BANCHE VENETE E MPS, LA FABI SULLA STAMPA

L’invito lanciato ieri dal Segretario Generale Lando Maria Sileoni al Presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani è stato raccolto da quotidiani, agenzie di stampa e siti finanziari. Attesa per le assemblee di Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Gli articoli di oggi

Arena 28/04/2017
Bpvi e Veneto Banca oggi in assemblea per approvare i conti – D.P.
Giornata di assemblee, oggi, per le ex popolari controllate dal fondo Atlante, BpVi e Veneto Banca. I soci si riuniranno rispettivamente a Vicenza e a Montebelluna (Treviso), per approvare i bilanci 2016, chiusi con una perdita cumulata di 3,4 miliardi di euro. Pochi giorni fa le banche hanno versato agli azionisti che hanno aderito all’offerta di transazione, una cifra complessiva di 440 milioni. L’iniziativa, senza precedenti perché mai prima alcuna banca aveva provveduto a un rimborso, seppur parziale, di un investimento in azioni, si è resa necessaria per arginare la perdita di fiducia degli ultimi due anni. Ma il futuro resta carico di incognite. Le banche hanno chiesto la ricapitalizzazione precauzionale allo Stato e con la Bce è in corso la trattativa per verificare che sussistano i requisiti. Come ha spiegato Fabrizio Viola, ad della BpVi, sul piano formale le banche hanno tutto il diritto di chiedere il sostegno pubblico, ma la questione è di sostanza: «La ricapitalizzazione con lo Stato», ha detto Viola, «non è un bancomat». I soldi che il Tesoro pu ò iniettare con il fondo salva-banche, devono essere restituiti in tre anni o poco più. Significa che il salvataggio deve essere effettivo, rimettere in carreggiata le banche e deve avere lo scopo di trovare un acquirente che sia interessato a rilevare il gruppo post fissione, per una cifra superiore a quella che lo Stato metterà. Condizioni non semplici da realizzare e pianificare. Ecco perché i dipendenti sono in allarme. Il salvataggio si basa su una fusione il cui elemento di forza è sulle sinergie, cioè i risparmi sui costi di struttura. Per due banche che hanno pesanti sovrapposizioni territoriali e un rapporto tra proventi e costi fissi da incubo, attorno al 100% contro una media di circa metà per gli istituti sani. Significa che il piatto forte della fusione sarà la riduzione di organico: su 11mila dipendenti, Viola non ha mai detto quanti usciranno, ma è ragionevole pensare che saranno non meno di 3mila. E i sindacati si mobilitano. Stamattina i rappresentanti di Fabi, First Cisl, Fisac Cgil e Unisin manifesteranno in fiera a Vicenza all’assemblea BpVi, per chiedere alle istituzioni d’intervenire: «Al primo tentativo di licenziamento», avvertono, «si mobiliterà la categoria in tutt’Italia». • DP.
Conquiste del Lavoro 28/04/2017
Popolare di Vicenza, parola ai lavoratori – C.D’O.
Bruxelles per ora tace, ma il suo verdetto sulle ricapitalizzazioni precauzionali della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca arriverà presto, non appena sarà pronto il parere dell’An – titrust europeo, che ha il compito di valutare che l’operazione non ricada sotto la fattispecie dell’aiuto di Stato. Nel frattempo parlano i sindacati. Oggi è convocata l’assemblea dei soci di Bpvi e alla Fiera di Vicenza, dove è prevista la riunione, sventoleranno le bandiere dei sindacati di categoria. E’ la seconda manifestazione nel giro di pochi mesi. Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Unisin non nascondono le loro preoccupazioni e sollecitano le istituzioni ad operare velocemente per una soluzione: “Non si possono -dicono-abbandonare il territorio e i dipendenti”. Quello di oggi pu ò essere considerato di quel che accadrà se alla banca verrà imposto un ridimensionamento sul fronte occupazionale. “Al primo tentativo di licenziamento”, avvertono infatti i sindacati, scatterà la mobilitazione della categoria a livello nazionale. Le due banche venete assommano 11mila dipendenti e per decenni hanno rappresentato un punto di riferimento per il territorio e le sue imprese. Logico che da quelle parti nessuno si rassegni a veder disperso un patrimonio che, benché intaccato da gestioni allegre e da una crisi che ha terremotato i conti, pu ò essere ancora salvato. Va detto, per ò, che i due istituti hanno bisogno urgente di un’iniezione di capitale. All’inizio