Nell'accordo tra azienda e Organizzazioni Sindacali, per la prima volta, tutele normative. Morelli "Garantite la volontarietà delle uscite e l'attivazione degli ammortizzatori sociali". La dichiarazione ripresa dai maggiori organi di Stampa">

UNICREDIT, I SINDACATI EVITANO LICENZIAMENTI PER 470 DIRIGENTI

Nell’accordo tra azienda e Organizzazioni Sindacali, per la prima volta, tutele normative. Morelli “Garantite la volontarietà delle uscite e l’attivazione degli ammortizzatori sociali”. La dichiarazione ripresa dai maggiori organi di Stampa
UNICREDIT, I SINDACATI EVITANO LICENZIAMENTI PER 470 DIRIGENTI

le=”text-align: justify”>Nell’accordo tra azienda e Organizzazioni Sindacali, per la prima volta, tutele normative. Morelli “Garantite la volontarietà delle uscite e l’attivazione degli ammortizzatori sociali”. La dichiarazione ripresa dai maggiori organi di Stampa

IL SOLE 24 ORE (PRIMA PAGINA) giovedì 10 marzo 2016
FOCUS BANCHE – Accordo per l’uscita di 470 manager di UniCredit
Primo accordo collettivo tra azienda e sindacati per l’uscita di 470 dirigenti di UniCredit entro il 2018. Ammortizzatori sociali, outplacement e demansionamenti sono tra le misure concordate per evitare il rischio dei licenziamenti.
Cristina Casadei pagina 17
Credito. Siglato il primo accordo collettivo tra azienda e sindacati per la riduzione dei dirigenti entro il 2018
UniCredit, escono 470 manager
Previsti ammortizzatori sociali, outplacement e demansionamenti
Con l’accordo siglato con il gruppo UniCredit sui dirigenti, i sindacati dicono di aver scongiurato il rischio di licenziamenti veri e propri per le 470 uscite di dirigenti annunciate dall’azienda in novembre. Per 120 lavoratori verrà aperto il fondo di solidarietà. In via straordinaria. Con costi niente affatto irrisori ma in linea con il budget previsto dal gruppo. Una parte di questi, inoltre, saranno redistribuiti tra tutti i manager. In particolare le parti hanno convenuto che coloro che matureranno il trattamento pensionistico entro il 2021 potranno accedere al Fondo esuberi per 36 mesi, con un incentivo di 3,5 mensilità, come già previsto per le aree professionali e i quadri direttivi.
Una volta raggiunto l’obiettivo delle 120 adesioni al fondo – è previsto un incontro entro maggio per valutare il processo di adesione e per la ricerca, nella reciproca autonomia, di tutte le eventuali possibili soluzioni previste dalle normative – verranno attuate tutte le modalità per la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro degli altri 350 dirigenti. Chi maturerà il diritto alla pensione entro il 2023 potrà utilizzare fino a 2 anni di aspettativa retribuita, attraverso la NASPI, per poi accedere gli altri 3 anni al Fondo straordinario di solidarietà. Per coloro che raggiungono i requisiti pensionistici 5 anni dopo la cessazione del rapporto di lavoro, sarà comunque prevista un’indennità di due mensilità all’anno, fino a un massimo di 24 mesi, e un ulteriore incentivo economico sino alla maturazione dell’assegno pensionistico. Inoltre, saranno previsti servizi di ricollocamento professionale, con costi a carico di Unicredit, e chi vorrà potrà intraprendere l’attività di promotore finanziario, libero professionista o agente immobiliare, beneficiando di un contratto con l’azienda. Raggiunti tutti gli obiettivi, l’azienda ha dato la disponibilità a prendere in considerazione – in via eccezionale e in riferimento alle fasce retributive più prossime a quelle dei quadri direttivi di quarto livello – la risoluzione del rapporto di lavoro e la successiva riassunzione nella categoria di quadro direttivo di quarto livello con sette scatti per 175 dirigenti.
