INCONTRO CON NICASTRO, LA FABI SULLA STAMPA
Primo incontro tra Nicastro e Sindacati per parlare del futuro delle quattro banche in crisi. Sileoni: "Bene Nicastro, ma poca chiarezza dagli Amministratori degli istituti. Subito tutele legali per i lavoratori". Leggi la dichiarazione apparsa sulla stampa
MF-MILANO FINANZA mercoledì 13 gennaio 2015
Salvabanche, vendita entro l'estate - Confermato l'interesse di banche italiane ed estere e di private equity. Garanzie sulla responsabilità dei dipendenti. Sufficiente la dotazione di 100 milioni per il fondo. Possibile fusione delle controllate
di Luca Gualtieri
è durato due ore e mezza l'incontro di ieri tra i sindacati del credito e Roberto Nicastro, presidente dei quattro istituti di credito regionali salvati dal governo Renzi. Il vertice, molto atteso dalle parti sociali, è servito a fare il punto sulla complessa operazione annunciata alla fine di novembre e sui prossimi appuntamenti in vista.
Quattro gli argomenti sul tavolo: responsabilità dei dipendenti, capienza del fondo di ristoro per gli obbligazionisti, garanzie occupazionali e cessione delle quattro banche. Per quanto riguarda il primo aspetto, i sindacati hanno chiesto garanzia sulla tutela legale dei lavoratori, «che non hanno responsabilità nella vendita delle obbligazioni subordinate: la responsabilità è dei manager», ha spiegato Lando Sileoni, segretario della Fabi. «Riteniamo che chi ha collocato dei titoli emessi dalla propria banca (cioè le obbligazioni subordinate azzerate nel processo di risoluzione, ndr) non sia certo responsabile del collocamento», ha precisato Giulio Romani (First Cisl). Tanto più che alcuni prodotti sarebbero stati venduti allo sportello prima dell'entrata in vigore della direttiva Mifid che pone vincoli stringenti. Su questo punto Nicastro avrebbe fatto aperture di massima alle parti sociali, così come sul mantenimento dei livelli occupazionali che andranno comunque discussi a livello aziendale.
Se insomma il dialogo tra i segretari e il presidente è proceduto senza intoppi, qualche frecciata sarebbe stata scambiata con i due amministratori delegati presenti, cioè Giovanni Capitanio di Carife e Salvatore Immordino di Carichieti. «Dagli amministratori delegati non è stata spesa una parola riguardo alla necessità di espellere dalle banche quei dirigenti che hanno portato gli istituti sull'orlo del collasso, come ad esempio la Cassa di Risparmio di Chieti.
Anzi, il problema è stato completamente rimosso», ha incalzato Sileoni a margine dell'incontro. Notizie positive invece sul fondo di ristoro per gli obbligazionisti che, secondo quanto emerso nell'incontro, con i 100 milioni di dotazione sarebbe sufficiente per assolvere allo scopo. Per quanto riguarda il processo di cessione infine Nicastro ha confermato la tempistica già annunciata nelle scorse settimane, ribadendo che l'invito dell'Europa è di chiudere la partita entro inizio estate. Restano confermate anche le strade percorribili: compratore italiano, compratore estero o intervento di un fondo di private equity. Durante l'incontro non sono stati fatti nomi, anche se sul mercato circolano già diverse ipotesi operative. A Banca Marche potrebbe guardare il Crédit Agricole, che già negli anni scorsi aveva messo gli occhi sullo scacchiere adriatico e che, a detta di molti analisti, potrebbe ricominciare presto a crescere in Italia. Carife invece potrebbe finire nel radar di Ubi Banca , anche se l'amministratore delegato del gruppo lombardo Victor Massiah ha per il momento glissato sul tema. Se per Carichieti è ipotizzabile l'interesse di una banca del Sud, forse la Popolare di Bari, tempi più lunghi si prevedono invece per Banca Etruria , che non a caso non è guidata da un ex amministratore ma da un volto nuovo come Roberto Bertola. Sembra difficile comunque che il dossier possa tornare sulla scrivania della Bper, che lo scorso anno aveva presentato una manifestazione d'interesse.
