MPS, SILEONI: ?BCE IRRESPONSABILE”

Sileoni a margine delle voci circolate ieri sulla bocciatura da parte dell’Europa di una proroga per concludere la ricapitalizzazione della banca senese chiede un immediato intervento delle forze politiche per salvare l’istituto. Tutta la stampa di oggi con le dichiarazioni.

Corriere della Sera 10/12/2016
Mps, lo Stato pronto a entrare – Mps: andiamo avanti con l’aumento – Massaro Fabrizio
Montepaschi ci prova ancora. Non si arrende all’idea di dover ricorrere all’aiuto pubblico — già pronto con un decreto — per salvarsi. Così ieri al termine di una giornata lunghissima e costellata di indiscrezioni — fra le quali quella sul «no» della Bce alla richiesta di uno spostamento di 20 giorni dei tempi dell’aumento che ha fatto crollare il titolo del 10,5%— il consiglio ha deciso di andare avanti comunque con l’operazione di mercato da 5 miliardi. «Questa banca la salviamo sicuramente», ha detto il presidente Alessandro Falciai. Ma non sarà semplice. Né il nuovo piano è ancora definito. La crisi di governo dopo la sconfitta di Matteo Renzi al referendum ha complicato le carte in tavola: il Qatar, che doveva investire miliardo di euro su Siena, si è ritirato in attesa di un chiarimento del quadro politico, facendo venire meno le condizioni di mercato per portare avanti l’operazione. Per questo martedì scorso Mps ha chiesto più tempo alla Bce rispetto al termine stabilito del 31 dicembre. Ma anche se fonti finanziarie ieri sera precisavano che «nessuna decisione finale è stata presa» e Mps di «non aver ricevuto alcuna comunicazione» da Francoforte, la Bce si sarebbe espressa per il «no», perché non crederebbe nella bontà dell’intera operazione targata Jp Morgan e Mediobanca. Così bisogna inventarsi altro, e in pochissimi giorni. Ieri mattina Falciai, l’amministratore delegato Marco Morelli e gli advisor sono volati a Roma dal ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, per discutere del salvataggio. Domani deciderà il consiglio di Mps, convocato per le 16. Il nuovo schema ricalcherebbe quello usato per salvare le banche greche: verrà lanciata una nuova offerta di conversione in azioni ai circa 4o mila risparmiatori che detengono bond subordinati per 2,i miliardi. Una prima offerta su tutti i 4,3 miliardi di bond è stata accolta solo da investitori professionali per miliardo di euro. Il retail l’ha invece disertata, nonostante fosse a premio sui valori di mercato, perché la Consob ha vietato a Mps di far accettare la proposta ai clienti che non avessero il corretto profilo di rischio. Ora si ripartirebbe da qui. Serve per ò che la Consob dia alla banca l’esenzione dal divieto, magari con l’argomentazione che sarebbe peggio per i risparmiatori se si andasse al salvataggio di Stato: con l’«aumento precauzionale» a carico del Tesoro, secondo le regole Ue del «bail in» i bond sarebbero comunque convertiti ma in perdita. Un’altra ipotesi è quella mista, in cui lo Stato compra i bond dei risparmiatori e poi li converte in azioni. In entrambi i casi, il Qatar confermerebbe il suo miliardo. Mancherebbe dunque solo un miliardo che le banche cercheranno di collocare entro Natale, ma senza alcuna garanzia. Se non riuscirà, l’alternativa è di fatto la nazionalizzazione. A costi molto alti. I sindacati sono preoccupati: «Irresponsabile la decisione della Bce», ha detto Lando Sileoni, leader Fabi, «in ballo ci sono 26 mila dipendenti». Ma l’ipotesi statale non dispiace ai 5Stelle: «Serve l’aiuto dello Stato in modo da non applicare il bail in ai piccoli risparmiatori, come un anno fa, è scritto nel blog di Beppe Grillo. «Da Bce uno schiaffo a Renzi e Padoan», sostiene Renato Brunetta (FI), «II nuovo governo approvi al più presto le norme del salvataggio pubblico».
