Corriere della Sera 22/10/2016
Mps, il Kuwait studia il dossier. Il piano Passera spinge i titoli – Massaro Fabrizio
Il Montepaschi si accende in Borsa nella settimana precedente il piano industriale di lunedì 24 che sarà alla base della ricerca di capitali freschi fino a 5 miliardi per il terzo salvataggio dell’istituto senese. In quattro giorni il titolo è rimbalzato del 56% con scambi per oltre un terzo del capitale. Ieri il rialzo è stato del 13,3% a 0,37euro, con il 12% passato di mano e la capitalizzazione tornata a 790 milioni. Mentre la Consob ha acceso un faro, come sempre nei casi di grande tensione su un titolo, sul mercato le spiegazioni di una simile corsa al titolo sono state varie e incrociate. Secondo le sale operative, una parte degli acquisti è legata alle ricoperture da parte di chi è «andato corto», cioè ha speculato al ribasso ed è rimasto con le posizioni aperte (la Consob da luglio ha vietato le vendite allo scoperto fino al 5 gennaio), insieme con una quota marginale di speculatori che hanno «shortato» Mps attraverso il derivato sul Fts e Mib (ma sembrano movimenti marginali). C’è anche chi punta sull’«effetto Corrado Passera», cioè sull’interesse su Mps suscitato dalla disponibilità — da verificare — di alcuni private equity (Warburg Pincus, Atlas) a sottoscrivere 1-2 miliardi di euro di aumento, portati dall’ex banchiere ed ex ministro. E in tanto continua la ricerca dell’«anchor investor» da parte di Jp Morgan e Mediobanca: si parla del fondo sovrano del Qatar e di sondaggi presso altre cassaforti di Paesi del Golfo, come il Kuwait. Ma prima del piano di lunedì — che sarà presentato martedì mattina al mercato e poi nei roadshow — non dovrebbero arrivare impegni concreti da parte di importanti investitori. Lunedì il board sarà lungo, perché verranno anche approvati con qualche giorno d’anticipo i conti del terzo trimestre. «Mps ha uno straordinario passato e avrà uno straordinario futuro», ha ribadito ieri il premier Matteo Renzi, dicendo di non voler scegliere «tra gli ex ministri» (riferimento a Passera e a Vittorio Grilli, top banker europeo di Jp Morgan ed ex ministro dell’Economia). «A me interessa che i correntisti siano salvi e che ci sia spazio di azione per questa banca in futuro». Sull’esecutivo è intervenuto ieri il segretario della Fabi, Lando Sileoni: «Il governo, con un eventuale provvedimento di sostegno finanziario al Fondo Esuberi non aiuta le banche ma tutti i lavoratori del credito». Fabrizio Massaro © RIPRODUZIONE RISERVATA
Giornale 22/10/2016
Dal governo 640 milioni per tagliare i bancari – In Finanziaria 640 milioni per tagliare 25mila bancari – Restelli Massimo
II governo Renzi si prepara a passare, tra le pieghe della legge Finanziaria, oltre 600 milioni alle banche italiane per aiutarle a fare scivolare verso la pensione altri 25mila addetti. Se ne dovrebbe sapere di più lunedì o martedì, ma lo stanziamento complessivo si attesterebbe a 638 milioni, elargiti in ragione crescente tra il 2017 (100 milioni) e il 2018-2019 (200 milioni all’anno) per poi tornare a quota 100 nel 2020 e scalare a un «obolo» di 38 milioni nel 2021. Nei piani la manovra, dietro cui resta un retrogusto politico visto l’approssimarsi del decisivo referendum costituzionale in agenda il 4 dicembre, costituirà l’innesco istituzionale all’atteso riassetto del settore. A partire dal difficile rilancio del Monte Paschi (che proprio lunedì dovrebbe annunciare 3mila tagli), alla vendita delle «nuove» Banca Etruria, Marche, CariChieti