Firmato accordo definitivo d'integrazione delle ex banche venete in Intesa Sanpaolo: assunti i precari, rafforzato welfare, tutelati gli stipendi, regolata mobilità. Bossola: "Accordo dal forte valore sociale. Ora si rimborsino tutti i risparmiatori traditi"
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BANCHE VENETE, SALVE LE RETRIBUZIONI DEI LAVORATORI

Firmato accordo definitivo d’integrazione delle ex banche venete in Intesa Sanpaolo: assunti i precari, rafforzato welfare, tutelati gli stipendi, regolata mobilità. Bossola: “Accordo dal forte valore sociale. Ora si rimborsino tutti i risparmiatori traditi”
BANCHE VENETE, SALVE LE RETRIBUZIONI DEI LAVORATORI

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è stato raggiunto oggi l’accordo tra Intesa Sanpaolo e sindacati del credito sull’integrazione delle ex banche venete, Veneto banca e Popolare di Vicenza.
L’accordo, l’ultimo dopo quello sulle 4mila uscite volontarie, di fatto sancisce il definitivo accorpamento degli istituti nel Gruppo e disciplina materie quali l’organizzazione del lavoro, il welfare, le retribuzioni, la mobilità territoriale e professionale, la riqualificazione dei dipendenti delle ex banche venete.
“Questo è un accordo dal forte valore sociale. Abbiamo messo in sicurezza le retribuzioni dei lavoratori delle ex banche venete, evitando che i costi dell’integrazione fossero scaricati su di loro, i quali già peraltro hanno “pagato” come azionisti dei due istituti vedendo andare in fumo i propri risparmi”, dichiara Mauro Bossola, Segretario Generale Aggiunto della FABI.
“Abbiamo, quindi, contrastato fino all’ultimo la posizione dell’azienda che spingeva per un taglio indiscriminato dei salari e siamo riusciti a rafforzare il welfare aziendale, evitando che si venissero a creare lavoratori di serie A e di serie B, ed estendendo le vantaggiose previsioni dei Fondi di gruppo ai dipendenti delle ex banche venete. Non ultimo, siamo riusciti a ottenere l’assunzione a tempo indeterminato di tutti i precari. Adesso chiediamo il rimborso fino all’ultimo centesimo di tutti i risparmiatori vittime, insieme ai lavoratori, delle tristi vicende di risparmio tradito”.
L’intesa firmata dai sindacati prevede per i dipendenti del perimetro delle ex banche venete: la salvaguardia delle retribuzioni del 95% del personale, l’accesso al Fondo pensione e al Fondo sanitario di Gruppo, con progressivo incremento della contribuzione aziendale, attività di formazione e di riqualificazione, oltre a una serie di garanzie per contenere la mobilità territoriale in conseguenza della chiusura di 600 sportelli. L’azienda si è infatti impegnata a creare a o incrementare nuovi insediamenti i e presidi stabili, a partire dalle nuove filiali On Line, nei territori dove si registra la maggiore concentrazione di lavoratori. Per il personale in mobilità sono stati previsti rimborsi e limiti chilometrici, accesso al part-time e sperimentazione dello smart working.
Qualora vi siano successive operazioni societarie che dovessero riguardare Banca Apulia Sevizi Bancari e SEC Servizi, si è stabilito di applicare le tutele occupazionali fino a oggi adottate dal Gruppo in casi analoghi.
è stato infine rivolto un appello alla banca per affrontare il problema di Immobiliare Stampa, società dell’ex Popolare di Vicenza, nell’ottica della difesa dell’occupazione.
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