Mauro Bossola soddisfatto della trattativa: "Nessun licenziamento e uscite solo volontarie. Ottenute tutele per i colleghi". L'accordo seguito dalla stampa e riprende le dichiarazioni del Segretario Generale Aggiunto.
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ACCORDO IN INTESA SANPAOLO, LA POSIZIONE DELLA FABI

Mauro Bossola soddisfatto della trattativa: “Nessun licenziamento e uscite solo volontarie. Ottenute tutele per i colleghi”. L’accordo seguito dalla stampa e riprende le dichiarazioni del Segretario Generale Aggiunto.
ACCORDO IN INTESA SANPAOLO, LA POSIZIONE DELLA FABI
Mauro Bossola soddisfatto della trattativa: "Nessun licenziamento e uscite solo volontarie. Ottenute tutele per i colleghi". L'accordo seguito dalla stampa e riprende le dichiarazioni del Segretario Generale Aggiunto.

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Il Fatto Quotidiano 14/07/2017
Banche Venete, accordo Intesa sindacati per 4000 uscite concordate. Sindacati soddisfatti
Le organizzazioni sindacali e Intesa Sanpaolo hanno raggiunto l’accordo sugli esuberi scaturiti dopo l’acquisto da parte di Cà de Sass di alcune attività della Popolare di Vicenza e Banca Veneta. Lo si apprende da fonti sindacali. L’accordo prevede che le circa 4.000 uscite concordate siano gestite in due fasi. La prima riguarda almeno 1.000 lavoratori del perimetro ex Popolare di Vicenza ed ex Veneto Banca che matureranno il requisito pensionistico entro 7 anni e che usciranno con cadenza mensile dall’1 ottobre 2017 all’1 gennaio 2018. Con questo accordo – dice Mauro Bossola, Segretario generale aggiunto della Fabi riferendosi ai 4mila esuberi di Popolare Vicenza e Veneto Banca – abbiamo evitato i licenziamenti e messo in sicurezza lavoratori che fino a ieri vedevano duramente compromessa la propria stabilità lavorativa, ottenendo a loro favore garanzie sulle uscite volontarie e anche sulla contrattazione di secondo livello, senza nulla togliere ai dipendenti del gruppo Intesa Sanpaolo”. “Adesso – rilancia – auspichiamo che il Parlamento dia prova del medesimo senso di responsabilità dimostrato dalle organizzazioni sindacali convertendo definitivamente in legge il decreto sulle banche venete, l’unica soluzione possibile che scongiura il bail in e garantisce un futuro ai lavoratori e alle loro famiglie, a circa 2milioni di clienti e alle economie dei territori del Veneto”. “Siamo soddisfatti del primo pezzo di strada, ma ne resta da fare ancora molta per tutelare i lavoratori sul territorio e per dare risposte sul futuro degli oltre settecento dipendenti rimasti fuori dal perimetro di Intesa Sanpaolo – afferma il segretario generale di First Cisl, Giulio Romani, all’accordo che regolamenta l’integrazione delle ex banche venete nel Gruppo Intesa Sanpaolo – Di mobilità professionale e territoriale, formazione e organizzazione del lavoro – aggiunge Mauro Incletolli, della segreteria nazionale di First Cisl – parleremo non appena la banca avrà effettuato l’analisi organizzativa delle attività da ricollocare nel Veneto e della nuova struttura di business. Ora ci attendiamo che, con la stessa rapidità dimostrata dal sindacato, anche la politica faccia la sua parte completando l’iter di conversione del decreto da parte del Senato”. L’accordo per la gestione degli esuberi resta comunque subordinato alla conversione del decreto legge che nei giorni scorsi ha incassato il via libera della Camera dei Deputati ed ora è approdato al Senato.
Messaggero 14/07/2017
In breve – Banche Venete Accordo su 4 mila uscite volontarie
Accordo tra Intesa Sanpaolo e sindacati sulle banche venete: 4 mila prepensionamenti su base volontaria, di cui almeno mille nel perimetro delle ex Veneto Banca e Popolare di Vicenza entro il 31 dicembre 2017. Gli esodi saranno gestiti attraverso il Fondo di Solidarietà, con permanenza massima a 7 anni per i lavoratori delle banche venete e a 5 per quelli d’Intesa Sanpaolo. La prima finestra d’uscita è fissata al primo ottobre 2017. «Con questo accordo», dice Mauro Bossola (Fabi), «abbiamo evitato i licenziamenti e messo in sicurezza lavoratori, ottenendo garanzie sulle uscite volontarie e anche sulla contrattazione di secondo livello».
