Contro l'esternalizzazione di Pl Cards e la ventilata cessione di altre attività di UBIS, i dipendenti incrociano le braccia venerdì 9 settembre. Previsto anche un sit in a Milano di fronte alla Direzione Generale del Gruppo. Morelli: "No alla messa in discussione dell'area contrattuale"
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UNICREDIT, I LAVORATORI DI UBIS IN SCIOPERO

Contro l’esternalizzazione di Pl Cards e la ventilata cessione di altre attività di UBIS, i dipendenti incrociano le braccia venerdì 9 settembre. Previsto anche un sit in a Milano di fronte alla Direzione Generale del Gruppo. Morelli: “No alla messa in discussione dell’area contrattuale”
UNICREDIT, I LAVORATORI DI UBIS IN SCIOPERO
Una giornata di sciopero contro l'esternalizzazione di Pl Cards e la ventilata cessione di altre attività di UBIS, il consorzio informatico del Gruppo Unicredit.
è quanto hanno proclamato la FABI e le altre Organizzazioni Sindacali nella giornata di venerdì 9 settembre.
Oltre allo sciopero, sarà previsto contestualmente un sit in a Milano di fronte alla Direzione Generale di Unicredit.
Come deliberato dal CDA della banca lo scorso 3 agosto, la divisione della monetica sarà, infatti, ceduta insieme lavoratori entro la fine dell'anno a SIA, società specializzata nella gestione delle carte di credito.
L'operazione che coinvolge non solo l'Italia, ma anche l'Austria, la Germania, la Romania per un totale di 350 addetti, porterà alla fuoriuscita di circa 213 lavoratori dal perimetro italiano di Unicredit.
Tuttavia al momento non è stata ancora aperta una procedura ad hoc per gestire la cessione del ramo d'azienda.
Il Gruppo ha, inoltre, annunciato di aver avviato nuovi studi di fattibilità sulla cessione di altri segmenti del suo consorzio informatico.
Sul piede di guerra la FABI e gli altri sindacati.
"Assistiamo all'ennesimo piano di contrazione delle attività del Gruppo, che invece di puntare su un segmento strategico come quello della monetica pensa bene di liberarsene solo per fare cassa nel breve termine, dimostrando scarsa lungimiranza e una miope visione industriale.
Non accetteremo che a pagare scelte aziendali inopportune, peraltro già bocciate dal mercato, siano ancora una volta i lavoratori", ha dichiarato Francesco Colasuonno, Coordinatore FABI di UBIS, il consorzio informatico del Gruppo Unicredit di cui fa parte Pl Cards.
"Siamo pronti a contrastare con ogni mezzo l'ipotesi che venga messa in discussione l'area contrattuale dei lavoratori o che si perdano in futuro posti di lavoro. Facciamo notare che ad oggi le esternalizzazioni sono state fallimentari e hanno soltanto creato problemi al Gruppo anche in termini operativi", ha aggiunto Mauro Morelli, Segretario Nazionale FABI.
Milano 06/09/2016

IL SOLE 24 ORE 7 SETTEMBRE 2016

Ubis, sciopero contro la cessione del ramo carte

In attesa che il gruppo Unicredit invii la lettera di avvio procedura per la cessione delle attività- e dei lavoratori che se ne occupano – di elaborazione dei pagamenti tramite carte di pagamento di Ubis (UniCredit Business Integrated Solutions) a Sia, come deliberato dal cda della banca all’inizio di agosto, venerdì a Milano alla Torre Unicredit arrivano i lavoratori di Ubis che, come hanno annunciato i sindacati (Fabi, First, Fisac, Uilca e Unisin) sciopereranno e faranno un presidio a Milano sotto laTorre Unicredit Sempre in agosto il gruppo aveva annunciato la firma di un contratto di outsourcing di dieci anni con Sia per la fornitura di servizi di elaborazione dei pagamenti tramite carte. Con l’operazione che dovrebbe essere fmalizzata entro la fine dell’anno ilgruppo cederebbe circa 35o lavoratori in Europa, tra Italia, Germania, Romania e Austria Di questi 213 sono nel nostro paese. «è l’ennesimo piano di contrazione delle attività del Gruppo, che invece di puntare su un segmento strategico come quello della monetica pensa bene di liberarsene solo per fare cassa nel breve termine», dice Francesco Colasuonno, coordinatore Fabi di Ubis. Il segretario nazionale della Fabi, Mauro Morelli avverte che verrà «contrastata con ogni mezzo l’ipotesi che venga messa in discussione l’area contrattuale dei lavoratori o che si perdano in futuro posti di lavoro. Fino ad oggi le esternalizzazioni sono state fallimentari e hanno soltanto creato problemi al Gruppo anche in termini operativi». Sul territorio, a Verona in particolare, la preoccupazione è tangibile perché la cessione riguarda circa un terzo degli addetti del polo veronese. A livello nazionale i sindacati sono preoccupati soprattutto per il passaggio di un ramo di azienda a un’altrasocietà. Certamente non sarà uno sciopero a cambiare la decisione, ma per Pier Luigi Ledda, segretario nazionale della First Cisl «non si pu ò consentire che Ubis continui a essere smantellata come una margherita. La cessione andrà discussa in un tavolo dalla prospettiva molto ampia in cui si discuta della strategia del gruppo Unicredit e di quella di Ubis dove lavorano 4.300 persone in Italia e 8.700 in Europa. Guardando al passato ci sono state altre cessioni in capo a Ubis che non ci hanno soddisfatto». Guido Diecidue, segretario responsabile Uilca gruppo Unicredit, considera la cessione un cambio di strategia che «va nella direzione opposta di quanto deciso 4 anni fa, quando Unicredit aveva riportato all’interno le lavorazioni che oggi cede, sottolineando il vantaggio di quella strategia. Quattro anni dopo si esternalizza di nuovo tutto. Per noi a questo punto ci sono delle garanzie imprescindibili e cioè II mantenimento del contratto del credito, delle sedi operative, delle condizioni di secondo livello, oltre alla clausola di salvaguardia occupazionale nel caso in cui qualcosa vada male». CRISTINA CASADEI
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