Corriere di Rieti 10/12/2016
Lando Sileoni: “La banca va messa immediatamente in sicurezza”
ROMA – Sulla vicenda Monte Paschi ha preso subito posizione il sindacato Fabi. “L’attuale situazione della banca, dopo l’incomprensibile decisione della Bce di negare la proroga dell’aumento di capitale, richiederebbe un immediato e straordinario provvedimento del Consiglio dei ministri entro questo fine settimana”. Lo ha detto Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, il sindacato di maggioranza dei bancari. “E’ indispensabile non perdere altro tempo per mettere in sicurezza il gruppo bancario”, ha aggiunto.
Corriere di Viterbo 10/12/2016
Lando Sileoni: “La banca va messa immediatamente in sicurezza”
ROMA – Sulla vicenda Monte Paschi ha preso subito posizione il sindacato Fabi. “L’attuale situazione della banca, dopo l’incomprensibile decisione della Bce di negare la proroga dell’aumento di capitale, richiederebbe un immediato e straordinario provvedimento del Consiglio dei ministri entro questo fine settimana”. Lo ha detto Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, il sindacato di maggioranza dei bancari. “E’ indispensabile non perdere altro tempo per mettere in sicurezza il gruppo bancario”, ha aggiunto.
Corriere Fiorentino 10/12/2016
Monte, l’attesa dei risparmiatori – Il lungo weekend del Monte Rossi: sì all’intervento statale – Ognibene Silvia – Tani Aldo
SIENA La banca più antica del mondo è sull’orlo del baratro e mentre il Cda prova a proseguire sulla strada, molto stretta, del salvataggio privato, in molti invocano l’aiuto dello Stato. Dopo il no della Banca Centrale Europea ad una proroga per il lancio dell’aumento di capitale del Monte dei Paschi di Siena, domani i consiglieri si riuniranno nuovamente per capire se sarà possibile coinvolgere i risparmiatori nell’operazione di messa in sicurezza della banca chi aveva sottoscritto le obbligazioni subordinate emesse per sostenerla nel momento del grande salto, quando compr ò l’Antonveneta, sarà forse chiamato al capezzale per salvarla proprio dalle conseguenze di quel balzo troppo lungo. Ma l’operazione è tutt’altro che semplice, il ciglio del baratro spaventa e allora secondo molti, non solo a Siena, ben venga lo Stato: anzi, prima viene meglio è, perché se l’intervento del Governo è preventivo forse c’è una speranza di proteggere i risparmiatori, se sarà tardivo faranno la fine dei cugini dell’Etruria. Non è costretto a contraddirsi il presidente della Regione, Enrico Rossi, che l’intervento pubblico lo aveva già invocato almeno due anni fa: «Senza esagerazioni stataliste, pu ò essere la chiave giusta se serve a salvare la banca e tutelare il risparmio — ha ribadito ieri il governatore — Pu ò essere un intervento che salva un’importante azienda del credito di cui l’Italia ha bisogno e che forse ne tutelerà anche la presenza sul territorio, perché va benissimo che intervengano gruppi finanziari internazionali ma è evidente che una volta che la testa si trasferisce i legami con il territorio si rischia di perderli». Spara ad alzo zero contro la Banca Centrale Europea, invece, il sindaco di Siena Bruno Valentini: «Ancora una volta la Bce mostra il suo volto peggiore verso le banche italiane ed in particolare verso Banca Mps. Ora è necessario che le autorità italiane mettano in campo entro 48 ore provvedimenti risolutivi per adeguare la ricapitalizzazione di Mps ai parametri imposti dalla Bce, in modo da consolidare e non rendere inutile l’eccellente lavoro fin qui fatto per sistemare i crediti dubbi». Ma soprattutto, secondo Valentini, «i risparmiatori incolpevoli devono essere protetti, perché lo Stato ha i mezzi per farlo, anche a costo di litigare con la Bce». I sindacati chiedono che lo Stato intervenga presto. «L’intervento pubblico, dopo aver perso colpevolmente mesi, va fatto adesso senza aspettare il nuovo Governo. Sbaglia la Bce, ma non è più il tempo delle recriminazioni — ha detto Daniele Quiriconi della Fisac Cgil Toscana — Si metta in sicurezza Mps, tutto il sistema, si garantiscano lavoratori, risparmiatori e un’infrastruttura decisiva per la Toscana e il Paese». I dirigenti nazionali della Cgil, Antonio Damiani e Agostino Megale, sottolineano che «è indispensabile evitare quanto già vissuto con gli obbligazionisti retail pensionati e famiglie dopo il decreto sulle quattro banche del novembre dello scorso anno. A maggior ragione nessuno azzardi soluzioni in cui si ipotizzino responsabilità dei lavoratori nella correttezza dei prodotti subordinati venduti». è «irresponsabile, folle, arrogante e ai limiti della provocazione» la decisione della Bce secondo Lando Maria Sileoni della Fabi, che ricorda come in ballo ci sono i «destini di 26 mila dipendenti e delle loro famiglie e di oltre 5 milioni di clienti». E se l’ex rettore dell’Università di Siena Angelo Riccaboni dice «che l’eventuale perdita di un investitore privato non è comunque un bene», l’ex dipendente di Mps e vignettista Emilio Giannetti commenta che «per un certo verso forse è meglio la nazionalizzazione dell’ipotesi Qatar. Anche se la nazionalizzazione è l’ultima deriva per una banca che da tempo ha perso il rapporto con la città. Per me che sono un nostalgico, è sempre più difficile vedere la relazione con il territorio».