di aprile la Commissione, dando il suo assenso al salvataggio, l’ha valutata nell’ordine di 6,4 miliardi. Così come va detto che, pure nella migliore delle ipotesi, i risparmiatori pagheranno con la conversione di circa 1,2 miliardi di euro di bond subordinati. Gli azionisti invece hanno già pagato, e salato. Per questo ora i sindacati alzano la voce: “Saremo presenti all’assemblea dei soci per far sentire la voce delle 5.300 famiglie nel solo gruppo che, da nord a sud, stanno aspettando le decisioni delle istituzioni mentre il tempo corre e ogni giorno che passa ci rende più deboli”. Di contro il tono con il quale i vertici della Popolare di Vicenza presentano i prossimi passaggi non potrebbe essere più rassicurante. “Le banche che hanno richiesto di aderire alla ricapitalizzazione precauzionale stanno sperimentando quanto serio sia il processo attraverso il quale le autorità verificano la sussistenza dei requisiti: non è un bancomat”, ha spiegato mercoledì l’ad Fabrizio Viola intervenendo a Milano alla presentazione di un libro il cui titolo è tutto un programma (“Banche impopolari”, un’inchiesta dei giornalisti di Repubblica Andrea Greco e Franco Vanni sulle falle del nostro credito di provincia). Viola ha ricordato che “c’è il requisito della temporaneità. I soldi devono essere restituiti in orizzonti temporali di medio periodo”. Poi, parlando della riforma delle popolari, ha invitato ad attendere prima di formulare giudizi: “Un consolidamento è necessario, ci sono molti fattori di mercato che spingono verso dimensioni maggiori, e quindi credo che avremo di fronte un periodo nel quale il numero di banche sarà destinato a ridursi”. Ed al moderatore Ferruccio De Bortoli, che gli chiedeva se sia giusto che lo Stato intervenga per salvare le banche, ha risposto che bisogna «tener conto della tipologia di azienda: ci sono dei clienti che hanno depositato risparmi e questo fa la differenza rispetto ad altri tipi di azienda”. Almeno su questo con i sindacati l’accordo c’è. Anche Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Unisin sanno che “sostenere le banche oggi è impopolare ma – ricordano – qui si tratta di sostenere persone, famiglie, lavoratori che in molti casi sono soci. Una banca che ha una storia di 150 anni non pu ò essere abbandonata, come non possono essere abbandonati i territori, i soci e i dipendenti”. Tutelare il risparmio ed il lavoro non significa per ò accettare colpi di spugna: “Chiediamo inoltre che i veri responsabili dell’attuale situazione vengano individuati e – chiedono i sindacati – perseguiti con celerità”. C.D’O.
Corriere del Veneto Venezia e Mestre 28/04/2017
Ex Popolari oggi al bivio in assemblea – Aumento di capitale, esuberi, Atlante Ex popolari al bivio in assemblea – Nicoletti Federico
VENEZIA L’esame dell’Europa, l’aumento di capitale e il ruolo di Atlante, gli esuberi attesi tra il personale. Di fronte al giudizio degli azionisti – Atlante e quel che resta dei vecchi soci polverizzati – di Popolare di Vicenza e Veneto Banca vanno i bilanci zoi6, chiusi con le perdite record di 1,9 e 1,5 miliardi. Ma al giro di boa delle assemblee di oggi – in fiera a Vicenza, Bpvi, a villa Spineda di Volpago del Montello, per Veneto Banca, per entrambe inizio alle 10 l’attesa è rivolta al futuro immediato. La trattativa con l’Europa sull’aumento di capitale con i fondi statali vive il passaggio decisivo. Per dire, anche ieri a Vicenza l’amministratore delegato Fabrizio Viola non era al cda della vigilia, impegnato in un nuovo round di trattative in conference call. Il percorso va avanti ed è fatto positivo; ma il confronto con la Dg comp della Commissione europea è tutt’altro che ai dettagli finali. «Le banche stanno sperimentando quanto serio sia il processo di verifica: la ricapitalizzazione precauzionale non è un bancomat», aveva detto l’altra sera Viola. In assemblea si attendono aggiornamenti; la speranza resta di una chiusura positiva a metà maggio. «La rapidità dei tempi è fondamentale», ha avvertito più volte il presidente di Bpvi, Gianni Mion. Una risposta che fissi il nuovo capitale necessario, magari ridotto rispetto ai 6,4 miliardi stabiliti da Banca centrale europea, e dia il via al percorso verso la fusione delle due ex popolari che si spera di veder a dama entro fine anno, almeno come entità