MF-MILANO FINANZA giovedì 21 gennaio 2016
Mps, Viola non frena la valanga – In tre sedute bruciati 1,2 miliardi. Ora è l’11° istituto italiano per valore di mercato. Non passa una vendita da 15 milioni di azioni. Voci di una possibile aggregazione ma Unicredit, Intesa e Poste si chiamano fuori
di Luca Gualtieri
Ieri sera il Monte dei Paschi era l’undicesima banca italiana per capitalizzazione, con un valore di borsa di appena 1,5 miliardi di euro, inferiore, per esempio, a quello della Popolare di Sondrio o del Credito Emiliano . è questo l’esito della terza giornata di passione per la banca senese, che ha chiuso le negoziazioni con una perdita del 22,2% a 0,5 euro, con 76,3 milioni di azioni passati di mano.
Ancora una volta le vendite sarebbero state effettuate da operatori italiani ed esteri, con un giallo verso la fine della seduta: come riportato dall’agenzia MF-Dow Jones, nella fase di chiusura sarebbe stato inserito nel book un ordine di vendita al meglio per 15 milioni di pezzi, pari allo 0,5% del capitale. L’ordine per ò non è passato perché stava spingendo il prezzo di chiusura a 0,40 euro, in calo del -38,98%, scarto troppo elevato.
Neppure le parole dell’amministratore delegato Fabrizio Viola sono riuscite a sedare la speculazione. Ieri mattina in un messaggio rivolto agli investitori il banchiere ha definito l’andamento del titolo Mps «del tutto anomalo», visto che «non ha alcun riscontro nei fondamentali della banca. Al momento», ha aggiunto Viola, «la dimensione della raccolta di quei clienti che hanno deciso di spostare parte dei loro risparmi è contenuta e comunque inferiore a quella riscontrata nella precedente crisi che la banca ha vissuto nel febbraio 2013, che è stata brillantemente superata».
Sulla stessa lunghezza d’onda si è espresso Davide Serra, fondatore di Algebris e finanziere vicino al premier Matteo Renzi: «Dopo tutti gli aumenti di capitale che ha fatto, la banca è solida; lo dice la Bce», ha spiegato da Davos. «Per la prima volta sto guardando e iniziando a investire sul credito del Monte dei Paschi , sui bond subordinati e sul debito senior». Parole che non hanno avuto alcun effetto sul titolo, proiettato sin dall’apertura in territorio negativo, nonostante il divieto di short selling imposto da Consob fino alla seduta di oggi. Così, dall’inizio della settimana la banca senese ha bruciato oltre 1 miliardo di capitalizzazione arrivando a quotare a prezzi da saldo se si considera che il patrimonio netto è di 9,85 miliardi e l’attivo di 170 miliardi. Anche per questa ragione ieri nelle dealing room sono tornate a circolare voci di possibili operazioni di m&a, senza peraltro che emergessero nuovi scenari rispetto al passato. Ubi resta il candidato favorito per un’aggregazione con il Monte, soprattutto se sfumerà definitivamente il matrimonio con Bpm , mentre l’amministratore delegato di Unicredit Federico Ghizzoni ha subito messo a tacere le indiscrezioni su un possibile intervento della banca di piazza Gae Aulenti: «Non ci sono sollecitazioni del governo a intervenire su Mps ». Smentite analoghe sono arrivate da Poste e Intesa Sanpaolo .
Grande apprensione si registra comunque tra i dipendenti della banca, come testimoniano le parole del numero uno della Fabi Lando Sileoni: la banca «sta subendo attacchi speculativi, dettati quindi da altri interessi, non esclusi quelli di un acquisto del gruppo a prezzi irrisori».