è stato un negoziato non facile in cui per la prima volta un numero così importante di uscite di dirigenti è stato gestito con un accordo collettivo. Azienda e sindacati hanno infatti scelto con molto senso di responsabilità di percorrere la via del negoziato, forse più difficile dei licenziamenti individuali, ma che ha certamente garantito a chi uscirà più tutele di quelle previste dalla legge. «Il contratto dirigenti, infatti – ricorda Maurizio Arena, segretario generale aggiunto di First Cisl – non prevede una soluzione collettiva. Le parti hanno, invece, deciso di avviare una procedura aziendale, così come avviene per tutti i lavoratori, con l’obiettivo di contenere le ricadute occupazionali». «Nonostante l’assenza di un quadro normativo che tuteli i dirigenti dal punto di vista occupazionale, abbiamo evitato i licenziamenti collettivi, raggiungendo un accordo che prevede uscite volontarie e incentivate», spiega Mauro Morelli, segretario nazionale della Fabi. La segretaria nazionale della Fisac Cgil, Elena Aiazzi, aggiunge che l’accordo «scaturito da una procedura non prevista attualmente dal contratto nazionale dei dirigenti che ha invece portato l’azienda a sedersi al tavolo, possa costituire un punto di riferimento per tutti i dirigenti del settore». Per la segretaria nazionale della Uilca, Mariangela Verga, «la difficile trattativa rafforza l’idea che un buon sistema di relazioni sindacali e il ricorso a strumenti contrattuali di settore possano trovare adeguate soluzioni negoziali per ridurre gli impatti anche per i dirigenti». A questo punto in UniCredit sono stati raggiunti col sindacato tutti gli accordi sulle 5.700 uscite che prevedeva il piano al 2018. Rimane l’attività di gestione per rendere esecutive le uscite. L’agenda delle relazioni sindacali è per ò ancora aperta, soprattutto perché il gruppo deve discutere con il sindacato la riforma del welfare. © RIPRODUZIONE RISERVATA Cristina Casadei
MF-MILANO FINANZA giovedì 10 marzo 2016
Unicredit, trovato l’accordo sui dirigenti in esubero
Raggiunto l’accordo tra Unicredit e sindacati sui 470 dirigenti in esubero. L’accordo prevede che a coloro che avranno maturato il trattamento pensionistico entro il 2021 sarà concessa la possibilità di accedere al Fondo esuberi per 36 mesi, con un incentivo pari a 3,5 mensilità, come già previsto per le aree professionali e quadri direttivi. L’opzione sarà accessibile da un massimo di 120 dirigenti. Chi invece maturerà il diritto alla quiescenza entro il 2023 potrà utilizzare fino a 2 anni di aspettativa retribuita per poi accedere per gli altri 3 anni al Fondo straordinario di solidarietà. Per chi raggiungerà i requisiti pensionistici 5 anni dopo la cessazione del rapporto di lavoro, sarà comunque prevista un’indennità di due mensilità l’anno, fino a un massimo di 24 mesi, e un ulteriore incentivo economico sino alla maturazione dell’assegno pensionistico. Per circa 175 dirigenti con fasce retributive più vicine a quelle dei quadri direttivi di quarto livello sarà possibile una riassunzione con una retribuzione pari a quella del QD4 con sette scatti. «Nonostante l’assenza di un quadro normativo che tuteli i dirigenti dal punto di vista occupazionale, abbiamo evitato i licenziamenti collettivi, raggiungendo un accordo che prevede uscite volontarie e incentivate», ha commentato Mauro Morelli, Segretario nazionale della Fabi.
