ESUBERI, SILEONI RISPONDE A ROSSI
Il leader della FABI replica al Direttore Generale di Bankitalia che chiede un intervento sui costi del personale: “Il problema delle banche sono le pessime gestioni e le sofferenze, non gli esuberi”
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“Contrasteremo ogni forma di coercizione e di obbligo su eventuali esuberi del settore. Tre i nostri punti cardinali: volontarietà dei prepensionamenti, una banca moderna al servizio dei territori e una decurtazione di almeno il 30% degli alti stipendi dei manager.
Ricordiamo che ad oggi con il Fondo Esuberi, il nostro ammortizzatore sociale di categoria interamente finanziato da banche e lavoratori, sono stati prepensionanti negli ultimi 10 anni oltre 40 mila dipendenti e altri 20mila ne usciranno entro il 2020.
Tutto questo dimostra la validità politica del nostro ammortizzatore sociale, che pensiamo debba essere rafforzato economicamente in questo momento così delicato per il settore anche attraverso un intervento legislativo del Governo.
Siamo, inoltre, fermamente contrari all’introduzione della NASPI (indennità di disoccupazione, ndr) nel comparto, che prevedrebbe la dichiarazione da parte delle banche di uno stato di crisi generalizzato”.
Questa la risposta di Lando Maria Sileoni, Segretario Generale della FABI, al Direttore Generale di Bankitalia Salvatore Rossi, che, intervenendo oggi all’evento organizzato dall’ANSPC, ha sottolineato come “in non pochi casi per le banche saranno necessari interventi sul personale, utilizzando il pensionamento anticipato”.
“è impensabile chiedere sacrifici ai lavoratori, anche di solidarietà difensiva con riduzione di orario di lavoro e di stipendio, quando chi ha provocato i dissesti finanziari di importanti istituti di credito continua a vivere in condizioni economiche e sociali privilegiate”, ha proseguito Sileoni.
“Sull’argomento pensionamenti richiamato dal Direttore Generale di Bankitalia Rossi, è necessario chiarire definitivamente che da almeno 10 anni ai lavoratori bancari viene “imposto” il pensionamento di anzianità e non di vecchiaia. Infatti nei principali 14 gruppi bancari italiani sono poche centinaia i lavoratori in servizio che hanno maturato il diritto minimo alla pensione; mentre nei piccoli e medi istituti di credito italiani che hanno scelto di non realizzare mai un piano industriale, i lavoratori con le stesse caratteristiche sono meno di 3mila.
Rispetto poi al fatto che in Italia, come qualcuno ha affermato, ci siano “più banche che pizzerie” e troppi dipendenti bancari, lo stesso Presidente dell’ABI Patuelli, nella sua relazione annuale, ha confermato che il settore bancario italiano ha meno dipendenti bancari e meno banche rispetto agli altri europei.
Un conto è il richiamo giusto e motivato del Direttore Rossi a rendere le banche più innovative e moderne, un conto è la disinformazione e la demagogia di chi vuol creare le condizioni per licenziamenti di massa, che contrasteremo ferocemente”, ha concluso il leader della FABI.
Roma 04/10/2016
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