e CariFerrara (le prime tre dovrebbero finire ad Ubi Banca), e agli ulteriori esuberi attesi a Popolare Vicenza (1.500 la stima) e Veneto Banca (900). L’aiuto pubblico alla «rottamazione» di cassieri e impiegati del back office rappresenta comunque una novità assoluta per l’intero settore. Fino a questo momento le banche avevano infatti provveduto alle ristrutturazioni da sole, alimentando l’ammortizzatore sociale del Fondo esuberi e chiedendo giornate di solidarietà ai dipendenti rimasti. La ricetta ha funzionato per decenni: evitando da un lato ai loro colletti bianchi i disagi della cassa integrazione – cui sono invece costrette le tute blu della corporate Italia – e dall’altro proteggendo le banche dall’incalcolabile danno di immagine conseguente alla dichiarazione di un eventuale stato di crisi: il passo da qui alla fuga di depositi e correntisti sarebbe stato brevissimo. Adesso, per ò, questo «patto armato» tra banche e sindacati non basta più a garantire i ritorni agli investitori e la pace sociale. A dimostrarlo sono gli 80 miliardi di sofferenze lorde che, malgrado le continue svalutazioni, continuano a inquinare i bilanci degli istituti di credito e una redditività ancora schiacciata ai minimi malgrado i ripetuti tagli ai costi decisi negli ultimi anni. Non per nulla i nuovi 25mila esuberi potenziali attesi (questo il panel di quanti maturano i requisiti per il prepensionamento entro il 2023), si aggiungono ai 20mila già spesati nei piani di riassetto in essere nei principali gruppi creditizi e alle circa 40mila persone che hanno lasciato il settore nell’ultimo decennio. Senza contare che l’Fmi ha stimato in eccesso un terzo delle filiali europee: in Italia sarebbero, quindi, 9.800 sportelli su 29.500 per potenziali 65mila esuberi. Insomma il rischio di restare disoccupati per una parte dei 300mila bancari in servizio è ormai reale. Da qui la decisione del governo di prelevare dalle casse dello Stato, e quindi dalle tasche di tutti noi contribuenti, appunto oltre 600 milioni di «aiuti». Il tutto impacchettato con astuzia tecnica per evitare le tagliole dell’Unione europea: la Finanziaria non prevederà infatti stanziamenti specifici per il credito ma per tutti i settori dotati di strumenti di sostegno al reddito e all’ occupazione, come appunto le banche. E l’utilizzo del denaro sarà legato alle operazioni di fusione e agli esuberi concordati con i sindacati del settore Fabi, Fisac, First e Uilca. «Se il governo finanzia il Fondo esuberi non aiuta le banche ma tutti i lavoratori bancari», sottolinea il leader della Fabi, Lando Maria Sileoni che rilancia: «Di fronte alla pessima gestione, anche fraudolenta, di alcune banche i lavoratori non possono e non debbono essere lasciati soli. Chi dovesse parlare di “nuovo regalo alle banche” sarebbe profondamente iniquo». Sebbene il malloppo in gioco sia notevole, va detto che sono circa 200 i milioni versati ogni anno dal sistema bancario italiano, che vede nell’Abi di Antonio Patuelli la propria lobby istituzionale, nelle casse dello Stato come sostegno ai fondi per la Cassa integrazione senza per ò mai utilizzarla: si calcolano 10 miliardi dagli anni ’60 ad oggi. «Non posso che attendermi che la legge di Stabilità preveda i 5-600 milioni di cui si parla per sostenere il Fondo del nostro settore, fermo restando la volontarietà degli esodi», sottolinea il capo della Fisac, Agostino Megale: «Perché è chiaro che chiunque pensasse a licenziamenti troverà lo sciopero generale».