L’UNITA’ giovedì 10 marzo 2016
Unicredit Primo accordo collettivo per gli esuberi dei dirigenti – L’intesa sarà applicata a 470 dipendenti che usufruiranno di diverse opzioni d’uscita. «Le organizzazioni sindacali, si legge in una nota della Fabi, la Federazione autonoma bancari italiani -, sono riuscite a evitare i licenziamenti e a garantire la volontarietà delle uscite e l’attivazione degli ammortizzatori sociali. Nonostante l’assenza di un quadro normativo che tuteli i dirigenti dal punto di vista occupazionale, abbiamo evitato i licenziamenti collettivi, raggiungendo un accordo che prevede uscite volontarie e incentivate. Questo è stato possibile grazie alla determinazione e all’unità del tavolo sindacale». Tutele collettive: Mauro Morelli, segretario nazionale Fabi, ha sottolineato l’introduzione di «tutele collettive per una categoria che non ne disponeva e, attraverso lo strumento della solidarietà, attuato per la prima volta da tutti i dirigenti del gruppo, abbiamo attenuato gli impatti del piano esuberi». In particolare l’accordo si legge nella nota, prevede che «a coloro che matureranno il trattamento pensionistico entro il 2021 sarà concessa la possibilità di accedere al Fondo esuberi per 36 mesi, con un incentivo pari a 3,5 mensilità, come già previsto per le aree professionali e quadri direttivi». Questa opzione potrà essere praticata da un massimo di 120 dirigenti, coloro che invece matureranno il diritto alla quiescenza entro il 2023 potranno utilizzare fino a 2 anni di aspettativa retribuita, attraverso la Naspi, per poi accedere gli altri 3 anni al Fondo straordinario di solidarietà. Punto di riferimento «Crediamo che tale accordo – ha spiegato la segretaria nazionale della Fisac Cgil, Elena Aiazzi -, scaturito da una procedura non prevista attualmente dal contratto nazionale dei dirigenti che ha invece portato l’azienda a sedersi al tavolo, possa costituire un punto di riferimento per tutta la categoria dei dirigenti del settore. Si è ottenuto infatti anche un intervento di solidarietà, per attenuare gli impatti sociali, da parte di tutti i dirigenti presenti nel gruppo attraverso la riduzione, seppur contenuta, di prestazioni retributive».
LIBERO giovedì 10 marzo 2016
Lasciano Unicredit i dirigenti in esubero
Raggiunto nella serata di ieri l’accordo tra Unicredit e i sindacati sui 470 dirigenti in esubero. Le uscite saranno volontarie e saranno attivati gli ammortizzatori sociali che servono. La Fabi ha espresso la sua soddisfazione, per aver evitato licenziamenti obbligatori.
GIORNALE DI BRESCIA giovedì 10 marzo 2016
DIRIGENTI UNICREDIT – Accordo su 470 esuberi
Raggiunto l’accordo tra Unicredit e i sindacati sui 470 dirigenti in esubero. L’accordo spiega la Fabi, prevede che «a coloro che matureranno la pensione entro 2021 la possibilità di accedere al Fondo esuberi per 36 mesi, con incentivo pari a 3,5 mensilità. Chi maturerà il diritto alla quiescenza entro il 2023 potrà utilizzare fino a 2 anni di aspettativa retribuita, attraverso la Naspi, per poi accedere gli altri 3 anni al Fondo di solidarietà.
IL SOLE 24 ORE.COM 9 3 2016 13::23
Unicredit firma il primo accordo collettivo con i sindacati per far uscire 470 dirigenti
di Cristina Casadei
Nel credito, l’accordo siglato ieri sera dal gruppo Unicredit e dai sindacati (Fabi, First-Cisl, Fisac-Cgil, Uilca, Unisin, Ugl credito) fa da apripista agli accordi sindacali per l’uscita dei dirigenti che fino ad ora sono sempre usciti attraverso accordi individuali. Il contratto di dirigenti non prevede infatti soluzioni collettive, ma il gruppo ha scelto di avviare una procedura collettiva come accade per le aree professionali e i quadri, e di condividere il percorso con tutte le sigle sindacali.
A maggior ragione dopo che, lo scorso anno, in Abi è stato siglato da tutte le sigle il contratto collettivo nazionale di lavoro dei dirigenti.