Sempre ieri Mps ha lanciato una nuova cartolarizzazione (gestita da Banca Imi, Hsbc, Unicredit e dal Monte stesso) che ha come sottostante un portafoglio da 1,62 miliardi di euro in contratti di leasing di buona qualità a pmi e privati. (riproduzione riservata)
LIBERO giovedì 21 gennaio 2016
Aria di salvataggio pubblico per Mps Renzi e Padoan incontrano Visco (Bankitalia) per studiare una soluzione che eviti il crac di Siena Intesa smentisce, ma si pensa a un intervento di sistema che coinvolga anche il Tesoro e la Cdp
FRANCESCO DE DOMINICIS Un intervento pubblico, diretto, è vie- dalla legge. Ed è sostanzialmente impedito pure dalla disciplina europea sugli aiuti di Stato, particolarmente «sgraditi» Bruxelles. Sta di fatto che il crollo continuo del Montedei Paschi di Siena apiazza Affari costringe il governo ad alzare il livello di guardia. Il premier Matteo Renzi, per una serie di ragioni, anche politiche, non pu ò restare indifferente alle vicende di Mps, che poi è la quarta banca italiana: se facesse il botto si porterebbe dietro tutta l’industria creditizia tricolore. Si studia, secondo fonti vicine al dossier, una soluzione di sistema che in qualche modo possa contemplare la partecipazione (indiretta) un braccio statale. Di qui il vertice a palazzo Chigi, non programmato, col governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, e col ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Il quale è andato al summit nella duplice veste di inquilino di via Venti Settembre e rappresentante del primo azionista (il Tesoro ha il 4%) della stessa banca senese. All’ordine del giorno della riunione, ovviamente, c’era la tempesta finanziaria che sta travolgendo tutte le banche italiane: ieri l’ennesimo tonfo della Borsa di Milano e una raffica di sospensioni, coi titoli bancari sotto costante pressione. L’attacco speculativo trae fondamento dal fardello delle sofferenze: tra incagli e rate non pagate, la montagna di crediti deteriorati sfiora i 360 miliardi di euro. Da un anno Tesoro e Bankitalia trattano con l’Unione europea una soluzione che per ò non vede la luce: vuoi per la debolezza di Renzi in Europa vuoi per una regia «interna» che non s’è vista. Ma gli istituti – su questo aspetto c’è invece piena convergenza -devono liberarsi a stretto giro della spazzatura finanziaria, figlia della lunga recessione e dei problemi dell’economia reale. Anche il presidente Abi, Antonio Patuelli, ha chiesto di fare presto. Visco e Padoan avrebbero trovato la quadra su uno strumento di garanzia a titolo oneroso che dovrebbe favorire l’acquisto delle partite incagliate (quindi non una vera e propria bad bank), al quale si dovrebbe aggiungere un mix di misure volte ad accelerare il recupero crediti (oggi in media servono 7 anni) e smobilizzare le stesse sofferenze (sono probabili incentivi fiscali). Il piano dovrebbe trovare il semaforo verde dell’Antitrust Ue guidato dalla commissaria alla Concorrenza, Margreth e Vestager. Secondo quanto trapelato dopo l’incontro si metteranno «in campo tuttele iniziative necessarie per completare il processo di consolidamento iniziato con la riforma delle banche popolari». Entro fine mese il consiglio dei ministri dovrebbe dare il via libera al riassetto delle Bcc, con la creazione di una holding unica. Il Cdm dovrebbe riunirsi il 28 gennaio anche per esaminare il provvedimento sulle sofferenze che dovrebbe favorire, per primo, Mps. La tensione a Siena è altissima. Il segretario generale del sindacato Fabi, Lando Maria Sileoni, parla di «attacco speculativo». Ieri il titolo del Monte ha chiuso lasciando sul parterre il 22 per cento del valore. La banca presieduta da Massimo Tononi resta osservata speciale. Lo Stato formalmente pu ò fare poco, ma in tanti continuano a chiamare in causa la Cassa depositi e prestiti. Mentre l’amministratore delegato di Intesa, Carlo Messina, ha detto che non c’è intenzione di comprare il Monte Paschi e che non ha ricevuto richieste dal governo. Per ora. twitter@DeDominicisF
LIBERO giovedì 21 gennaio 2016
Rocca Salimbeni prova a fare cassa Cartolarizzazione da 1,62 miliardi
Il Monte dei Paschi prova a fare cassa e colloca sul mercato una cartolarizzazione da 1,62 miliardi di euro con sottostante contratti di leasing a piccole e medie imprese e privati originati dall’istituto senese. Secondo quanto si apprende da fonti finanziarie, il collocamento, composto da cinque diverse tranche, dovrebbe essere prezzato nei prossimi giorni. A curare l’operazione c’è un pool di banche composto da Banca Imi, Hsbc, Unicredit e la stessa Mps. La prima tranche da 761,3 milioni di euro ha come prima indicazione di rendimento in area 125 punti base sopra l’Euribor a 3 mesi. Altre tre tranche sono da 202 milioni di euro circa ciascuna, l’ultima da 251 milioni. La vicenda Mps tiene banco anche fra i sindacati. Secondo il segetario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, «l’attacco di questi giorni al sistema bancario italiano è figlio dell’irresponsabilità e un caso tra tutti è quello che riguarda il Gruppo Mps, ottimamente guidato da Fabrizio Viola, che a fronte di un netto miglioramento dei fondamentali sta subendo attacchi speculativi dettati quindi da altri interessi, non esclusi quelli di un acquisto a prezzi irrisori. è giusto ricordare che Mps è impegnato a salvaguardare, oltre alla sua clientela, anche i 24mila dipendenti e le loro rispettive famiglie. è indispensabile, quindi, che tutti assumano atteggiamenti responsabili».