Messaggero Veneto 14/07/2017
Raggiunto l’accordo sugli esuberi di personale
VICENZA Tra Intesa Sanpaolo e organizzazioni sindacali è arrivato l’accordo sugli esuberi. Il via libera è arrivato poco prima delle 22 al termine dell’incontro tra le parti, e solo una manciata di minuti dopo che la Camera aveva dato il proprio via libera al decreto. L’accordo prevede circa quattromila prepensionamenti, di cui almeno mille nel perimetro delle ex Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza che dovranno essere realizzati entro il 31 dicembre 2017. Gli esodi saranno gestiti attraverso il fondo di solidarietà, l’ammortizzatore sociale di categoria, con permanenza massima a 7 anni per i lavoratori delle banche venete e a 5 per quelli d’Intesa Sanpaolo. La prima finestra d’uscita è fissata al primo ottobre 2017. La platea dei prepensionabili in Intesa e nelle banche venete comprende tutti coloro che maturano i requisiti pensionistici rispettivamente al 31 dicembre 2022 e al 31 dicembre 2024. Inoltre potrà accedere al pensionamento chi matura il diritto entro il 31 dicembre 2017. I sindacati, secondo quanto si è appreso, oltre a ottenere la volontarietà delle uscite, sono anche riusciti a concordare il mantenimento dei trattamenti di welfare in materia di previdenza complementare, cassa sanitaria, buoni pasto e degli accordi aziendali in vigore fino al 30 giugno 2017 per tutti i lavoratori delle ex banche venete, in attesa che la contrattazione aziendale sia armonizzata a quella del Gruppo Intesa Sanpaolo. A partire da settembre le parti si incontreranno per verificare il raggiungimento dei numeri delle uscite programmate e affrontare la trattativa su formazione e riqualificazione professionale, part time, straordinario, banca ore, ferie ed ex festività, allocazione di nuove attività e mobilita per i lavoratori delle banche venete, in conseguenza della chiusura dei 600 sportelli nel perimetro delle ex banche venete, già previsti dal piano concordato tra Intesa Sanpaolo, Governo e istituzioni europee. «Con questo accordo – è il commento di Mauro Bossola, segretario generale aggiunto della Fabi – abbiamo evitato i licenziamenti e messo in sicurezza lavoratori che fino a ieri vedevano duramente compromessa la propria stabilità lavorativa, ottenendo a loro favore garanzie sulle uscite volontarie e anche sulla contrattazione di secondo livello, senza nulla togliere ai dipendenti del gruppo Intesa Sanpaolo». «Adesso – rilancia – auspichiamo che il Parlamento dia prova del medesimo senso di responsabilità convertendo definitivamente in legge il decreto sulle banche venete, l’unica soluzione possibile che scongiura il bail in e garantisce un futuro ai lavoratori e alle loro famiglie, a circa 2 milioni di clienti e alle economie dei territori».
Mf 14/07/2017
Venete, sì della Camera al decreto E Intesa si accorda sugli esuberi – Venete, ok della Camera al dl. E c’è l’intesa sugli esuberi
Via libera della Camera dei deputati al decreto per la liquidazione di Veneto Banca e Popolare di Vicenza. L’Aula, all’indomani del voto di fiducia al governo, in serata ha approvato il provvedimento con 211 sì, 91 voti contrari e 3 astensioni. Sempre nella serata di ieri è stato raggiunto l’accordo tra Intesa Sanpaolo e i sindacati del credito sugli esuberi nelle banche venete. L’accordo prevede, riporta una nota diramata dalla Fabi, «4 mila prepensionamenti su base volontaria, di cui almeno mille nel perimetro delle ex Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza, che dovranno essere realizzati entro il 31 dicembre 2017. Gli esodi saranno gestiti attraverso il Fondo di Solidarietà, l’ammortizzatore sociale di categoria, con permanenza massima a 7 anni per i lavoratori delle banche venete e a 5 per quelli di Intesa Sanpaolo. La prima finestra d’uscita è fissata al primo ottobre 2017. La platea dei prepensionabili in Intesa e nelle banche venete comprende tutti coloro che maturano i requisiti pensionistici rispettivamente al 31 dicembre 2022 e al 31 dicembre 2024. Inoltre, potrà accedere al pensionamento chi matura il diritto entro il 31 dicembre 2017.