legali. Percorso che dovrà passare perle cessioni – dal 40% di Arca che pu ò valere sui 20 milioni, fino a Bim e alle banche estere di Veneto Banca e si vedrà se anche per il 9% di Cattolica – per diminuire le necessità di nuovo capitale. Ma il nodo cruciale diventa la riduzione di personale. L’attesa è per duemila esuberi tra le due banche, dopo le cessioni. Viola ha già dichiarato di non volere soluzioni da «macelleria sociale», ricorrendo a prepensionamenti e contratti di solidarietà. Ma il timore è che Bruxelles imponga un ulteriore giro di vite sui tagli di personale, per abbassare i costi e far tornare a guadagnare la banca risultante dalla fusione, rendendo possibile la restituzione dei fondi statali. I sindacati sono in allerta e manifesteranno con un sit-in stamattina davanti all’assemblea di Vicenza: «Al primo tentativo di licenziamento si mobiliterà tutta la categoria – dicono, chiedendo alle istituzioni mosse rapide -. Non si pu ò abbandonare il territorio e gli u mila dipendenti delle due banche, che aspettano le decisioni delle istituzioni mentre il tempo corre e ogni giorno che passa le rende più deboli». «Chiediamo al presidente del parlamento europeo Antonio Tajani di vigilare affinché sui casi Bpvi, Veneto Banca e Mps non ci siano da Bce e Ue forzature su drastiche riduzioni di personale», aggiunge Lando Sileoni, segretario del sindacato di categoria Fabi. «Rischiamo di pagare molto di più rinviando la soluzione del problema. Bisogna intervenire subito, altrimenti facciamo come l’Europa con la Grecia», fa eco il segretario della Cgil, Susanna Camusso. «Ritengo sia giusto porre attenzione sui 980 esuberi di Alitalia. Ma non vorrei si spegnessero i riflettori sui quelli dei dipendenti delle banche venete, quasi il triplo», richiama l’assessore regionale al lavoro Elena Donazzan. Insieme al personale si vedrà se arriveranno risposte anche su altro. Come una presa di posizione di Atlante rispetto alla partecipazione o meno all’aumento di capitale, o se la scelta sarà di gettare la spugna e lasciare la ricapitalizzazione e la proprietà della nuova banca fusa allo Stato. Il passaggio a cascata avrebbe conseguenze sulla permanenza post aumento di capitale degli attuali vertici, tra cui Viola, oltretutto rimasto invischiato nell’inchiesta Mps. E poi si attendono aggiornamenti anche sulle azioni di responsabilità, specie a Vicenza, dove l’attesa è perla richiesta di revocatoria sui beni dei chiamati in causa. L’ultima curiosità riguarda la partecipazione dei vecchi soci. A Montebelluna le attese della vigilia non vanno oltre le 200 presenze, a Vicenza le 600. Si vedrà se davvero la stanchezza avrà avuto la meglio sulla rabbia. Federico Nicoletti
Corriere della Sera 28/04/2017
La Lente – Pop. Vicenza e Veneto banca, tagli a quota 4.000 – Massaro Fabrizio
Saranno assemblee pesanti, quelle di oggi di Popolare di Vicenza e Veneto Banca. A Vicenza manifesteranno i sindacati dei bancari, preoccupati per la sorte degli u mila dipendenti. Si teme che la scure Ue per approvare il piano di ristrutturazione e fusione — e autorizzare l’ingresso dello Stato con la «ricapitalizzazione precauzionale» — passi per 2.200 esuberi oltre ai 1.48o lavoratori delle controllate da cedere. Attesa anche una stretta sui dirigenti, che solo a Vicenza sono 25o anche se in gran parte di medio-basso livello. PopVi ha già aperto una nuova procedura in più rispetto a quanto previsto alla fine 2016 che fissava in 700 gli esuberi per il 2017 e ha convocato i sindacati per mercoledì. In realtà la vera partita si giocherà dopo l’ok Ue al piano del ceo Fabrizio Viola atteso per fine giugno: un accordo sindacale entro dicembre consentirebbe di accedere ai 627 milioni stanziati dal governo per i bancari per il 2017. Anche per questo ieri il leader Fabi, Lando Maria Sileoni, si è appellato al presidente del Parlamento Ue, Antonio Tajani, per «vigilare affinché sui casi delle venete e Mps non ci siano da parte di Bce e Ue abusi o forzature rispetto a drastiche riduzioni di personale». Sulla stessa linea Massimo Masi, della Uilca (No ai licenziamenti) mentre Agostino Megale di Fisac-Cgil propone una manifestazione dei bancari a Bruxelles: «è importante che si abbia presente la necessità di intervenire con urgenza e tempestività: il fattore tempo è un valore».