Tornando al vertice di ieri, «l'incontro è stato utile e necessario», ha commentato il segretario generale della Fisac Cgil Agostino Megale. «è stata posta l'esigenza di governare insieme questa fase estremamente difficile con l'obiettivo di dare piena tutela sotto tutti i punti di vista a lavoratori e risparmiatori». Sulla stessa lunghezza d'onda Massimo Masi (Uilca): «Abbiamo fatto il punto della situazione e siamo soddisfatti, anche se adesso la trattativa si sposterà nelle singole banche», (riproduzione riservata)
IL SOLE 24 ORE mercoledì 13 gennaio 2015
Nicastro: vendita entro l'estate, bandi per la fine del mese
ROMA. Le quattro banche saranno vendute prima dell'estate, o singolarmente, oppure tutte e quattro insieme. è l'obiettivo che si è posto Roberto Nicastro, presidente degli istituti di credito salvati dal governo, e quindi le nuove Banca Marche, Banca Etruria, CariFerrara e CariChieti, come è emerso dall'incontro che c'è stato ieri con i sindacati del settore. Un processo che, per rispettare questi tempi, prevede per la fine di gennaio la pubblicazione dei bandi per il collocamento sul mercato.
Sul tavolo del confronto di ieri, i problemi dell'occupazione e della tutela dei risparmiatori. Un vincolo che i sindacati pongono in vista della futura vendita, partendo dalla premessa che le responsabilità etiche e legali vadano ricondotte ai manager che hanno determinato la condizione prefallimentare delle quattro banche. Si è parlato anche della dotazione del fondo, ritenuta dai sindacati non sufficiente per i risarcimenti.
Sull'evolversi della vicenda mancano ancora alcuni tasselli: i decreti del governo che dovranno stabilire i presupposti per accedere agli indennizzi e la procedura con cui dovranno svolgersi gli arbitrati per stabilire se si ha diritto ad ottenere i risarcimenti, cui sta lavorando il ministero dell'Economia: ieri c'è stato un incontro tecnico al Mef, cui ha partecipato anche Nicastro.
Al tavolo tra banche e sindacati (si è tenuto nella sede di Banca Marche, ed hanno partecipato una quarantina di sindacalisti delle diverse sigle e una decina di esponenti di vertice delle quattro banche), si è cominciato a ragionare su alcuni numeri: secondo quanto riferiscono i sindacalisti, il presidente delle good bank avrebbe quantificato che il 50-60% dei titoli subordinati in mano al retail sia stato venduto nel periodo 2006-2007, quindi prima dello scoppio della crisi finanziaria, in uno scenario congiunturale in cui titoli di questa natura erano considerati non molto rischiosi. Tutti sono stati collocati prima della direttiva europea sul bail-in che ha avuto un pesante effetto retroattivo sulla rischiosità di queste emissioni. E che l'80% sia stato venduto a risparmiatori nel cui profilo la quota di titoli subordinati non superava il 30% del portafoglio. Inoltre Nicastro ha ribadito che i casi più urgenti sono un migliaio, e che avrebbero un impatto per 27 milioni.
Tra i candidati ci sono banche italiane, alcune banche estere e il private equity. A sottolineare l'esigenza di tutelare l'occupazione è stato anche Lando Maria Sileoni, numero uno della Fabi: «La tutela dell'occupazione è prioritaria, per i dipendenti delle quattro banche e per quelli delle società satellite». Per Sileoni i lavoratori non hanno responsabilità, che sono invece dei vertici: «abbiamo ottenuto la previsione di una tutela legale per i lavoratori interessati da eventuali reclami». © RIPRODUZIONE RISERVATA Nicoletta Picchio
IL SOLE 24 ORE mercoledì 13 gennaio 2015
Per i lavoratori delle banche in crisi anche tutele legali
L'impegno a garantire tutele legali ai lavoratori, a mantenere gli attuali livelli occupazionali, il rispetto degli accordi sui piani industriali, sui prepensionamenti volontari e incentivati e l'applicazione, senza deroghe, del contratto collettivo nazionale di lavoro. è questo il pacchetto di “garanzie” che i sindacati del credito (Fabi, First-Cisl, Fisac, Uilca, Unisin) hanno portato a casa ieri nell'incontro con il presidente delle 4 banche ponte, nate dalla risoluzione di Banca Marche, Banca Etruria, CariChieti e CariFerrara, Roberto Nicastro, a cui erano presenti anche il consigliere Maria Pierdicchi e gli amministratori delegati Luciano Goffi di Banca Marche, Giovanni Capitanio di Cariferrara, Salvatore Immordino di Carichieti.
