Così è stato scoperchiato il vaso di Pandora: dalle commistioni malate tra soldi e potere al risparmio tradito. Un libro inchiesta, quello dei due autorevoli giornalisti di Repubblica Andrea Greco e Franco Vanni: "Banche Impopolari".
Edito da Mondadori, la pubblicazione passa in rassegna la parabola discendente del credito italiano, da Vicenza a Montebelluna, da Siena a Marostica, dal Bergamasco a Bari, tracciando i confini di un sistema in cui i vertici delle banche si sono autoeletti vera e propria casta, assumendo il controllo degli istituti, in alcuni casi, per decenni. E così gli autori vanno a fondo nella storia di Veneto Banca e Popolare di Vicenza, dove Consoli e Zonin hanno millantato un impero dorato sulle spalle dei risparmiatori, che oggi hanno perso tutto.
C'è il "metodo Mazza". Quell'Angelo Mazza di Lodi che si affanna ad accumulare banche come fossero fiches sul tappeto verde.
C'è il Monte dei Paschi, il grande "bubbone" del credito italiano, con il mancato acquisto da parte di UBI, la "più solida e aggressiva delle Popolari" e il retroscena della vicenda.
Ci sono i giorni nostri. Quelli dettati dalla Riforma del 2015 che, tra pregi e difetti, ha pur sempre il valore di aver fatto quel salto verso il cambiamento di cui, ormai, le Popolari, persa la loro naturale vocazione, avevano bisogno. Un'analisi puntuale dei passaggi chiave della Riforma si riflette su otto punti: i pregi e i difetti, appunto.
Greco e Vanni, seguendo le regole del giornalismo d'inchiesta, ripercorrono ogni vicenda senza mancare i grandi interrogativi: dov'era Bankitalia? Cosa ha fatto la Consob? Quale futuro per la Vigilanza bancaria?
E, infine, c'è il lato umano. Ci sono le storie dei risparmiatori. Di chi ha perso tutto e cerca giustizia. Ci sono le storie dei dipendenti degli istituti coinvolti. Di chi è stato bersagliato e di chi ha rischiato di perdere il posto di lavoro.
Con una particolare citazione al nostro Segretario Generale Lando Maria Sileoni.