Corriere delle Alpi 28/04/2017
Mion: fine esame Ue a metà maggio – Vallin Eleonora
PADOVA Lavoratori e sindacati in prima fila contro i tagli del piano di fusione delle due ex popolari venete che annaspano verso il futuro nell’attesa delle decisioni europee anche se ieri, il presidente Bpvi Gianni Mion, ha annunciato: «Stiamo lavorando alacremente: tutto fa pensare alla conclusione dell’istruttoria Ue entro metà maggio». Oggi a 70 km di distanza si svolgeranno le due assemblea di approvazione dei conti 2016 che si sono chiusi con 3,4 miliardi di rosso. Ieri il segretario generale Fabi Lando Maria Sileoni ha chiesto al presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani di «vigilare affinché sui casi Bpvi, Veneto Banca e Mps non ci siano da parte di Bce e Ue nessun tipo di abusi o di forzature rispetto a drastiche riduzioni di personale».«Temiamo – aggiunge – che si voglia calcare la mano sulla riduzione dei costi». «Al primo tentativo di licenziamento si mobiliterà tutta la categoria in tutta Italia», spiegano tutte le sigle. Manifesteremo per «sensibilizzare le Istituzioni». Solo la Uilca «non partecipa al dibattito licenziamenti» ma esprime preoccupazione per la divisione del tavolo sindacale nei confronti delle due aziende bancarie. è intervenuto anche l’assessore veneto al Lavoro Elena Donazzan che, dopo il disappunto sugli oltre 14 milioni di stipendi elargiti nel 2016 tra cda, collegio e management, ha chiesto che «gli esuberi delle popolari siano messi sullo stesso piano di quelli di Alitalia». Ieri è arrivata la conferma che dopo aver avviato le contestazioni, dopo aver ricevuto e considerato le contro-deduzioni, Consob ha notificato le prime sanzioni a Bpvi. Nel corso dei prossimi giorni saranno notificate tutte per i sei procedimenti aperti. Dopo i 34 milioni di multa Bce, i 4,5 dell’Antitrust, sono in arrivo alla Banca oltre 10 milioni di nuove multe. Solo per uno dei procedimenti, il 43144, la sanzione si avvicina ai 4 milioni, con importi a carico di tutti i dirigenti (tra gli altri: 150 mila euro Zonin, altrettanti a Monorchio e Tognana, 250 mila Sorato, 510 mila i sindaci). A fine 2016 il fondo rischi e oneri Bpvi segna 784 milioni accantonati. Molto dipenderà dall’atto di responsabilità già depositato in Tribunale a cui andrà aggiunta la revocatoria per rendere inefficaci atti di disposizione dei patrimoni operati dagli ex.