In maniera preventiva i sindacati hanno chiesto la piena tutela legale e patrimoniale per i dipendenti. Sugli eventuali profili di responsabilità dei lavoratori Nicastro si sta adoperando per azzerare o contenere ogni correlato profilo di rischio. Tra l'altro i sindacati hanno anche ricordato che ben poco è stato fatto per difendere i lavoratori che, spiega Sileoni, «hanno venduto prodotti finanziari perché decisi dalla politica aziendale». Giulio Romani (First Cisl) parla di «buoni intenti rispetto alla tutela dell'occupazione e a quella giuridica, ma ancora non sono state fornite garanzie sufficienti. Riteniamo che chi ha collocato dei titoli emessi dalla propria banca non sia certo responsabile del collocamento». Comunque, aggiunge Massimo Masi (Uilca) «abbiamo chiesto la tutela legale e non ci hanno dato un diniego». Per Agostino Megale (Fisac) «l'obiettivo è dare piena tutela sotto tutti i punti di vista ai lavoratori e ai risparmiatori».
La prospettiva certa delle 4 banche sarà lavendita, singolarmente o in blocco, entro l'estate. L'incontro, secondo quanto riferiscono fonti aziendali, è stato positivo e finalizzato all'apertura di un dialogo efficace e proficuo. Quanto ai lavoratori «le garanzie vengono dal decreto e dal processo di vendita, perché questo fa sì che si rimanga nell'ambito del contratto collettivo nazionale del credito. In assenza del decreto si sarebbe dovuta affrontare una liquidazione, priva di tutele. Tutte le tutele contrattuali rimangono in vigore», aggiungono sempre fonti aziendali.
Quel che per il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, stride è però «il silenzio degli ex commissari Bankitalia promossi amministratori, sull'espulsione dei dirigenti coinvolti nelle precedenti gestioni che hanno portato le banche ai commissariamenti. Dagli amministratori delegati non è stata spesa una parola riguardo alla necessità di espellere dalle banche quei dirigenti che hanno portato gli stessi istituti sull'orlo del collasso, come ad esempio la CariChieti». I sindacati hanno comunque chiesto che si vigili affinchè non ci sia speculazione sulla vendita delle sofferenze delle quattro banche e che ci sia una corretta valutazione del loro valore. Quanto al fondo di ristoro per i risparmiatori, per i sindacati la dotazione di 100 milioni di euro è troppo bassa. © RIPRODUZIONE RISERVATA Cristina Casadei
IL MESSAGGERO (SU ALTRE TREDICI EDIZIONI LOCALI) mercoledì 13 gennaio 2015
Banche salvate, sindacati in allerta
Vertice tra Roberto Nicastro e i leader dei principali sindacati sulle quattro banche salvate. La riunione, alla quale ieri hanno preso parte il consigliere Maria Pierdicchi, gli ad di Banca Marche, CariFe e CariChieti e i quattro commissari delle vecchie banche, ha messo a fuoco gli aspetti occupazionali, rapporti con la clientela e le modalità si salvataggio. Nicastro avrebbe fatto intendere la possibilità di vendita in blocco: Bce vuole la cessione prima dell'estate Il presidente ha espresso l'auspicio di tutelare l'occupazione e garantire il rispetto degli accordi sui piani industriali. Lando Sileoni, leader Fabi, ha criticato le posizioni «vecchie e ottuse» di alcuni commissari «che vanno in una direzione opposta rispetto a quelle espresse dal presidente Nicastro». Inoltre «si vigili affinché non ci sia speculazione sulla vendita delle sofferenze delle quattro banche e che ci sia una corretta valutazione del loro valore».
