UBI, ASSUNZIONI PER CHI ? SUL FONDO EMERGENZIALE
L’accordo firmato dai sindacati prevede che l’azienda possa assumere nuovo personale, pescando anche dal bacino di coloro che hanno perso il posto. Citterio: “Ancora una volta trovate soluzioni innovative e solidali”. Leggi il servizio de Il Sole 24 Ore
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Le nuove assunzioni del Gruppo UBI potranno riguardare anche lavoratori bancari collocati sul Fondo Emergenziale, che sono attualmente disoccupati poiché hanno perso il posto a causa di crisi aziendali.
è quanto stabilisce il nuovo accordo sottoscritto dai sindacati con la banca venerdì sera. L’intesa, nello specifico, prevede l’accoglimento di ulteriori domande di prepensionamento volontario e incentivato da parte dei lavoratori, aggiuntive rispetto alle 70 autorizzate dal precedente piano d’esodi.
In base a quanto concordato con i sindacati, contestualmente alle uscite, l’azienda potrà assumere nuovo personale pescando, dunque, anche dal bacino di coloro che sono transitati sulla sezione emergenziale del Fondo di Solidarietà, fatte salve le dovute valutazioni di merito.
Il Fondo Emergenziale è stato costituto attraverso accordo sindacale nel 2009 e ad oggi ha garantito un assegno di sostegno al reddito e servizi di outplacement a oltre mille lavoratori bancari di aziende in liquidazione, che non avevano i requisiti anagrafici per accedere al Fondo di Solidarietà.
“Questo accordo offre opportunità di ricollocazione ai lavoratori bancari, che hanno perso il posto a causa di crisi aziendali. Rappresenta un precedente importante per il settore ed è la dimostrazione che, ancora una volta, il Gruppo e le Organizzazioni Sindacali hanno saputo trovare soluzioni solidali e innovative a sostegno dell’occupazione, non lasciando indietro nessuno”, ha commentato Paolo Citterio, Coordinatore FABI Gruppo UBI.
Bergamo 02/05/2016
IL SOLE 24 ORE martedì 3 maggio 2016
Credito. Siglato l’accordo con i sindacati – In Ubi assunzioni dal fondo esuberi
Nei giorni in cui si è tornati a parlare di esuberi tra i bancari, il gruppo Ubi ha siglato con i sindacati un accordo con cui vengono esaudite tutte le richieste di uscita volontaria (un numero molto superiore a quello previsto dall’accordo del dicembre 2015) e che costituisce un precedente politico molto positivo e importante per i lavoratori che sono entrati nella sezione emergenziale del Fondo di solidarietà. Si tratta di un’intesa che dà seguito alle previsioni dell’ultimo contratto collettivo nazionale ma che, per il sindacato, segna un importante passo avanti: «Questo accordo offre opportunità di ricollocazione ai lavoratori bancari, che hanno perso il posto a causa di crisi aziendali. Rappresenta un precedente importante per il settore ed è la dimostrazione che, ancora una volta, il gruppo e le organizzazioni sindacali hanno saputo trovare soluzioni solidali e innovative a sostegno dell’occupazione, non lasciando indietro nessuno», commenta Paolo Citterio, coordinatore Fabi del gruppo Ubi.
Nel merito, l’intesa prevede che vengano accolte ulteriori domande di prepensionamento volontario e incentivato da parte dei lavoratori, aggiuntive rispetto alle 70 autorizzate dal precedente piano d’esodi. In base a quanto concordato con i sindacati, contestualmente alle uscite, l’azienda potrà assumere nuovo personale pescando, dunque, anche dal bacino di coloro che sono transitati sulla sezione emergenziale del Fondo di solidarietà. Naturalmente vi saranno valutazioni di merito. Il Fondo emergenziale è stato costituto attraverso un accordo sindacale nel 2009 e ad oggi ha garantito un assegno di sostegno al reddito e servizi di outplacement a oltre mille lavoratori bancari di aziende in liquidazione, che non avevano i requisiti anagrafici per accedere al Fondo di solidarietà.
L’intesa siglata dal gruppo Ubi e dai sindacati segue il piano di razionalizzazione che è stato avviato dopo l’accordo del dicembre del 2015 e che ha previsto l’uscita su base volontaria di circa 410 bancari a livello di gruppo con accesso al Fondo di sostegno al reddito di settore. L’accordo ha riguardato in primis le 339 domande di adesione al precedente piano attuato con l’accordo quadro del 26 novembre 2014 e risultate superiori rispetto alle 500 accolte in base all’accordo. Per le ulteriori 70 posizioni, che potevano aderire sempre su base volontaria, era prevista la cessazione dal servizio entro il 31 marzo di quest’anno, dando precedenza alle risorse in grave stato di salute. A fronte delle uscite quest’anno e il prossimo il gruppo aveva previsto l’inserimento di 130 risorse (più un massimo di 30 risorse proporzionalmente all’esodo delle ulteriori 70 posizioni), sia mediante nuovi inserimenti che mediante la stabilizzazione di rapporti di lavoro temporaneo. Tra questi, secondo le compatibilità che si verranno a creare con le esigenze dell’azienda, ci saranno anche i lavoratori che sono finiti all’interno della sezione emergenziale del Fondo di solidarietà. © RIPRODUZIONE RISERVATA Cristina Casadei
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