Italia Oggi 10/12/2016
Mps, la Bce risponde picche – Berbenni Giacomo
La Bce dice no alla proroga per l’aumento di capitale privato del Montepaschi: si aprono così le porte al salvataggio pubblico dell’istituto. Il decreto omnibus per il sistema bancario, con l’ombrello statale per Siena, è pronto e potrebbe essere varato già nel fine settimana (si veda box). L’eventuale ricapitalizzazione di Rocca Salimbeni dovrà avvenire entro fine anno: il Consiglio di vigilanza dell’Eurotower, secondo quanto trapelato (la comunicazione ufficiale non era pervenuta), ha respinto la richiesta di far slittare di 20 giorni il termine per chiudere l’aumento di capitale da 5 miliardi, che era fissato al 31 dicembre. La soluzione di mercato, a questo punto, sembra sfumata, anche se al momento Qatar e soci non si sono ancora ufficialmente tirati indietro. Intanto, ieri mattina, si è svolto al Tesoro un vertice al quale hanno partecipato il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan, l’amministratore delegato di Mps, Marco Morelli, insieme presidente Alessandro Falciai. L’incontro sarebbe servito per fare il punto della situazione e non si sarebbe parlato del decreto banche. Alla riunione, secondo fonti finanziarie, hanno partecipato anche i consulenti di Mediobanca e JPMorgan, advisor dell’istituto e capifila del consorzio di garanzia per l’aumento di capitale. Se il Monte dei Paschi non aveva ricevuto alcuna comunicazione ufficiale da parte della Bce sulla proroga, le indiscrezioni trapelate in giornata hanno allarmato gli operatori di borsa, provocando un forte calo del titolo, che nel corso della seduta a Piazza Affari era stato sospeso, per poi chiudere in calo del 10,55% a 19,50 euro. «Non siamo assolutamente preoccupati», ha dichiarato il presidente Falciai, entrando nella sede milanese della banca, dove nel pomeriggio si è tenuta una riunione del cda. Dura, invece, la reazione dei sindacati. «Di fronte all’ennesimo atteggiamento di chiusura da parte della Bce, sarebbe auspicabile che le forze politiche italiane facessero fronte comune perché, se cade il gruppo Mps, non andrà in crisi solo il settore bancario italiano ma l’intera economia del nostro paese», ha detto Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi.