IL MATTINO (SU ALTRE SETTE EDIZIONI LOCALI) mercoledì 13 gennaio 2015
Banche, i truffati Deiulemar al presidio Etruria - Mille obbligazionisti davanti alla Consob a Roma. Una delegazione da Torre del Greco
Sergio Governale
Le nuove Banca Marche, CariChieti Ferrara e Popolare dell'Etruria - salvate dal governo Renzi con decreto - saranno vendute in primavera e dovranno finanziare la «bad bank», ossia l'istituto che si è fatto carico dei loro crediti in sofferenza. ai del alle sindacali dei bancari è il presidente Roberto Nicastro. Le quattro «good hanno spiegato co i rappresentanti di Fabi, First, Fisac, Uilca e Unis «saranno cedute prima dell'inizio dell'estate e la vendita potrebbe avvenire in un unico blocco oppure separatamente, seconda delle manifestazioni di interesse che arriveranno nelle prossime settimane». possibili acquirenti ? Un gruppo italiano o estero oppure un fondo di private equity. Nelle scorse settimane sono circolati i nomi del colossi anglosassoni Fortress, Lone Star e Cerberus, nella gestione partite deteriorate. Ma molti altri avrebbero già bussato alla porta di Nicastro. Gli incontri si susseguono mentre in piazza continuano le proteste dei risparmiatori traditi. manifestare davanti alla sede della Consob sono stati oltre 250 clienti dei quattro Adusbef, e il Comitato vittime del salva- hanno organizzato un sit- cui hanno preso parte anche rappresentanti del Codacons. sostenerli circa 40 obbligazionisti di Deiulemar provenienti da Torre del Greco, vittime del crac da oltre 700 milioni di euro della compagnia di navigazione napoletana. La loro rappresentante, l'avvocato Monica Cirillo, ha consegnato idealmente l'Oscar alla «carriera indecorosa» al presidente della Consob Giuseppe Vegas. «Dal 2012 chiediamo una commissione d'inchiesta ricorda, evidenziando Italia vige principio di irresponsabilità». «In sette anni - aggiunge - sui conti correnti dell'armatore Iuliano sono passati 700 milioni senza segnalazioni di anomalie da parte di Bankitalia. Non solo: la Consob ha autorizzato la raccolta di 40 milioni di euro in bond, mentre ne sono stati poi raccolti 800 milioni. E ancora: la Consob ha autorizzato l'emissione nel 2007 dopo che nel 2006 Bankitalia l'aveva rigettata. Oggi - è la sua denuncia - le autorità di controllo si rimpallano le responsabilità, ma negli anni abbiamo ai crac cooperative rosse, di Giacomelli, Parmalat, Mps e Cirio sempre con lo stesso I ora devono andare a casa». Alle proteste si sono uniti i presidenti di Adusbef Elio Lannutti - che ha invitato i risparmiatori torre - e di Federconsumatori Rosario Trefiletti. In coro sottolineano che «anche i risparmiatori dimenticati, anzi spesso sono i una grave ormai abbandonato a se stesso e per questo stiamo pensando di organizzare al Sud, forse a Napoli». differenza di Adusbef e Federconsumatori, il Codacons e alcuni comitati dei risparmiatori traditi hanno invece deciso di incontrare il direttore generale della Consob Angelo Apponi e Vegas, collegato in videoconferenza da Milano. L'Authority spiegano, «ha accolto la nostra richiesta di eseguire ispezioni le banche, procedendo per riguarda Banca Etruria di azione di nullità dei bilanci dal 2010 al 2014». La Consob, precisa il Codacons, si è poi «impegnata a raccogliere la documentazione sulle illegalità nel collocamento che potrà essere poi utilizzata nei tribunali ai fini del risarcimento da parte degli investitori delle 4 banche». proposito del fallimento di Banca Etruria, il premier Matteo Renzi si dice favorevole a una commissione di inchiesta, ma «niente processi «Se si farà - osserva - dev'essere non su una banca ma sul sistema bancario degli ultimi 15 anni, dove sono successe cose nel silenzio della politica, che ha fatto finta di non vedere autentici errori». delle competenze di Consob e Bankitalia da parte del governo, Renzi chiarisce: «Sono due istituzioni che abbiamo il dovere di proteggere, se qualcuno sbagliato © RIPRODUZIONE RISERVATA
