La FABI scende in campo e conferma il suo sostegno alla lista dell'attuale board, guidato dal Presidente Pier Luigi Bolla e dall'Amministratore Delegato Cristiano Carrus, in vista dell'assemblea degli azionisti di Veneto Banca, che giovedì 5 maggio sarà chiamata a votare per il rinnovo del Consiglio d'Amministrazione del Gruppo, oltre che per l'approvazione del bilancio e delle politiche di remunerazione.
"Voteremo la "lista Bolla", la numero uno, perché è necessario proseguire nell'azione di risanamento dell'istituto, voltando pagina rispetto alla pessima gestione del passato", hanno dichiarato Lando Maria Sileoni, Segretario Generale della FABI, e Giuseppe Algeri, Coordinatore FABI in Veneto Banca, "perché crediamo che Veneto Banca possa rimanere autonoma con un'amministrazione pulita, trasparente e lungimirante come quella ad oggi in carica, perché vogliamo mantenere gli attuali livelli occupazionali della banca, perché la gestione Carrus ha ricevuto consensi e sostegno dalla Banca Centrale Europea e da Bankitalia, perché la stessa clientela deve poter contare su una banca sana e prudentemente gestita, come fatto fino a oggi dall'Amministratore Delegato, Cristiano Carrus. Indietro non si torna, se vogliamo difendere i posti di lavoro e la stessa clientela".
Una posizione condivisa da tutte le Organizzazioni Sindacali aziendali interne a Veneto Banca, che hanno espresso compatte il loro sostegno alla gestione Bolla-Carrus.
"Alla vigilia di un ulteriore importante appuntamento, l'Assemblea del 5 maggio, non possiamo che constatare che esiste un unico progetto sostenibile: quello già difficoltosamente avviato dall'attuale Consiglio di Amministrazione uscente", hanno sottolineato la FABI e le altre Organizzazioni Sindacali di Gruppo.
"Un programma concretamente orientato a risanare il Gruppo Veneto Banca, pesantemente danneggiato dalla precedente gestione, che per vent'anni ha governato indisturbata con pesantissime responsabilità, per le quali auspichiamo la magistratura si esprima al più presto e i veri colpevoli rispondano personalmente.
Le lavoratrici e i lavoratori del Gruppo Veneto Banca, tra cui molti anche soci, stanno vivendo, ormai da troppo tempo, difficoltà e preoccupazioni, tensioni e speranze, pagando di tasca propria e pesantemente il costo degli errori altrui.
Si tratta di sacrifici che tutti i dipendenti, di ogni ordine e grado, hanno accettato di sostenere, loro malgrado ma con grande senso di responsabilità, sulla base di un programma che ha preventivamente escluso, con chiarezza, conseguenze ben più gravi e il ricorso a operazioni di "macelleria sociale". Un piano trasparente che ha ottenuto anche il vaglio da parte della BCE. Ci auguriamo che dopo il 5 maggio prosegua questo difficile percorso necessario a garantire un futuro a questo banca e a tutti i suoi dipendenti".
Montebelluna 03/05/2016
CORRIERE DELLA SERA mercoledì 4 maggio 2016
Veneto Banca, battaglia delle liste. La Bce: vigileremo – Bolla: lista soci esposta per 958 milioni. Ambrosini: segnale di debolezza. Domani l’assemblea
MILANO Si alzano i toni in vista dell’assemblea di Veneto Banca, che domani a Marghera (Venezia), riunirà gli 80 mila soci per rinnovare il consiglio di amministrazione che dovrà gestire l’aumento di capitale da un miliardo di euro e l’attesa quotazione in Borsa. Oltre alla lista presentata dal cda uscente, con il presidente Pierluigi Bolla e l’amministratore delegato Cristiano Carrus, ve n’è una seconda che presenta ai vertici Stefano Ambrosini, uno dei più noti avvocati d’impresa italiani — collaboratore del ministero di Giustizia nella riforma della legge fallimentare e commissario straordinario di Bertone e Alitalia — e Carlotta Ambrosini, che ha collaborato con il governo Renzi nella riforma delle popolari. Bolla ieri ha puntato il dito contro i presentatori della Lista soci — non i candidati — che sono «ancora molto vicini all’ex amministratore delegato Consoli». In una lettera inviata ai soci, Bolla evidenzia come «il dato complessivo dell’esposizione riferibile agli aderenti dell’associazione Per Veneto Banca», abbia raggiunto, li- di gruppo 958 milioni di euro, di cui 730 milioni rappresentata da crediti problematici, inclusi crediti deteriorati per 382 milioni». Accuse pesanti. «Soprattutto una modalità inconsueta, sorprendente e grave per un dossier sotto osservazione a meno di 48 ore dall’assemblea — dice Stefano Ambrosini, leader della Lista soci –. Un tentativo scomposto di accreditare la riduzione della siderale distanza che separa i componenti della lista che guido dall’ex amministratore delegato Consoli. Dalla ricostruzione sembra che centinaia di persone siano i mandanti a cui noi candidati saremo costretti a rispondere. Ma le pare? Soprattutto nel momento in cui il percorso è già tracciato e prevede, senza possibilità di variazione, aumento, quotazione e ricerca di un partner. Un percorso che, per di più, vedrà Carrus nel ruolo di direttore generale plenipotenziario, senza cioè un amministratore delegato. Francamente questa esigenza di drammatizzazione mi pare la spia di una forte debolezza». Anche la Bce ha preso carta e penna, annunciando di vigilare affinché si verifichi: «la completa assenza di legami con le passate carenze gestionali». In campo anche i sindacati: la Fabi di Lando Sileoni si schiera con la lista di Bolla. S. Rig. © RIPRODUZIONE RISERVATA