Manifesto 10/12/2016
Giallo proroga Bce. Sarà nazionalizzato? – Montepaschi appesa alla Bce. Giorni contati per una soluzione – Chiari Riccardo
Tutti i nodi erano arrivati al pettine in un colpo solo: da Mps alla riforma delle banche popolari in spa, semi-bloccata dal Consiglio di Stato; dalle due banche venete controllate per cause di forza maggiore dal fondo Atlante, ai vantaggi fiscali chiesti dagli istituti (Unicredit, Intesa, Ubi) che hanno finanziato (1,6 miliardi) il Fondo di risoluzione per coprire le perdite di Etruria ec., e permettere così la cessione delle quattro new bank – con la stessa Ubi alla finestra – entro la fine dell’anno. Alla fine il non-governo Renzi sul settore del credito ha lasciato il passo all’atteso decreto legge omnibus sull’intero comparto. Una notizia sostanzialmente confermata da Palazzo Chigi dopo una giornata folle, punteggiata di condizionali sulla assai presunta decisione del Consiglio di vigilanza della Bce di non permettere al Monte dei Paschi di sforare di venti miseri giorni, dal primo al 20 gennaio, il termine posto dalla Bce per completare la pur problematica ricapitalizzazione da 4 miliardi. VA DA SE CHE PER firmare il decreto legge dovrà esserci un Consiglio dei ministri. Non nelle prossime 24 ore, garantiscono dal palazzo del governo (dimissionario). Ma presto, magari prima della riapertura delle borse di lunedì. Guarda caso, dal fronte della crisi si parla subito di accelerazione, con il fedelissimo renziano Paolo Gentiloni che sale nel toto premier fino alla pole position, insieme naturalmente a Pier Carlo Padoan. Tutto si tiene. La corrida bancaria si era aperta a metà giornata quando, con Piazza Affari tranquilla dopo gli exploit dei giorni scorsi, è arrivata come fulmine a ciel sereno l’indiscrezione pilotata che la Vigilanza Bce, peraltro non ancora riunita, aveva respinto la richiesta del Monte dei Paschi di Siena di avere una proroga dal primo al 20 gennaio 2017 per completare l’aumento di capitale. Ufficialmente la banca aveva chiesto venti giorni in più dopo che Matteo Renzi, sconfitto sonoramente al referendum, aveva annunciato le dimissioni aprendo la crisi di governo. PER CERTO IN BORSA da quel momento i titoli di tutto il settore bancario sono precipitati. Alla chiusura Mps ha segnato -10,55%, ma giù anche Bpm (-4,32%), Banco Popolare (-3,93%), Banca Mediolanum (-3,48%), Mediobanca (-2,82%), Ubi Banca (-2,37%), Unicredit (-2,34%) e Intesa San Paolo (-1,67). Un autentico tsunami. In parallelo, i lavoratori del comparto alzavano giustamente la voce. «Se dovesse essere confermata la decisione della Bce di non concedere a Mps la proroga per l’aumento di capitale – avvertiva Lando Sileoni della Fabi – saremmo davanti a una presa di posizione irresponsabile, folle, arrogante, ai limiti della provocazione. Sono in ballo i destini di 26mila dipendenti e delle loro famiglie, e di oltre 5 milioni di clienti». Sulla stessa linea la Fisac Cgil con Agostino Megale e il coordinatore sindacale Mps, Antonio Damiani: «Se la Bce, come sembra in queste ore, non dovesse concedere proroghe sul piano di ricapitalizzazione di Monte Paschi di Siena, commetterebbe un grave errore. Ci ò è inaccettabile». ALLA RESA DEI CONTI, Mps doveva finire a far la solita parte della pecora nera, come detonatore necessario a velocizzare sia l’iter del decreto legge omnibus sull’intero settore, sia la risoluzione della crisi di governo con l’accoppiata renziana Gentiloni-Padoan e la benedizione dello stesso ex (?) presidente del consiglio. INVECE A TARDA SERA, dopo essersi riunito, il cda Mps ha fatto testualmente sapere: «n consiglio di amministrazione comunica di non aver ricevuto alcuna comunicazione da parte della Banca centrale europea, a seguito della richiesta di proroga dei termini di effettuazione dell’operazione precedentemente comunicata al mercato inoltrata in data 7 dicembre 2016». Nella nota si puntualizza che la banca «prosegue pertanto tutte le attività propedeutiche al completamento della predetta operazione». Il cda di Rocca Salimbeni è stato aggiornato a domenica pomeriggio. Così tutto resta in bilico, dal decreto omnibus sulle banche alla stessa risoluzione della crisi di governo.