Si tratta di un accordo che introduce molte novità, dal fondo di solidarietà per i dirigenti, alla possibilità di demansionamento, al parziale autofinanziamento da parte dei dirigenti. Nel settore c’era una certa aspettativa su questo negoziato che si è chiuso dopo una trattativa meo semplice di quanto le parti, forse, avevano previsto. Alla fine è stato deciso che le 470 uscite richieste dall’azienda saranno realizzate con diverse opzioni di uscita in base all’anzianità. L’adesione sarà esclusivamente su base volontaria. A coloro che matureranno il trattamento pensionistico entro 2021 sarà concessa la possibilità di accedere al Fondo esuberi per 36 mesi, con un incentivo pari a 3,5 mensilità, come già previsto per le aree professionali e quadri direttivi. Questa opzione riguarderà un massimo di 120 dirigenti. Per chi invece maturerà il diritto alla pensione entro il 2023 vi sarà la possibilità di utilizzare fino a 2 anni di aspettativa retribuita, attraverso la NASPI, per poi accedere gli altri 3 anni al Fondo straordinario di solidarietà. Per coloro che raggiungono i requisiti pensionistici 5 anni dopo la cessazione del rapporto di lavoro, sarà comunque prevista un’indennità di due mensilità all’anno, fino a un massimo di 24 mesi, e un ulteriore incentivo economico sino alla maturazione dell’assegno pensionistico. Inoltre, saranno previsti servizi di ricollocazione professionale, con costi a carico di Unicredit, e chi vorrà potrà intraprendere l’attività di promotore finanziario, libero professionista o agente immobiliare, beneficiando di un contratto con l’azienda con vincolo d’esclusiva per la durata minima di un anno. Infine, per 175 dirigenti con fasce retributive più vicine a quelle dei quadri direttivi di quarto livello sarà possibile una riassunzione con una retribuzione pari a quella del quadro direttivo di quarto livello con sette scatti. Tra le tante innovazioni che porta questo accordo c’è anche il fatto che la categoria lo autofinanzierà, parzialmente. L’accordo ha infatti attutito fortemente le ricadute sociali dato il numero molto elevato di uscite, ma ha anche un costo importante per l’azienda e per questo è stato richiesto uno sforzo a tutti i dirigenti del gruppo attraverso un contributo solidaristico.
Soddisfatti i sindacati. «Pur partendo da una situazione di oggettiva criticità, consideriamo positiva l’intesa raggiunta – dice Pier Luigi Ledda, segretario nazionale First Cisl -. Si tratta del primo accordo di questa portata che riguarda i dirigenti, del tutto in linea con quanto adottato negli altri accordi per le aree professionali e i quadri direttivi». «Siamo convinti che gli accordi individuali non avrebbero offerto condizioni migliori per i lavoratori», aggiunge Maurizio Arena, segretario generale aggiunto First Cisl, responsabile DirFirst.
«Nonostante l’assenza di un quadro normativo che tuteli i dirigenti dal punto di vista occupazionale, abbiamo evitato i licenziamenti collettivi, raggiungendo un accordo che prevede uscite volontarie e incentivate. Questo è stato possibile grazie alla determinazione e all’unità del tavolo sindacale», dichiara Mauro Morelli, segretario nazionale della Fabi.
«Abbiamo introdotto tutele collettive per una categoria che non ne disponeva e, attraverso lo strumento della solidarietà, abbiamo attutito gli impatti del piano esuberi», aggiunge Angelo Di Cristo, coordinatore Fabi Unicredit. Per la Uilca si tratta di «un buon accordo che introduce elementi di novità nel settore e rispetto di una categoria storicamente priva di effettive tutele reali sui licenziamenti ».
da RADIOCOR PLUS via BORSA ITALIANA 09-03-16 15:50:01
Unicredit: Fabi, con accordo su 470 esuberi evitati licenziamenti
