Leggi la lettera aperta del Segretario Generale della FABI al Presidente di Federcasse in merito all'operato di Marco Vernieri in sede di trattativa sul rinnovo del Contratto Nazionale dei lavoratori del Credito Cooperativo
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Leggi la lettera aperta del Segretario Generale della FABI al Presidente di Federcasse in merito all’operato di Marco Vernieri in sede di trattativa sul rinnovo del Contratto Nazionale dei lavoratori del Credito Cooperativo
?IL POSTINO SUONA SEMPRE DUE VOLTE?. SILEONI RISPONDE AD AZZI

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Leggi la lettera aperta del Segretario Generale della FABI al Presidente di Federcasse in merito all’operato di Marco Vernieri in sede di trattativa sul rinnovo del Contratto Nazionale dei lavoratori del Credito Cooperativo
Lettera aperta al Presidente di Federcasse Alessandro Azzi
Capisco che il Presidente Azzi prenda le difese “d’ufficio” di Marco Vernieri ribadendo che il Responsabile delle Relazioni Sindacali porti avanti la linea datoriale; quello che non capisco è come si pu ò confondere, da parte del Presidente Azzi, una analisi della realtà dei “fatti” con un “attacco personale” come lo ha definito lui.
Premesso che con Marco Vernieri io personalmente non andrei a prendere neanche un caffè, ma questo non mi ha per ò impedito di invitarlo più volte ai nostri eventi, ricordo al Presidente Azzi che il vero problema non è nei contenuti, ma nel modo arrogante e presuntuoso con cui Vernieri porta avanti la trattativa (anzi la “non trattativa”) per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro delle Banche di Credito Cooperativo, scaduto da tre anni, cercando esclusivamente di mettere i Sindacati gli uni contro gli altri sia a livello nazionale che a livello aziendale e ribadendo continuamente, abbaiando alla luna, che non ci sono margini di confronto e trattativa ai suoi diktat.
Ricordo ancora al Presidente Azzi che tantissime volte si è affrontato il rinnovo del Contratto Nazionale in situazioni difficili, ma ogni volta, con il buon senso di tutti, si sono trovate le soluzioni.
Vorrei anche ricordare al Presidente Dell’Erba che accusare il Movimento Sindacale di essere solo “rivendicativo” cozza con la realtà dei fatti visto che i Sindacati del Credito, in questo Paese, contribuiscono da decenni, con senso di responsabilità riconosciuto da tutti, a superare le crisi del Settore di cui certo non sono responsabili, al contrario dei manager.
Basta dare un’occhiata a quante Banche di Credito Cooperativo sono state commissariate negli ultimi anni per rendersi effettivamente conto di chi sono le vere responsabilità.
Sono per ò fermamente convinto che il Contratto Nazionale delle Banche di Credito Cooperativo possa essere rinnovato velocemente nell’interesse di tutti, ma sono altrettanto fermamente convinto che con Marco Vernieri dall’altra parte sia impossibile farlo.
Federcasse ci dice che Vernieri è il loro uomo. Bene!!!!!!
Ne prendiamo atto. Non spetta certo a noi indicare il nome del Responsabile delle Relazioni Sindacali; io ho solo sostenuto che se non ci fosse Vernieri il nuovo Contratto Nazionale sarebbe già stato firmato da un pezzo, con o senza riforma delle BCC.
Questa è una mia opinione non un “inqualificabile attacco personale”, come invece Lei ha sostenuto.
E qui di seguito sono elencati i fatti a supporto:
Marco Vernieri fa capolino nel mondo della Cooperazione del Credito nel marzo 2013,
inizialmente come Responsabile Risorse Umane del Gruppo ICCREA, e a fine maggio 2013 anche come Responsabile delle Politiche del Lavoro e materie Giuslavoriste in Federcasse.
I risultati della sua condotta politica sono il quotidiano avversare gli effetti del Contratto nazionale del lavoro stipulato precedentemente (21/12/2012) e negare tutti gli impegni e i risvolti che ne scaturivano.