Secolo XIX 10/12/2016
Aumento di capitale, niente proroga per Mps – Bce boccia il rinvio di Mps sull’aumento di capitale – Bresolin Marco
BRUXELLES. La Bce non pu ò attendere fino al 20 gennaio per l’aumento di capitale del Monte dei Paschi di Siena. Francoforte ha respinto la richiesta di prorogare i termini per l’operazione, avanzata dall’istituto senese dopo la caduta del governo. A questo punto non ci sono più le condizioni per l’operazione da 5 miliardi, che avrebbe visto coinvolto il consorzio di garanzia delle banche guidato da Jp Morgan e Mediobanca: l’unica strada percorribile è quella dell’intervento statale. Un percorso delicato nei giorni in cui è in carica un esecutivo dimissionario, ma da Palazzo Chigi fanno sapere che uno schema di decreto sarebbe già sostanzialmente pronto. La notizia, filtrata in modo ufficioso nel primo pomeriggio di ieri, ha provocato scossoni in Borsa. II titolo di Mps, sospeso più volte nell’arco della giornata, ha chiuso con un -10,55% ed è arrivato a perdere il 16%. Pesantemente colpiti anche i titoli subordinati: -11% per il Tier2 in scadenza settembre 2020, mentre il bond in mano agli investitori retail ha perso l’8,2%. Un contraccolpo dovuto ai timori per le conseguenze che anche i risparmiatori potrebbero pagare. Da Bruxelles non arrivano commenti ufficiali alle ipotesi in campo, ma da giorni si ribadisce che in caso di intervento statale andranno seguite le regole del «burden sharing», vale a dire la condivisione degli oneri: anche i detentori delle obbligazioni, sia gli investitori che i risparmiatori, devono essere coinvolti. E in ogni caso qualsiasi piano di intervento pubblico dovrà ricevere il via libera della Commissione. Ieri mattina, prima che uscisse l’indiscrezione sulla decisione della Bce, al Tesoro c’è stato un vertice tra il ministro Pier Carlo Padoan e i vertici di Mps, l’amministratore delegato Marco Morelli e il presidente Alessandro Falciani. Al tavolo erano presenti anche i consulenti di Jp Morgan e Mediobanca, che guidano il consorzio delle banche per l’aumento di capitale. Un incontro per «fare il punto della situazione». Nel pomeriggio si è poi riunito il cda di Montepaschi, appuntamento in agenda da giorni. In serata l’istituto ha diffuso una nota spiegando «di non aver ricevuto alcuna comunicazione da parte della Bce» e che la banca «persegue pertanto tutte le attività propedeutiche al completamento» dell’operazione. II cda è stato aggiornato a domani alle 16. La vicenda ora si intreccia inevitabilmente con gli sviluppi politici in corso. E nelle ore in cui al Quirinale si alternano gli esponenti dei partiti e dei movimenti rappresentati in Parlamento, il caso Mps piomba nel dibattito pubblico. Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana del Pd, vede di buon occhio l’ipotesi dell’intervento pubblico. «Se serve a tutelare il risparmio non lo vedo come qualcosa di negativo». Il Movimento 5 Stelle, tramite il blog di Grillo, invita il governo a non seguire le regole europee: «Non bisogna applicare il bail-in ai piccoli risparmiatori. Non è il momento di avere paura dell’Ue e di una possibile procedura di infrazione: le conseguenze di un bail-in disordinato sarebbero a dir poco disastrose». Nell’intervento statale vede uno spiraglio anche Bruno Valentini, sindaco di Siena, che per ò avverte: «I risparmiatori incolpevoli devono essere protetti, lo Stato ha i mezzi per farlo». Lando Sileoni, presidente del sindacato di maggioranza dei bancari Fabi, bolla la decisione della Bce come «una presa di posizione arrogante e irresponsabile».
Stampa 10/12/2016
La Bce gela Siena “Aumento di capitale nessuna proroga” – Bce boccia il rinvio di Mps sull’aumento di capitale – Bresolin Marco
La Bce non pu ò attendere fino al 20 gennaio per l’aumento di capitale del Monte dei Paschi di Siena. Francoforte ha respinto la richiesta di prorogare i termini per l’operazione, avanzata dall’istituto senese dopo la caduta del governo. A questo punto non ci sono più le condizioni per l’operazione da 5 miliardi, che avrebbe visto coinvolto il consorzio di garanzia delle banche guidato da Jp Morgan e Mediobanca: l’unica strada percorribile è quella dell’intervento statale. Un percorso delicato nei giorni in cui è in carica un esecutivo dimissionario, ma da Palazzo Chigi fanno sapere che uno schema di decreto sarebbe già sostanzialmente pronto. La notizia, filtrata in modo ufficioso nel primo pomeriggio di ieri, ha provocato scossoni in Borsa. Il titolo di Mps, sospeso più volte nell’arco della giornata, ha chiuso con un -10,55% ed è arrivato a perdere il 16%. Pesantemente colpiti anche i titoli subordinati: -11% per il Tier2 in scadenza settembre 2020, mentre il bond in mano agli investitori retail ha perso l’8,2%. Un contraccolpo dovuto ai timori per le conseguenze che anche i risparmiatori potrebbero pagare. Da Bruxelles non arrivano commenti ufficiali alle ipotesi in campo, ma da giorni si ribadisce che in caso di intervento statale andranno seguite le regole del «burden sharing», vale a dire la condivisione degli oneri: anche i detentori delle obbligazioni, sia gli investitori che i