Gazzettino 28/04/2017
Mion: via libera Ue entro metà maggio – Crema Maurizio
VENEZIA Popolari venete, la Ue potrebbe dare il via libera alla fusione a metà maggio. Questa l’attesa di Gianni Mion, presidente della Popolare di Vicenza. «Stiamo lavorando alacremente», ha spiegato a margine dell’assemblea di Fila, di cui e presidente: «Tutto fa pensare che la conclusione dell’istruttoria della Commissione Ue possa avvenire entro metà maggio». Il presidente di Pop. Vicenza ha inoltre confermato che la fusione con Veneto Banca potrebbe portare a una riduzione complessiva di circa 200 filiali, portando gli sportelli complessivi a quota 700. Ma i sindacati sono in fibrillazione, temono 2.200 esuberi sugli 11mila addetti e preparano un sit in davanti alla sede dell’assemblea di BpVi in Fiera a Vicenza (in contemporanea si svolgerà questa mattina a Venegazzù, in provincia di Treviso, quella di Veneto Banca): «Al primo tentativo di licenziamento si mobiliterà tutta la categoria in tutta Italia», spiegano in una nota. Scopo dell’iniziativa è «sensibilizzare le Istituzioni» e chiedere al governo una svolta: «Il tempo corre e ogni giorno che passa ci rende più deboli». La Fabi ha fatto appello anche alla Ue: «Chiediamo al Presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani di vigilare affinché sui casi Popolare di Vicenza, Veneto Banca e Mps non ci siano da parte di Bce e Unione europea nessun tipo di abusi o di forzature rispetto a drastiche riduzioni di personale, eventualità che noi comunque contrasteremo con ogni mezzo. Temiamo, infatti, che si voglia calcare la mano sulla riduzione dei costi», ha dichiarato il segretario generale Lando Maria Sileoni. Resta anche un’incognita l’aumento di capitale miliardario da fusione. Il presidente di Intesa Sanpaolo Gian Maria Gros Pietro rivela che la “sua” banca avrebbe preferito una maggiore presenza di Atlante (azionista con oltre il 97% dei due istituti) sul fronte crediti deteriorati invece che nel capitale delle banche venete. E l’Ad di Unipol Carlo Cimbri ha avvertito: «Le azioni di responsabilità producono grandi risultati per gli studi legali incaricati di seguirle ma statisticamente non mi pare che abbiamo dato grandi soddisfazioni postume agli azionisti». Unipol ha fatto causa alla famiglia Ligresti ma fino ad ora non ha incassato un soldo. riproduzione riservata
Giornale di Vicenza 28/04/2017
Ex popolari, assemblee agitate
I sindacati sul piede di guerra manifesteranno durante i lavori nella Fiera vicentina: «Al primo tentativo di licenziare sarà mobilitazione totale» Al voto i bilanci, con una perdita di 1,9 miliardi nell’istituto berico e di 1,5 in quello trevigiano Tensioni alla vigilia delle assemblee dei soci della banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, convocate stamattina in contemporanea alle 10 a Vicenza in Fiera e a Volpago del MonteBo per approvare i conti del 2016 e per fare un passo avanti verso quella che dovrebbe essere la prospettiva della fusione. Partendo da una situazione, come noto, molto difficile: BpVi approverà i conti con un rosso da 1,9 miliardi, e la banca di Montebelluna da 1,5 miliardi. Entrambe hanno già chiesto di aderire alla ricapitalizzazione precauzionale da parte dello Stato, ma l’operazione è complicata, come ha ribadito anche l’altro ieri l’ad di BpVi e “regista” di Veneto banca Fabrizio Viola. C’è in ballo il via libera da ottenere dalla Commissione europea, l’esatta cifra che lo Stato metterà nelle due banche destinate a fondersi, e tutti i pesanti sacrifici che saranno richiesti ai due istituti per attuare questo piano di ripartenza. In termini di immobili, sedi, filiali, ma soprattutto in termini di personale. Per questo i sindacati sono sul piede di guerra Fabi, First Cisl, Fisac Cgil e Unisin oggi manifesteranno in Fiera a Vicenza in contemporanea con l’assemblea dei socia. «Al primo tentativo di licenziamento si mobiliterà tutta la categoria in tutta Italia», spiegano in una nota. Scopo dell’iniziativa è «sensibilizzare le Istituzioni». «Non si pu ò abbandonare il territorio e i dipendenti (11 mila tra le due banche venete) – aggiungono – Faremo sentire la voce delle 5.300 famiglie nel solo gruppo BPVi che, da nord a sud, stanno aspettando le decisioni delle istituzioni mentre il tempo corre e ogni giorno che passa ci rende più deboli. Una banca che ha una storia di 150 anni non pu ò essere abbandonata, come non possono essere abbandonati i territori, i soci e i dipendenti. Manifestiamo per sensibilizzare le istituzioni, locali, nazionali ed europee perché si faccia in fretta: l’economia non aspetta. Non staremo in silenzio a guardare il nostro territorio azzerarsi e i lavoratori messi sotto scacco. E chiediamo che i veri responsabili dell’attuale situazione vengano individuati e perseguiti con celerità». Anche la Uilca parteciperà: «Non accetteremo in alcun modo che a pagare il prezzo della mala gestio passata siano solo i lavoratori, in un contesto che non preveda un vero rilancio dell’azienda ed un piano industriale finalizzato a dare solidità all’occupazione ed alla professionalità dei dipendenti». IN CAMPO ANCHE I NAZIONALI «Chiediamo al presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani di vigilare, come sempre ha fatto, affinché sui casi BpVi, Veneto Banca e Mps non ci siano da parte di Bce e Unione europea nessun tipo di abusi o di forzature rispetto a drastiche riduzioni di personale, eventualità che noi comunque contrasteremo con ogni mezzo», si fa sentire Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, sindacato di maggioranza tra i bancari: «Temiamo si voglia calcare la mano sulla riduzione dei costi, che le banche italiane inevitabilmente poi tradurrebbero in tagli occupazionali. Anche perché «occorre scongiurare il rischio che si riduca eccessivamente la concorrenza bancaria sui territori, poiché questa è assolutamente indispensabile in un mercato aperto». Sileoni si appella anche al presidente di Abi Antonio Patuelli per «evitare macelleria sociale a danno del territorio e dei lavoratori». E Susanna Camusso, segretaria generale Cgil ieri nel Padovano: «Sulla questione delle popolari venete penso che una delle cose che rischiamo di fare è di pagare molto di più rinviando la soluzione del problema come stiamo facendo da molti anni. O si decide che si possono massacrare i risparmiatori oppure se si deve rispettare il risparmio bisogna intervenire subito».