Messaggero 22/10/2016
In breve – Fabi. Risorse del governo ai lavoratori
Se il governo dovesse decidere di stanziare oltre 600 milioni per finanziare il nostro ammortizzatore sociale di categoria, il Fondo esuberi, avrà il riconoscimento di tutti i lavoratori bancari». Lo dice Lando Sileoni, leader Fabi. «Di fronte alla pessima gestione, anche fraudolenta, di alcune banche i lavoratori non possono e non debbono essere lasciati soli. Sarebbe iniquo parlare di regalo alle banche». ***
Milano Finanza 22/10/2016
Banche, soluzione esuberi
Potrebbe arrivare in tempi brevi una prima soluzione al problema occupazionale del settore bancario, che per la prima volta nella sua storia vede avvicinarsi lo spettro dei licenziamenti. Secondo quanto appreso da Milano Finanza, il governo potrebbe stanziare oltre 600 milioni in tre anni (2017-2019) per finanziare l’ammortizzatore sociale della categoria, cioè il Fondo esuberi. Una soluzione di questo tipo servirebbe per difendere l’occupazione in una fase fortemente critica per gli istituti di credito, che finora hanno sostenuto autonomamente gli ammortizzatori dei bancari. «Se il governo dovesse decidere di stanziare oltre 600 milioni per finanziare il nostro ammortizzatore sociale di categoria, il Fondo esuberi, avrà il riconoscimento di tutti i lavoratori bancari», ha dichiarato venerdì 21 Lando Sileoni, segretario generale della Fabi, il sindacato di maggioranza dei bancari. ***
Sole 24 Ore Plus 22/10/2016
Banche e bancari – In arrivo i fondi pubblici per gli esuberi – Borzi Nicola
L’atteso finanziamento pubblico ai prepensionamenti bancari dovrebbe essere contenuto nella legge di Bilancio. La norma, secondo l’agenzia Reuters che ha raccolto informazioni di fonte governativa, stanzia 500 milioni nel triennio 2017-19 per accompagnare alla pensione fino a 25mila esuberi del credito. «Lo stanziamento è di circa 100 milioni per il 2017, 200 sia nel 2018 che nel 2019 e poi scende a 100 nel 2020 con una piccola coda nel 2021», ha detto la fonte precisando che il «vincolo generale è di 25mila esodi fino al 2019». Secondo la Fabi, solo i piani industriali delle principali banche italiane (UniCredit, Mps, Banco Popolare, Ubi e Bnl) prevedono per ò circa 16mila esuberi entro il 2020. Ci sono poi le ricadute occupazionali che si prevede deriveranno dalla cessione delle nuove Banca Marche, Popolare Etruria, CariFerrara e CariChieti, oltre a quelli (molto ingenti) che deriverebbero dalla paventata fusione tra Veneto Banca e Popolare di Vicenza. Ma a tenere banco è pure l’ipotesi, per il momento rimasta confinata al rango di pourparler, di una integrazione a tre tra Bper, Credito Valtellinese e Popolare di Sondrio. Se questa concentrazione divenisse realtà, l’impatto dei tetti Antitrust su raccolta e impieghi — calcolati su base provinciale — sarebbe molto pesante per la provincia di Sondrio, dove Creval e la Sondrio hanno due corpose reti di sportelli. Dall’istituzione del Fondo di solidarietà che gestisce gli esuberi su base volontaria, incentivata e totalmente autofinanziata sino a oggi, banche e bancari si sono fatti carico di circa 60mila prepensionamenti. La forza lavoro complessiva del settore ammonta a circa 317mila dipendenti. Ma le banche, come segnalato più volte dall’Abi, versano ogni anno circa 200 milioni per la Naspi, l’indennità di disoccupazione che non hanno mai usato. Per questo, secondo Reuters, il Governo riterrebbe opportuno «riconoscere al sistema del credito i contributi che paga e non usa con una operazione che vale fino al 2019». Se il finanziamento andasse in porto nelle forme previste, ogni esubero costerebbe alle banche sino al 70% in meno dell’onere di un eventuale ricorso alla Naspi. La norma allunga poi a fine 2019, dal 2017, il periodo di validità dell’estensione dello scivolo del Fondo esuberi che nel frattempo vede la copertura passare da cinque a sette anni. nicola.borzi@ilsole24ore.com © RIPRODUZIONE RISERVATA
FINANZA.REPUBBLICA.IT 21/10/2016
Banche, il governo pensa a uno stanziamento per gestire 25 mila esuberi
(Teleborsa) – In arrivo nuovi aiuti per le banche. Secondo indiscrezioni di stampa, il governo starebbe pensando di mettere sul piatto 500 milioni di euro in 3 anni, per favorire la gestione degli esuberi di personale bancario. Lo stanziamento da inserire nella manovra dovrebbe essere di 100 milioni per il 2017 e di 200 milioni nel 2018 e nel 2019, ma sono previste risorse (circa 100 milioni) anche per il 2020 ed un piccolo finanziamento per il 2021. Tali risorse andrebbero ad aggiungersi ai fondi già stanziati dal settore bancario. Una decisione che risponde all’esigenza di dare un aiuto al processo di razionalizzazione dell’organico delle banche italiane, in risposta alla chiusura di filiali indotta dal persistente calo di redditività e dalla crescita esponenziale delle sofferenze. Si stima il prepensionamento di almeno 25 mila bancari entro il 2019: secondo i calcoli effettuati dal sindacato dei bancari FABI, sulla base dei tagli già annunciati dalle maggiori banche italiane (Unicredit, MPS, UBI, Banco Popolare e BNL), sono già programmati 16 mila esuberi entro il 2020, ma il numero pu ò ancora crescere, anche per effetto della vendita delle quattro banche risanate dal crac.