risparmiatori, devono essere coinvolti. E in ogni caso qualsiasi piano di intervento pubblico dovrà ricevere il via libera della Commissione. Ieri mattina, prima che uscisse l’indiscrezione sulla decisione della Bce, al Tesoro c’è stato un vertice tra il ministro Pier Carlo Padoan e i vertici di Mps, l’amministratore delegato Marco Morelli e il presidente Alessandro Falciani. Al tavolo erano presenti anche i consulenti di Jp Morgan e Mediobanca, che guidano il consorzio delle banche per l’aumento di capitale. Un incontro per «fare il punto della situazione». Nel pomeriggio si è poi riunito il cda di Montepaschi, appuntamento in agenda da giorni. In serata l’istituto ha diffuso una nota spiegando «di non aver ricevuto alcuna comunicazione da parte della Bce» e che la banca «persegue pertanto tutte le attività propedeutiche al completamento» dell’operazione. II cda è stato aggiornato a domani alle 16. La vicenda ora si intreccia inevitabilmente con gli sviluppi politici in corso. E nelle ore in cui al Quirinale si alternano gli esponenti dei partiti e dei movimenti rappresentati in Parlamento, il caso Mps piomba nel dibattito pubblico. Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana del Pd, vede di buon occhio l’ipotesi dell’intervento pubblico. «Se serve a tutelare il risparmio non lo vedo come qualcosa di negativo». II Movimento 5 Stelle, tramite il blog di Grillo, invita il governo a non seguire le regole europee: «Non bisogna applicare il bail-in ai piccoli risparmiatori. Non è il momento di avere paura dell’Ue e di una possibile procedura di infrazione: le conseguenze di un bail-in disordinato sarebbero a dir poco disastrose». Nell’intervento statale vede uno spiraglio anche Bruno Valentini, sindaco di Siena, che per ò avverte: «I risparmiatori incolpevoli devono essere protetti, lo Stato ha i mezzi per farlo». Lando Sileoni, presidente del sindacato di maggioranza dei bancari Fabi, bolla la decisione della Bce come «una presa di posizione arrogante e irresponsabile».
Il Tempo 10/12/2016
Il conto Mps lo pagheranno tutti gli italiani – Il conto Mps lo pagheranno gli italiani – Maccari Valerio
L’ipotesi di un salvataggio di nella giornata Stato di Mps si fa sempre più concreta. Secondo indiscrezioni, la Bce avrebbe deciso di respingere la richiesta dell’istituto senese di concedere più tempo per l’aumento di capitale da 5 miliardi. Se lo stop fosse confermato toccherebbe al Tesoro italiano intervenire per una ricapitalizzazione pubblica della banca, probabilmente attraverso un decreto legge di cui sarebbe già pronto lo schema. Ieri mattina al ministero dell’Economia, Pier carlo padrona ha incontrato l’ad di Rocca Salimbeni, Marco Morelli, e il presidente Alessandro Falciai, – che si è detto non preoccupato- per esaminare la situazione. A Palazzo Chigi anche l’ex presidente Alessandro Profumo. Nel pomeriggio, a Milano, si è riunito anche il Cda della banca. La notizia dello stop che blocca anche la ricapitalizzazione di Mps ha fatto crollare il titolo a Piazza Affari, sprofondato a -10,5%, scambiato il 7,7% del capitale, nonostante i continui congelamenti per eccesso di ribasso. La vicenda Montepaschi ha affossato Milano, unica piazza europea in rosso nella giornata (-0,73%). «Se dovesse essere confermata la decisione della Bce saremmo davanti a una presa di posizione irresponsabile», reagisce Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, il principale sindacato dei lavoratori bancari. «Sono in ballo i destini 26mila dipendenti e di oltre 5 milioni di clienti», spiega, auspicando un «fronte comune delle forze politiche italiane», perché se cade Mps andrà in crisi «l’intera economia del nostro Paese». Anche il presidente della Commissione lavoro del Senato, Maurizio Sacconi, chiede «una consultazione di tutte le forze politiche per garantire un largo consenso alle decisioni da assumere». Intanto, quasi tutti sembrano concordare sulla necessità di un intervento di Stato. «A questo punto, l’unica possibilità è un intervento pubblico, da attuare in pochissimi giorni», sottolinea il presidente dei deputati di Forza Italia Renato Brunetta, che parla di «schiaffo a Padoan e Renzi» da parte della Bce. L’intervento del Tesoro «senza esagerazioni, pu ò essere la chiave giusta» anche per il Governatore della Toscana Enrico Rossi. Pure il Movimento 5 Stelle non vede altra scelta che l’aiuto pubblico, a patto che la tutela dei risparmiatori non avvenga a danno dei contribuenti. «Monte Paschi di Siena- si legge sul blog di Beppe Grillo – pu ò essere ora salvata solo da un aiuto dello Stato, in modo da non applicare il bail-in ai piccoli risparmiatori come successo un anno fa. Questo intervento dev’essere fatto a deficit. Non è il momento di avere paura dell’Unione Europea le conseguenze di un bail-in disordinato sarebbero a dir poco disastrose». Più cauta Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia. «Oggi dovremo mettere altri soldi degli italiani a difesa di banche mal gestite. Noi siamo pronti a difendere correntisti e risparmiatori ma prima approviamo rapidamente una legge che dia alcune regole su azionisti e amministratori».