Quindi, nonostante i sindacati firmino con Federcasse, con rispettiva piena condivisione, l’accordo di adeguamento del Fondo Esuberi (ex legge Fornero) il 30/10/2013, il Vernieri anticipa e si fa interprete della rescissione unilaterale e anticipata del Contratto nazionale del 21/12/2012, in data 26 novembre 2013.
Lei, caro Presidente, in questa occasione ha dato il via libera con l’alibi che “bisognava lasciar operare uno specialista” come se, all’interno di Federcasse e del movimento, non ci fossero specialisti del settore.
Le posso ricordare che pubblicamente, più volte, lo stesso Vernieri ha sminuito se non disprezzato il lavoro conseguito in tanti anni da parte di suoi dirigenti, seri ed autorevoli, che si sono occupati, nel tempo, delle relazioni sindacali e industriali e che percepivano neanche la metà dell’attuale stipendio del Vernieri.
Questi signori hanno sempre garantito risultati a lei, alla sua splendida carriera e all’intero movimento. Ora sono stati messi da parte per far posto ad un ex dirigente del Gruppo Unicredit e del Gruppo Intesa.
Comunque, da quel momento a livello Nazionale seguiranno a pioggia le disdette dei Contratti Regionali, le successive proroghe della rescissione unilaterale del Contratto nazionale fino allo sciopero Nazionale del settore della Cooperazione, effettuato il 2 marzo 2015 dopo almeno vent’anni di pace sociale.
Sciopero che comunque è stato un clamoroso successo in termini di adesioni e astensione dal lavoro con medie tra l’80 e il 90% tra i Lavoratori mai verificatesi e immaginabili nel settore stesso.
E anche in questi casi lei caro Presidente ha lasciato fare con troppa e “sospetta” disinvoltura.
Dopo lo sciopero Nazionale del Credito Cooperativo, viene applicato di fatto, dal 1° aprile 2015, l’accordo del Contratto nazionale del 2012, salvo le materie relative agli orari di “sportello lungo” e al ristoro del lavoro “straordinario” dei Quadri Direttivi, previste dal Contratto nazionale 2012 in via sperimentale, ma cancellate senza la minima esitazione sin dal maggio 2013 dal nostro “salvatore della patria”.
Dopo aver stipulato un solo accordo Nazionale, in data 23 marzo 2015, Marco Vernieri si è esercitato in una pervicace e ostinata azione di divisione delle forze sindacali a livello territoriale per deregolare e destrutturare scientemente l’applicazione del vecchio Contratto nazionale.
Giustificando la sua azione sulla scorta della “salvaguardia” dei posti di lavoro delle singole BCC che negli anni 2014/2015 sono state sottoposte ai Commissariamenti, prima dell’entrata in vigore della legge sul “Bail in”, il Vernieri ha prodotto accordi separati con i sindacati dovunque gli è stato possibile e consentito.
Questi in sintesi gli accordi “separati”:
1) Settembre 2014 accordo per la BCC dei DUE MARI (CS) firmato solo con FIRST/CISL FISAC/CGIL e DIRCREDITO. Ecco la prima porcata a danno dei lavoratori:
Riduzione permanente di 1° livello di inquadramento per sempre, riduzione dell’orario lavorativo annuo pari a 16 giornate uomo, riduzione della Retribuzione annua LORDA dall’1% a salire fino al 15% e deroga al Contratto Nazionale per il trasferimento del Personale.
2) 6/6/2015 accordo separato in Banca Romagna Cooperativa (FC) firmato solo con FIRST/CISL e FISAC/CGIL. Accordo impugnato presso la magistratura del lavoro da FABI e UILCA. Seconda porcata a danno dei lavoratori:
Riduzione permanente di 1° livello di inquadramento, riduzione di 2 giornate annue per 5 anni e mezzo, Riduzione della Retribuzione annua Lorda a partire dal 3% fino al 15%, per la valenza dell’accordo (5 anni e mezzo), deroga del Contratto Nazionale alla mobilità fuori regione, riduzione del buono pasto a 5.29 (per 5 anni e mezzo).