CORRIERE DI SIENA giovedì 21 gennaio 2016
“Risparmiatori state calmi evitate panico e psicosi – La Fabi: “Mps sta subendo attacchi speculativi dettati da altri interessi, non esclusi quelli di un acquisto del gruppo a prezzi irrisori”
di Sonia Maggi
SIENA Crisi Monte dei Paschi. Giornate di seria apprensione per tutti coloro che posseggono quote azionarie della banca più antica del mondo. Nessuno è in grado di dare una spiegazione chiara alla situazione. Ma la psicosi non è giustificata, almeno da quanto sostenuto dagli addetti ai lavori. Persino il sindacato si muove per palcare gli animi: “Il Gruppo Mps, guidato da Fabrizio Viola sta subendo attacchi speculativi dettati quindi da altri interessi, non esclusi quelli di un acquisto del gruppo a prezzi irrisori. E’ giusto ricordare che Mps è impegnata a salvaguardare, oltre alla sua clientela, anche i 24.000 dipendenti dell’istituto e le loro rispettive famiglie”. Lo dichiara Lando Maria Sileoni, segretario generale del Fabi, principale sindacato dei bancari, aggiungendo che “è indispensabile che tutti assumano atteggiamenti responsabili per evitare che, in caso contrario, s’inneschi una spirale di psicosi e di paura del tutto infondata, che potrebbe generare ulteriori penalizzazioni per i 24.000 dipendenti dell’istituto senese e per la sua storica clientela”. Dunque cautela, perchè la situazione sarebbe meno grave di quanto sembra. Ne parliamo con un esperto: il professor Giampaolo Gabbi, ordinario presso il dipartimento di Studi aziendali e giuridici della nostra Università, esperto in gestione dei rischi finanziari. “Mi preme sottolineare – esordisce il docente – che dobbiamo fare una netta distinzione fra l’andamento di mercato e le notizie che si hanno sulla Banca Monte dei Paschi. Il mercato registra la performance negativa del titolo che va collocato in un andamento negativo della Borsa a livello mondiale legato all’arresto della crescita dei paesi emergenti come le Cina, e al prezzo del petrolio. Il petrolio rappresenta la riprova della domanda da parte delle imprese e le sue oscillazioni ci danno la misura del fattore di crescita. chiaro che in una situazione generale così critica i primi a farne le spese sono le realtà più deboli, come l’Eu e l’Italia in particolare”. Quindi è falso l’ottimismo politico di questi ultimi mesi in merito alla ripresa interna. “Beh, diciamo che l’Italia va meno peggio di prima ma la recessione c’è ancora e non è tale da creare tanto ottimismo. Il dato di crescita è ancora a livelli del 2007, quindi non abbiamo superato l’effetto recessivo della crisi”. Ma perché si ‘punisce’ il settore bancario in particolare? “Perché si sta cominciando a guardare a fondo il tema della finanza e del risparmio delle famiglie. Alla luce della nuova normativa ‘bail in’ sale la paura che si verifichino altre crisi bancarie come quella della Popolare dell’Etruria e questa paura si riflettere sui titoli bancari, un settore che non riesce più ad attrarre l’interesse degli investitori ma anche dei gestori degli investimenti, promotori. Circola la paura del default, insomma un clima di forte allarmismo che genera conseguenze negative”. perché il più penalizzato è proprio il Monte dei Paschi? “Riguardo al Monte dei Paschi sinceramente non sono in grado di spiegare cosa sta succedendo in borsa. Ma conosco bene i dati dell’ultima trimestrale che sono buoni e siccome l’ad Viola ha confermato che da settembre ad oggi non ci sono state variazioni, mi vedo costretto a confermare che quei dati sono positivi e comunque non tali da generare questo clima di sfiducia”. Anche l’amministratore delegato e molti altri addetti ai lavori la pensano