CARISP, LA FABI IN PRIMA LINEA PER I LAVORATORI
In tanti all’assemblea dei lavoratori di venerdì, Granelli: “Il momento è delicato, dobbiamo ricomporre il tavolo unitario”. Pernici (FABI): “Non dobbiamo cedere sui diritti”
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La FABI schierata a tutti i livelli, territoriale, provinciale, regionale e nazionale, per salvare i posti di lavoro. Dove? A Cesena, per la CARISP, dove il fronte è particolarmente caldo. Nessuno si aspettava che all’assemblea di venerdì, andata in scena in concomitanza con la partita Italia – Svezia, partecipassero così tanti lavoratori: segno evidente che i bancari della CARISP hanno ben capito il momento di difficoltà, cui non è d’aiuto la spaccatura del tavolo negoziale. E si sono affidati al primo sindacato del credito.
“Il nostro primo obiettivo è ricomporre il tavolo unitario – ha detto Attilio Granelli, Segretario Nazionale FABI – con la partecipazione delle Segreterie Nazionali per la seconda fase delle trattative. Ed è evidente che l’approvazione all’unanimità della mozione su questo punto ci dice chiaramente che anche i lavoratori ci vogliono uniti. Tutto il settore è in difficoltà e la FABI è in prima linea per salvare i posti di lavoro, evitando lo smantellamento del Contratto Nazionale e impedire assolutamente i licenziamenti collettivi. Forse per questo ci hanno escluso dalle trattative, diamo fastidio”.
Il dato certo è che i lavoratori sono preoccupati per le sorti della banca che ora conta sui 280milioni del Fondo Interbancario Tutela Depositi.
“Tra i colleghi c’è preoccupazione diffusa e allo stesso tempo difficoltà nel capire qual è la situazione – ha detto Roberta Pernici, RSA FABI CARISP -. Questo è un momento delicato perché, da una parte, la trattativa si sposterà sulla discussione dell’applicazione dell’articolo 20 e quindi della dichiarazione di esuberi da parte dell’azienda, di cui non sappiamo ancora nulla; dall’altra è importante che i lavoratori capiscano i termini della bozza sottoscritta dalle altre sigle sindacali e che è al vaglio delle assemblee. Se dovesse essere approvato quell’accordo, non solo ai colleghi non verrebbero riconosciuti alcun tipo di indennizzi, ma l’azienda potrebbe, qualora lo ritenesse necessario, procedere ad eventuali demansionamenti. Quello che vogliamo – ha concluso Pernici – è che i lavoratori abbiano consapevolezza dei problemi, ma anche dell’importanza della difesa dei diritti”.
Cesena, 20/06/2016
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