3) Novembre 2015 accordo separato in BCC di CASCINA (GR) firmato solo con FIRST/CISL e FISAC/ CGIL. Terza porcata a danno dei lavoratori:
Soppressione ex Festività per 1 anno (5 giornate fisse), riduzione orario di lavoro modulata sulla singola RAL con un minimo di 2 a 15 giornate, per un anno, sterilizzazione del valore del premio di rendimento e ad personam sul calcolo del Tfr e Fondo Pensione, per un anno, riduzione del buono pasto a 5.29 euro per un anno.
4) Giugno 2016 accordo separato nella BCC di DON RIZZO (TP) firmato solo con FIRST/CISL. Quarta porcata a danno dei lavoratori:
25 lavoratori obbligati al collocamento in pensione, sterilizzazione del calcolo del Tfr, considerando solo la paga di livello rapportata al 50% del suo valore annuo, con effetti anche sulla contribuzione al Fondo Pensioni, per una durata di 5 anni, riduzione della Retribuzione annua lorda in misura del 6% al netto della franchigia di 6.500 euro per singolo lavoratore, con durata di 5 anni, deroga piena del Contratto Nazionale sulla fungibilità professionale di tutti i lavoratori, per 18 mesi, deroga ai trasferimenti del Personale per 1 anno, obbligo della fruizione delle ferie arretrate, deroga alla normativa sulla fruizione e monetizzazione delle 5 giornate di Ex Festività. Se non vengono fruite si perdono.
5) 26/7/2016 accordo separato nel Gruppo Bancario ICCREA (Roma) firmato solo con FIRST CISL e FISAC CGIL. L’aspetto clamoroso è che il Gruppo ICCREA ha chiuso il 2015 con un utile consolidato di 42 milioni di euro in linea con gli utili degli anni precedenti e a budget per il 2016 sono previste 30 milioni di euro per pagare consulenti esterni, diminuiti a detta del Gruppo di ICCREA del 50% rispetto al 2016 (60 milioni circa). Quinta porcata a danno dei: lavoratori:
Sterilizzazione del calcolo del Tfr relativamente agli istituti contrattuali, salvo la paga base, gli scatti, e senza effetti sulla contribuzione al Fondo Pensione e Cassa Mutua Nazionale, per un periodo di 3 anni, fruizione obbligatoria residui di ferie, permessi, riduzioni d’ orario, deroga al Contratto sulle ex Festività (5 giornate) che qualora non siano fruite vengono perse e non remunerate, blocco permanente per i tre anni del lavoro straordinario; contingentamento del premio di risultato aziendale e di Gruppo da erogare eventualmente solo fino ad un tetto massimo di costo aziendale pari a 2.4 milioni per tutte le attuali 12 società del Gruppo ICCREA (in cifra quasi il 25% dell’ultimo valore erogato su base bilancio 2014). Insomma una perdita secca media, per ogni lavoratore, di circa 600 euro medie l’anno che aumentano notevolmente per gli inquadramenti di grado superiori.
L’accordo è stato approvato in pieno mese di agosto quando la maggior parte dei lavoratori erano in ferie (a Vernieri piace vincere facile) da assemblee del personale che a malapena hanno rappresentato l’11% del complessivo organico (435 lavoratori votanti, dei quali 93 contrari, su 2600 lavoratori complessivi) la metà dei quali “inviati” dall’azienda a sostenere la porcata. Dell’assemblea non esiste un verbale ufficiale, ci sono personaggi che hanno alzato la mano due o tre volte e, nei giorni precedenti, il signor Marco Vernieri ha intrattenuto i responsabili degli uffici interni invitandoli a sostenere il sì all’accordo e chiedendo loro di estendere l’invito ai lavoratori.
6) Attualmente è in corso la procedura ex legge 223/91 per i 79 licenziamenti intimati al Personale della ex BCC CREDIVENETO, nonostante sia stata acquisita da Banca Sviluppo S.p.A, facente parte del Gruppo Bancario ICCREA, che consta di 2372 dipendenti.
Banca Sviluppo S.p.A consta già di 79 sportelli e 450 Lavoratori e vuole liberarsi esclusivamente dei Lavoratori del Veneto, senza aver palesato un piano industriale o un benché’ minimo straccio di rilancio della BCC che poteva essere salvata da altre cordate di aziende BCC, sicuramente più responsabili e attrezzate al caso.