così, ma allora come giustificare questo terremoto sul titolo? “Ripeto, cosa sia successo esattamente è difficile da analizzare, del resto c’è un’inchiesta in corso da parte di Consob, a dimostrazione che la situazione è abbastanza anomala”. Secondo lei Mps è banca solida. “No, è una banca fragile, se non altro per tutto quello che ha passato, ma nel panorama italiano e anche europeo, ci sono banche messe peggio. Il capitale di Mps è 11,7 è salito di un punto (prima era a 10,5 e un punto è veramente una percentuale importante, pensiamo che il minimo richiesto, la soglia limite, è al 7 per cento quindi….”. E che dire delle perdite? “La copertura di esposizioni non performing è pari al 48,6 quindi significa che la metà di queste perdite la banca è in grado di coprirle, la percentuale vi assicuro è tra le migliori”. Del resto la trasparenza dei dati è garantita anche dal fiato sul collo della Bce che Mps ha quotidianamente da due anni a questa parte. “Infatti, il contatto fra Bce e Mps è continuo, una quotidiana verifica dei conti e il livello di capitalizzazione è buono attualmente. D’altra parte per recuperare un portafoglio così deteriorato ci vuole tempo, ma il piano industriale sta dimostrando assoluta attinenza”. Allora perché si sostiene che il patrimonio della banca è ridotto a meno di due miliardi e che si è bruciato tutto l’ultimo aumento di capitale? “Qui si parla di valore della capitalizzazione di mercato, vale a dire il valore che in questo momento il mercato dà a banca Mps. Ma il patrimonio della banca ricostruito con gli aumenti di capitale resta intatto, quei soldi ci sono e pongono Mps all’ per cento, ripeto, un’ottima percentuale”. Quindi in che senso sostiene che la banca è stabile? “Semplicemente che continua a sopravvivere con la sua attività, nonostante la borsa”. Sì ma ai piccoli risparmiatori importa poco del capitale della banca, quando vedono che i loro risparmi sono dimezzati e dimagriscono ancora…. “Esiste questa forte volatilità del mercato, le azioni comportano dei rischi. Potrebbe trattarsi di una forte speculazione a breve termine e allora in questo caso è facile prevedere una ripresa rapida entro poco tempo. Se invece la perdita è legata alla sfiducia e dunque alla vendita dei fondi, allora la ripresa sarà molto più lenta. Del resto anche l’amministrazione della banca si sta dando da fare per cercare partner in grado di acquistare grossi pacchetti azionari”. Sì ma se il titolo continuasse a scendere ancora cosa pu ò succedere? “Non dobbiamo drammatizzare, quando si scende sotto certi valori poi si ricomincia a crescere, ma i tempi non sono prevedibili. D’altra parte chi possiede pacchetti importanti di titolo Mps sapeva in partenza che investire in un unico prodotto è molto rischioso. piccoli risparmiatori devono sempre diversificare gli investimenti per non esporre troppo il proprio denaro”. Cosa consiglia ai piccoli risparmiatori Mps? “In questo momento di stare fermi, di non vendere e di aspettare. Consiglio di non toccare l’investimento in attesa di una stabilizzazione del prezzo”. Nella peggiore delle ipotesi Mps corre il rischio default? “No non esiste il rischio di default perché i conti ufficiali della banca senese dimostrano che l’istituto è in salute, non siamo neanche minimamente vicini ad una ipotesi di Recovery resolution”. Il crollo di Mps in Borsa porterà un nuovo aumento di capitale? “Non necessariamente un crollo in Borsa genera il bisogno di un aumento di capitale. L’aumento di capitale è legato al bilancio, prescindere dall’andamento di mercato. in questo momento quel prezzo, ripeto, non è giustificato dalla attuale condizione della banca”.