ILGIORNALEDIVICENZA.IT 21/10/2016
Fabi, fondi esuberi non regalo a banche
(ANSA) – ROMA, 21 OTT – “Se il governo dovesse decidere di stanziare oltre 600 milioni (100 per il 2017, 200 per il 2018, 200 per il 2019, 100 nel 2020, più una piccola coda nel 2021) per finanziare il nostro ammortizzatore sociale di categoria, il Fondo esuberi, avrà il riconoscimento di tutti i lavoratori bancari”. Lo dichiara Lando Maria Sileoni, Segretario generale FABI, il sindacato di maggioranza dei bancari. “Di fronte alla pessima gestione, anche fraudolenta, di alcune banche i lavoratori bancari non possono e non debbono essere lasciati soli. Chi dovesse parlare di “nuovo regalo alle banche” sarebbe profondamente iniquo perché gli istituti di credito da sempre finanziano, giustamente, l’indennità di disoccupazione di altre categorie di lavoratori senza per ò averne mai avuto dei ritorni. Deve essere chiaro a tutti che il governo, con un eventuale provvedimento di sostegno finanziario, non aiuta le banche, ma aiuta tutti i lavoratori del credito”.
LARENA.IT 21/10/2016
Fabi, fondi esuberi non regalo a banche
(ANSA) – ROMA, 21 OTT – “Se il governo dovesse decidere di stanziare oltre 600 milioni (100 per il 2017, 200 per il 2018, 200 per il 2019, 100 nel 2020, più una piccola coda nel 2021) per finanziare il nostro ammortizzatore sociale di categoria, il Fondo esuberi, avrà il riconoscimento di tutti i lavoratori bancari”. Lo dichiara Lando Maria Sileoni, Segretario generale FABI, il sindacato di maggioranza dei bancari. “Di fronte alla pessima gestione, anche fraudolenta, di alcune banche i lavoratori bancari non possono e non debbono essere lasciati soli. Chi dovesse parlare di “nuovo regalo alle banche” sarebbe profondamente iniquo perché gli istituti di credito da sempre finanziano, giustamente, l’indennità di disoccupazione di altre categorie di lavoratori senza per ò averne mai avuto dei ritorni. Deve essere chiaro a tutti che il governo, con un eventuale provvedimento di sostegno finanziario, non aiuta le banche, ma aiuta tutti i lavoratori del credito”.
LASICILIA.IT 21/10/2016
Fabi, fondi esuberi non regalo a banche
ROMA, 21 OTT – “Se il governo dovesse decidere di stanziare oltre 600 milioni (100 per il 2017, 200 per il 2018, 200 per il 2019, 100 nel 2020, più una piccola coda nel 2021) per finanziare il nostro ammortizzatore sociale di categoria, il Fondo esuberi, avrà il riconoscimento di tutti i lavoratori bancari”. Lo dichiara Lando Maria Sileoni, Segretario generale FABI, il sindacato di maggioranza dei bancari. “Di fronte alla pessima gestione, anche fraudolenta, di alcune banche i lavoratori bancari non possono e non debbono essere lasciati soli. Chi dovesse parlare di “nuovo regalo alle banche” sarebbe profondamente iniquo perché gli istituti di credito da sempre finanziano, giustamente, l’indennità di disoccupazione di altre categorie di lavoratori senza per ò averne mai avuto dei ritorni. Deve essere chiaro a tutti che il governo, con un eventuale provvedimento di sostegno finanziario, non aiuta le banche, ma aiuta tutti i lavoratori del credito”.