Come potrà notare, la First Cisl dell’ex (e ripeto ex segretario nazionale Spaggiari) non se ne è perso uno di accordo, li ha firmati tutti con grandissimo entusiasmo e commozione. Le lacrime di Spaggiari sono note nel nostro settore: lui finge di piangere, gli altri piangono davvero!!!
Tutto ci ò a dimostrazione e supporto della teoria vernierana, esplicitata a tutte le 15 Federazioni Locali, vale a dire della necessità inderogabile di ridurre il costo del lavoro a livello di sistema di almeno un 5%, per la salvaguardia dei posti di lavoro, a cominciare da quello di Vernieri, peraltro ampiamente ben retribuito con un compenso annuo di 456.000 euro oltre un MBO (Premio su obiettivo raggiunto) di 50.000 euro per l’anno 2015, anno in cui ha stipulato un solo accordo a livello Nazionale, ripeto un solo accordo a livello nazionale.
Le ricordo, caro Presidente, che Marco Vernieri è Responsabile della Delegazione Sindacale Nazionale di Federcasse, Responsabile delle Relazioni Sindacali dell’ICCREA Holding e Consigliere di BCC Solution: queste tre cariche garantiscono al nostro “salvatore della patria” un compenso di circa 456mila euro annue. Non male per un ex Unicredit e un ex Intesa.
Le rispondo poi a quell’aggettivo da lei utilizzato nei miei confronti: “inqualificabili attacchi personali a Vernieri” e riportato oggi in un “breve” articolo del Sole 24 Ore.
Inqualificabile, caro Presidente Azzi, è garantire 500 mila euro l’anno ad un personaggio che i problemi li crea invece di risolverli; inqualificabile è, caro presidente Azzi, che Lei faccia quasi sempre finta di non accorgersi dell’inadeguatezza di certi personaggi; inqualificabile è che il Vernieri sia utilizzato come “foglia di fico” per chi scappa dalle proprie responsabilità; inqualificabile è lasciare 37 mila lavoratori delle BCC da tre anni senza contratto; inqualificabile sono i commissariamenti di molte Banche di Credito Cooperativo; inqualificabile sono le difese d’ufficio di chi utilizza, come nel caso di ICCREA, certi fessacchiotti che pur di non lavorare e in cambio di qualche ore di libertà, sostengono il Vernieri nel proprio operato a danno dei lavoratori; inqualificabile, come nel caso del Gruppo ICCREA è togliere ai lavoratori 600 euro all’anno in un’azienda che chiude con un utile di 42 milioni di euro; inqualificabile, caro Presidente Azzi, è stare alla finestra, senza intervenire, lasciando che certi personaggi distruggano il settore.
E, per ultimo, inqualificabile è avere la memoria corta, molto corta.
La FABI non era inqualificabile quando la sosteneva nella sua giusta battaglia contro la riforma delle BCC; era inqualificabile, le chiedo, quando stimolavamo, dietro sua richiesta, provincia per provincia, il sostegno dei parlamentari locali per apportare modifiche alla riforma delle BCC? Lo abbiamo fatto con entusiasmo perché ce lo ha chiesto Lei e perché ci credevamo.
Per il momento mi fermo qui, in attesa degli sviluppi di una situazione dove i lavoratori sono le vittime.
Un’ultima considerazione: io, di personale come Lei sostiene, non ho proprio niente contro il Vernieri semmai è il Vernieri che ha qualcosa di personale con Lei o con quei fessacchiotti che in ICCREA lo hanno sostenuto penalizzando i lavoratori.
Di un aspetto, per ò, pu ò essere certo. Non faremo sconti a nessuno perché il tempo sarà galantuomo. Vedrà, caro Presidente, che, come dice un proverbio, tutte le volpi prima o poi finiranno in pellicceria perché la vita insegna che, in fin dei conti, ai furbi va sempre peggio che agli sciocchi.
Ma una domanda non posso non fargliela. Perché se uno specialista (?) come Vernieri esce prima da Unicredit e poi da Intesa viene poi assunto da Federcasse? Sia gentile mi risponda, anche in questo caso, pubblicamente.
Grazie,
Lando Maria Sileoni
Segretario Generale FABI
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