IL MESSAGGERO giovedì 21 gennaio 2016
Mps ridotta in frantumi, ancora in picchiata (-22%) – `La flessione da inizio anno sfiora il 60%: vale la metà di Bpm e del Banco Popolare – L’ad Viola: «Conti ok e sotto controllo Bce, clienti preoccupati ma sono poche le uscite
ROMA. Sono passati solo sei mesi dall’ultimo aumento di capitale imposto dalla Bce a Mps: 3 miliardi, da aggiungere ai 5 miliardi di giugno 2014, l’assegno staccato per superare la prova della Vigilanza di Francoforte. Eppure ieri il titolo dell’istituto senese ha perso un altro 22,2 Il nuovo minimo storico è 0,51 euro per azione. La capitalizzazione è ridotta sotto 1,5 miliardi, la metà dalla liquidità appena arrivata, meno di un quinto del patrimonio netto (10 miliardi a settembre). Da inizio anno il valore bruciato è il 58%. E soltanto ad agosto il titolo valeva 2 euro, circa 5,9 miliardi di capitalizzazione. Oggi, Mps è sempre la terza banca del Paese, ma vale meno della metà di Bpm (3,3 miliardi) e del Banco Popolare (3,1 miliardi), nettamente meno anche di Bper (2,5 miliardi). FONDAMENTALI Come si spiega tanto accanimento? Non si spiega per i vertici della banca, scesi in campo in queste ore violente a snocciolare le cifre della solidità in una lettera agli azionisti. «Le prime evidenze sul 2015», scrive l’ad Fabrizio Viola, «confermano che l’andamento del tutto anomalo del titolo non ha alcun riscontro nei fondamentali». Inoltre, conti sono in miglioramento: è stato «messo a terra uno sforzo straordinario per ridurre il portafoglio crediti anomali» (24,4 miliardi) e «sono perci ò fiducioso» che l’obiettivo venga raggiunto. Quanto ai clienti preoccupati, «il deflusso di quei clienti che hanno spostato altrove parte dei loro risparmi è contenuto, comunque inferiore a quello della precedente crisi del febbraio 2013 brillantemente superata». Parole sentite, ma vane per il mercato, tornato a picchiare anche ieri sul titolo nonostante lo stop alle vendite allo scoperto imposto dalla Consob, e nonostante le continue sospensioni al ribasso (a ruota Carige ha ceduto il 17,8 Nemmeno il questionario Bce che inopportunamente rimette sotto osservazione ben 35 banche europee, pu ò giustificare tanto accanimento sul titolo, seppure su una banca con sofferenze per 9,4 miliardi e incagli netti che a fine settembre pesavano per il 248% delle immobilizzazioni materiali. L’INCUBO ETRURIA Qualcuno ha intravisto anche l’ombra di una nuova stretta Bce con ulteriori accantonamenti. Ma non è questo il punto. almeno non è solo questo. Già da tempo Mps rappresenta il ventre molle di un sistema bancario, quello italiano, alle prese con crediti malati ancora in aumento (oltre 200 miliardi) in un contesto di crescita economica ancora incerta. Ma va detto chiaramente che lo spartiacque tra la cauta fiducia dei mesi scorsi e il panico di questi giorni su Mps si chiama bail- è quel meccanismo infernale con il quale nelle intenzioni dell’Europa si pone definitivamente fine agli aiuti di Stato alle banche (mai chiesti dall’Italia facendo pagare il conto di eventuali crac anche ai possessori di obbligazioni, prima subordinate e poi a cascata anche quelle senior (largamente diffuse tra i risparmiatori), subito dopo gli azionisti (i depositi intervengono in ultima istanza per valori oltre i 100.000 euro). Tutto ci ò avrà anche conseguenze dirette sui bilanci delle banche, visto che il bail- scattato a inizio anno farà aumentare i costi della raccolta. Certo, finanziarsi sul mercato costerà di più per tutte le banche, ma le più colpite ovviamente sono quelle più deboli. qui torniamo a Mps, la banca debole per eccellenza, anche per colpa dei crediti deteriorati, resa ancora più fragile da un paletto assurdo come quello Bce sui tempi stretti per trovare un partner, missione sempre più difficile («C’è il rischio di un attacco per acquistare a prezzi irrisori», per il segretario della Fabi, Lando Sileoni»). Un dossier dal quale hanno preso le distanze le Poste, ma anche Unicredit e Intesa Sanpaolo. Tutto