Libero Quotidiano 28/04/2017
Mercatino – I sindacati bancari si appellano a Tajani «No a forzature Ue e Bce su venete e Mps»
«Chiediamo al presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani di vigilare, come sempre ha fatto, affinché su Popolare Vicenza, Veneto Banca e Mps non ci siano da parte di Bce e Ue forzature rispetto a drastiche riduzioni di personale, eventualità che noi comunque contrasteremo. Temiamo che si voglia calcare la mano sulla riduzione dei costi» ovvero «tagli occupazionali». Così Lando Maria Sileoni, segretario generale Fabi, primo sindacato dei bancari.
Messaggero 28/04/2017
In breve – Fabi. Sileoni: Tajani eviti colpi di mano su Mps e banche venete –
«Chiediamo al Presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani di vigilare sui casi banche venete e Mps, non ci siano da parte di Bce e Le abusi o forzature rispetto a drastiche riduzioni di personale», dice il leader Fabi, Lando Maria Sileoni.
Mf 28/04/2017
I sindacati a Tajani: impedisca a Ue e Bce di colpire Mps e le venete – Romano Mauro
Far scendere in campo il Parlamento europeo per impedire alla Commissione e alla Bce di far passare un’interpretazione delle norme comunitarie che danneggi ancora una volta le banche italiane in difficoltà. Questo il senso dell’appello lanciato ieri da Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, il sindacato di maggioranza dei lavoratori bancari italiani. «Chiediamo al presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani di vigilare, come sempre ha fatto, affinché sui casi Popolare di Vicenza, Veneto Banca e Mps non ci siano da parte di Bce e Unione europea nessun tipo di abusi o di forzature rispetto a drastiche riduzioni di personale. eventualità che noi comunque contrasteremo con ogni mezzo. Temiamo, infatti, che si voglia calcare la mano sulla riduzione dei costi. che le banche italiane inevitabilmente poi tradurrebbero in tagli occupazionali». A Tajani la Fabi chiede anche «d’intervenire per far sì che il gruppo Mps e le due banche venete siano tutelate anche per quanto riguarda la presenza sui territori, in quanto, come ha già affermato il presidente di Abi Patuelli, “occorre scongiurare il rischio che si riduca eccessivamente la concorrenza bancaria sui territori, poiché questa è assolutamente indispensabile in un mercato aperto”». L’invito di Sileoni, insomma, è che gli italiani nelle istituzioni europee facciano fronte comune: «E’ auspicabile che l’asse Tajani-Pittella-Gualtieri, funzionale alla salvaguardia del settore bancario, e il presidente di Abi Antonio Patuelli si adoperino in stretta collaborazione per evitare strappi e forzature. Invitiamo lo stesso Patuelli, dal nostro punto di vista il miglior presidente Abi di sempre, a sensibilizzare i vertici di Mps e delle due banche venete sulla necessità di evitare macelleria sociale a danno del territorio e dei lavoratori. Ricordiamo che al primo licenziamento bloccheremo l’intero settore». Anche il segretario della Fisac Cgil, Agostino Megale si è rivolto agli europarlamentari italiani chiedendo «un intervento netto e deciso nei confronti dei commissari incaricati affinché da un lato si decida, e lo si faccia velocemente, sulle mosse da prendere e dall’ altro si contrasti in modo chiaro e forte chi vorrebbe mettere sul piatto di un negoziato col governo italiano un piano sociale drammatico fatto di maggiori esuberi e tagli occupazionali più pesanti, che sono inaccettabili oggi e lo saranno in qualsiasi contesto domani». I sindacati tutti, ha aggiunto Megale, sono pronti a manifestare a Bruxelles. (riproduzione riservata)