LIBERO mercoledì 13 gennaio 2015
I truffati dalle 4 banche fallite sfondano i cancelli - della Consob Dopo l'ennesima protesta, Vegas riceve i manifestanti e apre alle ispezioni Il sindacato dei bancari chiede a Nicastro la tutela legale per i lavoratori
ANTONIO CASTRO
Non si placano manife e proteste contro i vertici delle 4 banche (morte e risorte per decreto del governo). Buona parte dei risparmiatori truffati continuano a tallonare gli istituti di credito e le finanziarie di controllo (Consob, ma anche Bankitalia), ottenere un vero rimborso e non l'elemosina di un " ristoro " minimo e parziale. Ieri a Roma - davanti alla sede Consob - la società di vigilanza sulle società e la borsa - è andata in scena l'ennesima protesta dei truffati. Ma c'è di più. Ann l'aria i vertici della Commissione hanno invitato alcuni manifestanti e i rappresentanti del Codacons ad un confronto diretto. così il Codacons e alcuni comitati dei risparmiatori traditi, ricevuti generale della Commissione, Angelo Apponi, e dal presidente Giuseppe Vegas (in videoconferenza da Milano), per esporre la disperazione degli investitori. Consob ha anche chiesto al Codacons di inviare casi specifici relativi ad esposti individuali di singoli risparmiatori in merito al collocamento delle obbligazioni, e ha accolto la richiesta di eseguire ispezioni presso Banca Marche, Banca Etruria, Carichieti e Carife. Quanto alla richiesta di riavere tutti i quattrini investiti la Commissione avrebbe glissato, puntualizzando «che la questione è meramente politica». E se Codacons si siede al tavolo con Consob, le altre associazioni Federconsumatori e e di arbitrati truffaldini, fino ai risarcimenti integrali degli espropriati da Bankitalia, Consob e dal governo che, ratificando il b in, non ha tutelato gli interessi nazionali e dei risparmiatori truffati». Le due organizzazioni hanno invece chiesto «un incontro urgente» al presidente del Consiglio. Matteo Renzi tratta con estrema prudenza la vicenda. Intervistato da Repubblica Tv ammette che bisogna fare chiarezza (e magari una commissione d'inchiesta assicura che la Boschi (il papà era vicepresidente di Banc ha fatto bene a non dimettersi. poi smentisce che sia in programma su e Bankitalia. Insomma, un po' poco. Non una parola sui rimborsi e sui tempi. Chi è un po' più prolisso è il neo presidente delle quattro banche salvate (Banca Etruria, Carife Carichieti), Roberto Nicastro che ha confermato, incontrando i sindacalisti dei bancari degli istituti coinvolti, che gli istituti saranno venduti entro l'estate «in «Nicastro ha confermato che entro l'estate le banche dovranno essere vendute», affermato Agostino Megale, segretario generale Fisac Cgil. «La previsione è che siano o tutte insieme o a spezzatino prima dell'estate ha confermato Lando Maria Sileoni Ma segretario generale Uilca Uil, ha indicato tra i possibili «un gruppo italiano, estero o a private equity». Problema non da poco (oltre ai possibili tagli occupazione è l'aspetto delle tutele «Tema aperto», confida Sileoni, ma «i lavoratori non sono assolutamente responsabili per aver venduto prodotti che la banca gli aveva dato da vendere». Chi lancia un nuovo allarme, attacca il governo, è un ex banchiere transitato in politica. Corrado Passera (per 1 anni ad di Banca Intesa), ammonisce: «Malgrado il danno già dal decreto governativo, il buco delle quattro banche non è probabilmente ancora chiuso».