questo condito con il clima da panico scattato dopo il salvataggio delle quattro banche, con tanto di svalutazione dei crediti chiesta dalla Bce all’ ha prodotto un mix micidiale. Non a caso ieri il bond subordinato Mps settembre 2020, cedola 5,6 cedeva di altre 10 figure, scendendo al prezzo di 51,50 con un rendimento ormai al 24%, dal 7,5 di inizio anno: prezzi da acquisto per Davide Serra. non a caso sempre ieri JpMorgan avvertiva che se in generale ogni aumento di 10 punti del costo del rischio porta a tagliare l’utile per azione 2018 dell’ Mps paga un conto ben più alto, il 12% rispetto per esempio al 5% di Intesa Sanpaolo. Roberta Amoruso – RIPRODUZIONE RISERVATA
ANSA ECONOMIA la stessa agenzia è etata riportata da: La Gazzetta del Mezzogiorno, Il Giornale di Vicenza, Brescia Oggi, Quotidiano.net,
20 gennaio 2016 17:00
Mps:Sileoni,rischio acquisto a saldo – Segretario Fabi, nulla giustifica debacle settore credito
ANSA) – ROMA, 20 GEN – “L’attacco di questi giorni al sistema bancario italiano è figlio dell’irresponsabilità. La strumentalizzazione in atto non fa altro che peggiorare la situazione innescando una psicosi di massa che pu ò essere estremamente pericolosa per il Paese”. Lo afferma in una nota il segretario Fabi Lando Maria Sileoni. “Non è successo nulla in queste settimane che possa giustificare la debacle dei corsi azionari degli istituti di credito e che possa sovvertire quanto dichiarato dalle istituzioni e dagli organi di vigilanza sulla solidità del sistema Banche- Italia rispetto alla media del sistema Banche-Europa”.
“Un caso tra tutti è quello che riguarda il Gruppo Mps, ottimamente guidato da Fabrizio Viola, che a fronte di un netto miglioramento dei fondamentali sotto la positiva gestione Profumo-Viola-Tononi sta subendo attacchi speculativi dettati quindi da altri interessi, non esclusi quelli di un acquisto del Gruppo a prezzi irrisori.
ADNKRONOS 20/01/2016 18:55
Banche: Padoan difende sistema Italia, vertice a P.Chigi/Adnkronos Con Renzi e Visco, collaborazione, sintonia e attenzione a turbolenze ECONOMIA
”Oggi, come qualcuno avrà notato, è una giornata di turbolenze dei mercati finanziari”. Nel bel mezzo di un convegno sulle centrali d’acquisto, spesa sanitaria e costi standard delle siringhe, il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, decide di introdurre il tema più caldo di questi giorni con una battuta. Assicura che il sistema italiano ”ha una solidità di fondo” e, infatti, gli investitori stranieri considerano l’Italia ”uno dei posti più attraenti in cui investire”. Insomma il paese sta andando nella direzione giusta, e lo dimostrano i dati sulla crescita economica e l’aumento dell’occupazione.
Il titolare del dicastero di via XX settembre parla sul chiudere di un’altra mattinata ‘nera’ per la borsa di Milano (accompagnata dalle altre piazze europee), nonostante la decisione della Consob di prolungare il divieto di vendite allo scoperto per Mps. Mattinata che era iniziata a Palazzo Chigi dove ha incontrato il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, e il direttore generale di Via Nazionale Salvatore Rossi.
Fonti di palazzo Chigi ricostruiscono il confronto. Le turbolenze sono seguite dalle autorità competenti “con grande collaborazione, sintonia e attenzione, nella consapevolezza della complessità della situazione (anche alla luce degli eventi internazionali)”. Anche secondo il presidente della Commissione Ue, JeanClaude Juncker, non c’è ”alcuna seria crisi bancaria profilarsi all’orizzonte”. Le banche italiane, assicura palazzo Chigi, saranno aiutate dalle misure passate e future del legislatore, che consentiranno una gestione ”più rapida e adeguata dei crediti in sofferenza”. Di tempo favorevole agli investimenti in Italia, si torna a parlare anche nel corso dell’incontro tra il premier, il governatore e il ministro. Le istituzioni metteranno in campo ”tutte le iniziative necessarie per completare il processo di consolidamento iniziato con la riforma delle banche popolari”.
