In concomitanza con l'avvio della procedura di ristrutturazione, i lavoratori scendono in piazza per contestare la decisione del Gruppo inglese di dismettere la rete italiana. In ballo 300 esuberi da gestire nell'immediato. Morandi: "Politica aziendale miope"
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BARCLAYS, SINDACATI IN PIAZZA PER DIFENDERE I LAVORATORI

In concomitanza con l’avvio della procedura di ristrutturazione, i lavoratori scendono in piazza per contestare la decisione del Gruppo inglese di dismettere la rete italiana. In ballo 300 esuberi da gestire nell’immediato. Morandi: “Politica aziendale miope”
BARCLAYS, SINDACATI IN PIAZZA PER DIFENDERE I LAVORATORI
I sindacati scendono in piazza per chiedere la salvaguardia degli oltre mille dipendenti del Gruppo Barclays, che vedono a rischio il loro posto di lavoro a causa della decisione aziendale di dismettere la rete italiana.
Domani è previsto a Milano un presidio di lavoratori presso la sede della banca inglese, in concomitanza con l'apertura della procedura di ristrutturazione.
Si tratta della terza che si va a sommare alle altre due, datate rispettivamente 2012 e 2014, in virtù delle quali sono usciti dal Gruppo già circa 500 persone. Attualmente gli esuberi dichiarati dalla banca ammontano a 300, ma c'è preoccupazione anche per gli altri 580 lavoratori che saranno ceduti a giugno 2016, insieme alla rete degli sportelli, a CheBanca! del Gruppo Mediobanca, per i quali i sindacati chiedono garanzie occupazionali.
A partire da domani si aprirà la trattativa per gestire la prima parte di eccedenze di personale, circa 170, a cui in un secondo momento se ne aggiungeranno altre 120, per un totale di quasi 300 addetti.
Ad essere coinvolti nella ristrutturazione saranno i lavoratori che resteranno in Barclays temporaneamente fino al 2017 per svolgere in prevalenza l'attività di recupero crediti.
A preoccupare le Organizzazioni Sindacali è soprattutto il fatto che gli esuberi non potranno del tutto essere gestiti attraverso i tradizionali ammortizzatori sociali di categoria, come il Fondo di Solidarietà, perché i lavoratori interessati non hanno i requisiti anagrafici per potervi accedere.
"Chiediamo una forte riduzione degli esuberi e tutele certe, anche contrattuali, per i lavoratori del Gruppo", dichiara Franco Morandi, dirigente territoriale FABI Milano con delega al Gruppo Barclays, "Non accetteremo uscite obbligatore e siamo pronti a dare battaglia in ABI affinché siano scongiurate eventuali deroghe al Contratto Nazionale dei lavoratori. Riteniamo estremamente miope la politica aziendale di Barclays, che ancora una volta sceglie di restringere il suo perimetro di business, nonostante la stessa BCE abbia proprio ieri certificato che l'Italia è uno dei Paesi dove si è registrato il più marcato miglioramento delle condizioni dei prestiti alle imprese e un aumento della domanda di credito. Ancora una volta la scarsa lungimiranza della classe manageriale danneggia clientela e lavoratori. Non resteremo a guardare, ma ci opporremo a questa politica in tutte le sedi opportune".

v>Milano 21/01/2016

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