AVVENIRE mercoledì 13 gennaio 2015
«Banche vendute entro giugno» - Nicastro conferma la cessione dei quattro istituti salvati
LUCA MAZZA
ancora da vedere se la cessione avverrà con un solo pacchetto, oppure separatamente. Si sceglierà in base alla maggior convenienza della prima o della seconda ipotesi. Ma Roberto Nicastro ha assicurato che Banca Marche, Etruria, Carichieti e Carife «saranno vendute prima dell'inizio dell'estate L'occasione per l'annuncio è stata il primo incontro tra il presidente dei quattro istituti salvati dal decreto del governo e le cinque sigle sindacali (Fabi, First, Fisac, Uilca e Unisin), avvenuto proprio in concomitanza del sit- dei risparmiatori colpiti davanti alla Consob. Al centro della riunione c'era soprattutto la situazione di lavoratori e investitori coinvolti nella crisi. «Nicastro ci ha confermato che la previsione è di vendere le 4 banche o tutte insieme o in forma separata entro i primi sei mesi dell'anno hanno spiegato i segretari generali della Fabi, Lando Maria Sileoni, della Uilca, Massimo Masi, all'uscita «L'incontro è stato parzialmente positivo rispetto ai temi centrali dei lavoratori bancari» hanno aggiunto, precisando che i sindacati hanno chiesto la tutela legale dei lavoratori «che non hanno responsabilità sulla vendita delle obbligazioni subordinate: la responsabilità è dei ma- è nager». Per Giulio Romani, segretario First Cisl, «si sono manifestati buoni intenti rispetto alla tutela dell'occupazione e a quella giuridica, ma ancora non sono state fornite garanzie sufficienti. Riteniamo che chi ha collocato dei titoli emessi dalla propria banca non sia certo responsabile del collocamento». Per le fonti vicine al dossier, le garanzie sul fronte lavoratori vengono dal decreto e dal processo di vendita, perché questo fa sì che si rimanga nell'ambito del Ccnl. In assenza del decreto si sarebbe dovuta affrontare una liquidazione, priva di garanzie. Tutte le tutele contrattuali, invece, rimangono in vigore. Sugli eventuali profili di responsabilità dei dipendenti, specificano le stesse fonti, il presidente delle Good Bank si starebbe adoperando per contenere o azzerare gli altri profili di rischio correlati. Sui termini di un'eventuale commissione parlamentare sul caso banche è intervenuto ieri anche Matteo Renzi: «Io sono convinto, ma se si farà deve essere una commissione d'inchiesta non su una banca, ma sul sistema bancario degli ultimi 15 anni dove ci sono stati autentici errori nel silenzio della politica, che ha fatto finta di non vedere». Il premier, infine, sintetizza come bisognerà procedere: «Massima trasparenza e discussione nel merito. Ma no a processi show».
LA REPUBBLICA/FIRENZE mercoledì 13 gennaio 2015
Presidio delle vittime Nicastro vede i sindacati
PRESIDIO delle vittime del Salvabanche davanti alla Consob, nuovo diluvio di polemiche e soprattutto incontro tra il presidente delle quattro Good Bank Roberto Nicastro e i sindacati. Quest'ultimo appare l'evento saliente di una nuova giornata intensa, quella di ieri, per Banca Etruria. Nicastro, nel confermare che la vendita di Banca Etruria avverrà entro primavera in pacchetto oppure no, avrebbe rassicurato i sindacati sul mantenimento dei livelli occupazionali. E il sindacato dei bancari Fabi è intervenuto per giudicare positivamente l'impegno del presidente delle Good Bank «a mantenere gli attuali livelli occupazionali e a garantire il rispetto degli accordi sui piani industriali, sui prepensionamenti volontari e incentivati e l'applicazione senza deroghe, del contratto del credito». Lo afferma il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni. «Constatiamo però con sconcerto - sottolinea il sindacalista - che le posizioni vecchie, ottuse e stantie di alcuni ex- e oggi amministratori dei quattro istituti vanno in una direzione opposta. Dagli amministratori delegati non è stata spesa una parola riguardo alla necessità di espellere dalle banche quei dirigenti che hanno portato gli stessi istituti sull'orlo del collasso. Anzi, il problema è stato rimosso. Abbiamo denunciato inoltre che gli attuali amministratori hanno lasciato completamente soli i lavoratori bancari di fronte alle quotidiane minacce subite». ©RIPRODUZIONE RISERVATA
L'ECO DI BERGAMO - LA PROVINCIA DI LECCO - LA PROVINCIA DI SONDRIO
mercoledì 13 gennaio 2015
Nicastro: le 4 banche salvate saranno vendute prima dell'estate - Resta caldo il fronte degli istituti di credito salvati con l'intervento del governo