(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus) – Milano, 09 mar – Anche la Fabi, dopo le altre sigle, annuncia in un comunicato che ieri sera è stato trovato l’accordo tra Unicredit e sindacati sui 470 dirigenti in esubero. Le organizzazioni sindacali sono riuscite a evitare i licenziamenti e a garantire la volontarietà delle uscite e l’attivazione degli ammortizzatori sociali. ‘Nonostante l’assenza di un quadro normativo che tuteli i dirigenti dal punto di vista occupazionale, abbiamo evitato i licenziamenti collettivi, raggiungendo un accordo che prevede uscite volontarie e incentivate. Questo e’ stato possibile grazie alla determinazione e all’unità del tavolo sindacale’, ha dichiarato Mauro Morelli, Segretario nazionale Fabi. ‘Abbiamo introdotto tutele collettive per una categoria che non ne disponeva e, attraverso lo strumento della solidarietà, attuato per la prima volta da tutti i dirigenti del gruppo, abbiamo attenuato gli impatti del piano esuberi’. L’accordo prevede che a coloro che matureranno il trattamento pensionistico entro 2021 sarà concessa la possibilità di accedere al Fondo esuberi per 36 mesi, con un incentivo pari a 3,5 mensilità, come già previsto per le aree professionali e quadri direttivi. Questa opzione potrà essere praticata da un massimo di 120 dirigenti
Chi invece maturerà il diritto alla quiescenza entro il 2023 potrà utilizzare fino a 2 anni di aspettativa retribuita, attraverso la NASPI, per poi accedere gli altri 3 anni al Fondo straordinario di solidarietà. Per coloro che raggiungono i requisiti pensionistici 5 anni dopo la cessazione del rapporto di lavoro, sarà comunque prevista un’indennità di due mensilità all’anno, fino a un massimo di 24 mesi, e un ulteriore incentivo economico sino alla maturazione dell’assegno pensionistico. Inoltre, saranno previsti servizi di ricollocazione professionale, con costi a carico di Unicredit, e chi vorrà potrà intraprendere l’attività di promotore finanziario, libero professionista o agente immobiliare, beneficiando di un contratto con l’azienda con vincolo d’esclusiva per la durata minima di un anno. Su raccomandazione delle organizzazioni sindacali, infine, per circa 175 dirigenti con fasce retributive piu’ vicine a quelle dei quadri direttivi di quarto livello sarà possibile una riassunzione con una retribuzione pari a quella del QD4 con sette scatti. Com (0501) 5 NNNN
LA REPUBBLICA.IT ECONOMIA&FINANZA 09/03/2016 16.47.36
Unicredit, i dirigenti "scoprono" i sindacati
Quattrocentosettanta esuberi. Che usciranno con meccanismi volontari e incentivati. Non una grande notizia, in assoluto, visti i massicci piani di riduzione dell’organico che vengono portati avanti da tempo dalle aziende di tutti i settori. La cosa nuova è che l’accordo riguarda i dirigenti bancari di Unicredit. E che l’intesa è stata raggiunta, e firmata, dai sindacati di categoria. In entrambi i casi, si tratta della prima volta.
Bancari di lusso, anche i manager si scoprono così un po’ più lavoratori dipendenti e in questo caso specifico attingono ai meccanismi di solidarietà dell’intera categoria dirigenziale di Unicredit (che finanziano parzialmente l’intesa raggiunta). "E’ un accordo positivo – spiega Agostino Megale, segretario generale Fisac – si sono tutelati i dirigenti evitando licenziamenti, l’unità del tavolo sindacale ha pagato". Concetto analogo – sui licenziamenti – espresso anche dalla Fabi.
Ma se i sindacati tendono la mano a Unicredit, dall’Austria arriva invece una doccia fredda: se andrà in porto il progetto di legge allo studio, per la banca guidata da Federico Ghizzoni triplicheranno i costi per spostare i dipendenti di Bank of Austria dal fondo pensioni interno a quello pubblico. Per una volta, il costo (indiretto) del lavoro sembra più pesante a Vienna che a Roma.
ANSA 9 MARZO 2016
UniCredit: Fabi, accordo dirigenti introduce nuove tutele
(ANSA) – MILANO, 9 MAR – In UniCredit sono stati "evitati licenziamenti e sono state introdotte per la prima volta tutele collettive a favore dei dirigenti". Così il segretario nazionale della Fabi, Mauro Morelli, a proposito dell’accordo che sui 470 dirigenti in esubero.
"Nonostante l’assenza di un quadro normativo che tuteli i dirigenti dal punto di vista occupazionale – ha detto il sindacalista -, abbiamo evitato i licenziamenti collettivi, raggiungendo un accordo che prevede uscite volontarie e incentivate. Questo è stato possibile grazie alla determinazione e all’unità del tavolo sindacale".
"Abbiamo introdotto tutele collettive per una categoria che non ne disponeva e, attraverso lo strumento della solidarietà, attuato per la prima volta da tutti i dirigenti del gruppo, abbiamo attenuato gli impatti del piano esuberi", ha concluso Morelli.(ANSA).
