"Il passato come punto di origine del presente e come base per il futuro. Se riflettiamo sul nostro passato limitandoci a quello più recente, dobbiamo constatare come la FABI e la categoria tutta abbiano subito delle evoluzioni estremamente rapide, radicali e per alcuni versi, sconvolgenti".

Enrico Simonetti, componente del Comitato Direttivo Nazionale, che tiene la relazione introduttiva, non vuole fare la cronistoria di accadimenti ben noti a chi li ha vissuti sulla propria pelle, come i bancari.

"Nessuna come questa stagione è stata irta di difficoltà, ma il nostro sindacato è sempre stato avanguardia e baluardo per la categoria. Purtroppo, la situazione socio-economica dell'Umbria è triste e i dati del comparto bancario sconfortanti, con calo di addetti e chiusura di filiali. Tutto ci ò nella quasi inerzia della classe politica. Ma negli ultimi mesi l'accelerazione è stata impressionante - continua Simonetti - Le motivazioni addotte sono note da tempo: crisi finanziaria del settore e innovazione tecnologica. Il rischio di fallimento di diversi istituti ha innescato una serie di fusioni che comportano sovrapposizioni di personale e di filiali. Il conto delle cosiddette razionalizzazioni viene pagato dai dipendenti".

Occorre ricordare che l'Umbria ha da tempo smarrito la vocazione ad avere banche regionali: tutte prima o poi sono state fagocitate da gruppi nazionali, anche e soprattutto per la incapacità di superare sterili campanilismi.

Ormai il tessuto bancario regionale è limitato a due realtà del Credito Cooperativo, peraltro destinate a subire gli effetti della riforma di tale settore, che le vedrà confluire nelle holding nazionali.

In questa situazione, regionale e nazionale, "Solo la FABI ha reagito con compostezza intelligenza, lungimiranza. Solo in Italia, a differenza del resto d'Europa, non c'è stata alcuna ecatombe occupazionale, alcun licenziamento: non abbiamo lasciato indietro nessuno, abbiamo difeso i bancari contro tutto e contro tutti" - rimarca Enrico Simonetti, che non manca di ringraziare il Segretario Generale della FABI, "che non ha avuto timori nell'alzare la voce, nelle sedi istituzionali, ai tavoli di trattativa e davanti ai media, quando tali nostre conquiste venivano messe in discussione".

La forza di una nave si vede nella tempesta, infatti, la corazzata FABI ha affrontato i marosi egregiamente, anzi ne è uscita rafforzata in termini numerici e di leadership politica.

"D'altro canto, le recenti vicende delle banche risolte prima e delle Venete poi, hanno dimostrato quanto fragile sia nell'immaginario collettivo il confine tra autentici predoni del risparmio e noi, che tutti i giorni allo sportello mettiamo la faccia sulle scelte che le nostre aziende compiono" - dice quasi con un sospiro il Dirigente Nazionale della FABI umbra.

Poi è la volta di Corrado Galli, Segretario Coordinatore della FABI Umbria, che tratta temi più concreti e tangibili.

"In 4 anni, a fronte di un calo del 10% dei bancari in Umbria (ora sono circa 3.600), la FABI è cresciuta del 20% e siamo ormai oltre quota 1.200 iscritti, dagli 800 di 10 anni fa".

Andando ad analizzare la crescita negli ultimi 4 anni, questa è avvenuta in pressoché tutte le banche, inoltre la FABI è tornata ad essere il sindacato di maggioranza negli esattoriali e continua a crescere tra pensionati ed esodati".

Bisogna riconoscere che in questa crescita un ruolo fondamentale l'ha avuto la Segreteria Nazionale ed in particolare il Segretario Generale con la sua forte leadership nel settore, sottolinea Galli.

"Ci ò che più ci piace e ci conforta, dice Galli, è che in alcune banche delle nostre zone dove abbiamo sempre avuto difficoltà ad entrare per situazioni particolari di storica appartenenza ad altre sigle sindacali, nel momento in cui queste banche sono andate in crisi, è stata immediatamente percepita e individuata la FABI come soggetto capace di tutelare al meglio i lavoratori".

Circa le nuove tecnologie e quello che viene percepito come il rischio della digitalizzazione, il Coordinatore della FABI di Perugia e Terni rammenta che "non dobbiamo nascondere che questo rischio esiste, anche in relazione al forte sviluppo previsto delle cosiddette Fintech e dei colossi come Google, Amazon, Facebook, che già sono entrate nel campo dei servizi finanziari e potrebbero farlo in maniera ancora più aggressiva in futuro".

Quindi, il rischio non va sottovalutato. Il rischio che la velocità sia diversa da quella che ci si aspetta.

Sulla politica della FABI, Sileoni raccomanda che la politica dei Gruppi sia sempre perfettamente allineata con quanto deciso dal Comitato Direttivo Centrale. "Non c'è una FABI dei Coordinamenti, c'è una FABI sola e granitica: solo così difenderemo la Categoria e saremo sempre inattaccabili".

Al Congresso della FABI dell'Umbria erano presenti, oltre al Segretario Generale, Lando Maria Sileoni che ha ascoltato con interesse i vari interventi, tre Segretari Nazionali: Giuliano Xausa, Luca Bertinotti e Giuseppe Milazzo.

"Saremo nuovamente chiamati come FABI a saper interpretare il tempo di questi cambiamenti ed impedire che una eccessiva velocizzazione degli eventi metta a rischio il nostro settore", conclude Corrado Galli.

Insomma, la FABI sarà compatta nella difesa del Contratto nazionale e saprà governare il cambiamento.