Sole 24 Ore 14/07/2017
Per Intesa accordo con i sindacati sulle banche venete: 4mila uscite
Cristina Casadei — Se il decreto legge per il salvataggio di Veneto Banca e Banca popolare di Vicenza ha incassato l’approvazione della Camera ed è ora approdato al Senato, dal gruppo Intesa Sanpaolo e dai sindacati (Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Unisin-Sinfub e Ugl) arriva un segnale molto forte: stanotte, quindi anticipando il passaggio in Senato, le parti hanno siglato l’accordo sindacale per la gestione delle uscite, subordinandolo comunque all’approvazione definitiva delle Camere. II risultato del negoziato che si è chiuso a tempi di record, sono 4mila prepensionamenti su base volontaria, di cui almeno mille nel perimetro delle ex Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza che dovranno essere realizzati entro quest’anno. L’attivazione del Fondo di Solidarietà con permanenza massima di 7 anni per i lavoratori delle banche venete e di 5 per quelli di Intesa Sanpaolo. La prima finestra di uscita è fissata al primo ottobre 2017. La platea dei prepensionabili in Intesa e nelle banche venete comprende tutti coloro che maturano i requisiti pensionistici rispettivamente al 31 dicembre 2022 e al 31 dicembre 2024. Inoltre potrà accedere al pensionamento chi matura il diritto entro il 31 dicembre 2017. Le uscite saranno volontarie per tutti i bancari coinvolti e per quelli delle banche venete è stato deciso il mantenimento dei trattamenti di welfare in materia di previdenza complementare, cassa sanitaria, buoni pasto e degli accordi aziendali in vigore fino al 30 giugno 2017. Per i sindacati si tratta di uno dei più importanti accordi realizzati nel settore perché, come spiega Mauro Bossola, segretario generale aggiunto della Fabi «abbiamo evitato i licenziamenti e messo in sicurezza lavoratori che fino a ieri vedevano duramente compromessa la propria stabilità lavorativa, ottenendo a loro favore garanzie sulle uscite volontarie e anche sulla contrattazione di secondo livello, senza nulla togliere ai dipendenti del gruppo Intesa Sanpaolo». Forte il messaggio rivolto alla classe politica «Ora ci attendiamo che, con la stessa rapidità dimostrata dal sindacato, anche la politica faccia la sua parte completando l’iter di conversione del decreto da parte del Senato», aggiunge Mauro Incletolli, della segreteria nazionale di First Cisl. Per il segretario generale della Uilca, Massimo Masi, «è un accordo importante che rappresenta un tassello decisivo dell’intera operazione di salvataggio che anticipa le decisioni della politica in merito alla conversione del decreto in legge». Giuliano Calcagni, segretario nazionale della Fisac fa notare «il senso di responsabilità del sindacato che in 15 giorni ha chiuso con totale unità e in maniera efficiente un accordo che vuole essere anche un monito alla politica A questo punto chiediamo però chiarezza e trasparenza e ribadiamo la necessità di fare pulizia tra i dirigenti delle banche venete: su questo misureremo lo spessore etico dei dirigenti di Intesa».
Tempo 14/07/2017
La Camera approva il decreto che salva banche
La Camera ha approvato il decreto sulle banche venete. A favore hanno votato 211 deputati, 91 hanno votato contro, 3 gli astenuti. Il provvedimento passa ora all’esame del Senato. La sua proposta da parte del governo è servita a gestire la crisi degli istituti veneti e ad evitare il contagio del sistema del credito italiano. «L’approvazione alla Camera del decreto banche rappresenta un passo importante verso l’approvazione definitiva. Di fronte al rischio di un fallimento delle due banche, che avrebbe avuto ripercussioni pesantissime per l’economia veneta e non solo, il nostro obiettivo è sempre stato quello di dare sicurezza al territorio, ai risparmiatori, alle famiglie e alle imprese ed evitare crisi occupazionali». Lo ha detto il sottosegretario all’Economia, Pier Paolo Baretta, sull’approvazione alla Camera del decreto di salvataggio delle banche venete. Intanto ieri le organizzazioni sindacali e Intesa SanPaolo hanno raggiunto l’accordo sugli esuberi lavorativi dopo l’acquisto da parte di Ca’ de Sass di alcune attività della Popolare di Vicenza e Banca Veneta. L’intesa prevede che le circa 4 mila uscite concordate siano gestite in due fasi. La prima riguarda almeno mille lavoratori del perimetro ex Popolare di Vicenza ed ex Veneto Banca che matureranno il requisito pensionistico entro 7 anni e che usciranno con cadenza mensile dall’1 ottobre 2017 an gennaio 2018. «Con questo accordo – ha spiegato Mauro Bossola, segretario generale aggiunto della Fabi – abbiamo evitato i licenziamenti e messo in sicurezza lavoratori che fino a ieri vedevano duramente compromessa la propria stabilità’ lavorativa, ottenendo a loro favore garanzie sulle uscite volontarie e anche sulla contrattazione di secondo livello, senza nulla togliere ai dipendenti del gruppo Intesa Sanpaolo». Loo.Ven.
BCC, IPOTESI DI NUOVO CONTRATTO APPROVATA COL 98% DEI SÌ

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