Proclamato lo stato d'agitazione nell'Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane. La FABI scende in piazza in difesa della tenuta occupazionale del Gruppo, messa a rischio da esternalizzazioni e nuove acquisizioni">

ICBPI, FABI IN ROTTA CON LE POLITICHE AZIENDALI

Proclamato lo stato d’agitazione nell’Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane. La FABI scende in piazza in difesa della tenuta occupazionale del Gruppo, messa a rischio da esternalizzazioni e nuove acquisizioni
ICBPI, FABI IN ROTTA CON LE POLITICHE AZIENDALI

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La FABI e le altre Organizzazioni Sindacali aziendali, supportate dalle rispettive Segreterie Nazionali, hanno proclamato lo stato d’agitazione nell’Istituto Centrale delle Banche Popolari Italiane e domani mattina scenderanno in piazza per protestare contro l’azienda. Il presidio si svolgerà a Milano davanti alla sede di Corso Sempione.
In particolare i sindacati contestano a ICBPI una serie di politiche aziendali che penalizzano e mettono a rischio il lavoro.
Da quando il Gruppo è passato sotto il controllo di un consorzio di Fondi di private equity, Advent International, Bain Capital e Clessidra, ha dato avvio a una serie di acquisizioni, tra cui quella di Bassilichi, Setefi e i rami aquiring di Deutsche Bank e di MPS. Il timore del sindacato è la futura tenuta occupazionale del Gruppo, anche alla luce di tali operazioni.
A queste si aggiungono l’esternalizzazione di alcune attività a società esterne al Gruppo che non applicano il Contratto del credito e una serie di pressioni esercitate dal management sui dipendenti in materia di mobilità territoriale e di esodi.
I sindacati sono, inoltre, fortemente critici sul nuovo piano industriale che prevede 343 esuberi senza delineare una strategia chiara e condivisibile di rilancio del Gruppo.
“La situazione, dopo l’acquisizione dal Gruppo ICBPI da parte dei Fondi di Private Equity, non ci lascia per nulla tranquilli. In questi mesi l’azienda ha manifestato una serie di atteggiamenti ostili nei confronti di lavoratori e sindacato, venendo meno al rispetto dei ruoli e anche a quanto stabilito nel Contratto Nazionale. Il Gruppo ha infatti dichiarato di voler esternalizzare ulteriori attività, in contrasto con quanto concordato a livello nazionale da ABI e sindacati nell’ultimo rinnovo contrattuale.
Chiediamo al management scelte industriali più responsabili e attente ai lavoratori. In caso contrario proseguiremo nello stato d’agitazione, adottando tutte le iniziative più opportune per contrastare queste politiche industriali che danneggiano azienda e dipendenti. Inoltre siamo molto preoccupati dal forte indebitamento del Gruppo che, in assenza di prodotti nuovi e in grado di competere con l’aggressività del mercato caratterizzato da un elevato numero di competitor, potrebbe diventare un pericoloso fattore di rischio per la tenuta occupazionale”, dichiara Sergio Castoldi, Coordinatore FABI di ICBPI.
ICBPI, società che si occupa di gestire la monetica per conto di gran parte delle banche italiane attualmente impiega 1500 lavoratori in tutta Italia, con principali sedi a Roma, Bologna, Udine e Cividale del Friuli.
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