perché anche il top manager contribuisse alla riduzione dei costi. Con l’accordo secondo quanto spiega il coordinamento Fabi di Mps, qualcosa di nuovo è successo e così si ridurranno «notevolmente gli impatti economici del piano sui lavoratori». Oltre al contributo dei manager, infatti, l’intesa riduce l’impatto economico delle giornate di solidarietà per dipendenti. Dalle attuali sei si riducono a cinque per chi ha un reddito fino a 35.000 euro lordi. E sarà possibile utilizzare integralmente le ferie arretrate, come anche il controvalore del ticket pasto fino a totale concorrenza dei sei/ giorni in sostituzione delle stesse giornate di solidarietà.