ASKANEWS 09-mar-16 15.51
Unicredit, Fabi: raggiunto accordo, evitati 470 licenziamenti Le uscite saranno su base volontaria
Roma, 9 mar. (askanews) – Trovato ieri sera l ‘accordo tra Unicredit e sindacati sui 470 dirigenti in esubero. Le organizzazioni sindacali sono riuscite a evitare i licenziamenti e a garantire la volontarietà delle uscite e l ‘attivazione degli ammortizzatori sociali. Lo comunica una nota della Fabi, il maggiore sindacato del settore del credito: "Nonostante l ‘assenza di un quadro normativo che tuteli i dirigenti dal punto di vista occupazionale, abbiamo evitato i licenziamenti collettivi, raggiungendo un accordo che prevede uscite volontarie e incentivate. Questo è stato possibile grazie alla determinazione e all ‘unità del tavolo sindacale", ha dichiarato Mauro Morelli, Segretario nazionale Fabi."Abbiamo introdotto tutele collettive per una categoria che non ne disponeva e, attraverso lo strumento della solidarietà, attuato per la prima volta da tutti i dirigenti del gruppo, abbiamo attenuato gli impatti del piano esuberi", sottolinea Morelli. A coloro che matureranno il trattamento pensionistico entro 2021 sarà concessa la possibilità di accedere al Fondo esuberi per 36 mesi, con un incentivo pari a 3,5 mensilità, come già previsto per le aree professionali e quadri direttivi. Questa opzione potrà essere praticata da un massimo di 120 dirigenti. Chi invece maturerà il diritto alla quiescenza entro il 2023 potrà utilizzare fino a 2 anni di aspettativa retribuita, attraverso la Naspi, per poi accedere gli altri 3 anni al Fondo straordinario di solidarietà. Per coloro che raggiungono i requisiti pensionistici 5 anni dopo la cessazione del rapporto di lavoro, sarà comunque prevista un ‘indennità di due mensilità all ‘anno, fino a un massimo di 24 mesi, e un ulteriore incentivo economico sino alla maturazione dell ‘assegno pensionistico. Inoltre, saranno previsti servizi di ricollocazione professionale, con costi a carico di Unicredit, e chi vorrà potrà intraprendere l ‘attività di promotore finanziario, libero professionista o agente immobiliare, beneficiando di un contratto con l ‘azienda con vincolo d ‘esclusiva per la durata minima di un anno.Su raccomandazione delle organizzazioni sindacali, infine, per circa 175 dirigenti con fasce retributive più vicine a quelle dei quadri direttivi di quarto livello sarà possibile una riassunzione con una retribuzione pari a quella del QD4 con sette scatti. Men 09-mar-16 15.51 NNNN
ADNKRONOS 09-MAR-16 15:45
UNICREDIT: FABI, TROVATO ACCORDO PER DIRIGENTI IN ESUBERO – Morelli, evitati licenziamenti e introdotte per la prima volta tutele collettive
Roma, 9 mar. (AdnKronos) – Trovato ieri sera l’accordo tra Unicredit e sindacati sui 470 dirigenti in esubero. Le organizzazioni sindacali sono riuscite a evitare i licenziamenti e a garantire la volontarietà delle uscite e l’attivazione degli ammortizzatori sociali. Lo scrive in una nota la Fabi.
”Nonostante l’assenza di un quadro normativo che tuteli i dirigenti dal punto di vista occupazionale, abbiamo evitato i licenziamenti collettivi, raggiungendo un accordo che prevede uscite volontarie e incentivate. Questo è stato possibile grazie alla determinazione e all’unità del tavolo sindacale -ha dichiarato Mauro Morelli, Segretario nazionale Fabi-. Abbiamo introdotto tutele collettive per una categoria che non ne disponeva e, attraverso lo strumento della solidarietà, attuato per la prima volta da tutti i dirigenti del gruppo, abbiamo attenuato gli impatti del piano esuberi”.
L’accordo prevede che ”a coloro che matureranno il trattamento pensionistico entro 2021 sarà concessa la possibilità di accedere al Fondo esuberi per 36 mesi, con un incentivo pari a 3,5 mensilità, come già previsto per le aree professionali e quadri direttivi. Questa opzione potrà essere praticata da un massimo di 120 dirigenti, continua la Fabi.
(segue) – (Red/AdnKronos)
ADNKRONOS 09-MAR-16 15:45
UNICREDIT: FABI, TROVATO ACCORDO PER DIRIGENTI IN ESUBERO (2)
(AdnKronos) – ”Chi invece maturerà il diritto alla quiescenza entro il 2023 potrà utilizzare fino a 2 anni di aspettativa retribuita, attraverso la Naspi, per poi accedere gli altri 3 anni al Fondo straordinario di solidarietà, continua la Fabi.