Nuova Venezia-Mattino di Padova-Tribuna di Treviso 28/04/2017
Mion: fine esame Ue a metà maggio – Vallin Eleonora
PADOVA Lavoratori e sindacati in prima fila contro i tagli del piano di fusione delle due ex popolari venete che annaspano verso il futuro nell’attesa delle decisioni europee anche se ieri, il presidente Bpvi Gianni Mion, ha annunciato: «Stiamo lavorando alacremente: tutto fa pensare alla conclusione dell’istruttoria Ue entro metà maggio». Oggi a 70 km di distanza si svolgeranno le due assemblea di approvazione dei conti 2016 che si sono chiusi con 3,4 miliardi di rosso. Ieri il segretario generale Fabi Lando Maria Sileoni ha chiesto al presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani di «vigilare affinché sui casi Bpvi, Veneto Banca e Mps non ci siano da parte di Bce e Ue nessun tipo di abusi o di forzature rispetto a drastiche riduzioni di personale».«Temiamo – aggiunge – che si voglia calcare la mano sulla riduzione dei costi». «Al primo tentativo di licenziamento si mobiliterà tutta la categoria in tutta Italia», spiegano tutte le sigle. Manifesteremo per «sensibilizzare le Istituzioni». Solo la Uilca «non partecipa al dibattito licenziamenti» ma esprime preoccupazione per la divisione del tavolo sindacale nei confronti delle due aziende bancarie. è intervenuto anche l’assessore veneto al Lavoro Elena Donazzan che, dopo il disappunto sugli oltre 14 milioni di stipendi elargiti nel 2016 tra cda, collegio e management, ha chiesto che «gli esuberi delle popolari siano messi sullo stesso piano di quelli di Alitalia». Ieri è arrivata la conferma che dopo aver avviato le contestazioni, dopo aver ricevuto e considerato le contro-deduzioni, Consob ha notificato le prime sanzioni a Bpvi. Nel corso dei prossimi giorni saranno notificate tutte per i sei procedimenti aperti. Dopo i 34 milioni di multa Bce, i 4,5 dell’Antitrust, sono in arrivo alla Banca oltre 10 milioni di nuove multe. Solo per uno dei procedimenti, il 43144, la sanzione si avvicina ai 4 milioni, con importi a carico di tutti i dirigenti (tra gli altri: 150 mila euro Zonin, altrettanti a Monorchio e Tognana, 250 mila Sorato, 510 mila i sindaci). A fine 2016 il fondo rischi e oneri Bpvi segna 784 milioni accantonati. Molto dipenderà dall’atto di responsabilità già depositato in Tribunale a cui andrà aggiunta la revocatoria per rendere inefficaci atti di disposizione dei patrimoni operati dagli ex.
Sole 24 Ore 28/04/2017
Pop Vicenza riapre il tavolo sui tagli – A Vicenza riparte il tavolo sui tagli – C.Cas.
Cristina Casadei Alla Banca Popolare di Vicenza l’intervento per la riduzione del costo del lavoro non pu ò più aspettare, scrive l’istituto ai sindacati. Oggi, in occasione dell’assemblea dei soci le sigle hanno organizzato un primo sit-in. Ma non si fermano a Vicenza Alzano il tiro più possibile, vogliono farsi sentire fino a Bruxelles dove hanno in previsione una manifestazione perché non possono essere i lavoratori a pagare a Vicenza. E nemmeno a Verona e a Siena. «Chiediamo al presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani di vigilare, come sempre ha fatto, affinché sui casi Popolare di Vicenza, Veneto Banca e Mps non ci siano da parte di Bce e Unione europea nessun tipo di abusi odi forzature rispetto a drastiche riduzioni di personale, eventualità che noi comunque contrasteremo con ogni mezzo», dice il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni. «Si contrasti in modo chiaro e forte – aggiunge fl se

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