AREZZOWEB.IT 09/12/2016
Mps: Sileoni (Fabi), se confermata decisione Bce irresponsabile
“Se dovesse essere confermata la decisione della Bce di non concedere a Mps la proroga per l’aumento di capitale, saremmo davanti a una presa di posizione irresponsabile, folle, arrogante, ai limiti della provocazione”. Ad affermarlo in una nota è Lando Maria Sileoni, Segretario generale della Fabi, il sindacato di maggioranza dei lavoratori bancari. “Sono in ballo -sottolinea- i destini di 26mila dipendenti e delle loro famiglie e di oltre 5 milioni di clienti. A questo punto diventa indispensabile che venga nominato subito un nuovo Governo e che soprattutto rimanga ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, l’unico che potrebbe gestire una situazione così complessa e difficile e che potrebbe, insieme all’amministratore delegato di Mps Marco Morelli, riuscire entro la fine dell’anno a raccogliere investitori per ricapitalizzare il gruppo con 5 miliardi di euro”. Di fronte all’ennesimo atteggiamento di chiusura da parte della Bce, conclude il sindacalista, “sarebbe auspicabile che le forze politiche italiane facessero fronte comune perché se cade il gruppo Mps non andrà in crisi solo il settore bancario italiano, ma l’intera economia del nostro Paese”.
BORSAITALIANA.IT 09/12/2016
MPS: SILEONI, SE CONFERMATO IL ‘NO’ DELLA BCE A PROROGA SAREBBE IRRESPONSABILE
Roma, 09 dic – “Se dovesse essere confermata la decisione della Bce di non concedere a Mps la proroga per l’aumento di capitale, saremmo davanti a una presa di posizione irresponsabile, folle, arrogante, ai limiti della provocazione”. Cosi’ Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi. “Sono in ballo i destini di 26 mila dipendenti e delle loro famiglie e di oltre 5 milioni di clienti” aggiunge Sileoni in una nota. “A questo punto diventa indispensabile che venga nominato subito un nuovo Governo e che soprattutto rimanga ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, l’unico che potrebbe gestire una situazione cosi’ complessa e difficile e che potrebbe, insieme all’amministratore delegato di Mps Marco Morelli, riuscire entro la fine dell’anno a raccogliere investitori per ricapitalizzare il gruppo con 5 miliardi di euro”.
BORSAITALIANA.IT 09/12/2016
MONTEPASCHI, LA BCE AVREBBE DETTO NO ALLA PROROGA DELL’AUMENTO. CDA NEL POMERIGGIO
(Teleborsa) – La vigilanza BCE avrebbe bocciato la richiesta di Banca MPS di prorogare al 20 gennaio l’aumento di capitale da 5 miliardi di euro, la cui scadenza era fissata per il 31 dicembre. Il no di Francoforte non è ancora ufficiale, ma lo hanno anticipato qualificate fonti finanziarie. a Reuters. La richiesta di proroga era stata fatta dalla banca senese, tenendo in considerazione le difficoltà di collocare tutte le nuove azioni entro fine anno, in un periodo non propizio per i mercati, carico di tensioni per le incertezze sul futuro dell’Italia e condizionato dalle festivit&agrav