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2 GIUGNO, FESTA DELLA REPUBBLICA, FESTA DI TUTTI NOI

Gli uomini che diedero vita alla Costituzione italiana avevano tradizioni culturali molto diverse ed idee molto differenti tra loro, ma trovarono punti di accordo comuni perché erano attenti al BENE COMUNE più che agli interessi di una sola parte
2 GIUGNO, FESTA DELLA REPUBBLICA, FESTA DI TUTTI NOI

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Le radici storiche della festa della Repubblica sono note e rimandano al 2 giugno 1946 giorno nel quale si tenne per gli italiani la prima consultazione popolare universale (per la prima volta votarono tutte le donne maggiorenni).
I nostri padri e madri furono chiamati a due importanti compiti che avrebbero segnato le generazioni successive: pronunciarsi sulla forma dello Stato – monarchia o repubblica – ed eleggere i componenti dell’Assemblea Costituente.
La classe politica di quel tempo ebbe la lungimiranza di compiere in quel mese di giugno 1946 scelte strategiche.
Il giorno 21 giugno il primo governo De Gasperi, su proposta del ministro della giustizia Togliatti, aveva approvato un provvedimento di amnistia per reati comuni, politici e militari compiuti da fascisti e da antifascisti; mentre il giorno 28 giugno fu eletto il capo provvisorio dello Stato nella persona di Enrico De Nicola, politico del Sud di chiaro orientamento monarchico.
Non pu ò sfuggire a nessuno il chiaro significato di queste scelte: intraprendere percorsi di pacificazione civile, di concordia e di unificazione nazionale.
è su queste basi che sono state superate le difficoltà gravi del dopoguerra.
è su queste basi che si è costruita la nostra democrazia. è su queste basi che si fonda la nostra Costituzione.
Proprio il contrario di quello che ha fatto la classe politica italiana negli ultimi periodi.
Noi della FABI, tradizionalmente e per Statuto, non entriamo nell’agone partitico, ma non possiamo rimanere indifferenti allo scempio che si è fatto persino di elementari regole di convivenza civile, oltreché di decoro, parola che pare sconosciuta ai politici nostrani.
Certo, non siamo più ai tempi dell’antica Roma, quando il laticlavio dei senatori (i Patres Conscripti) era garanzia di rettitudine, di condotta integerrima e di lavoro per la res publica, la cosa pubblica, cioè lo Stato che, come insegnavano a scuola durante le “vecchie” lezioni di Educazione civica, siamo tutti noi.
Oggi, invece, lo Stato pare una res nullius, una cosa di nessuno, su cui andare all’arrembaggio, su cui tentare il saccheggio, la pirateria. Chissenefrega degli altri…!
Non è solo una questione di malaffare e di politica sporca, ma è una mancanza di coscienza civile, che richiama la necessità assoluta di un cambiamento etico e culturale di tutti noi, che apparteniamo a questa società e a questo Paese.
Fatta l’Italia, bisogna fare gli Italiani“, scriveva Massimo d’Azeglio o – forse – il deputato e poi senatore e ministro della neonata Italia, Massimo Martini, nel 1869. Sembra scritto oggi…
E nessuno pu ò chiamarsi fuori.
Gli uomini che diedero vita alla Costituzione italiana appartenevano a tradizioni culturali molto diverse (cattolici, comunisti, socialisti, liberali…) ed avevano idee molto differenti tra loro, ma trovarono punti di accordo comuni superando le logiche di partito perché erano attenti a costruire IL BENE COMUNE più che agli interessi, pur legittimi, di una sola parte.
Questa è la strada per far crescere di più e meglio tutto il nostro Paese, in vista di obiettivi che mai come ora ci appaiono critici e vitali per garantire innanzitutto il diritto al lavoro e prospettive di futuro per le giovani generazioni.
Il Paese – come dice il Presidente della Repubblica – ha bisogno di una buona amministrazione e per riuscire in questo bisogna superare contrapposizioni e particolarismi vari e c’è bisogno di più coesione nel Paese, dinanzi alla crisi e alle tensioni che scuotono il mondo“.
Rispettosi di questo monito, fedeli agli ideali di libertà, d’indipendenza, di autonomia e di solidarietà che sono alla base della nostra Organizzazione e che hanno tratto spunto dai grandi Valori del Risorgimento e della Resistenza, facciamo tutti la nostra parte.
Costruiamo insieme un costume di rispetto reciproco, nella libertà e nella legalità, mettiamo a frutto le grandi risorse di generosità e dinamismo che il nostro Paese mostra di possedere.
Solo così potremo guardare con fiducia e affrontare con forza il nuovo che ci aspetta, sia nel nostro settore sia nel nostro Paese.
Buona Festa della Repubblica a tutti!
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