Per coloro che raggiungono i requisiti pensionistici 5 anni dopo la cessazione del rapporto di lavoro, sarà omunque prevista un’indennità di due mensilità all’anno, fino a un massimo di 24 mesi, e un ulteriore incentivo economico sino alla maturazione dell’assegno pensionistico. Inoltre, saranno previsti servizi di ricollocazione professionale, con costi a carico di Unicredit, e chi vorrà potrà intraprendere l’attività di promotore finanziario, libero professionista o agente immobiliare, beneficiando di un contratto con l’azienda con vincolo d’esclusiva per la durata minima di un anno, aggiunge la Fabi.
Su raccomandazione delle organizzazioni sindacali, infine, per circa 175 dirigenti con fasce retributive più vicine a quelle dei quadri direttivi di quarto livello sarà possibile una riassunzione con una retribuzione pari a quella del QD4 con sette scatti, conclude la Fabi. (Red/AdnKronos) ISSN 2465 – 1222
FIRSTonline 9 marzo 2016 – 16:28
Banche, 23mila prepensionamenti e meno filiali: il piano di ristrutturazione va avanti
Quando il piano di ristrutturazione verrà completato, nel settore bancario ci saranno 70mila dipendenti in meno, mentre continua a scendere il numero degli sportelli: dai 57,1 ogni 100mila abitanti del 2008 ai 51 del 2014 – Sindacati:"Riformare il sistema bancario e renderlo più prossimo agli interessi del Paese" – Accordo in Unicredit
Il piano di ristrutturazione delle banche va avanti. Non solo fusioni e rimborsi, ma anche tagli al personale e chiusura delle filiali in eccesso. Il Presidente del Consiglio è stato chiaro: nonostante gli sforzi compiuti nel corso degli anni i bancari continuano ad essere troppi.
Dal 2000 al 2015, per ovviare alla situazione, sono stati attivati 48mila prepensionamenti ed entro il 2020 dovrebbero uscire di scena altri 23mila dipendenti. Nel complesso, quando il piano sarà completato, ci saranno 70mila bancari in meno.
Prosegue nel frattempo anche la diminuzione degli sportelli avviata nel 2008. Rispetto al picco di 57,1 sportelli ogni 100mila abitanti toccato sei anni fa (la media europea ammonta a 41,9) nel 2014 siamo scesi a 51 per 100mila abitanti. La riduzione si è resa possibile grazie al parallelo sviluppo dell’home banking e, nell’ultimo periodo, dall’esplosione del mobile banking.
In base all’ultima Relazione pubblicata dalla Banca d’Italia l’occupazione nel settore bancario è scesa del 2,3%, mentre gli sportelli, secondo i dati della Bce, sono diminuiti nel 2014 a 30.723 unità, mille in meno del 2013, tremila in meno del 2010. I dipendenti sono scesi invece sotto le 300mila unità nell’ambito di una fase di ristrutturazione delle reti che, come sottolinea uno studio Cetif, vede una percentuale di chiusura delle filiali al 3,58% a fronte di un tasso medio di apertura che si ferma allo 0,48%.
In questo contesto, occorre evidenziare anche l’accordo raggiunto oggi tra sindacati e Unicredit, in base al quale verranno posti in essere una serie di opzioni di uscita profilate in base all’anzianità, “cui poter far aderire – secondo quanto si legge nel comunicato Uilca – il personale interessato su base esclusivamente volontaria compresa l’attivazione del Fondo di solidarietà per 36 mesi e la possibilità di demansionamento per gli appartenenti alle fasce inferiori di retribuzione". Evitati dunque i licenziamenti collettivi per i 470 dirigenti in esubero che potranno optare per uscite volontarie e incentivate.
In totale, gli esuberi sono distribuiti in maniera equa tra i principali istituti: dalle 5740 uscite in Unicredit, 4.500 riconversioni professionali in Intesa Sanpaolo, 8.000 uscite totali in Mps previste entro il 2018.
Come da attese, il piano non sembra avere attualmente l’appoggio dei sindacati. In un comunicato congiunto firmato Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Sinfub, Ugl Credito, Uilca e Unisin, le associazioni evidenziano i tanti passi compiuti per «, e si stupiscono del fatto che Renzi «si compiaccia nell’annunciare che 300.000 posti di lavoro dovranno diminuire e comunque essere di peggiore qualità rispetto al passato».
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