ROMA. Decreto« Salvabanche» svilli ancora al centro delle polemiche con i sindacati del credito che incontrano il presidente dei quattro istituti salvati dal decreto di fine novembre, Roberto Nicastro, e i risparmiatori in corteo davanti alla Consob. Secondo quanto si è appreso da fonti che hanno partecipato all'incontro la delegazione dei manager ha salutato l'appuntamento come «positivo. Il dialogo è stato efficace e proficuo. Nicastro ha confermato che entro l'estate le banche dovranno essere vendute - ha affermato Agostino Megale, segretario generale Fisac Cgil - e ha evidenziato che ciò potrà avvenire in un unico blocco o separatamente, sulla base delle manifestazioni di interesse che saranno avanzate nelle prossime settimane». «La previsione è che siano vendute, o tutte insieme o a spezzatino», ha confermato Lando Maria Sileoni della Fabi, che con le altre sigle ha avanzato una richiesta di tutela legale e patrimoniale per i dipendenti che hanno collocato i prodotti oggetto del contendere, fatta salva l'eventualità di rintracciare comportamenti truffaldini. Sileoni ha promosso Nicastro per quanto riguarda «gli impegni a mantenere gli attuali livelli occupazionali». Ma ha sottolineato un paradosso che permane nella gestione di alcune banche: «Constatiamo con sconcerto che le posizioni, vecchie, ottuse e stantie di alcuni ex commissari e oggi amministratori dei quattro istituti vanno in una direzione opposta rispetto a quelle espresse da Nicastro sull'esigenza di rinnovare la fiducia». In particolare, denuncia la Fabi in una nota, «dagli amministratori delegati non è stata spesa una parola riguardo alla necessità di espellere dalle banche quei dirigenti che hanno portato gli stessi istituti sull'orlo del collasso, come ad esempio la Cassa di risparmio di Chieti. Anzi, il problema è stato completamente rimosso». Nel corso della mattinata di ieri, il Codacons e i comitati dei risparmiatori traditi sono stati ricevuti dal direttore generale della Consob, Angelo Apponi, e dal presidente Giuseppe Vegas in videoconferenza da Milano, per esporre la disperazione degli investitori e chiedere misure che aiutino i risparmiatori coinvolti.
CORRIERE DI AREZZO mercoledì 13 gennaio 2015
Richiesta dei sindacati, Nicastro si impegna e garantisce le tutele occupazionali - Banche, no alle cause ai dipendenti
di Marco Antonucci
AREZZO - Mentre i risparmiatori protestavano sotto le finestre della Consob, i dipendenti - o meglio i loro rappresentanti sindacali nazionali - si confrontavano con Roberto Nicastro. Roma è stata ieri il crocevia della tormentata vicenda banche. Da una parte c'era chi ha visto azzerati i risparmi di una vita, dall'altra chi dietro quegli sportelli oggi finiti nel tritacarne delle polemiche e delle proteste ci lavora tutt'ora Nessuna contrapposizione. Sono tantissimi i dipendenti che in azioni e bond subordinati avevano investito i loro risparmi, andati in fumo con l'entrata in vigore del decreto. Ieri, nella sede romana di Banca Marche, c'erano i segretari generali delle cinque sigle del credito. Un confronto programmato da tempo per analizzare il presente e il futuro di Banca Etruria, Banca Marche, CariFerrara e CariChieti Da una parte i rappresentanti di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca Uil e Unisin; dall'altra il presidente Roberto Nicastro e la consigliere di amministrazione Maria Pierdicchi. Sul tavolo la situazione dei dipendenti, stretti tra il rischio di vedersi far causa per aver collocato gli ormai famigerati bond subordinati, e la necessità di avere risposte su quale futuro attende i quattro istituti bancari. Un incontro positivo, un dialogo aperto e proficuo, è stato definito da fonti vicine alla good bank il faccia a faccia di ieri mattina. Roberto Nicastro si è impegnato nella direzione auspicata dai sindacati che hanno chiesto la tutela legale per i dipendenti che hanno collocato le obbligazioni subordinate. "Sulla tutela legale non ci è stato dato un diniego - ha sottolineato Massimo Masi, segretario generale della Uilca. Per Agostino Megale, segretario generale Fisac, "l'incontro è stato utile e necessario. una fase di estrema difficoltà, l'obiettivo è che sia data piena tutela ai lavoratori e ai risparmiatori, sapendo che le responsabilità etiche e penali di chi ha portato al dissesto delle banche non vanno ai lavoratori ma ai manager". "Chi ha collocato i titoli della propria banca non può essere responsabile di quello che è successo" ha puntualizzato Giulio Romani, segretario generale della First Cisl. E Nicastro? Ai sindacati ha spiegato che sta lavorando nella stessa direzione da loro auspicata, per azzerare i rischi di una responsabilità legale. Altro delicatissimo tema che è stato affrontato quello dei livelli occupazionali. C'è una vendita in corso e le rappresentanze sindacali hanno chiesto a Nicastro che siano garantite le tutele occupazionali. E il presidente delle good banks ha precisato che proprio il
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