(Adnkronos) – Le rassicurazioni non sono servite, per ò, a far invertire la rotta di piazza Affari. La seduta, infatti, è stata contraddistinta dalle vendite del comparto bancario, che paga le conseguenze di un mix esplosivo: la necessità di consolidamento, le nuove regole di bail in e l’ipotesi di controlli da parte della Bce, per i crediti deteriorati. Oltre ogni aspettativa, il tonfo di Mps, oltre il 22%. “Le prime evidenze relative al 2015 confermano che l’attuale andamento del tutto anomalo del titolo Mps non ha alcun riscontro nei fondamentali della banca che anche nel corso dell’ultimo trimestre sono migliorati, confermando il trend evidenziato nei primi nove mesi dell’anno”, rassicura l’amministratore delegato di Mps Fabrizio Viola
Per il sistema ”non ci sono motivazioni così forti da giustificare questa elevata volatilità”. Il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, è sicuro che ”le autorità competenti, tra cui anche quella giudiziaria, avranno molto lavoro da fare”.
I dati a disposizione dell’Associazione bancaria, aggiornati a dicembre, sottolinea il presidente al termine del comitato esecutivo, smentiscono l’ipotesi di fughe dei clienti dai depositi: ”Sappiamo che c’è stato un incremento dei depositi”, dice Patuelli. Contemporaneamente da Poste arriva la smentita di un suo possibile coinvolgimento in operazioni di salvataggio di istituti di credito. Per il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, ”l’attacco di questi giorni al sistema bancario italiano è figlio dell’irresponsabilità. La strumentalizzazione in atto non fa altro che peggiorare la situazione innescando una piscosi di massa che pu ò essere estremamente pericolosa per il Paese”.
Il Sole 24 Ore Radiocor
Roma, 20 gennaio 2016
Il titolo Mps secondo il segretario generale del sindacato dei bancari Fabi, Lando Maria Sileoni “sta subendo attacchi speculativi dettati quindi da altri interessi, non esclusi quelli di un acquisto del gruppo a prezzi irrisori”. Cosi’ l’esponente sindacale in una nota nella quale aggiunge che ‘l’attacco di questi giorni al sistema bancario italiano e’ figlio dell’irresponsabilita’. La strumentalizzazione in atto non fa altro che peggiorare la situazione innescando una piscosi di massa che puo’ essere estremamente pericolosa per il Paese
Non e’ successo nulla in queste settimane che possa giustificare la debacle dei corsi azionari degli istituti di credito e che possa sovvertire quanto dichiarato dalle istituzioni e dagli organi di vigilanza sulla solidita’ del sistema banche-Italia rispetto alla media del sistema banche-Europa’. com-Ggz (RADIOCOR) 20-01-16 17:05:39 (0502) 5 NNNN
da ADNKRONOS vi FOCUS.it 20-01-16
Banche: Fabi, attacco a sistema figlio dell’irresponsabilità
Roma, 20 gen. (AdnKronos) – “L’attacco di questi giorni al sistema bancario italiano è figlio dell’irresponsabilità. La strumentalizzazione in atto non fa altro che peggiorare la situazione innescando una piscosi di massa che pu ò essere estremamente pericolosa per il Paese”. Ad affermarlo in una nota è Lando Maria Sileoni, il segretario generale della Fabi, principale sindacato dei bancari.
“Non è successo nulla in queste settimane -spiega- che possa giustificare la debacle dei corsi azionari degli istituti di credito e che possa sovvertire quanto dichiarato dalle istituzioni e dagli organi di vigilanza sulla solidità del sistema Banche- Italia rispetto alla media del sistema Banche-Europa”.
I crediti deteriorati che pesano sui bilanci delle banche, aggiunge Sileoni, “sono quelli già noti a tutti gli operatori e oggetto di discussione tra Italia ed Ue, anche rispetto alla costituzione della bad bank necessaria ad assorbirli”. Tutti i coefficienti utili alla valutazione della solidità del sistema, sottolinea, “non giustificano la preoccupazione che sembra percepirsi e tra questi coefficienti non vi è assolutamente il valore di borsa delle azioni, che invece è soggetto a una molteplicità di fattori, tra cui, anche e soprattutto, quelli speculativi”. ECONOMIA; NAZIONALE | 20 GENNAIO 2016 © RIPRODUZIONE RISERVATA